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17 aprile 2020 5 17 /04 /aprile /2020 21:54
 
 
Studiando la complessità e il significato più profondo di ognuno di essi e osservandoli, 
ci sentiamo collegati, vivi e incuriositi. 
Ma qual è il loro vero significato?

1) Hamsa:

Hamsa è la parola araba che significa “cinque” e rappresenta le cinque dita della mano. Hamsa è un segno universale di protezione, ed è spesso usato per allontanare il malocchio e i pensieri negati di altre persone. Secondo la storia di questo simbolo, se qualcuno ti guarda con cattive intenzioni e tu lo indossi, il malcapitato andrà incontro a situazioni poco piacevoli.

 

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2) L’albero della Vita

Lo sapevi che l’albero della vita è stato rappresentato da molte culture e religioni di tutto il mondo? Si dovrebbe anche sapere che l’Albero della Vita, o anche conosciuto come l’Albero del Mondo, è associato alla nascita, alla vita, alla morte e alla rinascita, dentro il cerchio della vita. Nel Cristianesimo, l’albero è conosciuto come ‘l’albero del giardino dell’Eden’ dal quale Adamo ed Eva si cibarono del suo frutto proibito. Generalmente, l’albero della vita è conosciuto per avere un collegamento tra i quattro elementi della terra (aria, acqua, terra e fuoco), esso è una rappresentazione della connessione tra l’infinito e ogni cosa all’interno della creazione.
 

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3) L’Ankh

L’Ankh è un simbolo ben noto associato agli antichi egizi. Si dice che i nostri antenati usassero l’Ankh durante la pratica sessuale al fine di rigenerare l’energia sessuale al momento dell’orgasmo. Generalmente, il simbolo dell’Ankh è stato associato con la vita eterna e alla rigenerazione. Oggi, è spesso usato come un segno di vita e di saggezza spirituale.
 


 

4) Il Wadjet (o Ujat, “tutto unico”)


E’ un potente simbolo di protezione; in Egitto era conosciuto anche come l’occhio di Horus o “l’occhio che tutto vede”. Il wedjat “aveva lo scopo di proteggere il faraone qui e nell’aldilà, per scongiurare il male. Gli antichi marinai egiziani e mediorientali, dipingevano spesso questo simbolo sulla prua della loro nave, per garantire la sicurezza nei loro viaggi in mare.



 

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5) Il fiore di loto

Un simbolo spirituale molto importante nel Buddismo, come in altre diverse religioni, il fiore di loto è generalmente visto come un segno di illuminazione. Cresce nell’acqua fangosa del materialismo per poi aprire i suoi petali al sole dell’illuminazione. Questo simbolo rappresenta il viaggio dalle tenebre alla luce. E’ anche un segno dell’importanza del distacco, infatti le gocce d’acqua scivolano facilmente dai suoi pedali.

 

6) Il Yin Yang

Questo segno rappresenta l’armonizzazione della dualità. Significa l’unità tra l’energia del maschile e del femminile. Lo yin yang è un promemoria spirituale che porta l’equilibrio tra luce e oscurità, offre un approccio più olistico per vivere una vita piena di significato. L’universo si attiene alla legge dell’equilibrio.

 

7) Il Pentacolo

 

Spesso frainteso e talvolta etichettato come “satanico”, il pentagramma simboleggia le qualità dell’uomo. Il punto superiore rappresenta lo spirito, mentre gli altri punti rappresentano i quattro elementi. Nella Wicca questo simbolo è molto usato  nelle cerimonie sacre per ricordare a se stessi la natura del genere umano.

 

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8) Il Caduceo

Erroneamente usato come simbolo dall’organizzazione sanitaria, il Caduceo è il tradizionale simbolo di Hermes ed è rappresentato da due serpenti che si avvolgono attorno ad una figura, molto spesso alata. Il Caduceo fornisce la base per il simbolo astrologico che rappresenta il pianeta Mercurio. Il simbolo del Caduceo è anche una rappresentazione della propria energia vitale primordiale. I serpenti gemelli, rappresentano l’energia Kundalini che salgono dalla base della colonna vertebrale. Un essere femminile e uno maschile che intrecciandosi l’uno con l’altro, consentono alla persona di possedere le ali per una nuova vita.

 

 

9) Ruota del Dharma

La Ruota del Dharma, o la “Ruota della Legge”, è il simbolo buddista per gli insegnamenti del percorso del Nirvana. Ogni raggio rappresenta un passo in Ottuplice Sentiero del Buddha. È interessante notare, che essa è più vecchia del Buddismo stesso, che risale al 2500 a.C.
 

10) Il Fiore della Vita

Uno dei principali simboli della geometria sacra, il Fiore della Vita, contiene tutti i modelli della creazione al suo interno. Composto da 7 o più simboli sovrapposti, il fiore della vita è stato usato da quasi ogni cultura antica ed è considerato una delle formazioni sacre primordiali.

 

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11) La Triquetra

La Triquetra è un simbolo grafico che arriva dalle popolazioni e tradizioni celtiche. La Triquetra rappresenta la trinità e tutti i fenomeni della natura triplice quali: la nascita, la vita, la morte, il passato, il presente, il futuro, il corpo, lo spirito, l’anima, il Mercurio-Zolfo-Sale per gli alchimisti.
Questo simbolo, era molto utilizzato dai popoli nordici come i Celti, perché ritenuto un simbolo di protezione dal grande potere.

La triquetra si trova ancora oggi incisa sulle rocce, su antichi elmi e armature da guerra di quegli antichi popoli, poiché essa simboleggiava la protezione, l’interconnessione e la compenetrazione dei tre livelli: il fisico, il mentale e lo spirituale. In questo simbolo, il cerchio nel mezzo, come nel pentagramma, rappresenta la perfezione e la precisione. Secondo alcuni studiosi esso rappresenta anche i tre volti della donna, considerata massima espressione della Natura: l’anziana, la madre e la vergine.

Usato come talismano, la triquetra attira le tre principali qualità femminine (ovvero: intuizione, tenerezza e bellezza) e, portato sempre con se, aiuta ad ottenere la protezione contro tutti i mali.

 

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6 febbraio 2020 4 06 /02 /febbraio /2020 22:34
Nel corso del lavoro portato avanti dal nostro Progetto di lavoro abbiamo approfondito le figure dei Player riconducibili alle fazioni politiche degli Anunnaki sorte successivamente all’idea di Enki di creare quella nuova creatura frutto di ibridazione tra una specie autoctona, l’Homo Erectus, e gli Anunnaki stessi.

Fu così, grazie a un’opera di ingegneria genetica avanzata che comparì sulla scena del pianeta l’Homo Sapiens, avente come scopo quello di servire gli “dei” così come sostenuto tra gli altri nelle teorie del ricercatore italiano Biagio Russo e nei precedenti lavori di Atlanticus: “Manipolazioni genetiche all’alba del genere umano” presentato a Milano il 30/09/2012 e l’articolo “Il Seme degli Dei” entrambi scaricabili gratuitamente dal sito.

Tornando agli Anunnaki e al loro esperimento fin da subito si distinsero due specifiche fazioni con visioni totalmente antitetiche nei confronti della nuova creatura.

Da un lato i seguaci di Enlil che vedevano l’uomo come semplice strumento di lavoro in rispetto dello scopo per il quale era stato creato e che al tempo stesso temevano l’acquisizione da parte di questo di determinate conoscenze. Basti solo pensare alla reazione degli Elohim quando il “serpente” permise ad Adamo ed Eva di cogliere quel frutto.

Dall’altro i seguaci di Enki, desiderosi di fornire all’umanità quegli strumenti utili per evolversi socialmente, tecnologicamente e spiritualmente; strumenti allegoricamente rappresentati dal biblico frutto della conoscenza e dal cabalistico frutto dell’albero della Vita.

