Il sesto senso esiste realmente. L’hanno dimostrato degli scienziati statunitensi e olandesi, i quali hanno successivamente pubblicato il risultato dei loro studi sulla rivista Current Biology. Lo studio è stato concretizzato utilizzando un soggetto, cieco a causa di un ictus, il quale ha dimostrato di possedere questo cosiddetto “sesto senso”, una potenzialità nascosta del nostro cervello che gli permette di evitare ostacoli senza vederli e senza l’ausilio di bastoni o cani per ciechi. In un percorso a ostacoli, il soggetto ha dimostrato di poter raggiungere senza difficoltà la metà prefissata. La cosa strana è che lui non se ne rende nemmeno conto, perché secondo lui cammina lungo un rettilineo. Invece, il soggetto evita gli ostacoli, come se li vedesse, per “istinto”.
Il sesto senso esiste davvero ma è la modalità con cui il nostro cervello analizza e reagisce a situazioni particolari, arrivando a conclusioni rapide che superano quelle che si potrebbero ottenere utilizzando gli altri cinque sensi. L’intuito, in parole povere. Che secondo nuovi studi avrebbe un’origine ancestrale legata all’istinto di sopravvivenza degli umani.
Questo è un grande passo avanti per la scienza, perché finalmente è stata provata scientificamente l’esistenza di un “potere” invisibile, il sesto senso. E’ risaputo, da tempo che molti poteri della mente che paradossalmente dimenticati o solamente in una zona del cervello in attesa. La causa, paradossalmente, sembrerebbe legata all’evoluzione dell’uomo, se questo si può dire evoluzione o semplicemente adattamento e condizionamento evolutivo. Secondo gli scienziati autori dello studio tra cui troviamo anche un italiano, Marco Tamietto dell’Università di Torino, tale facoltà sarebbe latente e molto antica dal punto di vista evolutivo , a quanto pare, questi rimangono potenzialmente dentro di noi e basta poco per risvegliarli. Si schiudono così le porte a un mondo d’indagine per lo più sconosciuto, quello de cosiddetto “paranormale”. Anche l’intuito è corrispondente al sesto senso:
L’intuito è una facoltà di tutti gli esseri umani, ma alcuni lo sviluppano di più, altri meno. Si tratta di una forma di intelligenza molto profonda, in grado di leggere e decodificare i segnali provenienti dagli altri esseri umani, anche quelli non verbali e impercettibili. Le emozioni a volte inspiegabili o le reazioni che sembrano impulsive o immotivate hanno una radice nell’intuito, spesso molto più preciso del ragionamento.
Sì, il sesto senso esiste davvero e a dimostrarlo ci sono anche una serie di ricerche scientifiche. Tra le più interessanti c’è quella messa a punto nel 2015 dalla Scuola Normale Superiore di Parigi secondo cui il nostro cervello è dotato di una sorta di senso del pericolo che si attiva solo nei momenti di crisi: quando si attiva basterebbero meno di 200 millisecondi per captare una situazione pericolosa e fornire un input per reagirvi. Il sesto senso umano, dunque, sarebbe un residuo dell’evoluzione, una capacità che ci permetteva di riconoscere il pericolo e mettersi in salvo quando vivevamo nel rischio di essere attaccati dai predatori. Il sesto senso premonizione del pericolo, dunque. Un altro studio statunitense del 2016, invece, ha legato il sesto senso alla presenza della proteina Piezo2, elemento da cui dipende la propriocezione, ovvero la capacità di percepire sia il proprio corpo nello spazio, sia il modo in cui i muscoli si muovono in questo spazio. Proprio grazie a questo sesto senso donne e uomini riuscirebbero, ad esempio, a camminare anche con gli occhi bendati o a riconoscere la posizione dei propri arti senza vedere dove si trovino.
Tradizionalmente, sono le donne ad essere più intuitive, perché per cultura sono meglio predisposte alla comunicazione e alle relazioni, infatti l’empatia e l’intuito sono indispensabili per agire efficacemente in società, ma anche per eccesso la debolezza caratteriale è altresì più accentuata nelle donne. Concludendo il genere femminile possiede la più ampia varietà di espressione con picchi massimi di intuizione che corrispondono altrettanti contrari.
Si dice che il sesto senso sia una qualità molto più sviluppata nei bambini.
Si tratta, in realtà, di una conseguenza del loro modo di comunicare, differente da quello degli adulti. A cui a volte gli adulti aggiungono del loro quando riportano, per paura che le capacità del piccolo non vengano apprezzate come loro credono che meritino. I “grandi”, infatti, hanno una comunicazione molto precisa e attenta ai contenuti verbali, mentre quella non verbale è molto più controllata, a volte addirittura nascosta.
I bambini badano meno alle parole: la loro comunicazione va oltre le parole e si concentra molto su gesti, espressioni facciali e movimenti. Di conseguenza, sono molto più attenti anche in fase ricettiva alla comunicazione non verbale e riescono a riconoscere lo stato emotivo degli adulti o dei loro coetanei anche senza che questi facciano ricorso alle parole. Da questo punto di vista, i bambini sono davvero dotati di un sesto senso molto sviluppato. Ma si tratta di un mistero del cervello umano che non smetterà mai di affascinarci. “La fede è una sorta di sesto senso che opera nei casi in cui la ragione non può competere”, diceva Gandhi. “Un buon investigatore è un individuo con un sesto senso per le persone”, dice lo scrittore britannico Lee Child.