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28 novembre 2015 6 28 /11 /novembre /2015 07:59
Piramidi e sfingi, Atlantide e i grandi misteri

3 nomi noti: Cayce, Pincherle, Gantenbrink.

Nel marzo del 1993 un robot meccanizzato di fabbricazione tedesca, l'Upuaut II ('colui che apre la via', in egiziano antico) scopriva, al termine di un lungo cunicolo sotterraneo all'interno della piramide di Cheope in Egitto, una piccola porta di marmo o calcare, con fissate sopra due maniglie di rame.
In quel momento la spedizione archeologica tedesca guidata dall'ingegnere di robotica Rudolf Gantenbrink di Monaco esultò.
Era stata scoperta una stanza segreta all'interno della Grande Piramide. Chissà quali misteri erano celati dietro quella porta.
Si trattava di una scoperta eccezionale.
Ma ecco che, improvvisamente, le autorità egiziane revocavano agli occidentali il permesso di proseguire gli scavi, espellendoli dal Paese. "Le piramidi sono patrimonio dell'Egitto e non dell'Occidente", pare abbia dichiarato il Direttore Generale degli scavi archeologici di Giza, il dottor Zahi Hawass del Cairo, che da allora ha negato a tutti gli occidentali il permesso di scavare o di effettuare rilevamenti nelle piramidi.

"Non c'è nulla dietro la porta trovata dal robot di Gantenbrink", ha detto Hawass alla stampa. Pure, durante un viaggio in America alla ricerca di fondi, Zahi Hawass si lasciò scappare in via confidenziale: "Il ritrovamento di quella porta è la più importante scoperta della storia dell'Egitto. Abbiamo trovato dei manufatti che costringeranno l'Occidente a riscrivere la storia passata..."

Da allora più nulla si è saputo della misteriosa 'camera segreta' all'interno della Grande Piramide, che la tradizione vuole tomba del faraone Cheope (2625 a.C.). Ma si sa per certo che da quel momento l'Egitto ha vietato l'accesso a tutte le spedizioni occidentali, proibendo addirittura di filmare o fotografare nei pressi del sito, a Giza.

Ma quale sarebbe il grande segreto custodito all'interno della Grande Piramide? Forse il ritrovamento di manufatti anteriori all'origine ufficiale dell'uomo, risalenti all'epoca del mitico continente di Atlantide.
Una scoperta del genere retrodaterebbe la storia dell'umanità così come noi la conosciamo, e ovviamente priverebbe l'orgoglioso Egitto del primato di 'culla della civiltà'.


Le Piramidi e la Sfinge; essa guardava, nel 10.500 prima dell'era volgare, verso la costellazione del Leone


TRE SCIENZIATI POCO ORTODOSSI
Di quest'idea è un team di archeologi dilettanti inglesi, particolarmente colpito dai divieti di Zahi Hawass, e scacciati dall'Egitto come indesiderabili. Costoro sono gli studiosi Robert Bauval, John West e Graham Hancock, moderni eredi di Indiana Jones, archeologi eretici e non ortodossi convinti che la culla dell'umanità non fosse affatto il Medioriente, ma l'Atlantide. Bauvall e soci sono sponsorizzati da un'associazione New Age americana legata al culto del celebre veggente Edgar Cayce (1877-1945), un profeta guaritore del Kentucky che si diceva in grado, in trance, di viaggiare a ritroso nel tempo, per scrutare la storia passata dell'umanità.