Immagine

Certi commentatori osservano come l'Albero della Vita sia un adattamento ebraico di simboli già presenti presso diversi popoli antichi: in effetti, ritroviamo in Egitto il sicomoro sacro come pure il Djed, che giocano un ruolo importante nell’esoterismo egizio. Altri Alberi della Vita esistevano ad esempio nella tradizione mesopotamica di Elam con potenti risonanze cosmogoniche. Sotto nomi diversi una stessa percezione si è installata in differenti culture: l’Albero della Vita si chiama l'A#347;vattha in India, l'Albero Bo o la ficus religiosa dei Buddhisti, il Frassino, Yggdrasil dei popoli nordici, l’Asherah originale degli Assiri, il Java-Aleim (Jahva Alhim declinato in ebraico nel seguito) della tradizione cabalistica caldea.

Nella cabala lo schema dell’Albero della Vita è composto, tra le altre cose, da dieci Sephirot, ovvero i dieci “strumenti” di Dio i cui nomi sono descritti nello schema riportato sopra, ognuna delle quali era dominata da uno degli Arcangeli.

La tradizione iconografica cristiana così come anche certe correnti spirituali new age ci hanno abituato a immaginare gli angeli come esseri spirituali, incorporei, che interagiscono benevolmente proteggendoci, ispirandoci e aiutandoci nelle scelte di tutti i giorni. Niente di più sbagliato se invece andiamo a osservare l’etimologia e l’origine della parola “angelo” e alla descrizione che si fa di essi nella Bibbia stessa.

Il termine "angelo" ha origine dal latino angelus, a sua volta derivato dal greco ánghelos, attestato nel dialetto miceneo nel XIV/XII secolo a.C. come akero, con il significato di inviato, messaggero; e, come messaggero degli Dei, il termine "angelo" appare per la prima volta nelle credenze religiose della Civiltà classica anche se fin dalla cultura religiosa dell'area mesopotamica sono state elaborate credenze sugli angeli, qui indicati con il termine “sukkal” (o sukol), che ritroveremo nei successivi monoteismi. Anche nelle culture mesopotamiche infatti il ruolo dell'angelo è quello di messaggero-inviato del dio: il sukkal di Marduk è, ad esempio, Nabu, quello di Anu è Papsukkal mentre quello di Inanna è Mummu.

Ed è proprio come inviati, messaggeri degli Elohim, che gli angeli annunciano ad Abramo che avrà un figlio così come sono due angeli, due Malakim, ad arrivare a Sodoma per consegnare a Lot il messaggio dell’imminente distruzione della città. Ma in questi come in molti altri casi citati nella Bibbia, gli angeli non si manifestano come entità spirituali, ma come veri e propri esseri in carne ed ossa dotati di fisicità e di quelle stesse passioni proprie degli uomini.

Non voglio con ciò negare la possibilità dell’esistenza di entità spirituali benevole abitanti un livello metafisico a noi non direttamente percepibile; semplicemente voglio affermare che gli angeli, i malakim descritti nella Bibbia non hanno nulla a che vedere con questo ‘mondo astrale’ considerato che di sovente vengono rappresentati nell’atto di mangiare, di bere e comunque di interagire a livello fisico con il mondo materiale in cui si muovono.

Concentriamoci ora sulla figura dell’Arcangelo, ovvero il livello gerarchicamente superiore all’angelo; Arcangelo che, come abbiamo citato prima, sovrintende la propria Sephirot. Gli Arcangeli più famosi sono l’Arcangelo Gabriele, l’Arcangelo Raffaele e a loro ulteriormente superiore, l’Arcangelo Michele; accanto ad essi si affiancano diversi Arcangeli minori: Raziel, Uriel, Amitiel, Samael, Camael… raggruppati in modo diverso a seconda delle diverse tradizioni, tutti comunque accomunati dalla sillaba finale “El” che li ricollega alla schiera degli Elohim.

ImmagineI tre Arcangeli maggiori, si noti Michele (nel mezzo) che nell’iconografia classica caccia Lucifero dalla schiera celeste

Già, i nostri Elohim della Bibbia, ovvero quegli “Antichi dei” di un tempo dimenticato, creatori di un Uomo a loro immagine e somiglianza, e divisi ‘politicamente’ tra due fazioni, gli Enkiliti e gli Enliliti facenti parte del pantheon di divinità sumere capeggiato da Anu e dai suoi due figli Enki ed Enlil e da altre divinità le quali governavano, centinaia di migliaia di anni fa, sul popolo degli Anunnaki.

E come esercitavano il loro potere? Proprio attraverso le gerarchie angeliche, equivalenti ai nostri ministri e funzionari pubblici in carica presso le istituzioni Anunnake al servizio dell’Elohim, oggi diremmo, ‘al governo’.

Sulla base della traslitterazione dei nomi originali degli Arcangeli e delle descrizioni che vengono loro attribuite dalla tradizione giudaico-cristiana (ma anche alcune citazioni coraniche) abbiamo così: Ra-Pha-El (Raffaele) un ipotetico funzionario del ministero di un ipotetico ministero della salute ante-litteram, Mi-Ka-El (Michele), apparentemente un importante funzionario militare, e Kha-Vir-El (Gabriele) forse dedito alle istituzioni collegate al mondo delle informazioni, delle comunicazioni, oggi diremmo dei media, considerato nel mondo contemporaneo, e non per caso, l’angelo protettore delle comunicazioni (radio, cinema, televisione), dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai, dei corrieri, dei radioamatori, delle unità dell'Esercito Italiano appartenenti all'Arma delle Trasmissioni e, in generale, di chiunque "porta notizie" (cit.da Wikipedia).

In qualità di funzionari essi non avevano compiti politici o di governo e per questo non vengono mai annoverati nel pantheon degli Elohim. Il loro ruolo era quello di semplici esecutori del volere “divino” dei loro superiori, gli “antichi dei” Elohim governatori di un tempo dimenticato dalla nostra storia. Ora Enki o un suo fedele, ora Enlil o uno dei suoi seguaci, almeno fino alla lotta intestina al mondo Anunnako tra i due fratelli e allo scisma che ne derivò durante il quale il testo biblico narra della cacciata da parte dell’Arcangelo Michele di Lucifero e della schiera dei suoi fedelissimi che da quel momento verranno definiti “Angeli Caduti” o “Vigilanti” nel libro di Enoch.

I Vigilanti, erano come i Malakim, gli Angeli, messageri divini al servizio di Dio, ma "caduti in disgrazia", ovvero scacciati dal ministro della guerra Enlilita Mi-ka-El, che si aggiravano sulla terra in carne ed ossa. L'antica letteratura giudaica attribuisce ai Vigilanti specifici tratti somatici: molto alti, di pelle bianca, capelli bianchi lanosi, carnagione arrossata, occhi penetranti e volti di serpente; i testi mesopotamici ed altri racconti mediorientali sembrano confermare arricchendo le citazioni con "razze di giganti" e confermando che le divinità, antenate della civiltà, erano anch'essi di statura "gigante".

Dal libro di Enoch si racconta che i Vigilanti ribelli rivelarono all'uomo i segreti proibiti del cielo. Azazel "insegnò agli uomini a fare spade, coltelli, scudi e corazze e fece conoscere all'uomo l'arte di lavorare i metalli". Altri Vigilanti sono accusati di aver addestrato i mortali in campi scientifici, quali l'astronomia e la geografia, l'arte di abbellire il corpo, addirittura di "abortire".

Penemu, infine, istruì l'uomo sull'uso di "inchiostro e carta". Caratteri estremi e qualità sorprendenti, dunque, che, forse nulla hanno a che fare con la competenza di un "messaggero celeste" ma che sembrano riguardare più l'azione di una razza molto progredita che trasmette parte dei suoi segreti ad una cultura meno evoluta.

I resti umani trovati in Iraq, nelle tombe egizie, nei templi Maya, hanno mostrato che individui di alta statura e dotati di lunghe teste rappresentavano l'aristocrazia, la classe dominante delle primitive culture. Autori come Eric von Daniken e Zecharia Sitchin teorizzano che i Vigilanti avessero un'origine extraterrestre.

Immagine
Raffigurazione di un Vigilante ricostruita da Billie Walker John sulla base delle descrizioni del libro di Enoch

Ma la vita per i messaggeri degli dei non fu semplice, dopo lo scisma degli Anunnaki, avvenuto centinaia di migliaia di anni fa essi dovettero assistere e servire a un nuovo momento epocale nella storia dell’umanità. Il Diluvio Universale, la distruzione della civiltà di Atlantide promossa dagli Enkiliti e la successiva “Rinascita” di cui abbiamo parlato più volte nel nostro blog, durante la quale furono assegnati ad alcuni Elohim i territori in cui, in virtù del patto sancito da Enlil, si sarebbe dovuta organizzare la ripartenza della società umana azzerata dalla repentina fine della glaciazione di Wurm e dai conseguenti sconvolgimenti globali ricordati come Diluvio Universale.

