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31 ottobre 2012 3 31 /10 /ottobre /2012 22:47

La ricerca di organismi particolari, in grado di sopravvivere a condizioni nelle quali un normale essere vivente troverebbe facilmente la morte, si sposta dalla superficie di terre e mari agli strati più alti dell'atmosfera. Regioni del pianeta Terra che potrebbero, almeno in teoria, ospitare anche organismi extraterrestri.
La stratosfera rimane un obiettivo su cui ci si basa, oltre a lanci da record con tuta e paracadute, ad una ricerca che sembra appartenere alla fantascienza.

Questo è quello che sperano di trovare i ricercatori della Cransfield University, in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea, che daranno il via questa settimana alla missione di ricerca di un pallone aerostatico munito di strumentazioni in grado di cercare batteri ed altri esseri viventi nella stratosfera terrestre.

Gli organismi ipotizzati potrebbero essere completamente nuovi alla scienza, o addirittura essere giunti sul nostro pianeta da molto, molto lontano, attraverso comete o asteroidi.
Se la missione dovesse aver successo, sarebbe la prima volta che si ottengono campioni di vita aliena, e una prova a sostegno dell'ipotesi che la vita sulla Terra si sia originata a partire da organismi provenienti da altri mondi.

"Ci sono teorie che dicono che la vita sulla Terra sia giunta dallo spazio, per cui abbiamo bisogno di sapere che la vita può sopravvivere alle condizioni dello spazio per dimostrare che queste teorie sono plausibili" spiega Clara Juanes-Vallejo, a capo della ricerca. "L'ambiente della stratosfera è davvero estremo: si può arrivare a -90°C, in una situazione di "quasi-vuoto". Ci sono inoltre molte radiazioni nocive, dato che non c'è lo stesso livello di protezione che fornisce l'atmosfera terrestre. Se riusciamo a stabilire che la vita può sopravvivere ad un ambiente così estremo, potrebbe anche sopravvivere in posti come Marte o gli asteroidi".

Non si parla soltanto di esseri viventi potenzialmente extraterrestri, ma anche di organismi provenienti dalle viscere della Terra: nella stratosfera infatti potrebbero sopravvivere anche alcuni microrganismi emersi da eruzioni vulcaniche e trasportati in quella regione dell'atmosfera da ceneri e polveri.

Il pallone sonda è stato sviluppato in collaborazione con l'azienda elettronica Alpha Micro, e raggiungerà un'altezza di oltre 30 chilometri sopra il Circolo Polare Artico. Una volta in quota, inizierà a "succhiare" aria attraverso una serie di filtri, che collezioneranno ogni eventuale microrganismo in sospensione nell'aria.
Per evitare contaminazioni da parte di organismi terrestri, il pallone sonda verrà preparato in un ambiente sterile utilizzato per le missioni spaziali dirette verso Marte o altri corpi del nostro Sistema Solare.

Le speranze di trovare qualche essere vivente non sono così remote: gli estremofili possono sopravvivere a condizioni proibitive per qualunque altro organismo, ed il fatto che la stratosfera sia bombardata da radiazioni e abbia una pressione pari ad un centesimo di quella che sperimentiamo normalmente non sembra possa essere un ostacolo insormontabile.

Nel 2011 sono anche stati fatti esperimenti che sono stati molto interessanti:
 

Lancio di un pallone sonda con capsula contenente un computer Arduino based, una videocamera e svariati sensori a piu' di 30km dalla superficie terrestre e un conseguente rientro nella troposfera a piu' di 1000km/h.

La capsula verrà portata tra 30 e 35km di quota da un pallone contenente elio. In certe fasi della missione riprenderà un flusso video grazie a una GoPro e rileverà informazioni da una grande quantità di sensori: inerziali, di temperatura, pressione e posizione (GPS). Avvenuta l'esplosione del pallone, la capsula inizierà a precipitare, frenata unicamente da un paracadute secondario (detto drogue) di diametro 15cm. Durante la prima parte della discesa, la capsula raggiungerà velocità elevatissime, al di sopra della velocità del suono (a quella quota), si stima intorno a 1000km/h tra i 20 e i 25km. La fase di caduta libera partirà a 30 / 35km fino a 1000 metri. Raggiunto 1km di quota, a una velocità tra i 110 e i 120km/h, un microservomotore libererà il tappo superiore della capsula, dispiegando il principale, cioè un semplice paracadute da rocket model, tondo in mylar, 60cm di diametro.

 Scopo del progetto

Gioblu robotics mette a disposizione sviluppo, materiali, componenti e relazioni con gli Enti che regolamentano il lancio dei palloni sonda con il fine di permettere agli utenti di questa comunità e del forum italiano di Arduino di realizzare un progetto complesso e raggiungere un risultato estremamente importante, cioè dimostrare le capacità di un gruppo coordinato di semplici appassionati, regalando alla comunità una grande quantità di dati scientifici utili a future sperimentazioni, ma soprattutto una ripresa incredibile dell'ambiente stratosferisco, in cui di giorno il cielo è nero, le stelle sono ben visibili ed è possibile godere di un'incredibile vista del nostro pianeta.

La struttura è composta di una capsula sigariforme in poliuretano espanso ad alta densità spessa 1cm, simile a una bomba passiva della seconda guerra mondiale, dotata di fin di stabilizzazione per mantenere un assetto perpendicolare al terreno. Il peso non è ancora chiarito ma sarà variabile tra i 900 e i 1000 grammi. Questo rendering mostra la struttura che conterrà tutto il sistema elettronico e il paracadute. E' pensata per avere un basso coefficiente d'attrito, essere stabile durante la caduta libera, isolare termicamente tutta l'elettronica dalle rigide temperature stratosferiche e proteggere la strumentazione in atterraggio. E' costruita in due sezioni ad incastro, che permettono la prototipazione rapida e la possibilità di modificare o smontare la struttura in tempi brevi. La cavità interna è suddivisa unicamente da un cilindro in poliuretano che suddividerà la zona strumentazione da quella paracadute, ed in parte, avrà il ruolo di struttura portante. La zona inferiore contiene la batteria, il computer di bordo e tutti i sensori, insieme alla videocamera GoPro (nel rendering non è presente il foro per l'obiettivo, ma verrà realizzato manualmente). La parte superiore contiene un microservomotore e un sistema bauden per il rilascio del tappo e il paracadute principale. Il tappo superiore sarà liberato dal microservomotore e sarà collegato al paracadute principale, cosi' da dispiegarlo quando necessario.

Per la missione è stata scelta la GoPro.

Una videocamera HD grandagolare, studiata per gli sport estremi e le riprese subacquee, provvista di un case resistente agli urti e waterproof fino a 60 metri di profondità. E' possibile comandarla tramite un bus di comunicazione molto semplice da utilizzare, e quindi sarà possibile decidere di scattare foto o riprendere in determinati momenti della missione. Nel video a sinistra potete vedere l'ironica missione di un robot giocattolo, protagonista di un video musicale. Questo video è diventato anche parte della campagna pubblicitaria ufficiale GoPro. Il fine di questa missione era unicamente il lato estetico e fotografico della ripresa video.

 
 
 
 
 
 
 
 
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