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18 ottobre 2014 6 18 /10 /ottobre /2014 21:45
Autentico il "vangelo della moglie di Gesù"

Per la maggioranza degli esperti il piccolo frammento di papiro in cui si parla di una presunta compagna di Cristo non mostra segni di contraffazione. "È utile per ricostruire il ruolo delle donne nella Chiesa", dice la studiosa che lo ha scoperto di Dan Vergano Al centro del piccolo frammento di papiro sono scritte, in lingua copta, le parole "E Gesù disse loro: 'Mia moglie... è in grado di essere mia discepola'" Gesù era sposato? Il dibattito si era riacceso un paio di anni fa, quando Karen L. King, studiosa della Harvard Divinity School, ha annunciato il ritrovamento di un frammento di papiro scritto in copto, in cui compaiono le parole: "E Gesù disse loro: 'Mia moglie... è capace di essere mia discepola'". La studiosa lo aveva datato al quarto secolo, ma diversi esperti avevano espresso scetticismo e parlato di una probabile contraffazione. La questione è stata affidata a una serie di studiosi che hanno analizzato il papiro da numerosi punti di vista: le caratteristiche chimiche del papiro e dell'inchiostro, la grafia, il linguaggio utilizzato. I risultati, appena pubblicati sulla Harvard Theological Review, fanno pensare che il testo sia effettivamente antico, anche se meno di quanto si pensasse all'inizio.

Le fibre del papiro risalirebbero ai secoli tra il settimo e l'ottavo, e l'inchiostro è simile a quelli usati all'epoca. King è sicura che "Il vangelo della moglie di Gesù" sia la copia di un testo ancora più antico. "Per il lavoro degli storici", spiega, "ora la domanda diventa: che significato ha questo documento?". I risultati di queste ricerche non possono affatto risolvere la questione se Gesù fosse sposato o meno, insiste la studiosa, ma possono fornire informazioni molto utili sulle credenze dei primi cristiani e sul ruolo delle donne nella Chiesa delle origini. Autentico o contraffatto? Il piccolo frammento (otto centimetri di lunghezza per quattro di altezza) è con ogni probabilità originario dell'Egitto, ma il suo autore e la sua provenienza precisa restano avvolti nel misteo. Il proprietario, che per ora vuole restare anonimo, è riuscito a ricostruire i passaggi di mano del documento solo fino al 1999 (King sostiene che il collezionista sta valutando se donare il papiro a Harvard, dove potrebbe essere esposto al pubblico). Negli studi pubblicati, un team di chimici guidato da Joseph Azzarelli del MIT afferma che l'età del papiro corrisponde a quella di un Vangelo di Giovanni sicuramente risalente al settimo-ottavo secolo dopo Cristo. L'analisi è stata condotta con la tecnica della microspettroscopia: il frammento era solo leggermente meno ossidato - e quindi meno antico - del vangelo "certificato". Anche la datazione al radiocarbonio indica un periodo compreso tra il 659 e l'869 d.C. James Yardley e Alexis Hagadorn della Columbia University hanno analizzato i pigmenti dell'inchiostro, trovandoli simili al "nerofumo di lampada" usato in numerosi testi dell'epoca. Soprattutto, escludono con buona probabilità che l'inchiostro sia stato applicato al papiro in tempi più recenti, cosa che avrebbe causato almeno qualche sbavatura. In particolare, gli studiosi non hanno trovato segni che una parola del testo - forse "donna" - sia stata sostituita con "moglie", come qualche scettico aveva sostenuto. Ma il dibattito resta aperto. Sulla rivista compare anche il saggio di un epigrafista, Leo Depuydt della Brown University, che punta il dito sui numerosi errori grammaticali presenti nel testo. Secondo lo studioso il papiro è "un'evidente contraffazione, nemmeno troppo abile", forgiata sul modello del Vangelo di Tommaso, un antico vangelo apocrifo ritrovato in Egitto solo nel secolo scorso. King ribatte che i vangeli simili a quelli di Tommaso erano molto diffusi in tutto il Mediterraneo orientale nei primi secoli della cristianità, e che quindi ritrovarne un passaggio nel nuovo papiro non è necessariamente un segno di contraffazione. Quanto agli errori di grammatica, potrebbero essere dovuti al fatto che l'autore del papiro non fosse uno scriba professionista ma un esponente delle classi inferiori non molto istruito. È questa l'opinione di Malcolm Choat, papirologo e studioso di testi paleocristiani alla Macquarie University, in Australia. Choat paragona il "vangelo della moglie di Gesù" ai cosiddetti "papiri magici" dell'epoca, testi spesso ornati da disegni in cui si invocavano le divinità per chiedere grazie o scagliare maledizioni.