C’è chi ottenne l’Egitto, chi l’Europa continentale, chi le regioni della valle dell’Indo e chi il mesoamerica con le rispettive popolazioni. Ma ci fu chi non ricevette nulla… e decise di prenderselo, per sempre.

Quell’Elohim si chiamava Yahweh! E come descritto nell’articolo “La Sconfitta della Rinascita” esso selezionò un gruppo di persone della famiglia di Abramo e scelse per loro una regione intermedia tra l’Egitto e le valli dei fiumi Tigri ed Eufrate, da dove muovere battaglia per la conquista dell’intero pianeta attraverso il “suo” popolo prescelto con il quale assoggettare tutte le terre e tutti i popoli della Terra in segno di disprezzo verso coloro che gli negarono un ruolo pari a quello degli altri Elohim.

Possiamo allora definire Yahweh come l’esponente più importante dell’ala più oltranzista degli Enliliti. E con ciò ci ricolleghiamo alle tre figure più volte ricordate nelle ricerche e nelle teorie prodotte dal Progetto Atlanticus:

- Player A: Enliliti, timorosi della possibilità dello sviluppo dell’Uomo, orientati alla ‘beata ignoranza’

- Player B: Enkiliti, fiduciosi e benevolenti nei confronti dell’umanità

- Player C: Enliliti oltranzisti, o metaforicamente definiti Rettiliani, dediti al dominio

Fu a questo punto che gli stessi Arcangeli decisero di iniziare a giocare un ruolo determinante nel tentativo di riportare un po’ di ordine non più come meri esecutori di ordini. Se in un primo momento essi si limitarono a svolgere i compiti assegnati loro dall’Elohim di turno riscontriamo a un certo punto della storia una sorta di ribellione degli Arcangeli enliliti Mi-Ka-El e Kha-Vir-El verso il loro nuovo sovrano ‘terrestre’ Yahweh. Il primo ritornò ad appoggiare la causa del Player A, ovvero degli Enliliti, mentre il secondo, Gabriele, apparentemente sposò la causa del Player B. Fu infatti quest’ultimo a comunicare la nascita di uno dei più grandi esponenti del Player B: Gesù Cristo.

La battaglia tra i tre Player continua e come gli Elohim stanno ancora giocando la loro partita così anche gli Arcangeli stanno svolgendo il loro eterno compito di messaggeri/funzionari degli Elohim.

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22 dicembre 2019 7 22 /12 /dicembre /2019 23:45
Nelle uggiose notti autunnali, quando a stento tra le nubi una pallida luna riesce a fare capolino, un uomo gigantesco e imponente vaga solitario, per gli antichi ed oscuri vicoli di Praga...
    

Una suggestiva panoramica del cielo PraghesePraga, durante il regno dell'imperatore Rodolfo di Asburgo, era una città dai mille volti, ammantata da un fascino misterioso e "magico", dimora eletta di personaggi dediti allo studio e alla conoscenza di tutto quanto poteva definirsi arcano, patria di coloro che dedicavano la propria vita a studiare i segreti del cielo e le potenze oscure della terra. Ma era anche città dalle fortissime tensioni sociali e razziali, dove soprattutto la comunità ebraica e l'opera del popolo di Israele, molto spesso associata al mondo dell'occulto e della cospirazione al potere costituito, erano costantemente messi all'indice e progressivamente relegati ai margini del vivere sociale, sia dal potere sovrano che dal semplice popolino. E' in questo ambiente così particolare che trova terreno fertile per crescere e prosperare una leggenda dai contorni oscuri, terribile e affascinante al tempo stesso, una "vecchia storia" la cui eco è ancora presente ai nostri giorni, un racconto magico e misterioso riassumibile in una sola, terrificante ed arcana parola... GOLEM. Secondo la leggenda, il rabbino Judah Low Bezaleel, capo spirituale della comunità ebraica di una Praga dove più potente che mai era l'autorità dell'imperatore Rodolfo, preoccupato dal vorticoso e irrefrenabile peggiorare degli eventi, nell'assoluto stato di ostilità e segregazione che stava incombendo sulla propria comunità, prese la drastica e ferma decisione di ricorrere al suo Dio e ai misteri della Cabala per salvare il popolo del ghetto ebraico.

 

Low si impegnò a lungo, anima e corpo, in una febbrile e angosciosa ricerca, terminata solo con il ritrovamento di un'antica e misteriosa formula cabalistica. Una sorta di rituale magico in grado di donare al vita alla materia inerte, capace di generare un essere mostruoso e terrificante da un semplice impasto di acqua e argilla e asservirlo in tutto e per tutto alla volontà del suo creatore. Così come Dio aveva plasmato con terra e fango il primo uomo, Low avrebbe potuto, grazie all'immenso potere dell'arcano e occulto rituale, donare la vita ad una creatura fatta solo di fango impastato, una sorta di nuovo Adamo creato da arti e mani umane. Una, però, era la condizione irrinunciabile che avrebbe donato la vita alla creatura: inserire nel suo petto o nella fronte una pergamena con la trascrizione di uno dei tanti misteriosi nomi di Dio che solo i maestri del nome, custodi gelosi dei segreti della Cabala, conoscevano.

Low, donata la vita alla terribile creatura, chiesta ed ottenuta udienza dall'imperatore, si recò alla corte imperiale, accompagnato dal suo imponente servitore, con un duplice scopo: chiedere e ottenere l'annullamento di un nuovo editto persecutorio mirante all'espulsione della comunità ebraica da Praga e "rimpossessarsi" della dignità sottratta alla sua gente. Per raggiungere questi obiettivi avrebbe potuto contare sulle sue innate capacità oratorie, ma, qualora queste non fossero state sufficienti, avrebbe potuto fare ricorso, come arma persuasiva, agli arcani poteri della Cabala e alla immensa forza della sua creatura. Rodolfo d'Asburgo, poco disposto a fare concessioni, informato delle conoscenze iniziatiche, cabalistiche e mitologico-teologiche del rabbino, chiese tuttavia a Low una dimostrazione del suo misterioso sapere, riservandosi in un secondo momento di prendere una decisione in merito alle richieste. Non appena le parole uscirono fluenti dalle labbra del rabbino un incredibile stupore e un timoroso silenzio si impossessarono subito degli animi e dei cuori dell'imperatore e dei suoi fedeli, al tempo stesso profondamente turbati dal susseguirsi delle terribili e meravigliose visioni legate alla storia di Israele che Low esponeva con ritmo sempre più incalzante. Improvvisamente, dal nulla, un riso sommesso iniziò a propagarsi per il castello, crescendo d'intensità e contagiando progressivamente tutta la corte, imperatore compreso.

Il riguardoso e timorato silenzio lasciò il posto ad una potente ed irrefrenabile eco di risa, accompagnate da un'insana e irrazionale serie di commenti, irriguardosi e sarcastici, ad indirizzo del rabbino e del suo popolo. Ma il furore cieco che si stava concretizzando, scatenato dal rancore covato nell'animo di Low ed esternato dall'immensa forza della creatura, tramutò in un attimo le divertite risate in isteriche urla di terrore, spalancanJudah Lowdo davanti agli occhi dei presenti la terrificante e misteriosa potenza di un essere soprannaturale... Ad un comando di Low il mostro d'argilla inziò a scatenarsi senza controllo, seminando panico e distruzione, rivelando al mondo gli oscuri poteri delle arti occulte della Cabala. Terrorizzato, Rodoflo supplicò a Low il perdono per l'ingiuriosa irriverenza e, in cambio della vita, promise la revoca dei più pesanti provvedimenti antiebraici, l'editto di espulsione in primis. La creatura obbedì ai comandi del suo creatore permettendo alla corte imperiale di salvarsi, ma qualcosa era profondamente mutato nel mostro. Presa coscienza di sè, di essere creatura vivente e non semplice robot alle volontà di un padrone, impedì al rabbino di estrarre dal suo petto la mistica pergamena con il nome di Dio impresso, consapevole che da quel pezzo di stoffa ormai sarebbe dipendeva tutta la sua vita. Quasi impazzito e senza più controllo, l'abominio, solo consapevole della sua esistenza, iniziò a vagare per i vicoli di Praga seminando il terrore ovunque e travolgendo ogni cosa a causa della sua mastodontica mole. Solo l'innocenza di un bambino, per nulla spaventato dalle fattezze dell'essere, riuscì dove le arti magiche e l'intelletto umano avevano fallito. Il mostro, imbattutosi in un fanciullo di pochi anni, lo prese in braccio, stupito e incuriosito per quella piccola creatura che non era fuggita terrorizzata al suo passaggio. Qualcosa successe nell'animo del Golem e, per un mistero ancora più nascosto e insondabile della sua stessa esistenza, lasciò che la piccola mano del bimbo sfilasse la pergamena dal suo petto.

