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18 settembre 2013 3 18 /09 /settembre /2013 21:10

 


In provincia di Rovigo, viveva fino a poco tempo fa una sensitiva che ha aiutato (come si suol dire in termine spirituale) spiriti ancora terreni ad andare nella luce. Fra le sue esperienze ve ne sono 2 che vi voglio raccontare. Il primo caso è situato non molto lontano dal caso della bambina annegata, di cui ho esposto una precedente relazione, si tratta sempre di una bambina che appariva agli abitanti vicino ad uno stagno non molto lontano da Trecenta (se non lo stesso borgo del caso della bambina annegata).
Le testimonianze di coloro che ebbero modo di vederla dicono che si presentava quasi tutte le sere in un vestitino bianco, quasi luminoso, col viso dolcissimo e restava ferma immobile vicino allo stagno per molto tempo, richiamando così l’attenzione di chi passava in quel luogo così poco trafficato. Allo spavento iniziale si andava ad aggiungere la preoccupazione e la curiosità per una presenza alla quale non sapevano dare una spiegazione e più di qualcuno aveva paura di passare di là nelle ore notturne. Quella presenza stava comunque mandando dei messaggi ma che rimanevano incomprensibili. Qualcuno avanzò l’ipotesi che potesse trattarsi dello spettro di una bambina morta annegata in quelle acque molti anni prima.

Della notizia viene a conoscenza Anna, una signora semplice e tranquilla, che possiede capacità sensitive non comuni. Più che incuriosita si sente attratta dall’evento e sente il bisogno di recarsi là, in quel posto dove la bambina continua a mostrarsi. Chiese quindi al marito di accompagnarla in quel luogo all’imbrunire e una volta giunta sul posto si fermò sulla riva dello stagno e aspettò. L’attesa non fu lunga. Le poche notizie che ho sull’evento dicono che la bambina uscì dall’acqua, si fermò sul solito posto e con voce triste rivolta ad Anna disse:
”Mi chiamo …e sono chiusa dentro la casa, non posso uscire…puoi aiutami per favore?…” e poi aggiunse qualche altra cosa della quale non sono stato messo a conoscenza. Anna si congedò dalla giovinetta con un tenero saluto e una promessa.
Nei giorni a seguire Anna si diede un gran da fare e seguendo le dovute procedure burocratiche e richiedendo alcuni permessi entrò in quella casa accompagnata da delle persone autorizzate. Indicò loro, naturalmente sorpresi dalla richiesta, una parete da abbattere, e quando il varco fu sufficientemente grande da potervi guardare oltre, lo stupore e lo sdegno li avvolse in un mutismo irreale. In uno stanzino dalle dimensioni ridottissime, un vestitino bianco copriva i resti di una bambina che aveva trovato la morte in condizioni indescrivibili, rannicchiata su se stessa e dimenticata nel tempo. Quella piccola creatura era stata con molte probabilità murata ancora in vita.
Da quello che so nessuno mai si è interessato a fare luce sul caso. Ai poveri resti fu data cristiana sepoltura e da allora la bambina non si è più mostrata a nessuno.

Il secondo e forse ultimo caso di Anna si svolse in un altro paese del Rodigino:

Intorno agli anni novanta una coppia di coniugi, C. P. ed R. S., decisero di acquistare una casa a Villanova del Ghebbo in provincia di Rovigo. La casa era piuttosto vecchia e disabitata da un po’ di tempo ed era loro intenzione procedere quanto prima con i dovuti lavori di manutenzione e restauro in modo da poterci andare ad abitare entro la fine dell’anno. Erano a conoscenza che in quella casa era morto un ragazzo a causa delle esalazioni tossiche causate da uno scaldabagno difettoso ma non avrebbero mai immaginato quello che li stava aspettando. Da un vicino vennero informati che da quella casa gli ultimi abitanti se ne erano andati precipitosamente e terrorizzati. L’anziana signora, che ci abitava con due giovani sposi, si rifiutava di dormire nella sua camera e aveva preparato un lettino nella cucina dove trascorreva ormai tutte le notti. Altre persone che abitano nelle vicinanze dissero di avere sentito più volte, durante le ore notturne, strani rumori e delle urla disperate provenire da quella casa e che la fuga precipitosa era dovuta a qualche cosa che stava succedendo all’interno.
Inutile dire la preoccupazione dei due coniugi quando appresero queste notizie anche per il fatto che dovevano far crescere dei figli ancora in giovane età e che avevano bisogno di stare in un posto tranquillo e non certo di terrore. Decisero quindi di contattare Anna, amica e sensitiva e che aveva già risolto casi di spiritismo, ma senza informarla di quello che si diceva su quella casa in modo da potere averne oltretutto una conferma. Anna arrivò una domenica pomeriggio in compagnia del marito e dopo i convenevoli si apprestavano ad entrare.
Appena Anna varcò la soglia si bloccò, impallidì e fu colta da malessere. Non rispose alla domande dei presenti preoccupati per le sue condizioni, si riprese solo dopo qualche minuto e ancora tremante disse che in quella casa c’era qualche cosa di strano e che doveva essere risolto.
“ Ora devo andare di sopra” disse ai coniugi “e devo andare da sola”. S’incamminò salendo la ripida scala che porta al piano superiore. Dopo una ventina di minuti videro Anna scendere le scale molto lentamente ancora pallida in viso ed esausta. Non avevano ancora trovato il coraggio di chiedere che cosa fosse accaduto quando Anna, avvicinandosi ai due, disse: “ Ora potete stare tranquilli, vi lascerà vivere in pace senza recarvi alcun fastidio”. C. e R.. si guardarono in faccia e prima ancora che chiedessero spiegazioni Anna aggiunse. “ Ho parlato con lo spirito del giovane che ha trovato la morte in questa casa e gli ho riferito che sarebbero venute ad abitarci delle persone buone e per bene e che dovevano far crescere dei bambini in pace. Mi ha promesso che così sarebbe stato”.
E cosi è stato. A lavori ultimati andarono ad abitare in quella casa e non è successo nulla più. Non hanno mai raccontato a nessuno questa storia neppure ai loro figli ed è solo un caso che lo abbiano fatto con me. Ho chiesto loro se potevano farmi incontrare Anna ma mi hanno risposto che in seguito sono stati a farle visita ma che l’avevano trovata stanca, esaurita e gravemente malata, forse provata dalle numerose esperienze, come nel caso specifico, e che nel corso degli anni hanno probabilmente minato la sua salute. Ha aggiunto che desiderava essere lasciata in pace e che non voleva più parlare con nessuno.
Peccato, perché Anna avrebbe avuto molte cose da raccontare e sicuramente le sue esperienze avrebbero aiutato a capire il mondo dell’ignoto.

(Tratto e liberamente elaborato dalle ricerche USAC - Dino Colognesi)
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