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14 gennaio 2013 1 14 /01 /gennaio /2013 23:22

Alla fine del Gennaio 2011 le segnalazioni registrate dal “Mutual UFO Network” erano poco più di 500, contro le 233 segnalazioni provenienti da 36 stati americani nei soli primissimi giorni del 2012.

In Italia non siamo da meno: boom di segnalazioni, soprattutto sotto capo d’anno, molti però si sono poi rivelati fuochi d’artificio e lanterne dei festeggiamenti. Ma che strano..?
Ad ogni modo, in Italia l’interesse per il “fenomeno UFO” è veramente molto elevato, chi avvista un oggetto in cielo è portato subito a pensare si tratti di un oggetto “extraterrestre”, ma a volte sono semplicemente fenomeni meteorologici o militari.
C’è poi chi afferma che gli alieni stanno arrivando… Il professor Michael Salla, dell’American University di Washington, afferma di aver ricevuto un’e-mail da due colleghi fidati che avrebbero avuto, nel febbraio del 2008, un incontro con una fonte affidabile riguardo le molteplici segnalazioni UFO avvenute negli ultimi tempi.
La data del 2013 è stata allora stilata per la divulgazione definitiva sulle verità riguardo civiltà aliene e/o quando gli extraterrestri stessi dovrebbero mostrarsi in modo inequivocabile.

Ebbene, secondo gli esperti ci sono 5 livelli di consapevolezza legati al Pianeta Terra. I livelli di consapevolezza sono direttamente collegati al numero di cromosomi del nostro schema genetico. Altresì, esistono persone che attraverso un percorso catartico, usando la Meditazione Trascendentale, riescono ad attivare i propri centri energetici per connettersi con l’essenza dell’Universo, vale a dire con la divina “Esseità” dell’Energia Vitale Cosmica (ciò che noi chiamiamo Dio). Tra questi ci sono i Maestri Ascesi, che sono persone come noi, l’unica differenza “apparente” che ci distingue è che loro hanno trasceso la fisicità. Divenuti ormai pura energia connessa con la vibrazione fondamentale dell’Universo (come Cristo o Buddha ad esempio), sono venuti in contatto con altre forme di vita (energetiche) dell’Universo. Infatti, l’ “Esseità” energetica, nel corso della sua evoluzione si è soggettivizzata in diverse forme di vita: approssimativamente il 40% degli abitanti della galassia è di forma umanoide e il resto è di varie forme di esseri senzienti

Sembrerebbe dunque esistere una Gerarchia Spirituale della Galassia che da millenni ci osserva e ci guida… I Servizi Segreti di molti Governi sono già a conoscenza di questa realtà, e tra il 2012 e il 2013 la cosa dovrebbe saltar fuori!
A questo punto potremmo immaginare dei veri e propri “briefing” tra parlamentari ed extraterrestri, per capire i loro “usi e costumi”, magari potremmo affidarci a loro per risolvere le sorti della nostra terra!
In ogni caso, già nel 1961 si era parlato di ufo e di rivelazione che i politici avrebbero dovuto dare all’umanità… ma nulla è avvenuto, e non so se Obama o chi per lui, nel 2013 avrà veramente il coraggio di affrontare l’argomento UFO, anche perché molte persone restano scettiche, molte ci credono e moltissime hanno realmente paura, quindi credo che non serva creare falsi allarmismi e soprattutto dire ancora mezze verità, se non altro per non alimentare altre ambiguità.

Dal 2013 invece le segnalazioni invece sono sempre più interessanti e proprio dal cielo arrivano filmati interessanti dalle stazioni spaziali che mostrano'' evidenti'' oggetti non identificati:

Gli abominevoli Ufo visti dalla Stazione spaziale

 Nei video che seguono si può notare la presenza di oggetti di forme diversa ripresi dalle telecamere dalla NASA. Alcuni sono più lenti, altri più veloci. Che cos’è quell’oggetto color argento che si vede nel video? Un semplice riflesso del vetro? “Non sorprende che dopo quasi mezzo secolo dai primi voli umani, le persone si stupiscano. È normale restare sconcertati da quello che non si riesce a comprendere” spiega James Oberg, consulente per la NBC News. Certamente gli utenti su Youtube non credono agli Ufo. “I bet it’s some sort of sensor/antenna that is attached to ISS, therefore the perfect alignment! : insomma si tratterebbe di un oggetto fissato alla ISS, che la ovviamente la segue. Oppure di un riflesso come fanno notare altri: Reflection of the glas, stop posting that bullshit“.

CNN 2013 UFO esclusivo: rivelazioni trapelate dall' area 51!

 

 

 

 

 

 

 

 

TEORIE – Oberg non dà molto credito a coloro che ritengono che gli oggetti volanti possano appartenere a una civiltà aliena e sottolinea “A chi cerca la verità nell’osservare i filmati su YouTube, occorre comunicare anche la presenza di anomalie nel funzionamento della sonda”. Ma cosa sono gli oggetti che vediamo volare nei video? Meteore, detriti spaziali o anche solo immagini generate dal computer sovrapposte a quelle ufficiali della Nasa?

e giusto per capirci o meglio, per chi vuole avere un assaggio per il 2013 guardate la CNN cosa trasmette...

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13 gennaio 2013 7 13 /01 /gennaio /2013 22:50

 

Secondo le prove raccolte in precedenza in interviste condotte dal giornalista Rodrigo Ugarte, la creatura  è stata trovata tra i cespugli da uno dei bambini durante un viaggio all'aperto.  Il bambino lo raccolse e lo avvolse con un pezzo di carta. Il bambino sostiene che è rimasto in vita per circa otto giorni, e in alcuni casi, aprì ancora gli occhi.

 Tuttavia, dopo essere apparentemente morto per un paio di giorni, la piccola creatura  ha mostrato segni di decomposizione avanzata, ma sembra anche essere in uno strano stato di mummificazione. Ma c'era qualcosa di particolare in merito a quanto segue:. Quando abbiamo pensato che era già morto, il corpo era ancora caldo, ed è rimasto caldo per molto tempo ho sempre pensato che un cadavere doveva essere freddo ", ha detto Armando. Gli Specialisti presso l'Università del Cile hanno fatto notare la possibilità che potrebbe essere un feto di un un gatto selvatico. Tuttavia,non hanno raggiunto una conclusione per determinare la specie esatta del feto a cui potrebbe essere scientificamente associato. 

  Mentre il bambino scopritore dell' ''alieno''  apriva la scatola, i giornalisti erano stupiti nel vedere il piccolo umanoide o creatura simile, situata nel centro della scatola, tra cotone materiale accuratamente posizionati.  "ha cambiato colore da quando lo aveva trovato, era più rosato; Può essere che si sta trasformando in più scuro, perché lo stiamo tenendo in frigorifero.", Ha spiegato.E in effetti, alcune zone del suo corpo minuscolo sembravano secche come un peperone rosso. La prima cosa che ha attirato l'attenzione dei giornalisti era la dimensione del cranio in rapporto al corpo.  Le dita, si trova su quelli che sembrano essere le mani, sembrano avere le unghie abbastanza lunghe: "Sembra che continuino a crescere", ha detto Carreño.  Gli occhi a forma inclinata, benché chiusi, sono facilmente visibili, sono situati su ciascun lato della testa.

 Il corpo, quasi nella sua interezza, sembra in qualche modo essere mummificati. In alcune parti delle estremità, piccole macchie nere può essere visto.  La carcassa è molto leggero e fragile, è per questo motivo che si è tenuto all'interno della cassetta di pronto soccorso con interno in cotone. Abbiamo tenerlo all'interno della scatola per evitare di causare danni", hanno detto.

  Al giorno d'oggi, per la famiglia Henriquez Carreño è quasi normale avere frequenti visite di giornalisti e altre persone interessate a vedere il cosiddetto umanoide "Un sacco di persone sono venute a farci visita: Media, psichiatri, e anche le persone che affermano di avere poteri speciali", disse la signora Luisa Carreño.

 

 Forse si è parlato di come la creatura presunta fosse in contatto telepatico con la madre dei bambini, anche se non esite una prova certa. "Quella voce è iniziata quando quelle persone che sostenevano di avere super poteri sono venute a casa nostra. Una signora che sosteneva di essere un mezzo di comunicazione telepatica, stava parlando con la gente per strada  come era in grado di comunicare con l'essere usando la telepatia. Quando ciò è accaduto, Non ho notato nulla di strano. dubito che che abbia mai avuto luogo ", ha detto la signora Luisa. Un'altra versione ricorda come "l'essere" si alzò e aprì gli occhi, che, secondo i membri della famiglia, non è mai successo. Essi assicurano che, anche se lo avesse fatto, di aprire lentamente gli occhi a un certo punto, non si sarebbe mai alzatoin piedi.

 Molti veterinari hanno già espresso il loro interesse per lo studio "l'essere", come lo chiamano.  Tuttavia, nessuno di loro ha condotto anche una seria analisi di laboratorio.

E che dire di quest' altra notizia che incuriosisce molto negli ultimi anni:

Regione de Los Lagos in Cile. Secondo Gabriel Torres (nipote dello scopritore), lo zio guidava in moto lungo una strada a Fresia (città del Cile), quando vide una parte del prato che costeggiava la strada completamente bruciata. Mentre si avvicinava, ha osservato un piccolo corpo disteso vicino al luogo in fiamme, anche con segni di bruciature.
La stranezza dell' essere lo ha portato a raccoglierlo e conservarlo in un barattolo di liquido conservante dopo aver raggiunto casa, poi ha scattato qualche foto. Una volta preso contatto con le autorità locali, un team di medici ha preso il corpo della creatura e lo ha trasportato da qualche parte per l'analisi. Torres ha detto che ciò che la sua famiglia ha trovato aveva aspetto organico, stabilendo che non si trattava di una bambola. ... Gli ET ormai scaricano i loro morti in ogni luogo? Era un Grigio vero o uno scherzo? Solo il tempo potrà dirlo. Ecco alcune foto del defunto e una relazione video dell'incidente.








 

Questa fotografia è stata realizzata da Gabriel Torres. Gli studiosi stanno studiando la creatura per cercare di capire cosa possa essere, si sospetta sia un extraterrestre o intraterrestre della razza dei cosiddetti Grigi.



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13 gennaio 2013 7 13 /01 /gennaio /2013 00:15

 

La parola “ariano” è di origine sanscrita (“Arya”) e, sostanzialmente, ha un significato molto prossimo a quello del termine occidentale “nobile”. Già questo basterebbe: essere ariano potrebbe essere, al più, una questione di stirpe, di casta o di ordine sociale ma non una questione di razza.  Alcuni nuclei indo-iranici, come è chiaramente attestato sia nei RigVeda che in alcuni testi zorohastriani, utilizzarono questo termine per auto-definirsi, in una esaltazione nazionale tipica di aree e periodi in cui, nella pianure dell’Asia centrale, il contatto tra clan etno-antropologicamente dissimili era all’ordine del giorno e la possibilità di inglobamento reciproco tra questi clan faceva nascere la necessità di una chiusura auto-identificativa verso l’altro, semplicemente come metro di paragone e di identità interna (non diversamente rispetto all’uso, in questo caso etero-identificativo, del temine “BarBar” da parte degli antichi greci). Paradossalmente e solo a mo’ di provocazione, questo dato di origine ci induce a pensare che se mai dovessimo trovare (e sarebbe comunque una forzatura estrema del termine) una popolazione a cui attribuire oggi, in occidente, il titolo di “razza ariana”, questa sarebbe probabilmente quella, indo-iranica e nomadica, dei “Roma” (cioè di quelli che, comunemente e genericamente, chiamiamo “zingari”), che, in una tragica ironia storica, venne decimata proprio in nome della “purezza razziale ariana” da chi, al contrario, riteneva “ariani” i portatori di caratteristiche somatiche di origine slavo-sarmatica (e perseguitava anche gli “slavi di altri ceppi”…).

Ma, ci si può chiedere oggi, come si è giunti ad un errore tanto marchiano? Come è possibile che storici e antropologi siano arrivati ad una così incredibile deformazione della realtà? La risposta a questa domanda sta in una serie impressionante di incredibili coincidenze, approssimazioni e fraintendimenti culturali.Negli anni tra le due guerre mondiali molti studiosi cominciarono a sostenere che per spiegare una quantità di convergenze e di corrispondenze di simboli, dati antropologici e filologici, ecc., è necessario ammettere l'esistenza di una razza nordico primordiale, che verso l'Età della Pietra dalle regioni artiche si sarebbe spostata verso il sud, dando luogo alle forme più alte di una civilizzazione di tipo cosmico-solare in netta contrapposizione con le cività preistoriche "meridionali" caratterizzate dai culti della grande madre.
Secondo questi studiosi sarebbe esistita una dimora polare, patria primitiva della razza nordica, che aveva sviluppato una sorta di civiltà da "Età dell'Oro" (corrisponderebbe, secondo le ultime ricerche, ad un periodo interglaciale "caldo" collocabile tra il 40.000 ed il 28.000 a.C.). Si noti che la stessa definizione scientifica di "Era Glaciale" è " Era geologica in cui le calotte polari sono coperte da ghiacci". Ciò lascia supporre che nelle ere interglaciali le calotte polari fossero totalmente o parzialmente libere da ghiacci.
Secondo lo studioso tedesco Herman Felix Wirth (membro come Himmler della società segreta Ahnenerbe), una grande quantità di dati geologici, climatici e botanici veramente impressionanti dimostravano come allora, tra i 70 e gli 80 gradi di latitudine Nord, vi era una temperatura media annua paragonabile ad un clima temperato (sui 10 gradi centigradi, contro i 20 sotto zero attuali a quelle latitudini) e che questo territorio aveva incluso anche l'Islanda, la Groenlandia e le Isole Spitzbergen.
Era L'Atlantide polare, Thule, la sacra dimora della prima umanità. Umanità che quindi, secondo Wirth, era nata in un periodo "Terziario", molto prima dell'arrivo di una fortissima glaciazione (dal 28.000 a.C. - ultima fase del Wurm) che aveva di conseguenza costretto gli abitanti di questo Eden Polare a migrare verso Sud, per costituire più tardi l'Atlantide platoniana che tutti conosciamo (dal 15.000 al 9.000 circa a.C.).
La fine del Wurm, l'innalzamento repentino dei mari, insieme con altre catastrofi naturali (il Diluvio Universale) aveva costretto i superstiti dell'Atlantide ariana ad una diaspora in Europa, Asia, Africa nordoccidentale ed America.

