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7 settembre 2014 7 07 /09 /settembre /2014 20:51

 

 

L'Alban Arthuan è una raccolta codificata nei tempi moderni di antichi aforismi e detti dei Bardi d'Irlanda e Galles. E' un prontuario tecnico e filosofico per chi si appresta su quello che gli Antichi chiamavano il Cammino della Chioma di Llyr, ovvero lo studio delle arti mistiche.

Il codice non ha alcun valore storico, e questo lo premettiamo a scanso di ogni equivoco, ma le sue pagine sono tanto evocative ed intense da valer la pena di essere diffuse per la prima volta al "grande pubblico" ove, fino ad oggi, erano riservate agli appartenenti ad associazioni druidiche.

La sua presentazione è oltremodo esplicita riguardo le tematiche che verranno affrontate:

" Nelle vite degli infiniti esseri vi sono infinite vie.
Così nel cuore di queste infinite vie risiede il cuore degli infiniti esseri.
Infinite volte in un giorno gli infiniti esseri scelgono infinite vie.
Alcuni esseri imparano, lungo il corso di molteplici esistenze,
che l'infinito è Uno e che tutte le vie sono la Via.
Costoro, diffondendo il sapere e la concordia,
consolando e astenendosi dal giudizio,
scelgono per sè stessi e per gli altri il più nobile dei sentieri.
In questo modo essi trovando perdono e perdendo trovano;
guadagnano la libertà e sovrastano l'intero universo
con la luce dei loro cuori"
.



LA PRATICA DELLE ARTI
Leggiamo, nel primo paragrafo del primo capitolo, quello dedicato ai "consigli":
"Chi persegue la Via degli Antichi sovente esercita un'arte. Quale arte conviene esercitare? In verità gli Antichi sostenevano che "chiunque possieda un'arte è elevato al rango degli Dei". Infatti chi esercita la sua arte vive della vita riservata agli Dei, purchè nulla pretenda dal suo impegno, ma semplicemente, come il granchio appena nato che si getta per la prima volta nell'oceano, egli incessantemente canti la maestà del divino. Infatti l'artista è tale poiché è capace di far risplendere il divino anche nelle brutture del nostro tempo. Questo spiega perché ogni cosa è un'arte."
IL CORAGGIO

Improvvisamente, il secondo paragrafo parla del rapporto con la morte, quasi a ricordare all'artista come nulla sia distinto, come egli non sia diverso dalle altre persone. Spicca il leitmotiv del tempo come un "eterno, danzante presente".
"Noi siamo soltanto pollini nel vento. L'essenza delle cose è il mutamento e tutto è mutamento. Chi si aggrappa alle consuetudini è solamente un pazzo. Il cuore dell'eterno è il non desiderare situazioni eterne. Non avere timore di nulla e vivi l'inafferrabile tempo presente. La Regola determina che ogni cosa nasca, viva e muoia e che questa è la sua eternità. Se ciò non ti aggrada, è meglio per te abbandonare il sentiero. Non temere alcunché e vivi la magnificenza della vita quanto della morte, con compassione e coraggio".
L'ATTEGGIAMENTO DI CHI VUOLE IMPARARE

Si può osservare come il linguaggio dell'Alban Arthuan sia spesso duro ed assuma un tono che non accetta repliche. In questo si distacca dai pur numerosi coinvolgimenti con la filosofia greca e con la sua dialettica, smentendo quasi quel "gusto celtico per la disputa verbale". Questo modus scribendi è sintomo del fatto che il codice fu pensato e scritto per allievi che avessero già dato prova di solidità e di determinazione interiore.
Il settimo paragrafo esorta a non trincerarsi dietro un'illusione di conoscenza, ma di trarre ogni insegnamento possibile da tutto ciò che ci circonda.
"Il misurare le cose con il proprio limitato punto di vista è un comportamento che conduce all'egoismo. Nell'oceano nessuna onda si muove da sola. Quindi se vuoi essere saggio attingi alla saggezza che ti circonda e se vuoi che la tua saggezza perduri confrontala continuamente con gli altri"

 L'ESEMPIO DI CHI CI HA PRECEDUTO E LA VITTORIA SULLA SOFFERENZA
Vorrei ora citare l'ottavo e il nono paragrafo del capitolo primo, l'unico dal quale presenterò citazioni in questa antologia on line, in quanto i successivi capitoli sono con ogni evidenza rivolti a coloro che sono "dentro il giardino" ovvero che hanno già ampiamente vissuto e sperimentato nella pratica determinati passi del loro cammino.
L'ottavo paragrafo tratta del rapporto con coloro i quali ci hanno preceduti; un ottimo espediente psicologico per donare continuità ad una azione che per sua natura travalica i tempi, e rimarcando il concetto dell'eterno presente. Sono dei passaggi che hanno sempre evocato in me le suggestioni del buddismo zen. Ma in fondo non è vero che "molteplici strade portano alla cima del monte"?
"Migliaia di spiriti eccelsi hanno percorso questa Via prima di noi. Non gettiamo vergogna su di loro e su noi stessi dimostrandoci indegni dinanzi al loro esempio, ma riconosciamo la loro opera e ringraziamo la benedizione della loro esperienza. Essi vegliano continuamente su di te con benevolenza e ti sono accanto lungo le asperità del sentiero, sempre. Il ringraziarli più volte durante il giorno e la notte è un comportamento saggio. Non affidarti troppo, però, al loro intervento. Ricorda che la tua esperienza personale è più preziosa di qualsiasi racconto o di qualsiasi sapere. Le cose hanno le loro stagioni e queste spesso non vengono comprese. Facendo troppo affidamento sulle parole altrui potresti restare deluso, oltre che agire nel modo sbagliato. Gli Antichi e i nostri antenati nello spirito sono la nostra memoria e la nostra carne".
"Se soffri, non incolpare nulla o nessuno. Se proprio vuoi incolpare qualcuno, prenditela con te stesso a causa della tua incapacità ad ignorare la sofferenza. Le difficoltà sono una grande benedizione. Esse sono come le asperità del monte che salvano la vita allo scalatore. Come potresti raggiungere la cima di un monte liscio come l'olio? Più asperità incontrerai, più esse ti condurranno in alto nella scalata, divenendo il tuo appoggio. Piuttosto che perdere tempo ad imprecare contro l'oscurità, fa' la cosa più saggia: va' ad aprire la finestra".


Concluderò questo piccolo assaggio di saggezza celtica contemporanea con uno dei "chiodi fissi" dell'insegnamento bardico: il mettere in pratica. Nessuna conoscenza ha valore se essa non si dimostra costruttiva tanto per la nostra interiorità quanto nel rapporto con ciò che ci circonda.
"La via del druido esige che tra la parola e il pensiero, i sentimenti e le azioni vi sia totale unità. Metti quindi in pratica i concetti di neutralità, di astensione dal giudizio, disamore per la ricchezza, sterminio dell'egoismo, ricerca della verità, amore per tutti gli esseri, con coraggio, perseveranza e fiducia".

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