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5 febbraio 2015 4 05 /02 /febbraio /2015 23:03

Ighina

Cliccando il nome potrete vedere un video dove parla della sua esperienza.

C’è una categoria di scienziati che fa la differenza: i visionari. Fu una mela che cadeva da un albero a ispirare Netwon, mentre Einstein arrivò a scoprire la teoria della relatività partendo da una domanda che si faceva da bambino “che cosa accadrebbe se potessi viaggiare su un raggio di sole?

” Nell’ambito dei visionari ci sono poi degli uomini che sono talmente avanti del loro tempo che vengono dimenticati e riscoperti dopo decenni: uno di questi è Nikola Tesla, morto poverissimo in un Hotel nonostante abbia inventato una cosa presente in tutte le nostre case: la corrente alternata, in una vicenda che lo ha visto competere con il ben più ricco e famoso Edison. Alla categoria di Tesla, appartiene un genio italiano, morto solo qualche anno fa, di cui si sa pochissimo. Pier Luigi Ighina, collaboratore di Guglielmo Marconi, ha lasciato alcune invenzioni che sono talmente rivoluzionarie da essere trattate come ridicole.

Eppure davanti alle telecamere di Bernardo Iovene in un “Report” del 1998, il nostro Ighina, ormai novantenne, dimostrò come, utilizzando una macchina di sua invenzione, si poteva aprire uno squarcio nel cielo nuvoloso nel giro di poche decine di minuti. Lo stesso apparato di Ighina era in grado di far materializzare le nuvole e la pioggia cambiando semplicemente il senso della rotazione. Un’inchiesta di Voyager molto più recente ha evidenziato che, poiché Ighina era uno dei pochissimi che viveva all’interno dell’autodromo di Imola e veniva disturbato dalle gare, faceva deliberatamente piovere durante i Gran Premi di Formula Uno, tanto che venne più volte contattato dagli organizzatori affinchè interrompesse tale forma di boicottaggio. Ma la parte più sorprendente del lavoro di Ighina è la sua valvola antisismica. Basti pensare al 2 gennaio 1996. La notizia del giorno riguardava un terremoto con due epicentri che aveva colpito Faenza e Modena, saltando letteralmente Imola, che si trova in mezzo a queste due città, ma dove era già ben piantata nel terreno la struttura di sua invenzione.

La valvola antisismica di Ighina, restò piantata per anni nel giardino della grande casa di via Romeo Galli, sino a che fu’ estratta dal terreno, a causa di una grande ristrutturazione del caseggiato, dopo che Ighina, nel 2004, venne a mancare. In un territorio fortemente sismico comequello dello Stretto di Messina, una struttura del genere potrebbe salvare molte vite umane ed è per questo che è nato un comitato che ha autofinanziando la costruzione di una valvola antisismica che è stata installata a Reggio Calabria.

E’ costata in tutto circa 3.000 euro, per una struttura che spunta per circa tre metri fuori dal terreno e che è stata riempita con polvere di alluminio sulla base del progetto originale disegnato da un discepolo di Ighina. Un progetto nato in tempi non sospetti (su MeteoWeb ne avevamo parlato più di un anno fa) e che adesso tutti si chiedono se basterà per evitare i terremoti nello Stretto di Messina, una delle zone più fortemente sismiche d’Italia. In quel caso, Ighina e tutti i suoi seguaci diventerebbero degli eroi. Se invece così non fosse, quantomeno hanno provato a perseguire un esperimento assolutamente suggestivo e affascinante.

meteoweb

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commenti

S
Rieccomi, della serie: i pazzi hanno spesso ragione o è pazzo il mondo?<br /> Un mio caro amico diceva che in un mondo di pazzi i sani sono patologici. <br /> Speriamo che l'invenzione di Ighina funzioni. Allla px!
Rispondi
I
spesso si risponde...se non sono matti non li vogliamo..

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