Cayce aveva profetizzato, per il 1998, la scoperta di una camera segreta all'interno della piramide di Cheope, contenente una stanza segreta dei costruttori di Atlantide. E chi si dice assolutamente convinto di quest'idea è proprio Bauval, autore del volume 'Il mistero di Orione' (Mondadori, 1997), in cui si afferma, in maniera molto seria e scientifica, che il sito di Giza sia stato edificato nel 10.500 a.C. dagli atlantidei, orientando astronomicamente le tre piramidi in direzione della costellazione di Orione. Sempre secondo Bauvall, al di sotto della Sfinge si troverebbe un'antichissima Sala delle Documentazioni di Atlantide, contenente tutta la saggezza perduta dell'immaginario continente; altrettanto curioso è l'archeologo Graham Hancock, che dopo aver visto il film di Indiana Jones è corso alla ricerca dell'arca dell'alleanza di Mosè, la cassa contenente le Tavole della Legge del popolo ebraico, scoprendola in un monastero ad Axum in Etiopia; Hancock è convinto che Il Santo Graal, il calice dell'Ultima Cena in cui bevve Cristo e alla cui ricerca si misero, nel Medioevo, i cavalieri di re Artù, altro non fosse che l'arca di Mosè. Non meno bizzarro è John West che, nel 1993, si è recato con una spedizione in Egitto ed ha analizzato la Sfinge. Risultato: essa presenta segni di un'erosione fluviale vecchia di almeno 10.000 anni. Quindi, non può essere stata edificata 4500 anni fa dagli egiziani, ma da una civiltà assai più antica. Gli atlantidei.

Queste scoperte, che se confermate toglierebbero all'Egitto qualunque paternità sul sito di Giza, non sono piaciute a Zahi Hawass, che ha prontamente espulso i tre Indiana Jones britannici.

LA PIRAMIDE SECONDO PINCHERLE
In realtà idee del genere non sono una novità, in quanto il primo a formularle in maniera seria e documentata fu un italiano (ma si sa, all'estero i nostri studi vengono costantemente ignorati).

Il bolognese Mario Pincherle, ingegnere con il pallino dell'archeologia, già negli anni Settanta si era detto convinto che la Grande Piramide fosse in stretta relazione con la civiltà l'atlantidea e che nascondesse un grande potere, quello dello zed.
Lo zed era un'antichissima torre di granito, costruita da una civiltà perduta e sacra al dio egizio Osiride, capace di captare ed amplificare le energie benefiche dell'universo, ritrasmettendole su tutto il globo. "Un tempo", sostiene Pincherle, "lo zed si trovava sulla cima della piramide a gradoni di Zoser; in seguito al progressivo imbarbarimento dell'umanità, dovuto al diluvio universale ovvero alla fine di Atlantide, esso è stato nascosto ed occultato all'interno della piramide di Cheope, murato in un'intercapedine nascosta. Ciò si ricava dal fatto che la Grande Piramide è costruita con massi piccoli, alla base, e pietre più grandi, in cima, e infine edificata due volte, come a nascondere qualche cosa. La parte interna, come ho potuto notare durante una mia spedizione archeologica, è in ricco granito levigato, in onore del prezioso reperto che custodisce. All'esterno, invece, quasi a scoraggiare ladri e predatori di tombe, essa è molto misera, è in scadente pietra calcarea di fattura poco pregevole. Sappiamo che la Grande Piramide non fu mai una tomba, difatti il corpo del faraone Cheope non vi venne mai né sepolto, né trovato. Dunque, doveva servire a qualcos'altro. Probabilmente a coprire e nascondere lo zed, che un tempo si trovava in cima ad un'altra grande piramide, quella a gradoni di Zoser, molto più antica di quella di Giza.
La torre zed è più antica della Grande Piramide ed è antidiluviana, e quindi atlantidea".

PROVE NASCOSTE
Questa convinzione Pincherle l'ha maturata scoprendo e decifrando un antichissimo testo etiopico, il "Libro di Enoch", in cui si narra la storia di un patriarca ebraico antidiluviano che, giunto in Egitto, "vide un'alta e grande torre di granito duro". "Lo zed dunque esisteva", ribadisce Pincherle, "e ce lo conferma un testimone oculare. E quando ho esplorato la Grande Piramide ho scoperto, al suo interno, degli sfiatatoi nascosti, dei condotti di ventilazione che evidentemente conducono ad una camera segreta, la 'stanza di Osiride' da cui si accede allo zed".

