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26 luglio 2012 4 26 /07 /luglio /2012 08:10

Lo psichiatra di Harvard John Mack e l’astrofisico Jacques Vallée - hanno singolarmente affrontato il tema delle dimensioni parallele sulla scorta delle ricerche in un campo tanto controverso quale affascinante, quello delle Abductions (Cfr. articoli di Michael Lindemann, Dossier Alieni 13-14). Altri ancora sostengono - non per partito preso, ma per cognizione di causa - che, benchè l’origine extradimensionale degli alieni non sia certa, di sicuro essi sono capaci di viaggiare dimensionalmente, vale a dire che alcune razze definite ET provengano da diversi piani della realtà, piuttosto che da galassie lontane. Troppi, infatti, i casi in cui gli ET sembrano manifestarsi nelle case degli addotti come d’incanto, denotando l’apparente capacità di attraversare, a mo’ di fantasmiche manifestazioni - porte e finestre chiuse, o persino mura di cemento, per poi dileguarsi tranquillamente in compagnia del soggetto prelevato, alla medesima maniera. Inoltre, gli involucri, o macchine, che noi definiamo UFO, sembrano poter apparire e svanire di colpo, quasi attraversando portali dimensionali, appartenendo dunque a strani mondi, o realtà parallele, con prerogative e leggi fisiche diverse da quelle a noi note. Se pellicole e libri di fantascienza ci hanno abituato a questa terminologia, difficile chiarire si tratti solo di fantasie. Eppure, volendo "fotografare" l’idea di dimensione parallela, ci si accorge che non si tratta di fantasie, ma che tutto si basa su concreti postulati scientifici, che si esplicano nell’ambito della fisica quantistica.

Vi siate mai domandati com’è possibile che tra tutte le possibili evoluzioni, l’universo sembri essere fatto su misura apposta per noi, per consentire la nostra esistenza, la vita sulla terra? Questa domanda nello studio della meccanica quantistica che contrariamente alla relativià generale, osserva il mondo ultremicroscopico, è una domanda di riferimento atta a dare molte spiegazioni anche in quanto avviene continuamente a livello subatomico. In sostanza bastava una minima variante di una singola forza come ad esempio della gravità, e l’universo stesso non si potrebbe presentare così come lo conosciamo, noi stessi non saremmo potuti esistere, oppure bastava una diversa evoluzione degli eventi nel corso della storia dell’universo attuale, per non consentire la vita sulla terra, anche noi come singole persone, esistiamo per tutta una serie di eventi precedenti che si sono verificati in maniera tale che ciò sia stato possibile, bastava che un singolo evento fosse andato diversamente, ad esempio i miei genitori che non si incontrarono, e io non potrei essere mai nato.

universe-galactic-distribution-desk

Per rispondere a queste domande, la meccanica prende in seria considerazione l’esistenza di infiniti altri universi paralleli al nostro, in sostanza oltre il nostro universo esisterebbero infiniti altri universi indentici al nostro, dove tu in questo momento leggi queste righe che io ho scritto il 12 febbraio del 2012 e altri infiniti universi paralleli dove le diverse leggi cosmiche o più semplicemente il diverso corso degli eventi, non ha consentito la vita sulla terra. In sostanza l’universo sembra sia come una sorta di bolla in espansione dove i corpi celesti, sono posti sulla propria superficie, tuttavia a noi appare com’era in passato, la luce del sole impiega 8 minuti circa per raggiungere la terra, di conseguenza lo vediamo nella posizione di 8 minuti precedenti, così come una stella distante 8 anni luce, a noi appare come si presentava 8 anni or sono poichè questo è il tempo che la propria luce raggiunga la terra, galassie distanti migliardi di anni luce, a noi appaiono com’erano migliardi di anni a poichè la propria luce ci raggiunge solamente ora, in sostanza noi possiamo osservare l’universo fin dalle proprie origini, fino al Big Bang, oltre non potremo mai osservare cosa c’è, poichè questo rappresenta il nostro orizonte.

CMB_Timeline300_no_WMAP

Secondo questa visione dell’universo, il nostro stesso universo deriverebbe da un’altro universo simile al nostro e dal nostro universo deriverebbero continuamente altri universi poichè ad ogni possibile variante, dobbiamo ammettere che lo stato di ogni evento resta in uno stato di indeterminazione finchè l’evento non si verifica, noi vediamo una delle numerose altre possibilità del verificarsi di un evento che comporta ad un diverso proseguimento del corso degli eventi, in realtà si verificano tutte le possibili varianti, solo che a noi se ne presenta solamente una.


In un articolo recentemente pubblicato sull’European Physical Journal ( EPJ) C, dei ricercatori hanno ipotizzato l’esistenza di particelle specchio per spiegare la perdita anomala di neutroni osservati sperimentalmente. L’esistenza di materia specchio era stata suggerita in vari contesti scientifici qualche tempo fa, compresa la ricerca di idonei candidati per la materia oscura.I fisici teorici Zurab Berezhiani e Fabrizio Nesti dell’Università dell’Aquila, hanno rianalizzato i dati sperimentali ottenuti dal gruppo di ricerca di Anatoly Serebrov presso l’Istituto Laue-Langevin, in Francia. I dati hanno dimostrato che il tasso di perdita di neutroni liberi molto lenti sembra dipendere dalla direzione e dall’intensità del campo magnetico applicato. Questa anomalia non poteva essere spiegato dalla fisica nota.Berezhiani ritiene che questo può essere interpretato alla luce di un ipotetico mondo parallelo costituito da particelle specchio. Ogni neutrone avrebbe la capacità di transizione verso il suo gemello specchio invisibile, e fare ritorno, oscillando da un mondo all’altro. La probabilità di un evento di transizione è stato previsto di essere sensibile alla presenza di campi magnetici, e potrebbe quindi essere rilevato sperimentalmente.

Questa oscillazione neutroni-specchio-neutroni potrebbe verificarsi entro un lasso di tempo di alcuni secondi, secondo quanto riportato nell’articolo. La possibilità di una tale rapida scomparsa di neutroni – molto più veloce dei dieci lunghi minuti di decadimento del neutrone – anche se sorprendente, non poteva essere esclusa dagli attuali limiti sperimentali e astrofisici.I ricercatori ipotizzano l’esistenza di particelle specchio per spiegare la perdita anomala di neutroni osservati sperimentalmente. Questa interpretazione è a condizione che la terra possiede un campo magnetico specchio dell’ordine di 0,1 Gauss. Tale campo può essere indotto da particelle specchio che fluttuano nella galassia come materia oscura. Ipoteticamente, la terra potrebbe catturare la materia specchio con alcune interazioni deboli tra le particelle ordinarie e quelle provenienti da mondi paralleli.


 

 

 

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