una ricerca le formiche sanno quando un terremoto sta per avvenire. Il loro comportamento cambia in modo significativo prima del terremoto e ripristinano il loro normale comportamento solo un giorno dopo il sisma.
Gabriele Berberich della University Duisburg-Essen in Germania, ha presentato questi risultati giovedi.
Berberich e i suoi colleghi hanno scoperto che le formiche rosse del legno preferiscono costruire le loro colonie lungo le faglie attive. Hanno contato in Germania 15.000 cumuli di formiche lungo le faglie che, ricordiamolo, sono le fratture terrestri lungo le quali la crosta terrestre si rompe violentemente in caso di terremoto.
Utilizzando una speciale telecamera , Berberich ei suoi colleghi hanno seguito le formiche ventiquattro ore su ventiquattro per tre anni, dal 2009 al 2012, scoprendo che il comportamento delle formiche si modifica in caso di terremoto, un giorno prima che questo si verifichi, ma solo quando il terremoto è superiore a magnitudo 2. Nel periodo dello studio, ci sono stati, nelle zone della ricerca, 10 terremoti di magnitudo tra 2,0 e 3,2, e molti più piccoli. Gli esseri umani possono percepire solo terremoti di magnitudo superiore a 2.
La normale attività delle formiche consiste nell’andare a raccogliere cibo durante il giorno riposare durante la notte. Ma prima di un terremoto, le formiche non tornano nel loro tumulo di notte ma rimangono all’esterno affaccendate. Questo comportamento strano e anomalo continua fino a un giorno dopo il terremoto.
Le formiche potrebbero essere in grado di prevedere i terremoti captando le emissioni di gas che cambiano o rilevando piccoli cambiamenti nel campo magnetico della Terra. Le formiche rosse del legno infatti, hanno cellule speciali chiamate chemo-recettori in grado di rilevare i cambiamenti nei livelli di biossido di carbonio. E hanno anche cellule magneto-recettori che rilevano i campi elettromagnetici.
Questa è la prima volta che viene riportata la capacità delle formiche di reagire a terremoti futuri. Ricerche precedenti avevano stabilito un’altra bizzarra capacità di alcune formiche – la capacità di resistere all’alta radioattività.
La sensibilità tra gli animali ai terremoti è stata ampiamente riportata da tutto il mondo, ma in nessun caso con capacità predittive di un giorno e in modo così certo.
Comprendere come le formiche “riescono a prevedere” l’arrivo dei terremoti, potrebbe permetterci di costruire strumenti in grado di anticipare eventi sismici catastrofici. Nel frattempo, compratevi una colonia di formiche rosse del legno.
Gli antichi vedevano nel terremoto lo scuotersi dei titani imprigionati all'interno del mondo. In altre epoche, particolari condizioni climatiche registrate in corrispondenza di terremoti, facevano tremare non tanto il sottosuolo, quanto le gambe delle persone, proprio quando quelle precise condizioni climatiche sembravano ripresentarsi a preannunciare un nuovo sisma. A volte la saggezza popolare si confondeva con superstiziose credenze. Insolite migrazioni di animali, venivano interpretate come un chiaro segnale di un appuntamento con il terremoto.
Oggi si è a conoscenza che le formiche sono in grado di percepire minime variazioni di campi magnetici. L'abbandono di formicai in determinate zone, può essere associato a queste variazioni magnetiche e quindi può intendersi come un possibile segnale precursore. Molti animali, fra cui il cane, sono in grado di percepire segnali naturali, come ad esempio gli ultrasuoni, che gli umani non sono in grado di udire. L'uomo infatti è in grado in gioventù di udire e distinguere suoni che vanno da circa 16 a 16.000 hertz o cicli al secondo. Alcuni, i più dotati, riescono a raggiungere anche i 20.000 hertz.
Gli animali, talvolta riescono a udire suoni anche di frequenza doppia, come il caso dei pipistrelli. Inoltre, abituati a fare tesoro delle proprie sensazioni istintive, gli animali sono molto più in grado di noi di percepire il pericolo, anche se non riescono a comprenderne la causa. Chi scrive è stato personalmente coinvolto in un'esperienza abbastanza particolare. Una delle sere successive al fatidico 6 maggio, un piccolo gruppo formato dalla mia famiglia e altri vicini, eravamo incerti se allontanarci o meno dalle abitazioni per trascorrere la notte. La decisione fu presa grazie ad una mucca. La poverina, probabilmente impaurita proprio da segnali che nessuno di noi riusciva a percepire, continuava a muggire disperatamente dalla stalla.
Il suo stato di salute sembrava fuori discussione, e i lamenti furono interpretati come una sensazione istintiva di pericolo. Durante la notte infatti vi fu una scossa di assestamento piuttosto violenta, c'è chi racconta dell'abbaiare dei cani nella sera antecedente la scossa, mentre poco prima e subito dopo il sisma il silenzio era totale.Attualmente la scienza non è in grado di prevedere con sufficiente precisione la ricorrenza di terremoti. Può unicamente limitarsi a effettuare delle ipotesi di ricorrenza sulla base di conoscenze statistiche. Purtroppo non è infatti possibile conoscere a fondo fenomeni accaduti in epoche anche relativamente recenti. Uno dei segnali ampiamente studiati e necessari per previsioni a breve termine, sono le microscosse, ovvero le serie di sommovimenti di intensità minima, generalmente non rilevate dalla popolazione, ma registrate dai sensibili sismometri attualmente a disposizione.
Non è però possibile confrontare le rilevazioni attuali, con quelle accadute in condizioni analoghe nel passato. I sismografi infatti sono strumenti relativamente troppo recenti. Ulteriori ipotesi di prevedibilità si basano proprio sulle rilevazioni che confermano sempre più inequivocabilmente la teoria dei movimenti delle zolle. Purtroppo l'esistenza di intere città costruite su zone ampiamente sismiche, rende la prevedibilità di terremoti uno dei campi degli studi geologici più importante.
Oltre che sui comportamenti meccanici, molti scienziati seguono strade alternative cercando segnali e riscontri anche nel mondo animale, in considerazione della grande sensibilità di questi nell'interpretazione di segnali che sono spesso completamente inavvertiti dall'uomo. Un altro degli ultimi campi seguiti con interesse dalla scienza, è quello dei segnali naturali del pianeta formati da emissione di onde elettromagnetiche di frequenza molto bassa.