Anche il giornalista scientifico inglese Colin Wilson condivide il fatto che la Grande Piramide non possa essere frutto della civiltà egizia, all'epoca tecnologicamente arretrata. "Come hanno potuto gli schiavi egizi", dichiara Wilson, "sollevare con semplici corde e bastoni blocchi di pietra di sei tonnellate ?
E come potevano portarli in cima alla Grande Piramide, lungo gradini che a volte non eran più grandi di 15 centimetri ?
Per spostare poi oltre due milioni e mezzo di mattoni in questo modo, ci sarebbero voluti almeno 150 anni. Possibile che il faraone Cheope avesse tutto questo tempo a disposizione ?
Negli anni Ottanta i giapponesi cercarono di costruire un modello in scala della Grande Piramide, per un'esposizione, ma anche con le più sofisticate apparecchiature dell'era moderna non vi riuscirono. E il progetto venne abbandonato..."
By Alfredo Lissoni - Tratto da: http://digilander.libero.it/grumkadodmes/i_misteri_della_grande_piramide.htm

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L'Egitto come discendente di Atlantide
Atlantide e' probabilmente il "mistero" che piu' ha stimolato la fantasia di appassionati, scrittori e ricercatori. Tutto parte da un brano del filosofo Platone tratto dai "Dialoghi" Timeo e Crizia, scritti nel IV secolo a.C., che cosi' recita:
"Al di là di quello stretto di mare chiamato le colonne d'Ercole, si trovava allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte (...). In quell'isola chiamata Atlantide v' era un regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia".

Il brano viene riferito da Crizia, parente di Platone e si riferisce ad un episodio avvenuto nel 590 a.C. durante la visita del legislatore Solone a Sais, capitale amministrativa dell'Egitto. Il tentativo di Solone di impressionare i sacerdoti di Iside con le antiche tradizioni greche fallisce in quanto gli Egizi erano a conoscenza di un popolo vissuto molto tempo prima , sul quale possedevano molta documentazione scritta e la cui civilta' era stata distrutta 9000 anni addietro da un cataclisma. Viene fatta anche un'ampia descrizione del territorio sul quale questo popolo, gli Atlantidei, viveva, e cioe' un'isola grande piu' o meno 540x360 Km, circondata su tre lati da montagne e aperta a sud sul mare. Al centro dell'isola si trova una pianura con una montagna nel mezzo. Inoltre la pianura e' irrigata artificialmente ed e' quindi molto fertile. Atlantide, la capitale, sorge nel meridione ed e' circondata da mura che hanno una circonferenza di 71 Km c.a., seguite da altre cerchia di acqua e terra a difendere la citta' vera e propria che aveva un diametro di 5 Km circa. Il clima è temperato, in quanto tra gli animali presenti vi erano gli elefanti.
Questa affascinante teoria, formulata inizialmente da un egittologo indipendente di nome René Schwaller de Lubicz, ha preso piede negli ultimi anni grazie agli studi condotti da John Anthony West. Egli sostiene che la Sfinge, le piramidi di Giza ed altri templi egizi siano stati costruiti intorno al 10500 a.C. da una civiltà molto avanzata.
Secondo West il corpo della Sfinge, chiaramente più eroso del resto, fu eroso dall'acqua.
Gli studi fatti da vari geologi in Egitto dimostrano come il Sahara un tempo fosse ricco di vegetazione e contraddistinto da numerose piogge.

Erodoto citò come gli Egizi, vista la malvagità di Cheope e Chefren, preferivano chiamare le piramidi come di Filitis, un pastore che pascolava i suoi animali in quella zona. Ciò fa pensare che quindi ci fosse una ricca vegetazione. Alcuni studiosi, tra cui Henry Lhote, sostengono che il Sahara era una grande pianura verdeggiante fino al 2500 a.C.
Occorre notare, come è dimostrato, che la Sfinge è composta dallo stesso materiale delle tombe circostanti che però non hanno subito lo stesso tipo di deterioramento.

