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23 ottobre 2012 2 23 /10 /ottobre /2012 20:57

 In un convegno in un circolo sociale a Nichelino, dove il ministro non è riuscito a intervenire in tema di riforma delle pensioni, a seguito di pesanti contestazioni, con fischi e slogan, da parte di esponenti di Cobas e Rifondazione Comunista, duramente condannati dal sindaco locale, Giuseppe Catizone, il ministro ha quindi lasciato la sala, dicendosi «avvilita che venga negato il diritto di parola». 

Ricordiamoci sempre cosa disse pochi mesi fa, la Fornero:

 Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio». Il ministro ha fatto riferimento anche alla nuova disciplina dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con la possibilità di licenziamento individuale per motivi economici da parte delle aziende.
Per poi ricalibrare le sue parole:

«Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Ho fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza».

Dimentiamo ogni giorno di quante tutele il lavoratore oggi fa parte: ogni italiano può stare tranquillo e contare su un posto di lavoro SEMPRE. Ecco perchè in queta occasione, la Fornero ha avuto modo di essere ascoltata ed applaudita da tutti i suoi calorosi ascoltatori:

Inizio di settimana tra le polemiche per il ministro del Welfare Elsa Fornero che dopo aver utilizzato l’inglese per invitare i giovani a «non essere troppo choosey (schizzinosi, ndr)» in tema di lavoro in un convegno a Milano, è stata contestata a Nichelino, vicino alla sua Torino, ed è costretta ad abbandonare la sala di un convegno.

Nella sede di Assolombarda al ministro era scappato l’invito ai giovani, poco felice in tempi di forte disoccupazione, su cui ha corretto però rapidamente il tiro, incalzata dalle domande dei giornalisti a margine del convegno. «I giovani italiani - ha spiegato il ministro - oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro, tant’è che sono in condizioni di precarietà». «Nel passato - ha aggiunto - quando il mercato del lavoro consentiva cose diverse, qualche volta poteva capitare, ma oggi i giovani italiani non sono nelle condizioni di essere schizzinosi». Da chi è vicino al ministro arriva l’invito a «guardare la somma del ragionamento, alla sua coerenza complessiva». Nei suoi interventi, viene fatto notare, non sono infatti mancati continui riferimenti alla lotta alla precarietà come «preoccupazione principale» sua personale e del governo; impegno che, parallelamente a quello per facilitare l’accesso dei giovani, è un «elemento fondamentale della riforma del lavoro». Volontà testimoniata anche dall’aver puntato «i pochi soldi che ho», ha detto il ministro, su iniziative come i 232 milioni di nuovi incentivi per il lavoro di giovani e donne.

 Il ministro ha anche ribadito la volontà di dialogare con tutti. Così, a proposito della manifestazione annunciata il prossimo 14 novembre dalla Cgil, Fornero si è detta disposta a scendere in piazza: «Se mi invitano, in piazza ci vengo anch’io», aprendo anche al dialogo sulla riforma del lavoro. «La mia porta al Ministero - ha detto - è sempre aperta, basta che si presentino in delegazione e non tutti insieme».

La frase sui giovani ha scatenato reazioni pressoché immediate. Per la Fornero vale il principio che «piuttosto che niente, meglio piuttosto», ha detto il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano. Più duro l’ex ministro alla solidarietà sociale e leader di Rc Paolo Ferrero, ha bollato l’uscita come un ”insulto indecente”. Il coordinatore vicario del Pid Pippo Gianni l’ha invitata ad ”andare a casa”, mentre la rete della sinistra diffusa Tilt ha accusato il ministro di ”non conoscere per nulla la situazione di milioni di ragazze e ragazzi che ogni giorno si scontrano con un mercato del lavoro che offende la loro dignità, il loro impegno, le loro competenze”. Secondo il Pdci, invece, il ministro “prende in giro una generazione”, mentre il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha parlato di “tecnica dell’arroganza” adottata da Fornero, rea di “aver detto ai giovani arrangiatevi’”.

Secondo la senatrice di Grande Sud Adriana Poli Bortone i giovani non sono schizzinosi ma «delusi dalle mancate risposte che noi politici e il governo non abbiamo saputo dare», mentre il responsabile lavoro dell’Idv, l’ex Fiom Maurizio Zipponi, ha accusato il ministro di «giocare sulla pelle dei giovani».

Nella più rosea delle ipotesi, un laurato che studia per anni e anni si ritrova alla agognata laurea, a fare domande di lavoro su internet, a spedire lettere  raccomandate con ricevute di ritorno, aspettare per qualche mese e... dimenticavo di far mettere in pratica le parole della Fornero: un laureato può accettare un lavoro come il volantinaggio in mancanza di altro; dopo almeno un anno di attesa dalle passate domande di lavoro può finalmente aggiungere al suo curriculum, una voce in più che mette in luce il risultato di faticoso studio: volantinaggio in quartieri cittadini. Oppure un' altra ipotesi: iscriversi in tutte le agenzie interinali della propria città e sperare di essere chiamato a lavorare qualche mese prima delle vacanze per sostituire qualche impiegato. Ovviamente solo qualche mese, il rinnovo non è proprio garantito, anzi... lo sanno bene le persone che sono in gioco di cosa parlo.

Parliamo di essere schizzinosi, quando persone che escono dall' università a 25-30 anni, non possono aggiungere nulla al proprio curriculum perchè escono dalla scuola e rimangono in balìa delle mancate richieste di lavoro perchè non c'e' lavoro. Schizzinosi perchè vorrebbero costruirsi un futuro insieme a chi si ama ma un lavoro a basso reddito, non basta a ripagarsi niente per il costo attuale di ogni tassa, mutuo, assicurazione.

In un contesto dove la Fornero  rimane per dieci minuti seduta, dietro al banco dei relatori.

( 10 minuti per non capire quale sia il malcontento)

In silenzio e attonita, mentre il sindaco continuava a urlare, ricevendo a sua volta altre grida. Hanno iniziato a prendere la parola cittadini, politici di comuni limitrofi. Contro di lei, contro i contestatori di Rifondazione, contro gli organizzatori «che hanno fatto una pessima figura». Si sono alzati tutti in piedi. Una parte di pubblico ha cercato di trattenere il ministro applaudendo, ma invano. «Non iniziamo proprio niente - ha detto Fornero esasperata - mi dispiace. Il ministro e' disposto a vedere i lavoratori in una stanza, ma solo persone disposte a colloquiare. Sono avvilita che si neghino occasioni di dialogo. Voi avete impedito un incontro di democrazia. Posso sopportare molte cose ma non la prepotenza».

Un comportamento così da parte di persone che ogni giorno, non riescono più ad arrivare a pagare le tasse nuove impostaci dal governo, come si dovrebbero comportare? Civilmente e cortesemente? Non è più un campanello di allarme che suona in tutta Italia oramai, è un appello alla futura Italia che avremo se tutti i politici non capiranno che gli italiani hanno una casa, dei diritti da avere ed insegnare, se vorremo ancora avere una scuola dove mandare i propri figli, per sperare un giorno di avere un lavoro onesto e costruire un futuro.

Ma con quale governo?

 

 

 

 

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