Nel XIX secolo, dal momento che le più antiche lingue indo-europee conosciute erano di derivazione indo-iranica, si iniziò ad utilizzare il termine “ariano” in forma estensiva, per riferirsi a tutto il ceppo etno-linguistico che includeva Greci, Romani e Germani e, poco più tardi, riconoscendo le chiare affinità radicali dei rispettivi idiomi, anche Baltici, Celti, Slavi e Armeni. Tutti questi popoli, che in effetti derivano da un macro gruppo linguistico oggi chiamato “proto-indo-europeo”, di cui fa parte anche l’iranico, dunque, semplicemente per brevità vennero definiti “ariani”.

Probabilmente il primo ad usare il termine “razza ariana” nel senso oggi ad esso attribuito fu, nel 1861, Max Müller nel suo Lectures on the Science of Language, in cui, compiendo un grave errore, si riferiva agli Ariani non come ad un gruppo linguistico ma come ad una razza, anche se, in numerosi scritti successivi, si corresse, arrivando persino ad affermare: “Devo ripetere ancora una volta che sarebbe erroneo parlare di un sangue ariano esattamente come lo sarebbe parlare di una grammatica dolicocefala…”.

Queste specificazioni erano diventate una necessità a causa dell’insorgere e dello svilupparsi, verso la fine del secolo, della cosiddetta “antropologia razziale”, influenzata dal pensiero di Arthur de Gobineau, che riteneva che gli Indo-Europei rappresentassero un ramo superiore dell’umanità, ma, purtroppo, rimasero inascoltate.

Numerosi scrittori successivi, infatti, cominciarono a sviluppare l’assurda idea dell’esistenza di una razza superiore identificabile in termini biologici. Paradigmatico in questo senso è lo studio dell’antropologo francese Vacher de Lapouge che, nel suo L’Ariano, sosteneva che l’indice cefalico potesse ritenersi un metro valido per la tassonomizzazione delle razze e che, di conseguenza, la tipologia fisica “dolicocefalico-bionda”, tipica del nord Europa, fosse da ritenere superiore e destinata a dominare sulle popolazioni “brachicefale”.

Ben presto la politica si impadronì di queste argomentazioni pseudo-scientifiche e cominciò a costruire un intero castello di congetture tra le quali spiccano per assurdità quelle riguardanti le razze nordiche (che, in realtà, lo si ripete, hanno radici slavo-sarmatiche) come rappresentanti della purezza ariana e quelle, al limite del risibile (non fosse per le conseguenze che portarono), su una presunta origine degli Ariani nell’area germanica e scandinava, portate avanti con particolare convinzione dall’archeologo Gustaf Kossinna, certo che i Proto-Indo-Europei fossero da identificare con le popolazioni del neolitico germanico.

Ovviamente, studiosi di ben maggior spessore contestarono immediatamente queste astruse elucubrazioni: già nel 1885 Rudolf Vierchow e Josef Kollmann dimostrarono, al Congresso della Società Antropologica di Karlsruhe, come ogni europeo fosse necessariamente il prodotto dell’unione di più razze e come l’indice cefalico non avesse nessuna relazione con le capacità psico-fisiche di una popolazione, ma le loro parole caddero largamente inascoltate.

Sia negli ambienti scientifici che, forse ancora più pericolosamente, nell’immaginario popolare, si stava, infatti, sempre più diffondendo l’idea, promossa dal best seller di fine ’800 I fondamenti del diciannovesimo secolo di Houston Stewart Chamberlain, di una superiorità germanica, a dispetto del fatto che personaggi del calibro di Otto Schrader, Rudolph von Jhering e Robert Hartmann proponessero addirittura di bandire la parola “ariano” dall’antropologia.

Certamente l’imperialismo colonialista diede un forte impulso alla diffusione delle idee razziste. Non è un caso, infatti, che proprio nell’Impero Britannico si cominciassero ad elaborare teorie in grado di penetrare nell’immaginario socio-religioso delle caste indiane: in particolare, si tentò di far passare come scientifica l’ipotesi che gli inglesi fossero discendenti di quegli Arii bianchi che avevano invaso e sottomesso le popolazioni Dravidiche di pelle scura, spingendole verso il sud dell’India ed instaurando il sistema delle caste superiori. Sfortunatamente, persino alcuni nazionalisti indiani (forse per mostrare un loro possibile “apparentamento” con i dominatori) accettarono e diffusero queste assurdità.

Probabilmente proprio da questa diffusione di teorie razziste in India attinse il movimento forse più direttamente responsabile delle terrificanti conseguenze che le ideologie pseudo-scientifiche sulla razza ebbero nel XX secolo: il Movimento Teosofico di Helena Blavatsky e Henry Olcott, che, per sua espressa ammissione, traeva ispirazione dalla “cultura della riforma Hindu” (“Arya Samaj”) di Swami Dayananda.

Madame Blavatsky, una sensitiva (o, più probabilmente, una ciarlatana) di origine ucraina (ma operante tra Londra e New York) che ebbe un impressionante seguito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, era convinta che l’umanità fosse discesa da una serie di sette “razze primigenie”: la quinta razza era, appunto quella degli Ariani, che ella riteneva essere derivata direttamente dagli Atlantidei.

Fin qui potremmo tranquillamente parlare della follia (o della furbizia) di una mente malata (o di un’abile truffatrice). Purtroppo, però, la Blavatsky costruì su questo assunto di base alcuni corollari a dir poco raccapriccianti: ogni razza non-ariana era inferiore alla razza ariana e, soprattutto, le popolazioni semite erano solo una escrescenza spiritualmente corrotta e materializzata degli ariani, prodotta dal mescolamento di questi con popoli sub-umani o beluini. In futuro, ogni razza corrotta sarebbe stata annientata dalla razza superiore, per il ritorno dell’umanità all’età dell’oro… Sebbene molti ammiratori della “sensitiva” abbiano sempre affermato che la Blavatsky non intendesse sviluppare una teoria realmente razzista, purtroppo almeno un suo grande ammiratore e avido lettore dei suoi testi non la pensava così: un giovane austriaco dotato di grandi capacità oratorie di nome Adolf Hitler.

E non era il solo. Guido von List e molti suoi seguaci, come, ad esempio, Lanz von Liebenfels attinsero, poco più tardi, a piene mani alla fonte di Madame Blavatsky, mescolando concetti già al limite del delirio con la crescente ondata ideologica ultra-nazionalista e proto-fascista. Il risultato di questo inedito miscuglio di elucubrazioni prese il nome di Ariosofia e, sebbene poi sconfessato da parte della gerarchia hitleriana, fu certamente uno dei semi da cui germogliò il nazismo.

D’altra parte, la teoria della origine nordica degli Ariani aveva avuto, come ovvio, una grandissima influenza in Germania. Anche a livello popolare l’idea che gli “Ariani Vedici” fossero assimilabili a Goti, Vandali ed altre tribù germaniche era comunissima, così come lo era quella di una popolazione semita ben distinta da quella ariana e causa della distruzione dell’ordine sociale e dei valori culturali germanici. E’ da questo humus culturale che presero spunto le ricerche ariosofiche di Alfred Rosenberg (paradossalmente, a detta di molti, probabilmente etnicamente di origine semita, anche se ciò non è mai stato provato a causa dell’accurata opera di distruzione di documenti personali a cui l’interessato provvide dopo il 1933).

Secondo gli ariosofi come lui, quella ariana era la “razza padrona” che aveva costruito una civiltà che aveva dominato il mondo fin dai tempi di Atlantide. Il declino di tale civiltà aveva avuto inizio dopo l’8000 a.C. con la distruzione di Atlantide e la colonizzazione da parte di razze inferiori che erano riuscite a mescolarsi con gli ariani puri, dei quali, però, rimanevano tracce nel buddhismo tibetano, in Cento e Sud America e in Egitto. Tutte queste idee trovarono sistematizzazione e pseudo-scientifizzazione proprio con Rosemberg, che, nel suo Il Mito del Ventesimo Secolo, tracciò una storia dell’umanità sviluppata a partire da queste deliranti posizioni, ottenendo un notevolissimo successo nella Germania del primo dopoguerra.

Giungiamo così all’uso nazista del termine: “razza ariana”, secondo i futuri teorizzatori ed esecutori della “soluzione finale”, stava ad indicare la razza superiore nord-europea, che doveva essere mantenuta pura attraverso un programma di “eugenetica” (affidato a Rosenberg) che includesse il divieto di matrimoni “misti”, la sterilizzazione (e poi uccisione) dei malati di mente e la ghettizzazione, evacuazione e, dopo la conferenza di Wansee, eliminazione di tutte le razze “inferiori”.

 Che tutto ciò derivasse, in ultima analisi, dalle idee balvatskiane e ariosofiche è innegabile e provato, tra l’altro, sia dal culto di Himmler, il pianificatore della Shoà, per il Bhagavad Gita vedico che dalle assolutamente inutili ricerche della “Ahnenerbe” sulla cultura tibetana, sulle tracce di prove, ovviamente mai trovate, di un legame tra popoli germanici e una razza che, storicamente, non esistette mai.Come è noto, il concetto di "Ariani" inteso come razza superiore ha portato nel secolo scorso allo sviluppo di ideologie razziste. Forse finora non è stato ben chiarito il concetto di "Razza dello Spirito".

 Questo concetto, sviluppato sopratutto dallo studioso di Scienze Tradizionali Julius Evola si incentra sulla considerazione che gli Ariani avevano una "qualità psichica" superiore che permise loro di sviluppare concetti filosofici assai elevati completamente estranei alle popolazioni autoctone che nel corso dei secoli essi assoggettarono. Inoltre l'elite di questo gruppo aveva probabilmente sperimentato quella che nella Tradizione Induista e Buddista viene chiamata "Illuminazione" e tutte le grandi opere dei Veda e delle Upanishad erano un tentativo di trasmettere questa sapienza con le parole.
C'è poi il serio dubbio che gli Ariani erano depositari di conoscenze molto più antiche trasmesse loro da precedenti civiltà scomparse.

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11 gennaio 2013 5 11 /01 /gennaio /2013 23:52

L'enigma di una civiltà estinta che viveva nell'entroterra, ad un'altitudine di 800 mt, in una zona montuosa irregolare nel versante nord della Cordillera del Condor, in Ecuador, si trova l'ingresso "principale", o meglio, l'entrata “conosciuta” in questo affascinante mondo sotterraneo. Come e' possibile che, alle soglie del Duemila, una tribu' sia rimasta nascosta per millenni? Viviamo in un pianeta cartografato e fotografato in lungo ed in largo dagli esploratori, dai satelliti e dagli aerei ricognitori delle missioni geografiche, eppure, periodicamente, scopriamo dell'esistenza di etnie, luoghi o resti di civilta' sfuggiti all'attenzione delle piu' sofisticate tecnologie. La risposta al quesito e' semplice. Esistono ancora, sul nostro pianeta, ampie porzioni di territorio sconosciuto ed inesplorato, sia sopra che sotto la Terra. E questa constatazione alimenta le credenze secondo cui potrebbero 'ragionevolmente' esistere sulla Terra, magari occultate in basi segrete scavate dentro caverne, cellule di visitatori extraterrestri. Questa credenza la troviamo a proposito del controverso affare Ummo (alieni provenienti da Wolf 424, nascostisi negli anni '50 in una montagna francese, secondo i racconti di alcuni contattisti), nel mistero della miniera di Cavagnago (una grotta all'interno della quale, secondo alcuni sensitivi, sempre gli ummiti avrebbero nascosto delle rocce che altro non sarebbero che alieni pietrificati o "ridotti di vibrazione"), nel falso enigma del Gran Sasso (circola voce che all'interno della montagna vi sia una base degli UFO. Le stesse credenze sono state attribuite ai monti Musine' - Torino -, Etna, Cuasso al Monte, Oropa nel biellese). La supposta presenza di caverne abitate da alieni ha dato origine ad un'ulteriore leggenda, l'esistenza di discendenti di quegli alieni atterrati sulla Terra migliaia di anni fa. Questi esseri si sarebbero estinti dopo essersi incrociati con i terrestri. La tribu' di Nimu, secondo questa credenza, potrebbe appartenere dunque a questa perduta genia aliena.