"Non ho trovato una 'pistola fumante' che indichi che il testo non sia antico", spiego Choat, "anche se l'esame che ho condotto non può nemmeno provare al di là di ogni dubbio che è autentico". Quel che è certo, conclude lo studioso, è che non si tratta di un falso grossolano. La questione delle donne nella Chiesa Nei primi secoli, mentre il cristianesimo faceva proseliti nell'ambiente spesso ostile dell'Impero Romano, le donne erano tra le maggiori sostenitrici della nuova fede. I primi scrittori cristiani, spiega King, tacciono sulla situazione coniugale di Gesù: solo alla fine del secondo secolo si comincia a sostenere esplicitamente che non era sposato. Se, come afferma la studiosa, il frammento è una copia di un testo più antico, forse del quarto secolo, l'accenno alla moglie di Gesù riflette il dibattito sul ruolo della famiglia in corso tra i primi cristiani. È noto infatti, prosegue King, che la Chiesa delle origini chiedeva ai nuovi adepti di rinunciare a ogni vincolo di fedeltà, sia nei confronti delle istituzioni politiche e religiose sia verso la stessa famiglia di appartenenza. "Non sappiamo se Gesù fosse sposato", insiste King. "Questo il papiro non lo dice. Ma dimostra come i primi cristiani fossero molto interessati alle questioni riguardanti il matrimonio e il celibato". Nuove scoperte sulla moglie di Gesù tratto da: http://www.ilpost.it/ Diversi esami di laboratorio hanno dimostrato che l'antico frammento di papiro presentato nel 2012 – contenente una frase non da poco – non è un falso moderno Il piccolo frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa prima nelle Sacre Scritture e che contiene la parola “moglie” riferita a Gesù è antico e non è un falso moderno. Il documento è stato analizzato da alcuni professori di ingegneria elettronica, chimica e biologia di tre atenei americani (Columbia, Massachusetts Institute of Technology e Harvard) che hanno usato diversi tipi di spettroscopia per arrivare a stabilirne la datazione. Timothy Swager, chimico del Massachusetts Institute of Technology, ha utilizzato la spettroscopia agli infrarossi per verificare se l’inchiostro mostrasse variazioni o incongruenze e ha concluso che «non c’è prova che qualcuno abbia creato un falso. Sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile». Per James Yardley, ingegnere elettronico della Columbia che ha utilizzato la tecnica della spettroscopia a micro-Raman, l’inchiostro è «perfettamente in linea con quello usato in altri 35-40 manoscritti datati tra il IV e l’VIII secolo dopo Cristo».