 

Della mostruosa creatura che aveva terrorizzato Praga non restava ormai altro che un amorfo ammasso d'argilla. Questa è la più famosa versione della leggenda legata al Golem, per lo meno nelle sue linee generali. Il retroterra culturale sulla quale poggia è molto complesso e la vicenda di Low potrebbe, non a torto, essere considerata come la versione ultima di una lunga serie di mutazioni che i racconti legati alla pretesa degli uomini di sostituirsi a Dio, di dare la vita a qualcosa che ne sia originariamente privo. Lungo tutto il corso del Medioevo, con propaggini anche nell'Evo Moderno, alchimisti ed esperti delle oscure arti della Cabala studiarono approfonditamente la possibilità di creare/donare la vita con il ricorso ad una serie di magici rituali. Gran parte della letteratura europea di quei secoli, soprattutto quella maggiormente influenzata da tendenze alchemiche e occulte (si pensi ad esempio a Paracelso), abbondava di dettagliati resoconti su come fosse possibile creare una sorta di robot, infondendogli un "soffio vitale". Un vero e proprio corpus di leggende legate a creture alle quali è stata donata la vita inizia però a definirsi compiutamente con l'approssimarsi del XVI, soprattutto all'interno delle comunità ebraiche. Non è eresia credere che la leggenda del Golem tragga le sue origini dai testi biblici, strettamente connessa al mito della creazione di Adamo, ammasso di fango al quale Dio fa dono dell'anima (Golem significa letteralmente "materia informe").

Su questa base si sono poi depositate, nel corso dei secoli, convinzioni magiche legate all'oscura dimensione cabalistica, credenze e conoscenze di matrice religiosa e influenze filosofiche variegate e complesse, il tutto sullo sfondo della dura e spesso crudele quotidianità che dai tempi più remoti è stata sempre gravosa compagna del popolo ebraico. Probabilmente per questo il Golem assume nell'immaginario il ruolo di difensore degli ebrei, soprattutto in momenti di particolare pericolo e in quei luoghi, come la Praga di Low e Rodolfo d'Asburgo, dove più dure erano le persecuzioni.

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18 febbraio 2019 1 18 /02 /febbraio /2019 23:08
 

Gli Esseri di energia, chiamati anche Esseri astrali o Esseri di luce, sono forme di vita che mostrano aspetti esteriori o abilità attribuibili all'idea che non sono fatti di materia, ma composti da pura energia. Tali esseri compaiono in miti e leggende, storie sul paranormale e incontri ravvicinati con alieni e gli UFO.
Tra le presunte 
razze aliene ( Grigio, Nordico, Rettiliano ), è di certo quella maggiormente inquietante. Piuttosto che essere letteralmente composti di energia in senso fisico, gli Esseri di energia sono tipicamente rappresentati come composti da un fluido incandescente semitrasparente, ed hanno qualcosa in comune con le rappresentazioni di fantasmi. Questi esseri di luce, durante le loro rarissime apparizioni, si sono mostrati in 3 modi:

 

  1. come blocco indistinto di luce brillantissima
  2. Come qualcosa di "vivo ma amorfo", che tende ad assomigliare vagamente ad una figura umana che irradia una forte luce tutto attorno.
  3. Come essere umanizzato solo nella parte superiore, senza lineamenti sul viso e con un'aureola di luce più intensa. Chiaramente, quest'ultimo tipo di apparizione rappresenta gli esseri angelici che si muovono nello spazio svolazzando lievemente, quasi fluttuando a pochi centimetri da terra.

 

Questi esseri sarebbero in grado di comunicare telepaticamente e trasmettere sensazioni di un grande benessere. Molti li identificano come l’essenza del tutto, cioè, il limite estremo che può raggiungere “la vibrazione energetica” che tutti gli esseri viventi producono, in poche parole, l’ultimo stadio a livello materiale.
Alcuni addotti sostengono che sia possibile mettersi in contatto più facilmente durante il sonno, più precisamente, durante la fase dove il soggetto "sogna", questa capacità è normalmente più sviluppata nelle persone che innatamente producono "
sogni lucidi", cioè, che si rendono conto che stanno sognando.
Chiedendo più nel particolare agli addotti che hanno avuto a che fare con questi esseri, riportano tutti la stessa versione:

 

"Esseri, che potete chiamare extraterrestri o angeli, la cui missione è non solo di fare evolvere la coscienza umana, ma anche di inviare molto Amore ed energie speciali sulla Terra e su tutto ciò che vive, per permettere a questa vita di passare , alla fine del ciclo, nella dimensione superiore, siamo venuti per aiutarvi ad evolvere nell'equilibrio".

 

 

Reiki "Esseri di luce"
 
 
 

Esseri di luce di Walter Rasini

Esseri di luce by Walter Rasini
Esseri di luce by Walter Rasini
 

❖ Recensione del libro

Dover recensire l'opera prima di Walter Rasini non è cosa facile. Innanzitutto chi è Walter Rasini?

Ma soprattutto come catalogare la sua esperienza personale ? Dovendo scrivere un articolo anche per i non addetti ai lavori, mi trovo nel difficile compito di dover essere esaustivo, mantenendo però, una sospensione del giudizio, che peraltro è obbligatoria per chi si avvicina per la prima volta a certe tematiche. Ormai è da anni che seguo Walter Rasini nel suo lavoro solitario e ostentatamente oserei dire al di fuori dei mass-media. Sì, perchè lui ,Walter Rasini, rifugge sia dalla televisione che dalla rete, considerandoli canali pericolosi per la sua missione, canali importanti per una comunicazione globale, ma altresì controllati da poteri forti e occulti che bloccherebbero, se non peggio, la purezza del suo messaggio. E' dall'anno scorso però, che il lavoro di Rasini subisce un'impennata con un calendario di conferenze sempre più fitto, e finalmente con l'uscita imminente ( non c'è ancora una data precisa ) del libro "Esseri di Luce".

Tutto, in questo suo ultimo progetto, è misterioso e segreto, a partire dalla casa editrice, ma per chi lo conosce bene, questa è la norma. Devo dire che ho avuto il privilegio di essere stato il primo recensore di questa opera che mi è stata consegnata da Rasini stesso in formato digitale, onore che devo sicuramente ascrivere alla nostra decennale amicizia.. Sin dalle prime pagine, Walter Rasini usa nei suoi stessi confronti, il termine "walk-in", parola di origine americana coniata per la prima volta da Jane Roberts agli inizi del 1970.

La traduzione di questo termine è quantomai ostica e letteralmente potrebbe suonare come "camminato-dentro" o "camminato-dall'interno" o anche "in-se-stesso-camminato". La traduzione più appropriata tuttavia è "posseduto", in quanto, con il termine walk-in, si indica una vera e propria scorporazione dell'anima-coscienza dal corpo fisico in favore di una reintroduzione animica esterna.