 

 


Nelle vicinanze della Cueva de los Tayos in Ecuador, vivono i Shuaras , che in passato erano conosciuti come "Jibaro", termine dispregiativo per loro, famosi in passato per la loro bravura e l'arte di ridurre le teste . Sono i primi esploratori del sistema sotterraneo, come ogni mese di aprile scendono nella grotta in cerca di pulcini Tayos, che sono più grandi di un piccione. E nel bel mezzo del loro lavoro, incontrarono una serie di sorprese. La più eclatante, è stata senza dubbio la scoperta di impronte giganti su blocchi di pietra, i loro angoli e simmetria, suggeriscono un'origine artificiale. Moricz raccolse queste prove nella sua visita a est dell'Ecuador, egli è in grado di comunicare senza difficoltà con i nativi, grazie alla sua padronanza del Magiar, una lingua antica ungherese simile al dialetto Shuaras. Ovviamente, Moricz sapeva bene a cosa mirare.
Dal 1950 ha seguito pazientemente "la pista" per poter entrare nel regno sotterraneo. Alcune fonti lo collegano anche, ad uno strano ordine esoterico ungherese-germanico, fatto che potrebbe spiegare la profonda conoscenza esoterica, di cui ha parlato in un'intervista controversa. In ogni caso, Moricz è stato in Perù, Bolivia e Argentina in cerca di quest'entrate prima di arrivare in Ecuador. In più di un'intervista ha dichiarato luoghi come Cusco, Lago Titicaca e Terra del Fuoco, come possibili luoghi dove "si può scendere al regno sotterraneo." Secondo lui, la Cava di Tayos è solo una delle molte entrate in questo mondo perduto, e la più travolgente, anche se, stiamo parlando di un una minuta parte del mondo reale di questi esseri intraterrestri, proprio perchè questi posti sono situati a una profondità difficile da raggiungere per l'uomo.

Le lastre metalliche di padre Crespi:

Ma non finisce qui. Forse una delle cose più inquietanti è l'esistenza di una presunta biblioteca metallica. Se esiste, e sempre sulla testimonianza di Moricz, ci si trova registrata la storia dell'umanità degli ultimi 250.000 anni.
Un punto da tenere in considerazione, in relazione a queste lastre, ci porta direttamente agli strani oggetti che custodiva il salesiano Padre Carlo Crespi, nel cortile della chiesa di Maria Ausiliatrice in Cuenca. Gli oggetti sono stati trovati dai nativi che, con un loro atto di amicizia e di gratitudine, li hanno dati a padre Crespi in custodia. Molti di questi oggetti, non tutti, sono stati successivamente rubati. Se padre Crespi fosse ancora vivo, forse potremmo rintracciare l'origine esatta di quei pezzi così enigmatici che sembra essere molto antica, ideogrammi inconfutabili in rilievo, una sorta di "Codice d'informazione" o "scrittura".

Nel 1976, sulla prima pagina della rivista nordamericana Antichi Cieli, è apparso un articolo del filosofo indiano Dileep Kumar, che analizza i simboli visualizzati su un pezzo di metallo che custodiva padre Crespi, apparentemente su un foglio d'oro, di circa 52 cm, alto 14 cm e spesso 4 cm, egli ha concluso che gl' ideogrammi appartenevano ad una classe di scrittura Brahmi, utilizzata nel periodo Asokan nella storia dell'India, 2300 anni fa ... Quattro anni dopo, il dottor Barry Fell, Professore di Biologia all'Università di Harvard è riuscito a identificare 12 segni della lamiera in questione, con i propri dipendenti, con dei segni zodiacali.

Erik Von Däniken e Neill Armstrong:

La prima apparizione sulla scena, del celebre scrittore svizzero Erick Von Daniken, che ha saputo affascinare Moricz, dandogli il materiale fotografico e la versione sconosciuta della loro scoperta, un fatto che è stato spettacolarmente descritto nel libro "L'oro degli dei" (1974), dove Däniken non si è solo limitato a fantasticare sulla versione originale della storia, ma ha affermato di essere entrato nella Cava de los Tayos, e che nei suoi sogni a visto con i propri occhi la biblioteca metallica. Il libro è stato un bestseller mondiale, vendendo 5 milioni di copie e fu tradotto in 25 lingue.

Nessun guadagno per Moricz:

Il libro affascinò, in particolare, i lettori europei, Däniken inserì fotografie dell'Archivio Moricz-Peña Matheus che mostrano l'interno delle grotte, e le immagini delle lastre metalliche di padre Crespi, e fu così che l'ingegnere scozzese Stanley Hall contattò Moricz per proporre una spedizione internazionale nella Cava di Tayos. Moricz accettò proponendosi come capo della spedizione, e a patto, che nulla di ciò che si trovava nel sottosuolo veniva rimosso. Come previsto, Hall non accettò la proposta. Immediatamente respinse la presenza di Moricz dalla spedizione, comunicandolo al governo d'Inghilterra. Con risultato: Nel luglio del 1976 si effettuò una spedizione Ecuadoriana-Britannica, con personale militare e scientifico, e per aggiungere la ciliegina sulla torta, con la presenza dell'astronauta statunitense Neil Armstrong.

Naturalmente, questa non sarebbe la prima incursione della astronauta in un luogo dove "le patate scottano." Basta ricordare le sue frequenti visite a Paysandu, in Uruguay, dovuta all'intensa attività UFO nella sala dell'Aurora-popolarizzata dallo scrittore brasiliano Trigueirinho. Il proprietario della stanza in cui si verificavano gli eventi, Angelo Tonna, con cui ho avuto l'opportunità di condividere nella sua casa di Paysandú nel 1999 - ricorda ancora la visita di Armstrong, che gli confidò anche, nella sua missione in Uruguay, che la missione Apollo XI del 1969, si trovò di fronte un incontro ravvicinato del terzo tipo, sulla Luna.

Un piano segreto?

Le ricerche Ecuadoriano-Britannica, si svolsero in 35 giorni, installando un generatore di elettricità nel campo base, a pochi metri dall'ingresso della grotta, scendendo ogni giorno in profondità per sviluppare le loro "ricerche geologiche e biologiche." Secondo il rapporto finale della commissione di studiosi, conclusero che la Cueva de los Tayos non era artificiale, e non c'erano segni di lavoro umano. Era tutta opera della natura...
Una scoperta sconcertante tenendo conto dei blocchi di pietra che si trovano nel sottosuolo, molto simili a quelli che si trovano, paradossalmente, a metà strada tra il campo base e l'unione di Coangos ne fiume Santiago. Degl 'archeologi hanno trovato un muro megalitico di circa 4,50 metri di lunghezza e 2,5 metri di altezza.

Lo speleologo Julio Goyen Aguado, presente nelle prime spedizioni , tra cui l'incursione Ecuadoriano-Britannica ha ritenuto che la spedizione 1976 è stata finanziata dalla chiesa Mormona, e che le lastre di metallo, delle quali accennava Moricz, ricordavano le tavole d'oro che ricevette il Profeta Joseph Smith, dalle mani dell'Angelo Moroni. Tenendo conto di diverse leggende mormone , questi registri sarebbero attualmente nascosti da qualche parte sulle Ande, è curioso notare che la zona dove si trova la grotta Tayos viene chiamata "Moron", simile al nome di "mandato "mettersi in contatto con Smith. Ad ogni modo, ora defunto Aguayo, sospettava che Stanley Hall apparteneva al Servizio Segreto del Regno Unito, in più di far parte della massoneria britannica, molto interessata a trovare la libreria metallica. Neil Armstrong, e ricordiamo bene questo, era anche lui un Massone.
Nonostante tutto questo, sebbene la questione della biblioteca metallica ha attirato molti ricercatori, questo tesoro nascosto, ha ingannato chi ha intrapreso la sua ricerca dal vero e proprio significato del mondo sotterraneo e segreto: quegli esseri che hanno scritto nelle piastre.

Dopo tutto, la relazione della spedizione frantumò il vero segreto che sta nella Cueva de los Tayos, mentre nel mezzo di tutto questo trambusto, si sono portati via quattro scatole di legno sigillate, le quali non fecero assolutamente aprire agli Shuaras, che si accorsero dell'ingannato e la truffa. Oggi ricordano bene il triste episodio. I nativi pensavo che si portarono via 'qualcosa' dalle grotte... Quando Neil Armstrong scese nella Cava de los Tayos dove rimase per tre giorni, raccontò ai media che la sua visita nel sottosuolo aveva superato di gran lunga la sua esperienza sulla Luna.
Traete le vostre conclusioni....... Ricardo Gonzàlez
    Secondo differenti tradizioni esistono diverse zone inesplorate alle quali si accede soltanto attraverso caverne millenarie, al cui interno si troverebbero armi fantascientifiche e rivoluzionarie. Sfortunatamente queste grotte aliene si troverebbero o nella giungla sudamericana (Erich Von Daeniken ha inventato la leggenda della grotta aliena nella Cueva de los Tajos in Ecuador, al cui interno si troverebbe untesoro e degli scranni istoriati raffiguranti la discesa degli alieni. Spedizioni esplorative hanno sconfessato questa frode) o nelle impenetrabili ed altissime montagne tibetane.

Oggetti trovati nella Cueva de los Tajos:

 

 

 

 

 

 

 


L'atto notarile della scoperta, datato il 21 luglio del 1969 nella città costiera di Guayaquil, in uno dei suoi paragrafi contiene queste inquietanti parole:

“...ho scoperto gli oggetti preziosi di grande valore storico e culturale per l'umanità. Gli oggetti sono soprattutto in lamiera, e probabilmente contengono una sintesi della storia di una civiltà estinta, che fino ad oggi non sapevamo dell'esistenza e quindi non abbiamo nessun indizio.” Un'altra curiosa vicenda, sulla quale ancora una volta non molti sono pronti a giurare, riguarda sempre il Tibet e viene narrata nel volume 'La caverna degli antichi' (Ubaldini, 1976). Autore, il monaco tibetano Lobsang Rampa di Chakpori (in realta' un inglese a nome Cyril Oskin). Questi racconta di quando, in un periodo di tempo non precisato ma certamente risalente alla prima meta' del XX secolo, un altro lama, il maestro Mingyar Dondup, gli rivelo' dell'esistenza di una grotta straordinaria, ricca di congegni misteriosi, occultata fra le montagne tibetane. "Ero un lama molto giovane. - narra Mingyar a Lobsang - Assieme al mio maestro e con altri tre lama stavamo esplorando alcune catene montuose tra le piu' remote. Qualche settimana prima si era sentito un forte scoppio seguito da una frana. Lo scopo della nostra uscita era scoprirne la causa...". Esplorando le vette circostanti il monaco individuava una profonda crepa che immetteva nella caverna degli antichi. "Penetrai nella crepa pieno di paura - prosegue il maestro - e dopo cinque metri mi trovai ad un angolo brusco. Se non fossi stato paralizzato dalla paura avrei gridato per la sorpresa. C'era una dolce luce argentea che non avevo mai visto prima. La caverna in cui mi trovavo era spaziosa, con un tetto che non riuscivo a scorgere. Assomigliava ad un' ampia sala che si stendeva a perdita d'occhio, come se la montagna fosse stata vuota internamente. La luce era dappertutto, veniva giu' dall'alto da un certo numero di globi che sembravano sospesi nel buio. Il posto era pieno di apparecchi e meccanismi strani. Alcuni erano coperti da un vetro trasparentissimo...". Superato il primo momento di stupore i cinque monaci cominciavano ad ispezionare l'immensa sala, attraversando porte che si aprivano automaticamente ed osservando "macchine antichissime che scricchiolavano ed entravano in azione dopo un'eternita' di riposo". In una di queste, simile ad un moderno televisore, il gruppo poteva rivedere registrati gli ultimi istanti della civilta' perduta degli antichi.

"Questo e' quello che vedemmo e sentimmo. - continua Mingyar - Migliaia e migliaia di anni fa esisteva una civilta' molto elevata. Gli uomini potevano volare nel cielo e costruivano apparecchi che imprimevano il pensiero nella mente delle altre persone. Avevano la boma atomica e alla fine ne fecero scoppiare una che distrusse quasi tutto il mondo. Dei continenti sprofondarono sotto le acque ed altri emersero. Il mondo fu decimato e cosi' ora tutte le religioni parlano di un diluvio universale...". Mingyar conclude dichiarando che esistono altre caverne simili in Egitto, in Siberia e nell'America Meridionale. "Queste camere segrete furono nascoste dalle antiche popolazioni affinche' il loro contenuto fosse scoperto da una generazione piu' tarda, quando il momento fosse stato maturo...". Due settimane dopo questa incredibile conversazione, il monastero di Chakpori organizza una nuova spedizione, composta da sette monaci, compresi Rampa e Mingyar. Il gruppo attraversa la valle del Kashya Linga e, dopo tre giorni di cammino, arriva alla grotta degli antichi.