Il papiro era stato presentato nel settembre del 2012 durante durante il Convegno Internazionale di Studi Copti da Karen L. King, studiosa di vangeli gnostici e di questioni di genere nella chiesa primitiva alla Harvard Divinity School e prima donna a occupare la più antica cattedra degli Stati Uniti. Il frammento – che misura 4 centimetri per 8, è scritto su entrambi i lati con inchiostro nero ed è in lingua copta, l’evoluzione dell’antica lingua egiziana che non fa uso dei geroglifici ma dei caratteri dell’alfabeto greco – contiene un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli e c’è scritto: “Gesù disse loro: mia moglie…” La formula “ta-hime”, forma rara di “ta-shime”, corrisponde in copto alle parole “donna” o “moglie”. E poco sotto: “Lei sarà in grado di essere mia discepola” Il papiro era stato presentato da Karen L. King come risalente al IV secolo e conteneva quello che la studiosa di Harvard aveva chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”, un testo sconosciuto composto probabilmente in lingua greca nella seconda metà del II secolo. La datazione era stata da lei stabilita sulla base dell’influenza che questo scritto avrebbe subito da opere come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo (in cui Maria Maddalena è citata come la moglie di Gesù). Dopo l’esito delle analisi di laboratorio sul papiro, Karen L. King ha ribadito che il contenuto del frammento non costituisce una prova che Gesù fosse effettivamente sposato, ma dimostra con qualche certezza in più che tra i primi cristiani c’erano discussioni attive su celibato, sesso, matrimonio e discepolato. La questione sul fatto che Gesù fosse sposato o meno nacque solo 150 anni dopo che Gesù morì, nell’ambiente dei cristiani che discutevano tra loro se dovessero sposarsi o rimanere celibi: «Quando tutte le prove puntano in una direzione non hai la certezza al 100 per 100, ma la storia non è un posto per il 100 per cento», ha ricordato King. Il lavoro della studiosa e la sua interpretazione hanno naturalmente sollevato una grande discussione sul tema. Il suo saggio, che è stato recentemente pubblicato online dopo una serie di revisioni da parte di altri colleghi sulla Harvard Theological Review ed è accompagnato da una replica di Leo Depuydt, egittologo della Brown University, secondo cui il frammento è così evidentemente falso da «sembrare pronto per uno sketch dei Monty Python». Depuydt non ha analizzato il papiro e ha detto di non volerlo nemmeno fare, convinto dai «grossolani errori grammaticali» e dal fatto che ogni parola coincide con quelle del Vangelo di Tommaso, scoperto in Egitto nel 1945: «Non può essere una coincidenza», ha commentato. È scettico anche il Vaticano, che attraverso le parole di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, già nel 2012 aveva definito il papiro «un falso». Accanto all’editoriale di Vian, il quotidiano aveva pubblicato un’analisi dello studioso Alberto Camplani sulla storia del frammento definito «molto problematico e controverso» innanzitutto perché non era stato trovato attraverso uno scavo ma sul mercato antiquario. La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato o che, come San Paolo, fosse sposato alla Chiesa.

Il fatto che sulla vita di Gesù ci fossero idee diverse già tra i primi cristiani, e dunque ancora prima dei vari concilii e prima che i libri del Nuovo Testamento fossero decisi come canonici, aiuterebbe a ricordare che «praticamente tutto quello che le generazioni successive dissero su Gesù fu assemblato e rivisto da qualcuno dopo la sua morte», come ha spiegato Roger Bagnall, professore di storia antica alla New York University, e riaprirebbe una questione di grande attualità: quella sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla negazione del sacerdozio femminile e sul matrimonio dei sacerdoti.

La scienza conferma: il frammento in cui si fa riferimento alla sposa del Cristo è antico e non un falso di età moderna. Poco più di un brandello di papiro (circa quattro centimetri di altezza per nove di lunghezza) sul quale si dibatte da diversi anni, tra l’entusiasmo e lo scetticismo di quanti credono di avere tra le mani la chiave per svelare un segreto del passato contrapposti a coloro i quali sollevano ancora leciti sospetti. Adesso però giunge la conferma del mondo scientifico a porre fine alla controversia che va avanti dal 2012: dopo due anni di accurate indagini diagnostiche, la Harvard Divinity School ha infatti annunciato che il frammento in questione non sarebbe affatto un falso di età moderna ma che risalirebbe ad un arco di tempo compreso tra il VI ed il IX secolo. Il suo contenuto testuale, però, potrebbe essere ancora più antico: ma perché ci interessa tanto? «Gesù disse loro, Mia moglie…» Un documento dalle dimensioni ridottissime che, tuttavia, non deve essere apparso insignificante neanche al suo possessore: il frammento, infatti, è il frutto di una donazione avvenuta nel dicembre del 2011 a beneficio di Karen King, docente presso il prestigioso ateneo bostoniano, da parte di un anonimo. Nulla è noto a proposito del suo ritrovamento. Su quel che resta del volumen in papiro è impresso quello che è stato interpretato immediatamente come un riferimento ad un matrimonio del Messia della religione cristiana: «Gesù disse loro, Mia moglie…». Vergato in lingua copta, il testo potrebbe essere stato composto molto prima, tra il II ed il IV secolo, secondo gli studiosi. L’esistenza del frammento venne resa nota pubblicamente per la prima volta nel settembre del 2012, in occasione dell’International Coptic Congress tenutosi a Roma.