Nella piana di Giza, oltre alla Sfinge, esistono anche due templi che presentano le stesse caratteristiche. Sono formati da blocchi pesanti fino a 200 tonnellate. Al giorno d'oggi, con le moderne gru, si avrebbero ancora grandi difficoltà a sollevare pietre così pesanti.
A supportare queste ipotesi fu Flinders Petrie che nel 1893 riportò alla luce il villaggio di Naqada a 300 miglia a sud del Cairo.
Furono ritrovati vasi, stoviglie ed altri oggetti la cui perfezione di lavorazione lasciavano presupporre l'uso di tecniche molto sofisticate. Oggetti dello stesso tipo furono ritrovati anche sotto la piramide a gradoni di Zoser a Saqqara (più di 30000 esemplari) ed in altre zone. Il collo dei vasi era così sottile da impedire il passaggio di una mano e, a volte, erano più stretti di un dito. Venne persino ritrovata una roccia di quarzo attraversata da un foro fatto artificialmente.
Christopher P.Dunn concluse che solo seguendo il principio dei moderni martelli pneumatici di potevano ottenere risultati di questo tipo. Al termine dei propri studi Dunn affermò che gli Egizi avrebbero utilizzato una specie di trapano ad ultrasuoni.

Thomas L.Dobecky, il geofisico che collaborò con West, grazie all'utilizzo delle vibrazioni scoprì sotto la Sfinge l'esistenza di una o più camere sotterranee. Nell'ottobre del 1984 fu scoperto un passaggio segreto che portava sotto il corpo della Sfinge, ma furono negate le autorizzazioni necessarie. Dobecky fece anche un'altra importante scoperta: la parte anteriore doveva essere di migliaia di anni più antica della parte posteriore, il che significa che anche se si ammettesse che la parte posteriore appartenga all'epoca di Chefren, bisogna riconoscere che la parte anteriore avrebbe almeno al doppio degli anni. Durante un convegno alla Geological Society of America, al quale parteciparono circa 300 geologi, nessuno riuscì ad obiettare queste ipotesi che anzi furono sostenute.

Tra le zampe della Sfinge fu ritrovata una stele eretta da Thutmosi IV, che salì al trono circa nel 1425 a.C., per commemorare il restauro della Sfinge. Tra le iscrizioni appare anche il nome di Chefren, ma alcune iscrizioni sono purtroppo illeggibili. Questo è la prova per cui la Sfinge viene attribuita a Chefren. Supponendo che realmente la Sfinge fosse stata edificata da Chefren, avrebbe dovuto subire un'erosione di circa 30cm ogni 100 anni per necessitare di un restauro 350 anni dopo e questo significherebbe che la Sfinge sarebbe dovuta sparire almeno 500 anni fa.
Un fiero oppositore sostenne che i restauri ai fianchi erano tipici dell'Antico Regno, ma per qualche strana ragione, furono fatti durante il Nuovo Regno dando così involontariamente un avvallo alla teoria di West.
Robert Schoch notò come alcune tombe fatte da mattoni di fango ritrovate vicino alla piramide di Saqqara non presentano la stessa quantità di erosione sebbene si trovino a circa 15Km dalla Sfinge e siano composti da materiale molto meno resistente.
Nel 1912 il prof. Naville, dopo i tentativi di Petrie, riuscì a riportare alla luce un tempio al di sotto del tempio di Seti I. Come i Templi della Sfinge non presentava nessuna decorazione ed evidenziava lo stesso stile di costruzione.