Nel 1979 Ruth Shick Montgomery contribuì a precisare il concetto di walk-in, concetto che giunge sino a noi praticamente invariato. Secondo Ruth, nel corso della storia dell'umanità i walk-in ci sono sempre stati e addirittura Thomas Jefferson fu posseduto da uno spirito guida durante la stesura della Dichiarazione di Indipendenza.
Il libro "Esseri di Luce" parte proprio da questa premessa , dalla constatazione che ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre degli "uomini diversi", fatti di un' altra umanità, che poi la cultura dominante, avida di classificazioni, etichetterà come profeti, visionari, santi o semplicemente pazzi.
Il fenomeno di walk-in nella casistica conosciuta sopraggiunge quasi sempre in seguito a un'esperienza forte o addirittura traumatica e il caso Rasini non fa eccezione.

Egli sin da piccolo manifesta una vivace intelligenza e una forte dote introspettiva, qualità che non sempre riesce a coniugare con i progetti che sua madre ha per lui.

Antonia Rasini è infatti una suora mancata e vuole a tutti i costi portare il suo unico figlio verso una carriera cardinalizia.

Qui sta il primo momento di rottura drammatica con la famiglia, raccontato senza lesinare emozioni nella prefazione del libro: il giovane Walter scappa di casa e dopo una fuga rocambolesca viene ospitato da un suo zio che per coincidenza o per karma, come direbbe Rasini, insegna sanscrito all'università di Pisa. Nasce così l'interesse del futuro walk-in per la cultura orientale, che lo porterà in seguito ad un profondo riesame della sua vita e allo studio approfondito delle dottrine taoiste. Rasini si iscrive alla facoltà Media e Giornalismo di Firenze, dove si laurea con il massimo dei voti e si avvia ad una brillante carriera, collaborando con molte testate giornalistiche locali fino a quando un viaggio in Giordania gli cambierà la vita per sempre.

Durante una visita a Petra, l'antica capitale dei Nabatei, Walter viene preso da improvvise convulsioni; i primi soccorritori parlano di ipertermia, data l'elevata temperatura di quel pomeriggio di Luglio. Viene portato all'ospedale di Amman, dove i medici non riescono a diagnosticargli nulla, ma nonostante ciò, Rasini passa i successivi 7 giorni in preda a deliri dovuti ad una febbre altissima.

Le sue condizioni peggiorano progressivamente e gli viene data l'estrema unzione. Poi, un giorno, tutto finisce, la febbre scompare all'improvviso e la prima parola che affiora sulle labbra del redivivo Walter è "Metatron".

Da quel giorno tutto cambia. Riporto qui le sue esatte parole:

 

"Capii che qualcosa era successo dentro di me, qualcosa di indicibile, una forza misteriosa mi aveva toccato, anzi, mi guidava. Ero un eletto ? Un prescelto ?

Una voce mi diceva ( sì ), ma per quale missione rimase per anni un mistero".

 

Walter rientra in Italia, ma non sembra più la stessa persona di un tempo, il carattere solare ed estroverso sembra scomparso. Per la maggior parte del tempo è in preda a pensieri cupi, angoscianti, che lo portano all'isolamento e perde tutto: la fidanzata, gli amici, il lavoro.

Si barcamena tra lavoretti part-time come venditore porta a porta di aspirapolveri e macchine per far dimagrire, alla fine, trova un lavoro fisso ad un call-center. Dentro di se ,Walter sa che è l'arcangelo Metatron che lo possiede mentalmente, anche se il termine” possessione” in questo caso è inappropriato, perchè rimanda alle possessioni demoniache, mentre qui si parla di un' altra cosa. La coscienza di Walter Rasini a volte viene interrotta, disconnessa e al suo posto l'arcangelo Metatron parla e agisce in sua vece.

Walter rischia nuovamente il posto, perchè a volte Metatron si incorpora in lui durante l'orario di lavoro e le sue risposte alle chiamate tecniche degli utenti del call-center concernono il destino dell'umanità.

Giungiamo quindi alla metà del libro, all'apice della sua esperienza e qui la sospensione del giudizio di cui parlavo all'inizio dell'articolo è obbligatoria.

Una sera Metatron in persona si palesa nella camera da letto di Walter Rasini, attraversando la parete in fondo al letto che diviene bluastra e trasparente. L' aspetto dell'arcangelo lascia sconcertato il povero Walter, perchè non è angelico come si aspettava, semmai è più simile ad un astronauta o ad una gerarchia militare di qualche esercito cosmico.

Nel libro troviamo anche alcuni schizzi fatti da Rasini subito dopo l'apparizione. Quella sera stessa accade di tutto, nel senso, che l'essere parla nella mente di Walter e gli dice di essere Nubian, un ammiraglio Pleiadiano dell' Impero Stellare Galattico Riunito e che Metatron è solo la sua incarnazione per i terrestri. L'essere parla anche del compito specifico che ha Walter e della ragione del suo contatto multidimensionale con esseri di quinta densità. Rasini avrà successivi incontri con Nubian ( per l'esattezza uno al mese ) e verrà portato in ascensione fisica sull'astronave, dove conoscerà altre razze aliene, tra cui” i grigi”. Se si tratti di visioni di un folle o di eventi realmente accaduti è difficile dirlo: Walter Rasini appare sempre lucido, argomenta tutto nei minimi dettagli, è esaustivo, puntuale e, a differenza di altri contattisti, è pronto a giurare di avere delle prove inequivocabili a supporto dei suoi racconti. Chi lo ha seguito nelle conferenze o lo conosce personalmente ( come nel mio caso ), sa che è una persona squisita, sempre disponibile e generosa e, a prescindere dai racconti strabilianti che fa, la sua vera forza sta nel messaggio che porta all'umanità intera. Fin qui ho riassunto brevemente la prima metà del libro, ma sicuramente la parte più importante e che credo sia anche la molla che abbia spinto Walter a scrivere, è il messaggio di rinnovamento della coscienza che sta nella seconda metà del libro. "Esseri di Luce" in ultima analisi vuole essere un appello accorato al cambiamento, al rispetto per la Madre Terra, un incitamento al salto evolutivo come specie-umana non più legata alle catene dei beni-passioni materiali, ma proiettata nell'ascensione coscienziale a diverse e più alte mete evolutive. In quest'ottica, poco importa se il messaggio viene da Walter Rasini o da Nubian o da qualsivoglia essere multidimensionale, perchè a mio avviso, la sua importanza prescinde da tutto e da tutti. Walter Rasini ci porta per mano con sapienza, con una prosa fluida e gradevole lungo tutta la storia della sua vita e delle sue esperienze, per farci sublimare progressivamente in una spersonalizzazione dell'io e facendoci confluire nella coscienza cosmica.

 

 

Per chi ci crede o meno, questo libro è pieno zeppo di spunti di riflessione, ma la cosa più importante è che finalmente Walter Rasini ha capito qual'è il suo compito. Il libro si conclude con un vero e proprio scoop giornalistico riguardante una lunga e godibile intervista che Walter ( memore dei suoi studi universitari in giornalismo ) fa niente meno che al Capo Supremo Pleiadiano dell'Impero Stellare Galattico Riunito .

Il suo nome è impronunciabile, ma con buona approssimazione in lingua terrestre, assicura Rasini, suonerebbe come "Pushna".
Ah, dimenticavo! Si vocifera di un' edizione a tiratura limitata con in omaggio un cd, ma cosa vi sia registrato sopra proprio non saprei dirlo. Walter ha accennato a dei filmati e delle voci: che si capisca la pronuncia del nome del Capo Supremo, magari quell'impronunciabile"

 

Fonte

 

 

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22 luglio 2018 7 22 /07 /luglio /2018 22:35

Il “Famiglio” è un demone minore assegnato dal diavolo ad una strega per aiutarla a compiere atti magici, e comportarsi come un’assistente, in cambio di un giuramento di fedeltà. La forma del Famiglio è quella di un piccolo diavolo, ha la possibilità di cambiare forma e sembrare un piccolo animale comuni, così da non attirare l’attenzione.

La forma preferita dai Famigli e quella di animali domestici, i preferiti in assoluto sono i gatti neri ma anche i cani sono molto comuni; poi ci sono diversi animali selvatici come lepri, rospi, conigli, topi e a volte donnole e ricci. Uccelli come merli e corvi e persino insetti, possono essere demoni in incognito.

Alcune streghe posseggono diversi Famigli, che magari sono stati ereditati o ricevuti da una strega di fiducia. Essi possono adottare più di una forma e sparire all’occorrenza.