Questa volta la descrizione della caverna e' molto piu' accurata. Rampa racconta di carrelli elevatori grazie ai quali si raggiunge il soffitto, di statue e di immagini scolpite nel metallo, di una scrittura ideografica incisa sul pavimento di pietra e di una scatola di metallo opaco in cui scorreva la registrazione della vita degli antichi. In un "globo ardente" simile ad una macchina per ologrammi i sette monaci assistono alla proiezione di un film tridimensionale. "Vedemmo il mondo di tanto tempo fa. Dove adesso c'e' il mare allora c'erano le montagne e strane creature percorrevano la terra. Strane macchine viaggiavano nell'aria o a pochi centimetri da terra, templi grandissimi ergevano le loro guglie verso il cielo. Gli animali e gli uomini comunicavano telepaticamente, ma non vi era felicita', perche' i preti ed i politicanti insegnavano che era compito divino uccidere il nemico. Vedemmo grandi guerre e gli scienziati che costruivano armi sempre piu' mortali. Una sequela di immagini ci mostro' un gruppo di uomini che costruivano cio' che chiamavano una capsula del tempo (cio' che noi chiamiamo caverna degli antichi), ove immagazzinare per le generazioni future dei modelli funzionanti delle loro macchine e un documento completo della loro cultura. Vedemmo oceani con grandi citta' galleggianti, e ponti e velivoli. Poi un lampo nel cielo e l'intera citta' si trasformo' in gas incandescente. Sulle rovine era sospesa una nube rossa che aveva la forma di un fungo alto migliaia di metri...". Spaventati da queste immagini terrificanti, il gruppo decide di occultare l' ingresso. "I comunisti sono ora nel Tibet - commenta Rampa - ed e' meglio nascondere la posizione della caverna, perche' il possesso degli oggetti che custodisce darebbe ai comunisti la possibilita' di conquistare il mondo....".

E per tutto il viaggio di ritorno nelle orecchie dei sette monaci risuona l'ultimo disperato appello degli atlantidei (che secondo l'esoterista inglese Aleister Crowley erano in contatto con una razza aliena che forni' loro le armi con cui poi si sarebbero autodistrutti) , un attimo prima della distruzione. "Udimmo il discorso di commiato che ci diceva che l'umanita' stava pere distruggersi e che queste scoperte erano destinate alla razza in grado di scoprirle e capirle. Erano un lascito per la gente del futuro, se mai ce ne fosse stata...". 

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11 gennaio 2013 5 11 /01 /gennaio /2013 23:33

Quando un mistero chiama, noi rispondiamo . La stella Sirio, nasconde segreti che ancora oggi non riusciamo a comprendere dato che, astronomicamente, è la stella più luminosa del cielo e basta. Potremmo fermarci qui sulle notizie che la guardano ma, delle domande aspettano delle risposte e queste risposte, possono solo darcele le persone che hanno la facoltà di ''vedere oltre'' la semplice apparenza. Sirio è il nome proprio della stella Alfa Canis Majoris (conosciuta anche come Stella del Cane), la stella più brillante del cielo notturno vista dalla Terra, che si trova nella costellazione meridionale dell'emisfero celeste Canis Maior.
Vista dalla Terra possiede due volte la luminosità apparente di Canopo (α Carinae), la seconda stella più brillante del cielo; in una notte limpida, senza Luna e possibilmente senza i pianeti più luminosi, è pure in grado di proiettare a terra una leggerissima ombra degli oggetti. Sirio può essere osservata da tutte le regioni abitate della Terra e, nell'emisfero boreale, è uno dei vertici dell'asterismo del Triangolo Invernale.





Sirio è riportata nei primissimi registri astronomici, conosciuta presso gli antichi egizi col nome di Sopdet; durante il Medio Regno, gli egizi basavano il loro calendario sul sorgere eliaco di Sirio, ossia il giorno in cui la stella diventava visibile all'alba poco prima che la luce del Sole la oscurasse in cielo, che all'epoca coincideva con il prossimo arrivo delle inondazioni annuali del Nilo e del solstizio, dopo circa 70 giorni in cui la stella non era stata visibile nei cieli. Il capodanno egizio cadeva in estate, nel giorno detto 1 Thoth, corrispondente all'odierno 29-30 agosto. Tra gli egizi il geroglifico spdt, per indicare questa stella (Sothis, nella traslitterazione greca) mostra una stella e un triangolo; nella mitologia egizia, Sothis era identificata con la grande dea Iside, che formava una trinità con il marito Osiride e il loro figlio Horus, mentre i 70 giorni di assenza della stella simboleggiava il passaggio di Iside attraverso il duat (l'oltretomba egizio). Da Sothis deriva il termine "ciclo sothiaco", ad indicare appunto il particolare periodo di "reset" orbitale della stella, di 1460 anni.

Gli antichi Greci credevano che la comparsa di Sirio portasse con sé il clima caldo e secco dell'estate e che mostrasse i suoi effetti sull'avvizzimento delle piante e sull'indebolimento degli uomini. A causa della sua luminosità, probabilmente si notò che Sirio scintillava maggiormente nelle sere di inizio estate, fenomeno dovuto in realtà all'instabilità meteorologica tipica di quel periodo, e si credeva che questo fosse dovuto alle emanazioni deleterie della stella che arrivavano sulla Terra. Chi "soffriva" degli effetti della stella veniva detto ἀστρόβλητος (astròbletos) col significato di "colpito dalla stella". Sirio veniva descritta in letteratura come "bruciante" o "fiammante"; il nome stesso di Sirio deriva dall'aggettivo σείριος (séirios; originariamente σϝείριος, swéirios), che significa "splendente".

La stagione che seguiva l'avvento della stella nel cielo mattutino era chiamata Canicola (con evidente riferimento al termine "Cane", che designa la costellazione di appartenenza della stella) o estate. Gli abitanti dell'isola di Ceos, nel Mare Egeo avrebbero offerto dei sacrifici a Sirio e a Zeus per invocare i venti rinfrescanti, e avrebbero atteso la riapparsa della stella in estate. Se questa, alla prima levata, sorgeva nitidamente, avrebbe significato buona fortuna, ma se sorgeva debole e scintillante, avrebbe portato effetti deleteri o pestilenze. Le monete provenienti dall'isola dal III secolo a.C. mostravano dei cani o delle stelle che emanavano raggi, ribadendo l'importanza che Sirio aveva presso i suoi abitanti. I Romani celebravano il tramontare eliaco di Sirio intorno al 25 aprile, sacrificando un cane, accompagnato da incenso, vino e una pecora alla dea Robigo in modo che le emanazioni nefaste della stella non causassero danni al raccolto del grano di quell'anno.

Esiste una relazione tra la stella Sirio e il nostro pianeta?
Vedremo qui una serie di dettagli che ci faranno comprendere il motivo della domanda, e magari ci dareano una risposta.

La domanda è formulata da un astronomo inglese, il dottor Robert Temple, studiando antichi documenti egiziani. La sua ricerca lo ha portato a una tribù africana, i Dogon, che basano la loro intera mitologia e gran parte del loro costumi in quella stella. Il Dr. Temple ha trovato, per esempio, che i Dogon sanno che Sirio ha una compagna invisibile che ruota attorno, la nana bianca Sirio B, la cui esistenza è stata dimostrata dopo essere stata fotografata con successo nel 1970. Sanno anche l'esatto periodo (tempo che impiega a girare intorno al corpo principale) di Sirio B, che è di circa 60 anni ed è una delle più pesanti stelle nell'universo.
E' bene tenere a mente che Sirio B non è solo invisibile ad occhio nudo, ma è anche invisibile ai telescopi più potenti fino a qualche decennio fa, in più, per determinare il loro peso e il periodo di rotazione sono necessari strumenti di precisione e delle conoscenze necessarie matematiche molto avanzate. Sappiamo anche che i Dogon sono una tribù che si è appena un po evoluta oltre l'età della pietra.

Come possono sapere queste cose? Dicono che le sanno perchè un visitatore proveniente da Sirio gli ha spiegato queste cose, diverse migliaia di anni fa.
Il Dr. Temple ha scoperto segni e simboli di Sirio in gran parte del mondo antico, soprattutto in Egitto e Babilonia. Scoprì, per esempio, che tutti i calendari egiziani ruotavano intorno ai movimenti di questa stella, e che per gli antichi egizi, la dea Iside era un simbolo di Sirio e il dio Osiride (marito di Iside), dei simboli indicavano la Compagna Oscura di Sirio (chiariamo che una nana bianca come Sirio B, è una stella che non brilla più, perché ha completamente consumato le risorse che gli permettono di farlo).
A partire da iscrizioni antiche, i Templi mostrano una delle immagini più famose di Iside, con una stella sopra di lei, un'altra ai suoi piedi nell'acqua e l'altra nella terra, era un simbolo del legame tra il nostro pianeta e Sirio; sappiamo che questa immagine appare in una delle carte dei Tarocchi ... "La Stella".

Ci fu un contatto?

Gli artefatti delle antiche civiltà hanno rivelato come Sirio fosse di grande importanza nell’astronomia, nella mitologia e nell’Occultismo. Le scuole misteriche lo considerano il “sole dietro il sole” e, quindi, la vera fonte della potenza del nostro sole. Se il calore della nostra stella mantiene vivo il mondo fisico, Sirio mantiene vivo quello spirituale. E’ la “vera luce” che brilla a est, la luce spirituale, contrapposta alla luce del sole che illumina il mondo fisico, la quale viene considerata una grande illusione.
Associare Sirio al divino e considerarlo addirittura la casa dei “grandi maestri” dell’Umanità non fa parte della mitologia di poche civiltà primitive: Si tratta di una convinzione diffusa che è sopravvissuta (e pure intensificata) fino ai giorni nostri. Prenderemo in esame l’importanza di Sirio nei tempi antichi, ne analizzeremo l’importanza tra le società segrete e vedremo come questi concetti vengono tradotti nella cultura popolare.


Attraverso un esame approfondito della mitologia egizia, babilonese e Dogon, il Dr. Temple ha detto che c'è stato un contatto con esseri provenienti da Sirio dal sistema solare nella regione di Sumer, intorno all'anno 4500 aC. La gente di quel tempo unì le loro mitologie con un tale incontro e le conoscenze acquisite attraverso di essa, e con il tempo ampliato le loro tradizioni su altri luoghi, riportandole al giorno d'oggi.

Il Presente
Alcuni archeologi dicono che, tra il 4500 e 3500 aC., i popoli dell' Egitto e culture Sumere sono passate da uno stato tribale primitivo, ad una civiltà prosperosa su base di monarchie, con un ampio sviluppo delle scienze, arti e mestieri, il tutto in un tempo relativamente breve, in termini storici, cosa quasi impossibile per qualsiasi gente di quel tempo. Uomini di scienza suggeriscono che questo progresso è dovuto al contatto con esseri molto più avanzati, e alcuni fanno riferimento ad Atlantide.
Un dato che coincide con queste teorie è che la mitologia dell'antico Egitto parla dei loro Dei come esseri che sono arrivati ​​dall'esterno e hanno istruito il popolo sulla scienza, arte e altro ancora.

E' vero che esseri anfibi provenienti dalla stella Sirio visitarono la Terra più di 5.000 anni fa e lasciarono avanzate conoscenze astronomiche che oggi fanno parte del bagaglio culturale di una remota tribù dell'Africa, quella dei Dogon?

E' questo ciò che afferma Robert Tempie in un celebre libro The Sirius Mvstery, uscito nel 1976. Un astronomo che conosca il sistema di Sirio risponderebbe di no al quesito; le teorie astronomiche escludono infatti che Sirio sia una stella adatta ad ospitare la vita, oppure pianeti abitabili. Ma la maggior parte dei lettori di Robert Tempie probabilmente non dispone di cognizioni astronomiche sufficienti per poter giudicare obiettivamente. E non può neppure trovare informazioni sull'argomento nel libro di Tempie, ricco invece di strane divagazioni sull'egittologia. Tuttavia una risposta al problema Sirio è possibile e anche necessaria. Si sostiene infatti che i Dogon siano al corrente dell'esistenza di Sirio B da secoli e che, sempre da secoli, sappiano che questa stella ha un periodo orbitale di 50 anni e che è una nana bianca di elevata densità. I Dogon sarebbero dunque stati in possesso di conoscenze che nessun astronomo a quell'epoca avrebbe potuto avere.

Recenti scoperte scientifiche relative alla Grande Piramide e ai suoi misteriosi “condotti d’areazione” hanno portato i ricercatori a confermare ulteriormente l’importanza di Sirio.

L’allineamento della stella con la Grande Piramide di Giza. Orione (associato al dio Osiride) è allineato con la Camera del Re, mentre Sirio (associato alla dea Iside) è allineato con la Camera della Regina.

Un aspetto affascinante di Sirio è la coerenza del simbolismo e dei significati ad esso collegati. Diverse grandi civiltà hanno infatti associato Sirio ad una figura canina vedendo la stella, come origine o fine di una forza misteriosa. Nell’astronomia cinese e giapponese, Sirio è conosciuta come la “stella del lupo celeste”. Diverse tribù aborigene del Nord America si riferiscono alla stella in termini canini: le tribù dei Seri e dei Tohono O’odham del sud-ovest descrivono Sirio come un “cane che segue le pecore di montagna”, mentre i Blackfoot la chiamano “Faccia di cane”. I Cherokee unirono Antares con Sirio attribuendole il significato di stella del “cane costude” a guardia del “Sentiero delle Anime”. La tribù degli Skidi del Nebraska la conosceva come la “Stella del Lupo”, altre come la “Stella Coyote”. Più a nord, gli Inuit dell’Alaska dello Stretto di Bering la chiamano “Luna cane”.

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10 gennaio 2013 4 10 /01 /gennaio /2013 21:32

Molti di noi hanno avuto modo di sapere qualcosa in merito ai gruppi sanguigni dalle lezioni di scienze apprese a scuola. Tuttavia se confrontiamo le nozioni scolastiche con gli studi ed i molti dibattiti pubblicati sulle riviste scientifiche ... ebbene, ci si accorge come gli elementi più interessanti di questo tema siano stati 'accidentalmente' omessi dai programmi didattici di base.