Un'altra prova a sostegno di questa teoria la fornì Auguste Mariette che ritrovò una stele tra le rovine del tempio di Iside, vicino alla Grande Piramide. Sulla stele, diventata nota come Stele d'inventario, e riportava la dichiarazione che la Grande Piramide fu eretta da Cheope per commemorare alla ristrutturazione del tempio di Iside, signora delle piramidi, vicino al tempio della Sfinge. I geroglifici risalivano chiaramente al 1000 a.C. circa cioè a 1500 anni dopo Cheope. Ciò dimostra come al tempo di Cheope esisteva già la Sfinge, il tempio di Iside e almeno una piramide.
Le prove portate da Howard-Vyse sull'origine della Grande Piramide (le iscrizioni trovate nella Camera di Campbell) sono anch'esse dubbie. Howard-Vyse, durante la sua spedizione, si vide impegnato a lavorare con collaboratori scomodi come Giovanni Battista Caviglia. Gli scavi portarono alla scoperte di altre 4 stanze che riportavano iscrizioni su tutte le pareti, ma mai su quelle fatte esplodere da Vyse.
I cartigli esaminati da Samuel Birch evidenziarono che, in uno di questi era scritto il nome di Cheope anche se, lo stesso Birch, ammise che alcuni dettagli lo lasciavano perplesso. Innanzitutto molte di queste iscrizioni erano rovesciate, poi notò che alcuni simboli erano caratteristici di epoche successive a Cheope per concludere col dire che.molti geroglifici erano sconosciuti oppure tracciati da mani inesperte che li rendevano irriconoscibili.
Il fatto più sorprendente, però, è che venivano menzionati i nomi di due faraoni, Khufu (Cheope) e Khnem-Khuf.
Lo scrittore Zechariah Sitchin diede una spiegazione a questo mistero. Sitchin fece innanzitutto notare come i segni furono ritrovati solo nelle camere scoperte da Vyse dopo che aveva licenziato sia Caviglia che il capo-operaio. Secondo Sitchin lo scarso interesse che suscitavano le scoperte di Vyse, indussero lui ed il suo collaboratore Hill, a disegnare quei segni. La conoscenza dei geroglifici era ancora sommaria e ciò causò l'errore.
John Wilkinson, a quel tempo, uno dei maggiori studiosi di geroglifici scrisse alcuni testi sulla loro interpretazione. Howard-Vyse e Hill si basarono sui testi di Wilkinson per scrivere il nome di Khufu, ma poi si videro corretti a correggere la loro iscrizione perchè nel frattempo Wilkinson corresse la sua interpretazione del nome di Khufu. Successivamente, Wilkinson tornò sui suoi passi affermando che la correzione da lui riportata era inesatta.
Una brutta sorpresa per Vyse e Hill che ormai non potevano più cancellare ciò che avevano scritto, Raufu anzichè Khufu.
Una delle ultime teorie avanza prove ottenute dall'analisi al carbonio 14 effettuata sui pollini depositati all'interno della Grande Piramide. I risultati, prodotti da tre diversi laboratori, affermano con certezza che i pollini analizzati risalgono a circa 12.000 anni fa.