 

I Famigli hanno bisogno di molte attenzioni e devono essere sempre curati e nutriti dalla loro strega. Un premio molto ambito dai Famigli è il sangue della propria padrona, che succhiano dal dito o dal terzo capezzolo del corpo della strega. Alcune streghe battezzano i loro Famigli e gli danno dei nomi strani come se un Famiglio non fosse in grado di portare un nome cristiano.

I Famigli agiscono come animali di compagnia e assistenti, sono molto utili nell’aiutare la strega provocando morte tra i suoi vicini e danni ai loro allevamenti o proprietà. Ad esempio, i Famigli sono in grado di far inacidire il latte, far sì che le mucche non lo producano più, rendere animali sterili e far rovinare il raccolto.

Se una strega viene catturata i Famigli non vanno in suo aiuto, di solito spariscono. Questo perché essi sono estremamente irriconoscenti ed egoisti, quindi non importa quanto posso averli trattati bene il loro padrone perché lo abbandoneranno comunque.

FONTE: http://they-hide-in-the-dark.tumblr.com

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25 agosto 2014 1 25 /08 /agosto /2014 21:10

Gli Yazidi e il culto degli angeli

 

C’è un popolo che è avvolto dal mistero e che sopravvive ancora oggi: è il piccolo popolo degli Yezidi. Fu Georg Gurdieff (v. “Incontri con uomini straordinari”) a testimoniare per primo agli occidentali qualcosa sulla sua religione misteriosa. Misteri come la paura degli yazidi di trovarsi chiusi dentro un cerchio disegnato per terra, come la loro religione che esisteva già prima del tempo di Abramo.

Attualmente esistono quasi 500.000 Yazidi nel mondo. Principalmente nell’area curda dell’Iraq. Il loro centro spirituale è Lalish, a nord di Mosul, ma si trovano anche in Armenia, in Georgia, in Turchia, Siria. In Europa, la Germania conta oggi la comunità più grande con oltre 30.000 persone.

Gli Yazidi e il culto degli angeli

Al di là di tutte le speculazioni che ci sono state su questo popolo e sui tantissimi tentativi di screditarli, nella realtà di loro si sa ancora poco. I loro testi sacri non sono reperibili, le loro radici e tradizioni risalgono a oltre 4000 anni fa, il loro retaggio culturale eredita tradizioni di origine antico mesopotamica, sui culti di Ahura-Mazda, sulla religione dei Parsi e sul Zoroastrismo, condensa nella propria tradizione elementi di giudaismo cabalistico, di cristianesimo mazdeo e nestoriano e infine di misticismo islamico, con una forte influenza sufi.


il simbolo originale di Melek Taus include simbologia cuneiforme ereditata dall’epoca sassanide.

Ma perché sono cosi importanti?

In questo popolo c’è qualcosa di decisamente fuori dagli schemi che la storia testimonia: il culto arcaico degli angeli.

Gli Yazidi e il culto degli angeli

Oggi si parla di yazdismo soprattutto rispetto all’Islam, in quanto minoranza, religiosa ed anche etnica, in quanto rientra nel cosidetto ambito culturale curdo. Sotto l’impero ottomano vennero perseguitati crudelmente, e solo pochi anni fa Saddam non fu da meno, motivi per i quali il popolo Yazida è molto cauto nel divulgare il proprio retaggio culturale. Inoltre,  grazie anche al maestro ʿAdi, (Adi Ibn Mustafà) che nel 1162 riformò lo Yazdismo introducendo elementi islamici, la comunità yazida trova un suo equilibrio con il contesto religioso culturale che lo circonda. Tuttavia la loro tradizione spirituale è molto più antica e risale indietro di molti millenni. I Dasin – come essi si chiamano – affermano di essere gli unici veri discendenti di Adamo, celebrano profeti come Noè, Sem, ma anche Enoch e tra le pochissime scritture sacre, annoverano il Libro della Rivelazione, il Libro dell’Illuminazione e il misterioso Libro Nero (della Creazione), che viene conservato in segreto e di cui non si ha traduzioni.

Attualmente le comunità Yazide sono molto frammentate, ma conservano un ordinamento sociale tutto loro, molto simile a quello delle confraternite Sufi: si suddivide infatti tra laici (detti murīdān, che significa “aspiranti“) e iniziati, con varie categorie di diaconi e di inservienti, tra cui cantori (“Qawwāl”), danzatori (“Kočiak”) e confraternite di “faqīr” (chiamati anche “teste nere“).

Il termine, Yazid, in lingua pahlavi “Yazd”, significa “angelo”, mentre “Yezidi” significa “coloro che pregano gli angeli”. Nella loro spiritualità si tratta sia di demoni, che di angeli. Forse è un influsso dello Zorastrismo, il cui messaggio di fondo poggia sui concetti del bene e del male.

Raffigurazine sumerica (secolo XX a. C.) di Inanna dea della Luna e una delle sette divinità sumeriche. Emblematica la raffigurazione dell’entità alata di fronte a un uccello.

Gli Yazidi e il culto degli angeli

Nella tradizione delle religioni questa degli Yazidi potrebbe entrare all’interno del contesto della religione Mandaica (comunemente ritenuta anche questa una delle più antiche religioni monoteiste esistenti) se non fosse per il fatto che la principale entità venerata dagli Yazidi è Melek Tāūs, un angelo dalle sembianze di un pavone.

La figura di questo Melek Taus/angelo-pavone, è antichissima. Il culto si fonda sulla credenza di un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell’universo. Melek Tāūs, invece, è un’entità divina attiva: funge da demiurgo. La sua funzione raccoglie in sé una valenza dualistica: la capacità di essere il fuoco della luce, come il fuoco che bruciabene e male nella medesima espressione. In tal modo gli Yezidi spiegano come l’essere umano – avendo in sé le due medesime forze, porti con sé anche una piccola scintilla di Melek Tāūs.

Il Mausoleo dello Shaykh ‘Adī ibn Musāfir a Lalish, dove morì nel 1163, è meta di pelleggrinaggio degli Yazidi che lo considerano l’incarnazione di Malak Ta’us.

Gli Yezidi credono che da Dio giungano sia le forze del bene, che quelle malvage, e che l’uomo deve usare la sua mente per scegliere il giusto, come fece Melek Taus. Questa visione dell’uomo – rispetto alle religioni monoteistiche dominanti – si fonda quindi sulla sua possibilità di scelta individuale, probabilmente uno dei motivi per il quale il popolo Yazida venne  perseguito.
Pertanto la vita di ogni Yezida su questo mondo è considerata una prova, paragonabile a quella di Melek Taus, che venne ricompensato da Dio, perché quando ricevette il comando (insieme agli altri 7 angeli della creazione) di pregare per Adamo, egli si rifiuta per non andare contro l’ordine precedentemente ricevuto di pregare solo per il suo Dio, che lo creò dalla sua luce. Ed è in questa scelta che si distingue Melek Taus: mentre gli altri sette angeli pregano anche per Adamo, solo Melek Taus non lo fa, motivo per cui Melek Taus diventa il rappresentante di Dio sulla terra, come dicono gli Yezidi.

Gli Yazidi e il culto degli angeli

Questo aspetto di “purezza dell’intenzione” è un valore che si riflette in molte usanze Yazide, come l’utilizzo simbolico di vesti bianche che caratterizzano gli iniziati al culto e comunque molti degli adepti nelle loro funzioni spirituali.

Secondo gli Yazidi le malattie nella vita dipendono da una visione del mondo che ha una relazione distonica con il divino (Dio – le azioni – l’anima).
Fino a oggi gli Yezidi tradizionali credono che la malattia sia la conseguenza di un peccato. Nel caso di malattia essi vanno da un indovino, il “Kocek“. Essi gli raccontano la loro sofferenza e dopo una riflessione di alcune ore o una notte, in cui l’indovino sogna l’ammalato, egli può dirgli a quale santo rivolgersi attraverso l’applicazione della terra sacra di Lailish.
Alcuni di questi santi-entità sono: Sheikh-Mus e Sheikh-Hassan per quanto riguarda i polmoni e le malattie reumatiche, l’arcangelo Gabriel (Izraiel) per le malattie dell’anima, le entità Baba-Deen e Ama-Deen per i dolori al ventre, l’angelo Hagial per le malattie neurotiche, l’entità Sherf-Al Deen per le malattie della pelle.

la bandiera degli Yazidi

Il popolo Yazida non ha mai smesso di tramandare la propria tradizione religiosa, una tradizione spesso accusata e perseguita, forse perché ancora l’unica a tramandare un rapporto diretto dell’essere umano con la dimensione angelica.