Tuttavia furono in molti a sollevare dei comprensibili dubbi sull’autenticità del reperto, il quale venne presentato come “Il Vangelo della moglie di Gesù” (The Gospel of Jesus’s Wife); la scelta del nome fu dettata dall’esigenza di distinguere il frammento e non certamente da una rivendicazione di status canonico. Le ricerche relative alla figura di “Gesù storico”, in effetti, vanno sempre più in direzione di una ricostruzione il più possibile “umana” dei tratti del Cristo: il problema, però, è stata la frequente interferenza di letteratura molto fantasiosa e di divulgazione estremamente popolare su un tema che resta piuttosto povero in fatto di documentazione storica. Insomma, il sospetto che il papiro potesse essere un falso di età moderna era contemplato: ed anche giustamente, dal momento che oggi la scienza offre tutti gli strumenti necessari per venire a capo di misteri come questo. La Professoressa Karen L. King con il frammento Il Vangelo alla prova del carbonio 14 E così, in oltre due anni, il “vangelo” è stato sottoposto ad esami di ogni tipo. In primo luogo si è proceduto con il radiocarbonio con una collaborazione tra l’Università di Harvard e il Woods Hole Oceanographic Institute: il risultato finale è stata una data compresa tra il 659 e l’859. Un ulteriore test condotto presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha confermato la composizione chimicamente omogenea del papiro, attraverso microspettroscopia FTIR. Gli esperti della Columbia University hanno fatto ricorso ad una tecnica chiamata spettroscopia Raman per determinare le caratteristiche dell’inchiostro utilizzato per i caratteri, stabilendone la compatibilità con altri inchiostri utilizzati tra il I e l’VIII secolo. Malcolm Choat della Macquarie University ha esaminato il frammento per offrire una perizia calligrafica indipendente.

La diagnostica attraverso l’imaging multispettrale ha fornito altre informazioni significative a proposito della natura del frammento: grazie ad essa è stato infatti possibile escludere del tutto la possibilità di interpolazioni avvenute sul supporto scrittorio, che nel caso avrebbero potuto essere attribuite ad età successive al papiro stesso. Completate le meticolose ricerche, la Professoressa King ha quindi potuto appurare che l’evidenza dell’età e delle caratteristiche del papiro, dell’inchiostro, della scrittura, della lingua e dei contenuti ascrivono quasi certamente il frammento alla prima età cristiana: quindi il “Vangelo della moglie di Gesù” non è un falso. Dunque Gesù era sposato? Nonostante il riferimento, chiaramente, quello che hanno gli studiosi tra le mani è ancora troppo poco: non è certamente sufficiente per dare affermazioni definitive. Inoltre chiarirebbe soltanto in maniera parziale gli aspetti storici della figura di Cristo. Quello che però è assai rilevante è l’affermazione, tema principale del frammento, che anche donne come le madri e le mogli potevano essere discepole di Gesù: la Professoressa King ha infatti ricordato come il tema fosse stato caldamente dibattuto nei primi secoli dell’avvento del cristianesimo, mentre valori come il celibato e la verginità andavano incontro ad una valutazione sempre più positiva. «Questo frammento di Vangelo costituisce una buona ragione per riconsiderare quello che noi credevamo di sapere, costringendoci ad interrogarci sul ruolo storico di un eventuale matrimonio di Gesù nell’ambito delle controversie durante il primo cristianesimo legate al matrimonio, al celibato e alla famiglia» continua la Professoressa. Ma è davvero così semplice? Oppure stiamo rischiando, ancora una volta, di farci abbagliare da un mistero troppo affascinante e duraturo nel tempo, pur di trovare una risposta?

http://www.astronavepegasus.it/pegasus/index.php/religione-e-filosofia/855-e-autentico-il-vangelo-della-moglie-di-gesu#.VELjVMt02po

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