Avete mai visto il film Vanilla Sky, vi piacerebbe essere ibernati e poi resuscitati dopo 200 anni? Ecco forse in futuro sara' tutto possibile!
L'essere umano più longevo di tutti i tempi, la francese Jeanne Calment (1875-1997), è vissuto, pallottoliere alla mano, 122 anni. Notizie non documentate parlano di individui addirittura più vecchi. Ma un fatto è certo: in molti vorrebbero avere il privilegio di raggiungere queste invidiabili età e, già che ci siamo, di farlo in ottima salute.
Nel complesso, non dovremmo lamentarci troppo: negli ultimi decenni il progresso umano ha determinato un deciso incremento della nostra aspettativa di vita. Per questo motivo le scienze biologiche si interrogano sempre più seriamente sul fenomeno dell'invecchiamento e sui possibili rimedi ad esso. Tra molti dubbi e qualche speranza, eccone alcuni.
Un recente studio della Friedrich Schiller University di Jena (Germania), pubblicato sull'edizione online dell' European Journal of Nutrition, suggerisce che regolari assunzioni di litio, un elemento presente in tracce nell'acqua e nei vegetali, potrebbero favorire la longevità umana. Grazie alla collaborazione con gli atenei di Oita e Hiroshima, gli scienziati hanno analizzato il tasso di mortalità in 18 cittadine giapponesi, relazionandolo alla quantità di litio disciolto nell'acqua del rubinetto. Là dove l'acqua risultava più ricca di tale elemento, la mortalità è apparsa notevolmente minore.
Dati alla mano i ricercatori hanno poi trattato un organismo modello, il Caenorhabditis elegans (un microscopico verme), con le dosi di litio rilevate in precedenza. I risultati di questo esperimento hanno confermato quanto atteso: l'acquisizione di una maggiore longevità da parte del piccolo nematode.
Una svolta epocale? Improbabile: chi si apprestava ad addentare la batteria del proprio cellulare è avvertito. Per ora l'unica certezza è questa: il litio aiuta a migliorare la salute psichica (da più di 50 anni è usato nella cura del disturbo bipolare), ma il suo meccanismo d'azione è ancora poco conosciuto. E allora per fermare l'incedere del tempo è meglio guardare altrove. O forse no.
Una parte consistente dell'industria anti invecchiamento è costituita da quelle terapie il cui scopo è colmare il deficit ormonale che tende a colpire gli individui con il passare degli anni. Si va dalla melatonina - che in Italia è considerato un integratore alimentare ma altrove (per esempio negli Usa) è spacciato come farmaco ringiovanente - all' ormone della crescita (Gh), sul quale grava il rischio di cancro tra gli effetti collaterali.
In verità, benché sia ampiamente diffusa anche in Internet una forte spinta verso questo tipo di trattamenti, non è stato ancora dimostrato che un intervento di tipo ormonale possa rallentare o addirittura regredire l'invecchiamento.