Non esiste plausibile spiegazione scientifica circa la provenienza del gruppo RH negativo. La scienza ortodossa si è limitata a ipotizzare che si tratti di una non meglio identificabile, casuale mutazione genetica.

Circa l'85% degli esseri umani possiede il gene scimmiesco RH, mentre nel restante 15% non è riscontrabile il fattore RH (RH-) e ciò potrebbe essere spiegato dalla presenza di un gene alieno. Questo articolo esplora la tesi che l'umanità sia stata allevata come una razza di schiavi, dal momento che il 97% del nostro codice genetico risulta disattivo, e possiamo disporre di appena il 3%, utile semplicemente alla sopravvivenza.

Tra i tipi di sangue umano, il più comune è il gruppo 0. Si tratta di un tipo di sangue universale. I tipi di sangue sono suddivisi ulteriormente in due gruppi: positivi e negativi in relazione al fattore RH. Il fattore RH è così denominato perché collegato al fattore Rhesus, cioè il nesso genetico tra la umanità e le scimmie, individuabile da una specifica proteina ematica.

 

Quando nel sangue di un individuo è presente il fattore RH, si dice che il suo sangue sia di tipo RH positivo (RH+). Se il test restituisce esito negativo, vuol dire che il fattore Rhesus è assente.

E' stato provato che uno dei fattori ereditari più stabili e meno suscettibili di mutazioni generazionali sia proprio il sangue. Come si diceva, la maggior parte delle persone - circa l'85% - possiede sangue RH positivo, elemento a sostegno della tesi secondo cui gli esseri umani si sarebbero evoluti dai primati. Tuttavia esiste un restante 15% che risulta del tutto sprovvisto del fattore RH. Se è vero che il gruppo sanguigno rientri tra le caratteristiche genetiche meno mutevoli, da dove proverrebbe il tipo RH negativo?

Si tratta di un interrogativo che per decenni ha lasciato perplessi gli scienziati. Alcune prove suggeriscono che il fattore RH negativo sia apparso sul pianeta circa 35.000 anni fa, all'interno di alcune aree geografiche molto circoscritte, al punto da sembrare collegato con alcuni particolari gruppi sociali e tribù. Le aree in cui la sua presenza fu maggiormente riscontrata sono la Spagna settentrionale, la Francia meridionale e la etnia basca. Un altra etnia con alta concentrazione del fattore RH- è quella ebraica dell'Est.

In generale, circa il 40% della popolazione europea possiede il fattore RH-. Solo il 3% degli africani e circa l'1% degli asiatici e dei nativi americani è RH-. Sulla scorta di tali informazioni statistiche, non è difficile intuire dove il fattore RH- potrebbe essere stato introdotto, originariamente, nel codice genetico umano. Stiamo parlando della regione caucasica.

 

 

Dal punto di vista scientifico, se il fattore RH-negativo fosse realmente una tipologia 'normale' di sangue, a cosa potrebbero addebitarsi gli inconvenienti che sorgono quando una madre RH- dà alla luce un bambino RH+? Si tratta di una malattia emolitica, o meglio di una reazione allergica che può produrre conseguenze gravi quando i due diversi gruppi sanguigni si mescolino nel corso della gravidanza, dal momento che le sostanze antigeniche presenti nel tipo RH- attaccano le cellule RH+.

Ciò detto, a cosa può addebitarsi una lotta genica tra due tipi di sangue ugualmente umano? Abbiamo a che fare con un gruppo sanguigno alieno? Esiste un unico altro caso in natura in cui ha luogo una simile reazione tra organismi che si accoppiano: quando asini e cavalli vengono incrociati per la produzione di muli. Tutto ciò è comprensibile, in quanto si tratta di un incrocio 'innaturale', che allo stato brado non esiste. L'ibridazione che dà vita ai muli ha luogo esclusivamente a causa dello intervento umano. Dunque, è possibile che esistano due tipologie di esseri umani, simili ma geneticamente diverse?

Peculiarità.
Nella maggioranza delle persone con sangue di tipo RH- si tende a riscontrare una serie di caratteristiche comuni. Ecco un breve elenco tratto dal sito RH Negative Registry.


• Senso di non appartenenza
• Tendenza a ricercare la verità
• Senso di dovere compiere una 'missione' nella vita
• Empatia e compassione
• Una costola e/o una vertebra supplementare
• Quoziente intellettivo superiore alla media
• Percettività extrasensoriale
• Amore per lo Spazio e la Scienza
• Maggiore sensibilità della vista
• Non è possibile clonarle
• Temperatura corporea inferiore alla media
• Pressione sanguigna più alta della media (oppure più bassa della media)
• Colore degli occhi blu, verde o nocciola
• Capelli rossi o con riflessi rossastri
• Elevata sensibilità al calore e alla luce solare
• Fobie inspiegabili
• Sguardo profondo
• Tendenza ad essere guaritori
• Empatia per le malattie
• Tendenza a provocare malfunzionamenti nei dispositivi elettrici
• Tendenza ad essere vittime di rapimenti alieni
• Tendenza ad assistere a fenomeni inspiegabili
• Tendenza a fare sogni molto vividi
• Barriere immunitarie più forti
• Condizioni di autoimmunità e markers dell'antigene HLA B27
• Pelle chiara, squilibri di melanina e carenze di vitamina D
• Capacità di processare la CO2 in modo più efficiente della media.
• Squilibri di Ferro e Rame
• Sensibilità alle allergie ambientali


Cosa si potrebbe concludere dagli elementi illustrati? E' stato dimostrato che il sangue è l'organo con minori probabilità di mutazione. Se si esclude quella di cui stiamo dibattendo, la scienza non ha mai registrato altre mutazioni genetiche nel sangue. Elemento che supporta la tesi secondo cui il fattore RH- sia stato introdotto da una fonte esterna, ad esempio esseri simili agli umani, ma non terrestri. E' possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l'uomo moderno?

La Stirpe Giunta dal Cielo.
Molti testi antichi, compresa la Bibbia, sembrano supportare questa teoria. Molte storie nei testi antichi, in particolare quelle contenute nei testi pre-cristiani, narrano di una stirpe giunta dal cielo che avrebbe creato l'uomo a propria immagine. L'uomo primitivo li identificò come divinità dalla straordinaria longevità, e capaci di compiere prodigi, ad esempio volare su strani veicoli e provocare assordanti boati sparando fuoco da tali mezzi. Gli esseri umani assistettero alla edificazione di mastodontici monumenti e splendide città da parte di queste creature apparentemente divine. Perché dal punto di vista di un umanoide primitivo non potevano che apparire come divinità.

 

 

Ma in realtà chi erano, tali divinità? Le storie antiche ci dicono molto su di esse. Mediante ciò che si suppone fosse tecnologia avanzata potevano volare in cielo e nello spazio. Erano maestri di aviazione, di metallurgia, di astronomia, medicina e - ovviamente - di genetica. Conoscevano la energia atomica ed utilizzarono il suo potere distruttivo, a giudicare dalle prove prodotte da studi di paleo-geologia (v. correlati). Conoscevano le tecniche della agricoltura e sapevano come creare cereali più nutrienti ed altri derivati alimentari. Tutte le granaglie con cui gli esseri umani si alimentano da molto tempo, sono apparse contemporaneamente sul pianeta nel corso di un periodo non più lungo di 10.000 anni. Tempo molto breve, biologicamente parlando, oltre il quale non fu più sviluppata alcuna nuova forma di grano.

I nostri testi antichi narrano che un giorno queste creature iniziarono ad accoppiarsi con gli esseri umani. La Bibbia dice che gli dei guardarono le donne e le trovarono piacevoli per gli occhi, e quindi le presero in mogli, e concepirono figli, molti figli.

Nella prima parte di questo articolo ho descritto cosa accade quando due specie geneticamente simili ma non uguali, vengano incrociate. Esse producono ibridi, ad esempio i muli risultanti dalla ibridazione di cavalli ed asini. Tuttavia la non perfetta compatibilità genica fa si che i muli nascano sterili. Di conseguenza quando sarebbero stati creati gli esseri umani, essi potrebbero essere stati il frutto di una ibridazione ottenuta in un laboratorio e ottimizzata mediante tecnologia avanzata, dal punto di vista delle facoltà riproduttive.

 

 

Potrebbero essere stati creati tre prototipi, ognuno più avanzato del precedente. I primi due avrebbero funto solo da iter sperimentale per giungere all'ultimo e definitivo tipo (v. correlati). Si sospetta che l'uomo di Neanderthal sia stato uno dei primi risultati di questi esperimenti, mentre sarebbe molto più elevata la possibilità che il Cro-Magnon sia stato prodotto da tali sperimentazioni. L'ultimo tipo sarebbe corrisposto a ciò che oggi definiamo proto-umanità, e da esso sarebbe disceso l'uomo moderno, cioè il risultato finale degli incroci tra gli 'dei' e la proto-umanità.

Questo incrocio in larga parte non avrebbe prodotto inconvenienti dal punto di vista della riproduzione, ad eccezione di una linea di sangue che sviluppò il fattore RH-negativo, che cioè non ereditò la proteina ematica connessa agli antenati scimmieschi.

Guerra tra Bloodlines
Per secoli i regnanti europei sono stati perseguitati dalla emofilia o 'malattia del sangue.' Sembra che la regina Victoria fosse una 'vettrice' di emofilia, e che la trasmise a tutti i propri figli i quali a propria volta si sposarono con regnanti di altri paesi europei, infettando praticamente tutte le case reali europee tra il 1800 ed il 1900.

 


 

Di conseguenza l'emofilia fu ribattezzata 'Malattia Reale.' Per riuscire a porre in connessione gli elementi appena citati, bisogna aggiungere che attualmente solo il 5% degli appartenenti a tutte le case reali del pianeta sono portatori di un tipo di sangue RH-. In altre parole una percentuale che si pone al di sotto della media della popolazione generale. Ciò indica che la maggior parte dei sovrani non è RH-. E' questo il motivo dei cosiddetti 'matrimoni combinati'?

(immagine: Berberi del Marocco)

Per la cronaca, il gruppo culturale con i più elevati tassi di sangue RH- è quello dei berberi del Marocco. Dal punto di vista territoriale, uno studio ha indicato che la più alta concentrazione di RH- si trovi nello attuale Iraq. A quanto pare la stirpe dei berberi ebbe origine migliaia di anni fa sul confine tra Siria ed Iraq.

 

E' possibile che i regnanti europei rifiutino i matrimoni misti con individui RH- per non mischiarsi con la linea di sangue 'arabo'? In effetti, sembra che il ceppo RH- presente nei popoli baschi provenga dai viandanti berberi che visitarono quei territori via mare già nello 8000 aC. Molte antiche pitture rupestri rinvenute in quei territori potrebbero essere attribuite a questi 'stranieri' dalle grandi capacità artistiche.

 

L'unica cosa certa è che se le case regnanti europee si rifiutano di mischiare il loro sangue con individui RH-significa che questi ultimi rappresentano una 'linea di sangue' avversaria.

 

Curioso constatare come l'istituto del matrimonio in taluni casi, oltre che come 'impresa dinastica' potrebbe essere sfruttato sotto forma di perversa 'guerra genica.' Ad esempio attraverso il contagioso passaggio deliberato di una antica malattia. Per sapere quanto antica, bisogna esaminare la figura di El Zarhawi.

  

Il padre della chirurgia moderna fu El Zarhawi o Albucasis. Egli descrisse nei suoi studi una malattia che conduceva i maschi di una determinata famiglia a morire come conseguenza delle più banali lesioni.
Il nome esteso era Abul Qasim Khalaf ibn al-Abbas al-Zahravi. Nacque e crebbe presso Zahra, il borgo reale di Cordova (in arabo: Qurtuba), capitale della Spagna musulmana. Come la storiografia ci insegna, Zahra gareggiava con Baghdad in grandezza e magnificenza. Al-Zahravi occupò il ruolo di medico di corte del re di Al-Hakam-II di Spagna, e morì nel 1013 dC dopo una lunga e brillante carriera in cui ideò e sviluppò molti strumenti chirurgici moderni. Introdusse nuove procedure quali la cauterizzazione delle ferite, la frantumazione dei calcoli all'interno della vescica, la vivisezione e la dissezione, ed ideò numerose nuove tecniche mediche. Tra le altre cose, Al-Zahravi fu il primo a fornire una dettagliata descrizione della emofilia.

Sulla base di queste premesse non è difficile domandarsi se il buon medico abbia mai preso in cura qualche componente di famiglie reali arabe di 'mori', nella Spagna dell'epoca, ammalato di emofilia. E non è difficile chiedersi in che modo un presunto sangue aristocratico come quello della regina Victoria possa avere contratto questa strana malattia di origine araba. Era presente all'interno dei suoi antenati della famiglia reale spagnola? Sembra infatti che Victoria fosse una diretta discendente del re spagnolo Ferdinando di Castiglia, vissuto nell'XI secolo dC.

In altre parole, è possibile che le discendenti femmine di Victoria, portatrici sane del gene della emofilia, unendosi in matrimonio con numerosi componenti di stirpi reali di mezza Europa, siano state usate per sabotare le future stirpi reali, contaminando i discendenti maschi della linea di sangue concorrente?