Una tradizione tuttavia che gli Yazidi conservano – in modo sempre cauto e discreto – e che ha loro assicurato la soppravvivenza nei millenni. Qualcosa che pone lo Yezida decisamente fuori dagli schemi di far dipendere la sua vita spirituale da altri.

———–
Bibliografia per gli interessati:
- G. Furlani, Testi religiosi dei Yezidi, Bologna 1930
- M. Guidi, in Origine dei Yezidi e storia religiosa dell’Islam e del dualismo,
- Nuove ricerche sui Yezidi, in Riv. d. studi orientali, XIII, 1932;
- The Yazidis, past and present, di Isma’il Beg Chol, a cura di C. K. Zurayk, Beirut 1934
- Abbas Azzaoui, Histoire des Yézidi, Bagdad 1935

 

tratto da: http://www.marcocestari.com
di: Marco Cestari

http://www.astronavepegasus.it/pegasus/index.php/religione-e-filosofia/755-gli-yazidi-e-il-culto-degli-angeli#.U_umTct02po

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24 agosto 2014 7 24 /08 /agosto /2014 22:26

Curioso come possiamo leggere talvolta, notizie curiose e stupefacenti, specie quando a rilasciare testimonianze come questa, è Pippo Franco:

Pippo Franco: «Ho visto la Madonna»

«Più di una volta, mi è capitato di assistere all’apparizione della Madonna ed ogni volta è un grandissimo privilegio». Queste le parole di Pippo Franco, che in una recente intervista con il sito Papaboys 3.0 ha voluto esprimere al pubblico le emozioni provate grazie alla ritrovata fede cattolica.

«Sono stato a Medjugorje, ma non solo. Lavoro, quando posso e quando mi dà la possibilità di farlo, per una delle veggenti di Medjugorje che si chiama Marija Pavlovic. Lei vede la Madonna tutti i giorni», ha proseguito l’attore e conduttore televisivo.

«La prima volta che mi è successo di vedere un’apparizione è stato a casa sua, a Medjugorje. Lei ha una casa con dentro una piccola chiesa, che ospita circa 80 persone».

Nonostante abbia ricevuto un’educazione religiosa, il 73enne si era in passato allontanato dal Cattolicesimo: «Durante il primo periodo di successo, mi sono un po’ allontanato dalla fede, non in quanto non l’avessi dentro, ma è come se non avessi tempo da dedicargli: non andavo a messa e non seguivo le cose che adesso nella mia vita sono sostanziali», ha proseguito.

«Poi verso i 41 anni, lo Spirito mi si è prepotentemente presentato, e da quel momento è iniziata la parte migliore di me».

Una parte determinante nel riavvicinamento alla fede di Franco lo ha avuto la nota mistica Natuzza Evolo.
«La prima volta che siamo andati da Natuzza, mia moglie rischiava di perdere il figlio che aspettava. Eravamo con una compagnia teatrale, in un momento molto difficile. L’impresario era scappato con la cassa e non sapevamo come fare», ha ricordato il cabarettista.

«Siamo andati in un Santuario a chiedere una grazia, poi il giorno dopo siamo arrivati da Natuzza e abbiamo bussato alla sua porta… Abbiamo pregato con lei, abbiamo anche chiesto delle rassicurazioni per cercare di capire cosa fare. Alla fine ci ha congedato con una rassicurazione, dicendo che le cose sarebbero andate bene».

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24 agosto 2014 7 24 /08 /agosto /2014 22:05

Divina presenza in me, possa la tua saggezza dirigere le mie azione, il tuo amore guidare i miei pensieri, la tua luce illuminare il mio cammino. Avvolgimi nella tua radiosa presenza ora e sempre. Amen.

 Uomini e Angeli sono divisi ma uniti, vivono in mondi paralleli e complementari: questi esseri di luce, che crediamo tanto lontani, in realtà ci sono molto vicini.

Scrisse sant'Agostino, uno dei grandi Dottori della Chiesa, vissuto nel V secolo: "Di ogni cosa visibile in questo mondo si occupa un Angelo. Gli Angeli sono spirito, ma non è il fatto di essere spiriti a renderli Angeli. Divengono Angeli quando vengono mandati. Il nome Angelo, infatti, si riferisce alla loro funzione, non alla loro natura. Se chiedete il nome di questa natura, allora è spirito; se chiedete il loro ruolo, allora è quello di Angelo, che vuol dire messaggero".

Ogni individuo - credente o ateo, buono o cattivo che sia - ha accanto un'entità invisibile, di natura spirituale, dotata di eccezionale intelligenza e di straordinari poteri, perché porta in sé una parte dell'energia divina che anima la creazione e che viene messa a disposizione del suo protetto.

Gli Angeli possono entrare in contatto con gli uomini sotto svariate forme e diversi modi: generalmente lo fanno fornendo l'idea giusta per la soluzione di un problema, l'ispirazione per un'opera d'arte o la scelta di un comportamento. Assai raramente si presentano sotto le vesti di persone comuni o come figure di luce.

Cerchiamo ora di capire qual'è la natura e quali sono le caratteristiche del nostro rapporto con l'Angelo custode. Per cominciare, sembra proprio che la sua presenza e la sua assistenza non siano qualcosa in più, qualcosa di cui si possa, volendo, fare anche a meno.

Nella sua autobiografia Carl Gustav Jung afferma di aver rilevato, attraverso l'esame di migliaia di pazienti assistiti nella sua lunga carriera di psicologo, che oltre il novanta per cento della sofferenza psicologica è imputabile a carenze spirituali. Non è vero dunque che i beni materiali, la ricchezza e il successo riempiano la vita; per essere veramente e intimamente felice l'uomo ha bisogno di ben altro, ha bisogno del pane dello spirito. Lo afferma anche Gesù: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte le altre cose vi saranno date in sovrappiù" (Matteo 7:33).

 

 

Disse una volta Albert Einstein: "Ogni essere umano è parte di un insieme chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualche cosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Un'illusione che diventa una prigione. Pertanto, per vivere sereni, dobbiamo cercare di liberare noi stessi da questa prigione allargando il nostro circolo di comprensione e conoscenza, sino a includervi tutte le creature viventi e la natura intera nella sua bellezza".

La svolta culturale del nostro secolo, avviata da Einstein con la scoperta del principio di relatività, ha mostrato come ciascuno di noi non è affatto isolato dagli altri, ma è parte indispensabile dell'umanità, che si può considerare come il corpo vivente composto da "miliardi di cellule", ovvero quanti sono gli esseri umani.

Tornando all'Angelo custode, abbiamo visto che è un messaggero della divinità: suo compito principale è quello di creare un ponte con Dio e di indicare all'individuo, pur nel rispetto della sua libertà, la strada che conduce alla Divinità. Egli, passo, passo, segue l'uomo nella sua esistenza, lo guida, lo illumina e lo protegge nelle avversità.

Molti sostengono che la vera funzione dell'Angelo, più che protettiva nelle piccole e grandi difficoltà della vita, debba essere illuminante: l'Angelo cioè rappresenterebbe per l'uomo una guida spirituale, che lo indirizza in senso morale e lo aiuta nella sua evoluzione spirituale, in una lunga spirale di perfezionamento progressivo, secondo una creazione che continua incessantemente in tutto l'Universo.

Alcune utili indicazioni (2)

 

 

 

 

 

Se noi non riusciamo a "essere", cioè a essere noi stessi, genuini, disponibili verso gli altri e aperti al mondo, è assurdo pensare di entrare in contatto con i Mondi Spirituali. Per questo è importante anche lo stile di vita. Non solo quando tentiamo di metterci in comunicazione con gli Angeli, ma in ogni momento dobbiamo cercare di essere padroni di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri impulsi.

