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24 luglio 2012 2 24 /07 /luglio /2012 21:47

Apro volentieri una categoria legata in modo indissolubile ad una fascia di persone che pratica uno sport ciclistico  che viene chiamato...le granfondo.

E' bastato lo sguardo di una persona che lo pratica, a farmi capire che la determinazione, la concentrazione e lo spirito di competitività sono componenti essenziali per arrivare fino in fondo ad una manifestazione sportiva quando la si svolge con grande passione. Per capirci, cosa serve per avere delle buone carte in mano per fare le granfondo? Inizierò con il parlarvi di una passione, perchè le granfondo, sono proprio questo alla base di tutto: gli amatori della bicicletta che trasformano una passione in una prova incredibile di forza e resistenza...ma non basterebbe questo a portare avanti una cosa di questo genere: cosa spinge una persona a pedalare per centinaia di km in salita, in discesa, con intemperie e calura, senza alcuna ricompensa? Forse è proprio nella domanda che esiste la risposta...chi pratica le granfondo lo fa' essenzialmente perchè lo fa' stare bene, gli conferisce carica, serenità e autostima. 

Come iniziare a praticare questo genere di ciclismo? La base essenziale è avere una bici! Per intenderci, avere una mountain bike o una bici da corsa, non è la parte fondamentale, dato che è lo spirito che conta in questo genere di sport: gli amatori della bici utilizzano la dueruote praticamente come una loro estensione del corpo, si recano a lavoro con il sole o con le intemperie, vanno in vacanza e ogni loro movimento è sempre associato alla passione di non rinunciare per nessuna cosa al mondo se non passare qualche ora al giorno sulla propria bici. Il sacrificio che ne comporta ne vale la pena: la resistenza fisica, il fisico che beneficia della salute perchè tenuto in costante attività e la propria soddisfazione personale, non barattabile con nessun altro mezzo.

Per le Granfondo nella normalità dei casi i ciclisti si spingono a percorrere oltre i 160 km. Ad oggi il termine Granfondo si usa  per indicare tutti questi tipo di corse ciclistiche indipendentemente dalla sua distanza percorsa.Dal 1990 al 2000 il movimento ha preso forma con la nascita di quasi tutte le grandi “classiche” attuali,dal 2000 al 2010 più che alla nascita di nuovi grandi eventi abbiamo assistito alla crescita del numero dei circuiti e di tante prove di piccola o media dimensione. La vera sfida è quella che ci aspetta nel terzo decennio, quello della maturità.Sono distanze e sforzi che non si improvvisano. Chi ha fatto l'esperienza sa benissimo che pedalare per 8-10 ore, su itinerari che comprendono nella stragrande maggioranza dei casi salite ed asperità non indifferenti, non è per il ciclista della domenica. Richiede un condizionamento fisico lungo ed adeguato, dunque la capacità di prevedere ed organizzare gradatamente la preparazione.

Senza ombra di dubbio lo spirito delle granfondo, così come nacquero, è andato via via modificandosi, muovendo verso una filosofia sempre più agonistica, ma se analizziamo bene il fenomeno, non c'è mai stato nessun organizzatore che abbia fatto seguire i partecipanti dalle milizie armate obbligandoli a correre.Questo significa che sono stati i partecipanti ad avere sempre più voglia di mettersi a confronto con il proprio amico o contro il tempo, per dare un senso agli allenamenti settimanali.



L'organizzatore intelligente, quindi cosa fa? Analizza il "mercato" e scopre che all'interno del suo target di utenza, esistono due anime: una agonistica che ha come sogno di potere vivere una giornata alla settimana da professionista e una più pacata, tranquilla, che vive la bicicletta senza ansie da prestazione e che la utilizza anche solo come mezzo di locomozione per andare alla scoperta di nuovi territori.  Chiunque abbia un minimo di conoscenza globale del ciclismo, sa che nell’ambito del fondismo operano tante persone che per passione e/o esperienza e/o intelligenza e/o capacità manageriali navigano un paio di spanne sopra l’attuale dirigenza del ciclismo italiano. 
Due modi di vivere la bicicletta completamente diversi, ma che non interferiscono l'uno con l'altro.

Visto che QUALCUNO ha voluto iniziare  una lotta contro l'eccesso di agonismo all'interno delle granfondo, altri, che invece si sono fermati a ragionare, hanno scelto di andare incontro alle due esigenze.

Nascono così i percorsi "aggiunti" tipo Randonneè (non sono ancora delle rando vere e proprie e forse non lo saranno mai), cioè totalmente cicloturistici, senza premiazione sui tempi, con partenza alla francese (a volte anche da una zona di partenza diversa), ma con tutti i servizi della granfondo, dal percorso segnato, ai ristori, al pasta party ecc ecc. Questi percorsi vanno ad affiancarsi a quelli agonistici, senza mai, però, farne veramente parte. Le due anime riescono così a vivere parallelamente una stessa giornata di festa.

A questa nuova tipologia di pensiero, si affiancano anche le granfondo meramente cicloturistiche - che godono anche di un ottimo successo - che dovrebbero diventare un punto di riferimento per quegli organizzatori che non amano gli agonisti.

 Questo articolo lo dedico sostanzialmente a un mio amico, Fabio,  che pratica questa straordinaria attività, il quale mi ha fatto capire ogni giorno, quanto sia importante una propria morale che ruota sulle Granfondo. Tutti i giorni che lo vedo, è sempre sulla sua bici, ormai è una parte di sè. Come per lui, lo è per altri che praticano il ciclismo ad ogni livello. Se l' articolo è di interesse di altre persone, sarò lieto di continuare degli articoli legati alle Granfondo, alle loro maggiori manifestazioni e sulla loro preparazione agonistica e amatoriale.

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