Il Sangue Blu.
Concludiamo con una curiosità. L'espressione 'sangue blu' con cui si usa definire gli individui sprovvisti del fattore RH, deriva dallo spagnolo sangre azul, che indica l'appartenenza ad una stirpe nobile, e si riferisce al fatto che nei nativi spagnoli dalla pelle più chiara le vene si staglino visibilmente sul corpo pallido come linee di colore azzurro, attributo non posseduto da quelli di discendenza araba. L'espressione fu coniata dopo l'occupazione della Spagna da parte dei Mori (VIII - XV sec dC.), quando le due etnie si mescolarono mediante i matrimoni misti. L'aristocrazia spagnola, in particolare alcuni Castiglia, si rifiutarono di mescolarsi con i Mori, e conservarono questa caratteristica. Da allora la locuzione sangue blu fu usata per descrivere le famiglie più antiche ed aristocratiche.

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9 gennaio 2013 3 09 /01 /gennaio /2013 22:10

 

Era il 16 agosto del 1977 quando i telegiornali di tutto il mondo annunciarono la morte del mito per arresto cardiaco, ma la voce che il cantante avesse inscenato tutto, si sparse subito a macchia d'olio. Come il set di un appassionante thriller, la scena del crimine è stata analizzata più e più volte. Non si può accettare la morte di un Dio, soprattutto quando i conti, proprio non tornano.

Perché sulla lapide del cantante il nome inciso è “Elvis Aaron Presley” quando nei documenti il suo secondo nome è Aron? E’ possibile commettere un errore così grossolano? E ancora, di chi è quella grafia che ha apposto la firma sul certificato di morte? Dopo esperte indagini il risultato è stato questo: la mano che ha firmato il documento è la stessache firmava i suoi autografi e scriveva le sue lettere. Il terzo enigma riguarda il peso delle sue spoglie. Elvis alla morte pesava 120 kg, ma la sua bara ne pesava solo 90. Sottraendo 20 kg, che è all’incirca il peso di una bara, è possibile che la sua anima fosse di 50 kg? Nelgrande polverone sollevato dalla sua morte, giornalisti e curiosi assediarono il Baptist Memorial Hospital, ma nessun medico volle rilasciare dichiarazioni sull’effettiva morte del singer. A distanza di 35 anni alcuni operatori dell’ospedale, presenti all’arrivo della stella, continuano ad affermare che quell’uomo non era lui. In effetti, le foto del corpo lo ritraggono perfetto, in pace, coi lineamenti rilassati, ma con qualcosa che non convince. E’ così impeccabile da risultare finto. Che in quella bara non sia sepolta una statua di cera?

Numerose sono poi le segnalazioni di avvistamento e le supposizioni sulla sua vita attuale. C’è chi sostiene che Elvis si aggiri già da molto tempo nel parco della sua dimora di Graceland. Una donna racconta di averlo incontrato, invecchiato e su una sedia a rotelle, e di avere le prove fotografiche dell’incontro. Quello scatto infatti, sottoposto all’analisi di un rinomato detective esperto in materia di identikit, avrebbe generato un responso sorprendente. Secondo l’investigatore, il volto della persona che si trovava sulla sedia a rotelle è senza alcun dubbio quello di Elvis Presley. Ci sono ancora delle ipotesi che sostengono che a causa di alcune confidenze su segreti di Stato fatte da Nixon, il cantante sia stato fatto fuori o messo sotto copertura nel programma di Protezione dell’FBI. C’è chi addirittura nell’FBI lo vede arruolato con il nome di John Carpenter, le cui iniziali J.C. starebbero per Jesus Christ, Elvis come una divinità infatti, ha avuto il potere di togliersi la vita per evadere da se stesso.

La misteriosa scomparsa del cantante ha ispirato numerose serie tv, film, libri, fumetti, opere d’arte. Nel racconto di Stephen King “E hanno una band dell'altro mondo”, Elvis Presley è il sindaco della città. Il mito vive anche nelle serie tv, da How I Met Your Mother, agli episodi dei Simpson e di X-Files, dove spesso Elvis va in giro per il mondo sotto mentite spoglie. Nel cinema, la rappresentazione più celebre della vita dell’artista arriva nel 2002 col film Bubba Ho-Tep, in cui Bruce Campbell, interpreta un uomo rinchiuso in un ospizio che afferma di essere il vero Elvis e di essersi sostituito, agli inizi degli anni ’70, ad un’altra persona, morta e sepolta al suo posto. Nel ventaglio delle ipotesi, c'è chi sostiene che The King sia un alieno. Nel film Man in black, Agente K afferma che il cantante non è morto, ma solo tornato a casa. Identica ipotesi è cantata dai Dire Straits in “Calling Elvis”.

La vita del cantante è sempre stata invidiata, ma la sua morte gode di un fascino inarrestabile.Il Re del Rock 'n' Roll Elvis Presley era fortemente convinto dell'esistenza di vita extra-terrestre, ed ha affermato di aver visto una serie di UFO nel corso della sua vita.Il cantante è stato testimone di numerosi avvistamenti, e in particolare il suo interesse è scaturito da un insolito avvistamento fatto da suo padre il giorno della sua nascita, l'8 gennaio 1935. Questi e altri dettagli sono il frutto delle ricerche di Michael C. Luckman autore di un libro intitolato 'Alien Rock: il Rock' N 'Roll che tratta della connessione tra Extraterrestri' e musicisti famosi. Luckman ritiene addirittura che Presley sia stato visitato dagli alieni quando era un bambino."Il padre ci ha raccontato di essere andato fuori a fumare una sigaretta alle 2 del mattino quando alzando gli occhi al cielo sopra la loro piccola casa, vide una strana luce blu", ha detto il cantante parrucchiere e amico Larry Geller.

Larry ha rivelato che anche lui ha avuto esperienze extraterrestri mentre si trovava con il cantante, in particolare una volta erano alla guida di una macchina attraverso il deserto e videro delle luci inusuali.

"Si muovevano troppo velocemente per essere aerei, quindi abbiamo pensato subito agli UFO".

"Un'altra volta, stavamo camminando attraverso la sua casa di Graceland e ho notato le luci strane in un campo muoversi avanti e indietro."

"Elvis era una persona profondamente spirituale ed era molto interessato alla metafisica. Aveva una visione eclettica verso le cose. Anche se non ha mai avuto esperienze dirette con gli alieni, era certamente un credente", ha infine aggiunto."Aveva i piedi per terra ma la testa in cielo" ha infine concluso.

Michael C. Luckman l'autore citato prima di 'Alien Rock: il Rock' N 'Roll di connessione Extraterrestre" ritiene che Presley sia stato visitato dagli alieni quando era un bambino. Egli sostiene il cantante era "contattato telepaticamente da due alieni quando aveva otto anni''. Gli hanno fornito uno sguardo del suo futuro da celebrità, anche se lui non avesse idea di che cosa significasse in quel momento".


 

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8 gennaio 2013 2 08 /01 /gennaio /2013 21:34

 

Il vostro intelletto come uomo afferra soltanto fino ad un certo grado la Verità più profonda, perché il puramente spirituale si può spiegare soltanto spiritualmente – questa spiegazione viene accolta dallo spirito in voi e viene anche ben condotta attraverso l’anima all’intelletto, ma questo è ancora troppo appesantito terrenamente, e perciò non è in grado di penetrare così profondamente nel sapere spirituale, affinché gli sia tutto chiaro. – Il Mio Spirito però ciononostante si comunica si annuncia attraverso la scintilla spirituale, e chi ha l’amore, afferra anche il senso di ciò che IO gli comunico.

La Mia Volontà di formazione era estremamente grande e la Mia Forza invincibile, ed IO ho trovato la Mia Beatitudine nella realizzazione dei Miei Pensieri e Piani. E questa Beatitudine voleva comunicare – il Mio Amore si voleva donare – IO volevo che oltre a ME anche un altro essere doveva rallegrarsi di ciò che MI rendeva indicibilmente felice. – IO percepivo la Mia solitudine come un ammanco, che IO potevo eliminare in ogni momento, quando IO lo volevo. Ed IO volevo ritrovare Me in un essere, che doveva essere unito a ME molto intimamente, che IO volevo formare come riflesso di Me Stesso, come Mia Immagine, per poter preparargli illimitate beatitudini, e così elevare di nuovo anche la Mia Beatitudine. IO volevo creare un tale essere, e questa Volontà bastava – perché la Mia Forza era sufficiente – perché la Mia Volontà era Forza ed agiva sempre in Amore e Saggezza.

L’essere proceduto da ME era ora ben la Mia Immagine, ma esso non poteva vedere Me, perché –se avesse potuto vedere ME – sarebbe svanito per beatitudine, perché nessun essere potrebbe sopportare la Mia vista; perché ogni essere – anche la più perfetta Immagine di Me Stesso – è sempre soltanto un prodotto della Mia Forza d’Amore, mentre IO sono la Forza d’Amore Stessa ed irradio tutto con incomparabile Forza, perciò non ero visibile agli esseri da Me emessi. – Ma IO MI ero creato in questo essere un vaso, nel quale poteva fluire ininterrottamente la Mia Forza d’Amore - un essere che riceveva dunque anche la Mia Volontà di formare, la Mia Forza, la Mia Saggezza e la Mia Forza in abbondanza, da ME, attraverso il costante fluire della Forza da ME. – Esso poteva ora dunque percepire la stessa beatitudine, esso poteva esteriorizzarsi della sua forza secondo la sua volontà, poteva essere attivo creativamente, per la propria felicità, e perciò aumentare costantemente la sua beatitudine, perché la Mia Forza rendeva capace questo essere – ed IO Mi rallegravo della sua felicità.

Ed ora procedevano da quell’essere innumerevoli esseri simili. – Erano tutti figli del Mio Amore, nella Luce raggiante, nella massima perfezione – perché da Me potevano procedere delle immagini create di ME Stesso, e del Mio infinito Amore, sempre soltanto della massima perfezione, perché la volontà di noi due era uguale, e l’amore di noi due si ritrovava negli esseri creati – perché non esisteva nulla di imperfetto, finché potevano agire la Mia Volontà ed il Mio Amore attraverso questo essere primo creato. Era un mondo pieno di luce di Spiriti, erano spiriti increati in grande numero – la Forza da ME fluiva illimitato verso quell’essere, che IO MI ero scelto come portatore di Luce e di Forza.

E l’essere stesso era ultra beato – ma IO volevo aumentare ancora questa beatitudine – IO volevo che non che non fosse stato legato alla Mia Volontà, ma doveva attivarsi dalla propria volontà, che – se l’essere era e fosse rimasto perfetto – era la Mia Volontà. – Perché l’essere non era, come creato da ME, capace di un’altra volontà. IO però volevo che potesse agire ed operare liberamente, perché questa soltanto è la caratteristica di un essere divino – che l’Amore in lui è così potente che questo è determinante per una Volontà similmente indirizzato da ME. – Questo Amore IO volli ricevere da un essere primo creato da Me, che però doveva attribuire anche contemporaneamente all’essere la massima perfezione, che non agiva più come essere creato secondo la Mia Volontà, ma come entrato nella Mia Volontà per Amore, doveva godere di beatitudini illimitate.

Ma per poter svolgere questa prova di volontà e d’amore, doveva muoversi in assoluta libertà della volere. Esso non MI vedeva, ma MI conosceva, perché stava nella Luce. – Esso vedeva però gli incalcolabili esseri, che la sua volontà ha fatto sorgere, e si sentiva esso stesso come il loro creatore, anche se sapeva di aver avuto la forza da ME.- Ma questo essere MI invidiava la forza. – Esso stesso era visibile dagli esseri da lui creati, dato che era conscio di essere proceduto da ME, ma pretendeva il diritto di dominio su questi esseri per se stesso, mentre presentava se stesso a loro come fonte di forza – come unica potenza creativa. – Esso contemporaneamente MI licenziava l’amore, per poter dominare.

Questo procedimento è per voi uomini incomprensibile, che un essere riconoscendo se stesso poteva smarrirsi in un pensare completamente errato, ma la libera volontà spiega questo, che, per poter entrare in azione, doveva poter scegliere anche negativamente, ma non lo doveva.

Il portatore di Luce e Forza vedeva da un lato le conferme della forza da lui condotte, ma non vedeva la fonte stessa di forza . Quindi elevò se stesso a governatore sui suoi spiriti creati, e cercava anche di rappresentare a loro ME Stesso come non esistente. Esso cercava ora di trasferire a loro la sua volontà ora deviata da ME. – Ed ora venne il momento della decisione – la conferma della sua perfezione – anche per questi esseri creati dal portatore di luce sotto l’uso della Mia Forza. – La Mia Forza era in tutti questi esseri – loro erano pieni di luce e ardevano d’amore per ME, COLUI che loro non vedevano, ma riconoscevano. Ma erano rivolti in amore anche verso il loro produttore, perché la Forza che li aveva creati era Amore, che era fluito attraverso l’essere primo creato e questo capace di creare. – Questo amore ora doveva decidersi – e si divideva.

Si manifestava una terribile confusione tra lo spirituale, che si sentiva spinto alla decisione. Ma era anche di nuovo comprensibile, che la Mia Forza d’Amore agiva come Luce, che la spinta verso la fonte primaria della Forza in molti esseri era più forte, che l’amore diminuiva verso colui perché si separava da ME, e per questo spingeva verso di ME con violenza rafforzata. – La Luce in loro era la riconoscenza che IO ero l’Amore dall’Eternità. Ogni essere aveva questa conoscenza, ma anche la libera volontà, perché non era legato attraverso la conoscenza, altrimenti non sarebbe stato libero. – E così il mondo spirituale si divideva. –L’essere fuori di ME, aveva il suo seguito, come anche IO Stesso – anche se IO non ero visibile. La Forza da ME però agiva così forte, che molti esseri si distoglievano da colui che voleva opporsi a ME. La loro volontà rimaneva orientata in modo giusto, mentre il portatore di luce con il suo seguito orientò la sua volontà al contrario, cioè si dividevano volontariamente da ME, e questo significava la caduta nell’abisso.

