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8 novembre 2012 4 08 /11 /novembre /2012 22:36

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Nel Perù meridionale,nell'altopiano di Nazca, si cela uno degli enigmi più affascinanti dell'archeologia.
Realizzati asportando dal suolo lo strato superficiale di ciottoli vulcanici neri,i geroglifici peruviani possono definirsi la più grande opera grafica del pianeta.
Nel 1927 un pilota dell'aviazione peruviana sorvolando la regione meridionale scoprì che per chilometri si estendevano linee che formavano dei disegni visibili solo dall'alto.
Ciò che rende straordinari questi disegni è che questi sono visibili solo.....dal cielo!In quale modo gli abitanti di Nazca riuscirono circa 600 anni fa a tracciare queste linee?
Una illustre studiosa del fenomeno,Maria Reich,afferma che gli indiani di Nazca partivano da "schizzi" dei disegni che poi allargavano,magari con l'aiuto di un opportuno reticolo di corde.
Dagli studi approfonditi degli archeologi risulta che i disegni tracciati sono circondati da un labirinto di forme geometriche di una precisione millimetrica:sono visibili delle linee perfettamente rette lunghe più di 8 km e una di queste misura addirittura 65 km!
Stiamo dunque parlando di una pista d'atterraggio per "antichi frequentatori" del cielo?
Le linee di Nazca restano così uno dei misteri più affascinanti dell'archeologia mondiale.
Le linee di Nazca sono dei geroglifici,linee tracciate sul terreno,del deserto di Nazca,un altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri tra le città di Nazca e di Palpa,nel Perù meridionale.

Nel 1939 Paul Kosok, un archeologo statunitense, avviò uno studio accurato sul sito e sui geoglifi. Grazie alla sua ricerca, le linee vennero divise in tre categorie: Diritte, a Spirale e Geometriche. In queste ultime rientrano anche le figure rappresentanti animali o persone.

In base alle ricerche effettuate, le linee sono state realizzate dalla civiltà Nazca, che ha avuto il massimo del suo sviluppo tra il 300 a.C e il 500 d.C. Purtroppo una datazione precisa non è possibile con gli attuali mezzi a disposizione, dato che i test con il Carbonio 14 si sono rivelati inadatti. Per questo motivo, la datazione è stata effettuata mediante la comparazione tra i disegni raffigurati sull'altopiano e le ceramiche ritrovate nelle rovine di Cahuachi, città cerimoniale dei Nazca, ritrovata ai margini della Pampa.


Disegno di Nazca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per realizzare questa opera il popolo Nazca ha rimosso le pietre, contententi ossido di ferro, dal deserto, realizzando un contrasto con il terreno sottostante, più chiaro.

Inoltre il calore del deserto ha protetto i disegni dal vento che soffia sull'altopiano: il calore infatti genera una barriera di aria calda sopra i disegni, facendo si che il vento non li alteri.

Secondo Maria Reich, una illustre studiosa delle Linee di Nazca, gli antichi realizzatori di queste opere partivano da uno schizzo del disegno, facendo poi un ingrandimento mediante la realizzazione di un reticolo sul terreno formato da corde. Ma come si potevano realizzare linee diritte lunghe chilometri, la più lunga delle quali misura addirittura 65 chilometri? Inoltre, perchè realizzare un'opera simile, che sarebbe rimasta invisibile per coloro che l'avevano realizzata?

Le oltre 13000 linee vanno a formare più di 800 disegni,che includono profili stilizzati di animali comuni nell'area(la balena ,il papagallo,la lucertola lunga più di 180 metri,il colibrì,il condor e l'enorme ragno lungo circa 45 metri).Essi furono tracciati durante la fioritura della civiltà Nazca,tra il 300a.C. ed il 500d.C.
Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla superficie del deserto,lasciando così un contrasto con il pietrisco sottostante,più chiaro.La pianura di Nazca è ventosa,ma le roccie della superficie assorbono abbastanza caloreper far alzare l'aria proteggendo il suolo.Così i disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia di anni.
Ai margini della Pampa,gli archeologi hanno scoperto la città cerimoniale di Nazca,Cahuachi,da cui si ritiene provenissero gli artefici delle linee.