L'Egitto e gli U.F.O.
E' la teoria che vuole giustificare la grande tecnologia egizia come tramandata da popolazioni aliene.
Robert Temple, dopo aver sostenuto alcune ricerche in Africa, lesse un libro scritto da Marcel Gtrioule e Germane Dieteren nel quale raccontava la sorprendente conoscenza astronomica di una tribù del Mali, i Dogon.
Essi sapevano che oltre a Sirio c'era un'altra stella (Sirio B) che loro chiamavano Digitaria (popolata da esseri pisciformi chiamati Nommo), come si riuscì a dimostrare solo nel 1928, che i pianeti ruotano attorno al sole, che la luna è "arida e morta", che Saturno è circondato da aneli e che attorno a Giove vi sono delle lune.
Poichè Sirio era già sacra ai tempi degli antichi Egizi, Temple concluse che tali conoscenze dovevano essere state tramandate proprio dagli Egizi.
Gli Egizi erano soliti raffigurare la dea Iside, che identificavano con Sirio, in compagnia di Anubis e Satis come se intendessero rappresentare le altre due stelle di Sirio, Sirio B o Digitaria e Sirio C o Sorgo-femmina.
La conoscenza di Sirio presso gli antichi Egizi e i Dogon era molto approfondita. La religione dei Dogon è basata sul culto di Sirio. Essi dicevano che Sorgo-femmina era una stella più grande di Digitaria e quattro volte più leggera e rappresentava la sede di tutte le anime femminili di tutti gli esseri viventi passati e futuri. Attorno a Sorgo-femmina ruota un pianeta satellite chiamato la "stella delle donne". I Dogon dunque sapevano del collassamento di Digitaria e consideravano sacro il numero 50 che rappresentava il numero di anni utile a Digitaria per concludere il periodo orbitale attorno a Sirio A.
A Temple fu notato che nessuna iscrizione egizia evidenzia tale conoscenza. Egli rispose che, per quanto riguarda i Dogon, fu necessaria un'adeguata preparazione ed una iniziazione ai loro segreti religiosi prima di scoprire il loro sapere. Concluse così che probabilmente fu lo stesso per gli Egizi che avrebbero riservato l'esistenza di Digitaria e Sorgo-femmina a pochi eletti.
Le stesse divinità pisciformi, secondo Berossus, portarono la civiltà a Babilonia.
Le numerose tracce trovate qua e là lasciano dunque pensare all'esistenza di una civiltà aliena precedente le prime civiltà terrestri e quindi anche quella egizia.

Nel 1978 un gruppo di archeologi israeliani iniziò degli scavi nei pressi della piramide di Snefru. La zona era oggetto di operazioni militare top-secret. Casualmente, durante l'installamento di un treppiedi, si aprì un varco che conduceva ad una piccola sala che conteneva uno strano oggetto di forma discoidale di circa 120cm di diametro. Nella sala furono scoperte anche strumentazioni elettroniche e medicinali in perfetto stato. Il ritrovamento fu oggetto di scontri tra il governo egiziano e quello israeliano che attribuirono, senza grosse esitazioni, all'oggetto misterioso una provenienza aliena. Gli studi sulle medicine ritrovate evidenziano una notevole riduzione del processo di deterioramento biologico, ossia un rallentamento dell'invecchiamento.
La teoria secondo la quale le piramidi erano delle specie di ricariche energetiche per dischi volanti raccoglie prove decisive a suo sostegno. L'U.F.O. è a tutt'oggi in possesso delle autorità israeliane che ne stanno studiando l'utilizzo.
Lo scrittore russo Zakarian Sitchin ipotizza come la Grande Piramide possa essere l'unica costruzione scampata ad una serie di due guerre combattute tra la piana di Giza e il Sinai migliaia di anni prima di Gesu'.
Tali guerre sarebbero state provocate per ottenere il controllo dei porti spaziali che permettevano l'atterraggio sulla Terra di astronavi extraterrestri. Secondo Sitchin, quindi, i vari Dei egizi non sarebbero altro che alieni venuti dallo spazio.
Un'altro tipo di collegamento tra gli antichi Egizi e gli extraterrestri viene sostenuto nel film "Stargate".
In questo film si ipotizza l'abbandono, da parte degli Egizi, della Terra tramite una "porta verso le stelle". Attivata tramite una serie di chiavi, la porta permetteva di trasportare chi l'avesse attraversata su un pianeta sul quale avrebbe continuato a vivere la civiltà egizia. Ovviamente tutto ciò è frutto di fantasia, ma quello su cui vorremmo attirare l'attenzione è il collegamento tra gli Egizi e le stelle.
Dopo aver conosciuto, per quello che ci è possibile, l'antico Egitto e i suoi misteri ancora insoluti, sarebbe così impossibile un finale di questo tipo ?
Tratto da: www.misteri.us

se vuoi vedere un buon video sulle piramidi, clicca QUI

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