Il portatore di luce dunque – l’essere proceduto da ME – divenne dunque il Mio avversario, mentre ciò che è proceduto lui, che ha creato la volontà d’Amore di noi due, si rivolgeva in parte verso di ME, in parte verso di lui - secondo l’ardore d’amore con cui era colmo. Perché con il momento della separazione del portatore di Luce da ME, si formò negli esseri un indeterminato desiderio per un polo solido. La libera volontà cominciò a dischiudersi – loro non venivano influenzati forzatamente ne da ME, ne dal Mio avversario, ma soltanto irradiati dalla forza di noi due, che voleva conquistare ogni essere per sè. – La Mia corrente di Forza era soltanto Amore, e questa toccava gli esseri che MI riconoscevano, senza vedere ME – ma potevano riconoscere anche la trasformazione di volontà dell’essere primo creato da ME. – Ma dato che potevano vedere questo essere, lo seguivano, cioè, si sottomettevano alla sua volontà e quindi si allontanavano da ME.

Ma proprio così anche esseri primordialmente creati si sentivano come Miei figli, e questi MI rimanevano fedeli per libera volontà – soltanto il loro numero era molto minore. - Questi erano gli esseri primi creati che fece sorgere la volontà di formare del MIO portatore di luce, e la forza d’Amore incommensurabile che fluiva da ME . E questa forza d’amore era propria anche di questi esseri e li spingeva inesorabilmente verso di ME, perché loro riconoscevano l’attuale volontà del loro creatore come invertita, e perciò si distoglievano da lui.

Ma questa riconoscenza sarebbe stata possibile anche dagli altri esseri, ma seguivano ciecamente colui che riuscivano a vedere – e la loro volontà venne rispettata ed in nessun modo influenzata da ME, perché doveva essere la decisione di volontà, per formare ciò che è creato in indipendente perfezione. – L’essere che MI abbandonò, tirò con sé nella profondità il suo gran seguito, perché allontanarsi da ME, significa tendere verso l’abisso, andare incontro ad una condizione totalmente opposta, che significava quindi oscurità ed impotenza, assenza di conoscenza e di forza – mentre invece i Miei figli rimasero nella Luce più splendente e forza e beatitudine incommensurabili.

Dopo questa caduta di Lucifero, il portatore di luce, la sua forza era spezzata – non poteva più agire creando e formando, anche se IO non gli ho tolto ogni forza, perché era laMia creatura.

Il suo potere e forza è ora il suo seguito, sul quale regna come principe delle tenebre. – Ma sono coloro che lo hanno seguito, anche Miei prodotti d’Amore, che IO però non lascio al Mio avversario in eterno. Fintanto che questi esseri portano in se la sua volontà, gli appartengono; ma appena Mi è riuscito, di rivolgere la loro volontà a ME, allora egli li ha perduti, e la sua forza diminuisce poi nella stessa misura, come IO libero ciò che appartiene a lui, dalla sua potenza – che ha comunque per premessa la libera volontà dell’essere. – E questo è lo scopo del Mio Piano di Salvezza sin dall’Eternità, che viene sostenuto il più diligentemente ed il più amorevolmente da tutti gli abitanti del Regno di Luce, dai Miei Angeli ed Arcangeli – perché tutti loro sono i Miei collaboratori, che si sforzano, di restituire ai fratelli caduti la beatitudine, che loro hanno una volta perduto.

E questa Opera di Liberazione riuscirà, anche se richiede tempi eterni, finché l’ultimo allora caduto ritorna da ME – finché anche il Mio primo essere proceduto dal Mio Amore, si avvicina di nuovo a ME desiderando il Mio Amore – finché ritorna anche questo, pentito nella CASA DEL PADRE, che una volta ha lasciato liberamente.

Amen.

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8 gennaio 2013 2 08 /01 /gennaio /2013 18:10

Misteriose luci che si muovono nel cielo seguendo zigzaganti traiettorie, altre che si fermano sparendo improvvisamente, o ancora, astronavi triangolari “decorate” da strani geroglifici.

Il giorno 3 settembre 2006, un pilota di volo civile, tale Vincenzo Garofalo, affermò di avere ripreso nei pressi dell'aeroporto palermitano di Punta Raisi, uno strano oggetto volante non identificato.
Dal giardino della sua ex abitazione nelle vicinanze dell'aeroport, il signor Garofalo fu colpito da uno strano bagliore in cielo immediatamente prese la sua fotocamera da poco acquistata e scattò 4 foto. Dopo un primo stupore, egli le osservò al proprio computer, ma non sapendo dare una risposta convincente, passò il materiale nelle mani di un gruppo di lavoroe ricerca che si occupava del caso di Caronia.
UFO KINDER

 

Il caso oltre che dal CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), veniva studiato anche da altre associazioni ed enti, tra cui la Protezione Civile siciliana, della quale un gruppo di lavoro stava indagando anche sugli strani fenomeni accaduti a Caneto di Caronia.
Subito sembrava che la foto ricordasse qualcosa, e vennero sollevati all'istante dubbi, ma l’originale della foto non usciva fuori. Ilsignor Paolo Toselli si accorse che il disco volante fotografato era stranamente simile a quello disegnato nel film di animazione “Chicken Little – Amici per le penne prodotto dalla Walt Disney Pictures e distribuito nel dicembre 2005, ma ancor più ad un soggetto della serie di sorpresine che la Kinder ha immesso sul mercato in contemporanea con l’uscita della pellicola. Ma aoltre a questo divertente scambio di UFO, anche in Sicilia si hanno a che fare con molti misteri che vi metto alla vostra attenzione:

Sfere di luce sopra Punta Raisi, ma gli aerei non c'entrano”. Misteriose luci che si muovono nel cielo seguendo zigzaganti  traiettorie, altre che si fermano sparendo improvvisamente.

Tre casi di avvistamenti UFO ufficialmente certificati dall'Aeronautica Militare nell'anno solare 2007, diversi altri - con statistiche regolari - negli anni scorsi, a risalire fino al 2001. Questo il risultato di un rapporto resto noto ieri, che fornisce elementi assai interessanti, proprio perchè proviene da una fonte militare, ufficiale.

Vi riporto qui il completo take scritto da Vincenzo Sinapi per l'Agenzia Ansa:

Ufo sui cieli d'Italia, l'estate dell'anno scorso: in un caso l'oggetto volante era "fermo e ruotava su se stesso", in un altro procedeva con "moto misto, rettilineo e a zig zag", nell'ultimo non e' stato visto ad occhio nudo, ma e' stato catturato dall'obiettivo di una macchina fotografica.

Sono tre i presunti avvistamenti di Ufo registrati, nel 2007, dall'Aeronautica militare: uno a luglio in Emilia Romagna, un altro ad agosto in Sicilia e l'ultimo a settembre nel Lazio, secondo i dati raccolti dal Reparto generale sicurezza della Forza armata, che si occupa anche di queste cose.

Il 1/o Ufficio del Reparto, infatti, raccoglie le segnalazioni provenienti da diverse fonti e predispone dei riepiloghi annuali, anche se "per uso esclusivamente statistico": non vengono cioe' espresse valutazioni sulla loro attendibilita'.

Il primo avvistamento dell'anno scorso e' avvenuto l'11 luglio, alle 10:10. Ad accorgersi di quello che in gergo aeronautico viene definito un 'Ovni', cioe' un Oggetto volante non identificato, sono stati "privati cittadini", a sud-ovest di Bologna. L'Ufo in questione, notato a circa 1.000 metri di quota, aveva - si legge nella scheda dell'Aeronautica - "forma irregolare", che "variava durante la rotazione". Il colore era "bianco" e la velocita' "non stimata".

Il secondo avvistamento il 19 agosto, alle 21:02, all'aeroporto palermitano di Punta Raisi, quando dei cittadini videro "due luci" bianche muoversi da ovest verso est a grande velocita' con movimento misto "rettilineo-zig zag".

Terza e ultima segnalazione del 2007, a Nettuno (Roma), il pomeriggio del 6 settembre "poco dopo la fine di un breve temporale": in quel caso si tratto' di alcuni "punti di luce", "non visibili ad occhio nudo, malgrado siano stati captati dalla macchina fotografica".

Anche nel 2006 i presunti avvistamenti di Ufo registrati dal Reparto generale sicurezza dell'Aeronautica furono tre: il 3 maggio a Procida (l'oggetto aveva "forma ellittica e colore giallo") e il 3 settembre (due segnalazioni) nel palermitano.

Nel 2007 secondo i dati raccolti dal Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare Italiana, sono stati tre i presunti avvistamenti di ufo nei cieli di Italia, uno in Sicilia. Nel 2006 il Reparto Generale Sicurezza dell'Aeronautica registrò, il 3 settembre, due segnalazioni di presunti avvistamenti di Ufo nel palermitano. Difatti, secondo il database dell’Aeronautica Militare, la zona dell’aeroporto di Punta Raisi è quella che, negli ultimi due anni, in Italia ha registrato il maggior numero di avvistamenti ufficiali di Ufo.
Il primo avvistamento riguarda un pilota civile che alle 18:47 di domenica 3 settembre 2006, a circa 1,3 km a Sud-Sud Est dell’aeroporto di Punta Raisi ha avvistato un oggetto luminoso ad una quota compresa tra i 200 e i 500 metri.
Il secondo oggetto è stato avvistato nella stessa giornata, verso le 21:15, da alcuni cittadini che nella zona tra Montagna Longa e Monte Saraceno, dietro l’aeroporto, hanno visto un oggetto luminoso muoversi in direzione di Carini.
La domenica 19 agosto 2007, alle 21:02, come indicato nei registri dell’Aeronautica Militare, presso la zona dell’aeroporto di Punta Raisi, due luci bianche sono state viste sfrecciare a una quota di 10 mila metri alla velocità del suono (Mach 1, ovvero 1000 km/h), da Ovest verso Est, con un movimento zigzagante.
Dal 1979, l’ufficio speciale preposto alla sicurezza dei cieli, dell’Aeronautica Militare, registra e controlla i fenomeni ritenuti inspiegabile che avvengono nei cieli italiani. Attraverso controlli incrociati sul traffico aereo (civile e militare) e sui movimenti delle sonde meteorologiche, esegue la verifica delle segnalazioni ricevute. Le segnalazioni di «oggetto volante non identificato» ritenute attendibili finiscono nei registri, pubblicati dal 2001.
Ma alcuni ricercatori ufologici privati parlano di ben sette avvistamenti di Ufo nei soli cieli del palermitano: almeno dal 2004 sono aumentati gli avvistamenti sulla costa palermitana. Inoltre, a luglio, a Lampedusa, vi è stato ciò che può essere definito un Incontro Ravvicinato del Primo Tipo. Afferma la testimone: «Rivedendo un filmato ripreso durante le vacanze, abbiamo visto un oggetto di forma discoidale che sfrecciava nel cielo. La cosa più impressionante è la velocità di quest’oggetto che, in un fotogramma, sembra quasi sdoppiarsi. Sono solitamente scettica ma la genuinità delle immagini è tale da non potere lasciare dubbi».
Di certo il fenomeno più interessante, in questi anni in Sicilia, riguarda gli eventi di Canneto di Caronia, dove si manifestano fenomeni elettromagnetici di origine sconosciuta. Ingegneri, ammiragli e generali, carabinieri, architetti, geologi e fisici si occupano da quattro anni di questo mistero. Grazie alle ricerche sul campo hanno costruito un database di 350 eventi fra: avvistamenti, rilievi di campi magnetici, bolle marine dal diametro di un chilometro, distese di melanzane colore arcobaleno, foto inspiegabili. Tutti fenomeni elencati su pagine elettroniche colorate: 100 pagine viola per malesseri e le decine di morie di animali; più di 100 pagine azzurre per gli avvistamenti di ‘Ufo’; 40 pagine in giallo per gli incendi; 100 pagine in verde per fenomeni d’origine elettronica ed elettromagnetica. Infine una relazione tecnica che elenca «numerose testimonianze di avvistamenti diurni e notturni di Ovni (Oggetti Volanti Non Identificati), di improvvisi bagliori e scie, di forti luminescenze nello specchio di mare compreso tra le Eolie, in particolare le Isole Alicudi e Filicudi e la costa di Caronia, che iniziano nel 2004 e si ripetono abbastanza spesso, fino a oggi...». E, come detto, foto con oggetti circolari volteggianti sulla dirimpettaia isola di Vulcano.
Si tratta di una foto scattata da un mezzo militare il 2 agosto del 2004. L’immagine indica due oggetti volanti sospesi sull’isola. Ingrandito e studiato il fotogramma in ogni dettaglio, i tecnici del Gruppo hanno concluso che non si tratta di un fotomontaggio. «Proprio perché sembrano due dischi volanti, procediamo con i piedi di piombo, in assenza di conclusioni scientificamente definite», commentava il coordinatore del Gruppo. Sempre il 2 agosto del 2004, un simile oggetto volante fu osservato sul cielo di Trapani, mentre il 29 luglio un altro dello stesso tipo venne avvistato su Rometta Marea, a pochi chilometri da Caronia.
A partire dal 2004 una serie di fenomeni anomali si è concentrata fra le Eolie e la costa di Caronia, segnata da incendi improvvisi, di elettrodomestici che si accendevano da soli, di suppellettili che s’incendiavano, di cellulari che si ricaricavano senza essere collegati a nulla e che sui display mostravano caratteri ignoti e, poi ancora, pen drive che si smagnetizzavano, bussole che impazzivano, cancelli automatici, sensori, rivelatori di fumo, allarmi delle automobili che si attivavano senza l’invio di comandi; per giungere all’implosione dei vetri di un’utilitaria e al foro su un parabrezza, «colpito dalla punta di un trapano invisibile».
Canneto di Caronia, da allora, è stata sottoposta ad una sorveglianza ai raggi X e di spie elettroniche impegnate a scoprire il perché di queste anomalie elettromagnetiche, che la magistratura ha archiviato nel 2007 come “un fenomeno di natura dolosa e umana”. Opera di un piromane a tutt’oggi ignoto; una spiegazione insufficiente per gli abitanti di Canneto che hanno dovuto lasciare per mesi le loro case.
Tra l’altro, un agricoltore del posto ha scattato parecchie foto che riprendono strani oggetti volanti, tra cui uno che, a metà agosto, inseguiva un elicottero della Protezione civile, poi costretto ad un atterraggio per avaria alle pale. Tutti documenti finiti nel database dei ricercatori del ‘Gruppo interistituzionale’, l’osservatorio dei fenomeni istituito con decreto della presidenza del Consiglio nel 2005. Tale organismo ha il suo quartier generale in un ufficio all’ottavo piano del palazzo della Regione siciliana, a Palermo. Il database avrebbe interessato anche i servizi segreti perché, secondo delle indiscrezioni, un documento relativo alle indagini consegnato alla Protezione civile e a Palazzo Chigi ipotizzerebbe l’esistenza di “test militari segreti o esperimenti alieni”.
Secondo i responsabili del gruppo istituzionale di ricerca, le cause del fenomeno sono di “origine artificiale”, delle “emissioni elettromagnetiche impulsive” capaci di generare “una grande potenza concentrata in frazioni di tempo estremamente ridotte”. E quale ne sarebbe la “fonte”? «Potrebbe anche trattarsi di applicazioni sperimentali di tecnologie industriali, non escludendo quelle finalizzate a recenti sistemi d’arma a energia elettromagnetica...». Magari esperimenti di una potenza militare.
Comunque la “fonte” potrebbe trovarsi in fondo al mare, sott’acqua, perciò è stata installata una rete di telecamere e termocamere agli infrarossi e di sensori intorno a Canneto, lungo la costa e sulle Eolie, nel tentativo di localizzare, non solo l’eventuale piromane (comunque mai scovato), ma “l’impulso sorgente proveniente dal mare”. Queste reti automatiche di rivelazione sono state collegate, per tre anni, ai computer del gruppo di ricerca, posti nell’appartamento di una delle vittime di Cannetto. Per continuare l’attività sarebbe bastato spostare le attrezzature, del valore di 150 mila euro, in un altro edificio, posto vicino al mare, ma il monitoraggio è stato interrotto e le apparecchiature riposte nel magazzino del Comune di Caronia. Eppure la rete di sorveglianza «consentiva di rilevare molteplici dati attorno ai fenomeni. (…) Volevamo installare altri sensori anche alle spalle di Caronia, sulle vallate interne, a Lipari e Salina, per creare una rete capace di individuare il “punto sorgente”», afferma il responsabile del gruppo di ricerca Prof. Venerando. Tra l’altro, nel 2007, 17 parlamentari hanno avanzato un’interpellanza, in Senato, per ripristinare il monitoraggio.