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Le linee sono state avvistate con chiarezza solo dall' avvento dei voli di linea sull'area.
Phyllis Pitluga, una ricercatrice dell'Alder Planetarium di Chicago scoprì,studiando il rapporto tra linee e astronomia,che il ragno gigante rappresenta la costellazione di Orione.

Ora vi scrivo una citazione di un magistrato che parlava delle pietre e delle antiche strade vicino a Nazca

<i vecchi indiani dicono[...] di possedere la conoscenza dei loro antenati e che,molto anticamente,cioè prima del regno degli incas,giunse un altro popolo chiamato Viracocha;non erano numerosi,furono seguiti dagli indios che vennero su loro consiglio e adesso gli Indios dicono che essi dovevano essere dei Santi.Essi costruirono per loro i sentieri che vediamo oggi.>
Questo potrebbe essere una chiave che permette di spiegare il mistero delle linee di Nazca:il leggendario eroe-maestroViracocha,noto anche come Quetzalcoatl e Kontiki,il cui ritorno era ancora atteso al momento dello sbarco di Cortès.Gli "antichi indios" disegnarono figure poichè pensavano che Viracocha sarebbe tornato,questa volta scendendo dal cielo.I disegni rappresentavano deo segnali.

Sono molte le ipotesi su come i Nazca abbiano disegnato le linee e sul loro reale significato.
Quella,comunque,più accreditata e realistica induce a pensare che gli antichi peruviani abbiano dapprima realizzato disegni in scala ridotta che sarebbero successivamente riportati ingranditi sul terreno con l'aiuto di un opportuno reticolo di corde.
Inoltre, non è del tutto esatto il fatto che le linee non si possano osservare da terra:infatti ci sono molte colline e montagne nell'area di Nazca che avrebbero permesso agli artisti di osservare il proprio lavoro in prospettiva.
C'è da tener presente anche che,sicuramente, appena disegnate, le linee dovevano essere ben visibili, di colore giallo brillante, comel le impronte recenti di pneumatici che passavano nella zona.

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Ancora oggi non è chiara in assoluto la motivazione di tali linee. Un'ipotesi vuole che esse avessero un significato astronomico: ciascuna figura "puntava" verso una costellazione del periodo. Un'altra ipotizza che chi disegnò tali figure lo avesse fatto in attesa del ritorno degli dei sulla Terra. Ma c'è anche chi vede una correlazione tra le linee e l'acqua, così scarsa nel territorio. Questa ipotesi, poco sostenuta nel passato, ha ripreso vigore ultimamente grazie allo studio di un ricercatore indipendente americano di Poughkeepsie, David Johnson, che ha lavorato con la collaborazione di ricercatori della University of Massachusetts, ed è stata divulgata dall'Agenzia peruviana "Andina". Secondo Johnson i geroglifici peruviani formerebbero una enorme mappa delle risorse d'acqua sotterranea. Egli infatti, avrebbe trovato una stretta correlazione tra gli antichi acquedotti o altri elementi "d'acqua" e le principali figure del luogo. Sarebbe stata l'esperienza, secondo il ricercatore, a permettere alle popolazioni preispaniche di conoscere le vie d'acqua sotterranee che scendono dalle montagne circostanti il deserto. L'ipotesi di una relazione tra le figure e l'acqua sarebbe sostenuta dalle ricerche dell'Istituto Archeologico Tedesco e dall'Istituto Andino di Ricerche archeologiche i cui ricercatori hanno documentato la presenza di offerte religiose in piccole cavità vicino ai geroglifici proprio come se si volessero ringraziare gli dei per la presenza dell'acqua in quel punto. E dunque, l'ipotesi di Johnson vuole che le "linee" formavano un paesaggio rituale la cui finalità fosse quella di permettere a chi fosse in grado di leggerle di procurarsi acqua.

"E' assai probabile - ha spiegato Johnson - che le linee fossero una specie di linguaggio che serviva per comunicare dove fossero localizzati i pozzi e gli acquedotti". Così, ad esempio, quando si incontra un trapezoide significa che lì vicino esiste un pozzo. I cerchi sarebbero stati disegnati in prossimità di fontanelle o sorgenti. E così facevano anche le grandi figure degli animali. Il colibrì, ad esempio, una delle immagini più belle tra le "linee", indicava con il suo becco dove si trovava un grande pozzo.

 

 

 

 

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