 

 

 

 

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7 gennaio 2013 1 07 /01 /gennaio /2013 23:10

L’episodio eclatante che pose all’attenzione mediatica questo luogo piemontese risale al 1996, precisamente il 3 marzo quando due escursionisti videro – o almeno dichiararono di vedere – un oggetto luminoso dalla forma circolare e con i riflessi giallo-verdi, svolazzante in cielo per oltre un quarto d’ora. L'oggetto – sempre stando alle dichiarazioni dei due spettatori, abbondantemente riprese e riportate da vari giornali – presentava due grosse calotte trasparenti attraverso le quali si intravedevano muoversi sagome apparentemente umanoidi. Il luogo dell’avvistamento fu, appunto, il Monte Musinè, ovvero un rilievo sinistro alquanto inospitale, brullo e decadente dove nessuna pianta o vegetazione alcuna riesce ad attecchire, solo cespugli ed erbacce abitate da vipere. Invitante no? La versione più diffusa è che questa montagna sia una base segreta di “dischi volanti”, ma a parte UFO ed extraterrestri, ci sono altre peculiarità collegate a questo luogo che, non a caso, è stato definito il monte più misterioso d’Italia.

 Alle due estremita' dell'oggetto c'erano due grosse calotte trasparenti attraverso le quali si intravedevano muoversi delle sagome apparentemente umanoidi...

Periodicamente sui giornali locali appaiono interviste a persone che sostengono di aver visto strane luci sorvolare il Musinè mentre qualcuno sostiene addirittura di aver visto degli alieni passeggiare, di notte, tra sassi e buche. Come se non bastasse, anche il vicino lago di Avigliana sarebbe stato teatro di strani avvistamenti. A cosa si assiste quindi? Le persone sono attirate da notorietà fuggente o semplicemente dice la verità su ciò che ha visto? Tra dubbi e certezze, cari amici lettori, anche voi potete credere o meno, la vostra impressione è importantissima, consultate il nuovo forum e aggiungete la vostra opinione.

 

 

 

 

Dalle circostanze riportate in seguito dai due testimoni si puo' presumere che in relazione all'avvistamento UFO in oggetto possa essersi verificato anche un possibile caso di abduction. A circa 18 km da Torino, visibilissimo dagli immediati dintorni, da Rivoli, dai laghi di Avigliana, da altre località vicine, sorge il Musinè, il monte pi๠misterioso d'Italia, un rilievo sinistro su cui nulla attecchisce, nulla riesce a crescere, tranne cespugli rinsecchiti, erbacce circondate da grovigli di vipere.
L'attenzione intorno ad esso venne accesa da qualche accenno a misteriose aperture, a massi forse scolpiti dagli agenti atmosferici e modellati poi presumibilmente dall'uomo, da sinistre leggende su cui domina quella di Erode, secondo la quale il feroce re di Giudea sarebbe stato condannato a espiare i suoi crimini sorvolando la tetra montagna rinchiuso in un carro aereo di fuoco. In effetti non sono rare le notti in cui bagliori improvvisi si accendono lungo le pendici del Musinè e (forse) nel suo cielo: si tratta a volte d'incendi, a volte di lampi; c'è chi parla di fuochi fatui, di fulmini globulari.
E' comunque facilmente spiegabile come questi fenomeni abbiano sfrenato la fantasia degli osservatori di UFO, alcuni dei quali vedono nella montagna torinese addirittura una base segreta di 'dischi volanti'. Che cosa possono andare a cercare lass๠gli extraterrestri proprio non riusciamo a indovinare...
Dobbiamo tuttavia concedere un'attenuante agli ufologi: chi non sarebbe suggestionato dall'alone di sinistro mistero che circonda il Musinè? Alla leggenda di Erode, poi, se ne sovrappongono molte altre: si parla di una 'grotta incantata', di lupi mannari, d'immagini spettrali che svaniscono nel fumo, di urla di anime dannate, di suoni, di musiche strane, di sabba sfrenati, di un immenso tesoro sepolto e ancor sempre, nelle versioni pi๠diverse, di 'fuochi magici'.
Con parecchi altri ricercatori, il francese Louis Charpentier vede le leggende come deformazioni di avvenimenti reali, ricordi distorti, alterati nel corso dei secoli. E dello stesso parere è Mario Salomone, archeologo e fotografo torinese. Proprio questa sua convinzione lo porta sulle tracce di un'antichissima cultura senza nome, riecheggiante motivi propri a civiltà di tutto il globo.

STELLE SULLA ROCCIA

Secondo tradizioni ancora vive, un drago d'oro sarebbe stato posto a guardia della 'grotta incantata' del Musinè, pronto a difendere non solo incomparabili tesori, ma anche il mago che la abitava. Sembra che un giovane chiamato Gualtiero, infischiandosi degli inviti alla prudenza dei compaesani,sia penetrato nell'antro dello stregone. Quest'ultimo, vistosi scoperto, avrebbe abbandonato a bordo di un 'carro di fuoco' il suo rifugio, facendovi di tanto in tanto ritorno con lo stesso veicolo per dedicarsi a qualche incantesimo, tanto per non perdere l'abitudine...
Gli abitanti delle località vicine identificano quest'astronave ante litteram con i globi di fuoco che sorvolerebbero la vallata per posarsi poi sul monte: si tratta ovviamente di un'altra versione del 'carro di Erode'. Ma soffermiamoci un momento sul drago e sulla 'sfera infuocata'.
Nelle vecchie fiabe troviamo innumerevoli bestioni del genere a guardia di antri e tesori. Ma nella mitologia cinese incontriamo proprio draghi d'oro volanti, avvampanti. del 'mostro del Musinè' non si parla pi๠dopo la scomparsa del mago: che abbia preso il volo e sia poi stato visto come bolide fiammeggiante? Notiamo anche che presso altre remote civiltà asiatiche, africane, americane, è il serpente a prendere il posto del drago: alato, piumato o stilizzato, rigido o a volute, simboleggia sempre l'infinito,sovente il volo...
E molte, molte volte compare anche accanto al segno solare: tanto accade pure sul Musinè, dove lo vediamo inciso vicino alla raffigurazione dell'astro e martellinato sotto quello che parrebbe un'ammasso stellare. Non dimentichiamo che a poca distanza dal monte, nei pressi di Caprie, sempre nella valle di Susa, una lama di pietra guarda su uno strapiombo di 150 metri, sovrastata da segni solari.
Ed è un serpente rozzamente simboleggiato, come quello di Algajola, in Corsica, un serpente che, elaborato nell'orrida e stupenda arte maya, sembra elevarsi al cielo dal 'tempio dei guerrieri' di Chichà¨n Itzà . Il Musinè è costellato anche di rappresentazioni solari, accanto alle quali troviamo menhir, pietroni che potrebbero essere aree sacrificali preistoriche, con un monolito trapezoidale perfettamente squadrato.
Su questa stele osserviamo, evidentissimi, tre soli, che hanno i loro esatti corrispondenti nei segni rilevati in Francia, a Pair-non-Pair (Gironda) e nei pressi di Montesquieu (Avantès-Ariège), interpretati dall'archeologo Aimè Michel come 'possibili raffigurazioni di veicoli spaziali'.
Anche se vogliamo tenere ben saldi i piedi a terra, dobbiamo ammettere che i tentativi di spiegazione delle leggende ci prospettano già un quadro fantastico quanto basta.
"Si narra che l'uomo lupo si trasformasse in belva venendo fuoi dalla sua grotta, per riprendere poi sembianze umane", ci dice Salomone. "Potrebbe trattarsi benissimo d'individui i quali, uscendo all'aperto, si coprissero con pelli animali per difendersi dal freddo".
E, riferendosi agli altri favolosi ricordi, aggiunge: "Le immagini spettrali, umane o animali, scomparenti nel fumo potrebbero essere quelle di vittime sacrificate sulle presunte are, le urla delle anime dannate le loro espressioni di terrore, oppure grida di guerra. I balli, i suoni strani, le musiche misteriose sono, probabilmente, ricordi deformati di danze e canti rituali, propiziatori, degli antichi abitanti del Musinè".
Il ricercatore torinese crede di poter scorgere nei 'fuochi magici' verdastri "fosforescenze originate da sostanze animali o vegetali in decomposizione", ma solo in parte: altri possono essere stati generati dall'accensione di resine e grassi animali nelle coppelle (incisioni appunto di piccole coppe) che abbondano sul monte, fra i 400 e i 900 metri di quota.
Perchè genti primitive, assillate da problemi pratici da cui dipendeva la loro sopravvivenza, si sarebbero presa la briga di accendere fuocherelli in buche scavate faticosamente nella roccia? Per imitare le stelle... La risposta è logica: sembra che altrettanto accadesse in Perà¹, in Spagna e in Francia. A proposito di quest'ultimo paese, disponiamo della testimonianza del professor Denis Peironj, il quale portò alla luce presso La Ferrassiè (Charente) un'incisione raffigurante l'Orsa Maggiore. La stessa si trova anche sul Musinè. Ma sul monte piemontese c'è di pià¹, molto di pià¹, e Salomone lo cerca, confrontando i vari gruppi di coppelle con le carte astronomiche. E scopre qualcosa di unico al mondo: un'intera mappa celeste incisa sulla roccia! C'è tutto l'emisfero boreale, dalla Croce del Nord (o Cigno) alle due Orse, da Boote a Cassiopea, dalla Saetta al Triangolo, dalla Colomba alla Cintura di Orione, alle enigmatiche Pleiadi che suggellano i segreti di tante remote civiltà . L'insieme di altre coppelle, però, non dice nulla che si riferisca all'emisfero boreale: potrebbe dire qualcosa, forse, riguardo a quello australe, come potrebbe tratteggiarci costellazioni sconosciute o formare combinazioni puramente casuali.

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