Dovremmo riuscire a ritagliare in ogni nostra giornata, per quanto è possibile, lunghi momenti di tranquillità, di rilassamento; coltivare il silenzio, soprattutto quello interiore.

 

 

Dovremmo riuscire a essere più disinteressati e non dimenticare mai che siamo l'infinitesima parte di una realtà collettiva e unitaria chiamata umanità e che ci realizziamo pienamente come individui solo quando siamo in relazione con gli altri e soprattutto quando operiamo in favore degli altri senza aspettarci nulla da loro. Ottima cosa sarebbe quindi, quando ci si rivolge all'Angelo, pregare anche per il "prossimo" e per le sue necessità.

Un modo, estremamente importante, per comunicare con l'Angelo è la preghiera, una preghiera espressamente concepita per lui e a lui indirizzata.

Per cominciare, ricordiamo la famosa preghiera della Chiesa cattolica "Angelo di Dio, che sei il mio custode", che i più hanno appreso sin dalla prima infanzia e che poi forse hanno finito col dimenticare. Ma vi sono tantissime altre preghiere (si veda il capitolo "Preghiere e Invocazioni"), formulate da varie e antichissime tradizioni, indirizzate ad Angeli diversi e riferite ai differenti bisogni e circostanze della vita.

Le preghiere spontanee sono di certo migliori, innanzitutto perché sgorgano dal cuore e poi perché in esse appare una forte partecipazione che si spinge oltre ogni formula standardizzata. Non importa se le parole appaiono inadeguate, le richieste banali e le espressioni ripetitive: ciò che conta è che nella preghiera si ponga se stessi, la propria mente ed il proprio cuore.

 

Va chiarito a questo punto che il culto dell'Angelo custode è qualcosa di assolutamente diverso dal culto verso la Divinità, quale che sia la religione praticata; l'Angelo è un amico, una guida che l'Essere supremo ha posto accanto all'individuo, per aiutarlo nella sua vita quotidiana; con lui quindi vi è un rapporto di fraterna amicizia.

E' proprio in quest'ottica cameratesca, che occorre muoversi, con l'intento di dimostrare all'Angelo i più sinceri e profondi sentimenti, nella convinzione che tutto ciò renderà più facile lavorare con Lui.

L'utilità di un gruppo di preghiera (2)

 

 

 

 

 

Molti ritengono opportuno organizzare degli incontri di gruppo (costituiti in genere da poche persone), con l'intento di meditare e pregare. Questi atti, condotti in comune, producono quantità eccezionali di energia e aiutano ciascuno dei partecipanti a procedere sul cammino del miglioramento e della consapevolezza. Le riunioni possono essere anche di breve durata: quello che conta è l'intenzione e l'intensità della partecipazione.

I componenti del gruppo si dovrebbero consultare preliminarmente per accordarsi sullo scopo (iniziative, finalità generali, situazioni, persone) verso cui indirizzare il flusso di energia che verrà prodotto. Nella riunione si procederà raccogliendosi in silenzioso raccoglimento o meditazione; verranno poi rivolte le preghiere e le richieste di intervento. Per terminare è bene recitare una preghiera di chiusura (vedere il capitolo Preghiere e Invocazioni).

Perché non approntare un piccolo altare? (2)

 

 

 

 

 

Gli antichi professavano un fervido culto verso i Lari o Penati, sorta di divinità domestiche, che seguivano e guidavano la famiglia in ogni momento dell'esistenza: erano l'equivalente dei nostri Angeli di oggi. Anche i nostri antenati veneravano questi esseri protettori: a essi riservavano un piccolo altare in un angolo della casa, elevavano preghiere al mattino e alla sera, brindavano durante i pasti, offrivano primizie di frutta e fiori. In occasione di un trasloco, dopo aver purificato il nuovo alloggio, la prima cosa che veniva sistemata con grande solennità era appunto l'altare domestico.

Una reminiscenza di questi riti antichi è presente ancora oggi tra noi, anche se si è perduta la consapevolezza originaria: quando i muratori, impegnati nella costruzione di una nuova casa, sono giunti a completare il tetto, celebrano l'avvenimento issandovi dei rami d'albero o una bandiera, versando del vino da un fiasco e infine brindando. Cambiano i simboli, ma il significato è sempre quello: consacrare il nuovo edificio, invocando la benedizione su esso e su quanti andranno ad abitarlo.

Le diverse tradizioni concordano nell'affermare che queste creature celesti amano sentirsi ospitate presso gli uomini di cui hanno responsabilità. Per questo è opportuno preoccuparsi di riservare all'interno della casa un luogo destinato al proprio Angelo e solo a lui. E' sufficiente uno spazio, anche piccolissimo, dove collocare un piccolo altare, vi potremmo porre un'immagine che in qualche modo evochi l'essenza Angelica. Ciò risulta gradito all'Angelo ed utile per la nostra concentrazione.

Può essere sufficiente anche una pianta, o un semplice fiore, che si avrà cura di sostituire ogni giorno, in modo che sia sempre fresco; indipendentemente da cosa si sceglie, l'importante è che sia chiara l'intenzione di dedicarlo all'Angelo. Anche il semplice pensiero che un determinato luogo della casa è dedicato a Lui basterà per segnalargli la nostra disponibilità, il nostro amore e il nostro desiderio di lavorare con Lui. Ed Egli, di certo, non deluderà le nostre aspettative.

Al mattino prima di iniziare la giornata, ed alla sera prima di coricarsi occorre sostare brevemente dinanzi al Suo angolo, elevandogli una preghiera e pensandolo intensamente. In quell'occasione, volendolo, è possibile anche accendere dell'incenso benedetto(*) o una candela, come simbolo della propria intenzione.

In rapporto all'intensità della partecipazione e al fervore della preghiera si creerà un flusso di energia positiva tra l'Angelo e chi lo invoca, e questa energia potrà essere riversata, secondo i propri desideri, su se stessi o, meglio ancora, sulle persone che stanno a cuore o che si ritiene ne abbiano maggiore bisogno.

* Nota sull'incenso.

Suggeriamo a chi desidera bruciare dell'incenso, di usare quello in grani oppure i bastoncini di sandalo. Sconsigliamo tutte le altre forme di incenso in quanto, non essendo puro, produce delle vibrazioni assi basse e pertanto altamente sconsigliabili.

La "disidentificazione" (2)

 

 

 

 

Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio.

Matteo 5,8.

La prima cosa da fare, per una vita migliore, è quella che il grande saggio indiano Krishnamurti ha chiamato "disidentificazione".

Praticamente in ogni momento della vita, la nostra mente è occupata da mille pensieri, sostenuti da fantasie, sentimenti, sensazioni. A volte sono pensieri che ci gratificano e che sollecitano il nostro narcisismo, per esempio quando riteniamo di essere i più bravi, più belli, più intelligenti, e che il mondo non possa fare a meno di noi. Altre volte si tratta di pensieri negativi, che derivano da un eccessivo attaccamento alle cose, da una esagerata importanza attribuita ai nostri impegni quotidiani, ma possono essere anche dovuti a timori, preoccupazioni, angosce, problemi di salute: tutte cose che ci tolgono la serenità.

Talvolta il nostro essere è anche coinvolto in realtà che non ci appartengono, che provengono dall'esterno, magari banalità, che però ci invadono, ci infiacchiscono e ci involgariscono: accade sempre più spesso a chi, per esempio, è succube della televisione o dei videogiochi. Ebbene, tutti questi elementi sono altrettanti ostacoli che disponiamo attorno a noi e che, oltre ad alterare e mortificare il nostro "sé" più autentico, impediscono ogni avvicinamento e ogni contatto con altre dimensioni.

L'antidoto a tutto ciò è la disidentificazione, un'operazione al tempo stesso semplice e complessa. Nell'arco della nostra attività quotidiana dobbiamo riuscire a trovare un momento, anche solo di un quarto d'ora (magari alla fine della giornata), in cui, per così dire, spegniamo gli interruttori, stacchiamo gli innumerevoli fili che ci legano alla realtà circostante e riusciamo a ritrovare noi stessi, gli aspetti più veri del nostro io: è il momento della meditazione, di cui appunto la disidentificazione costituisce la premessa.

Occorre cercare un luogo appartato, silenzioso, immerso nella penombra, dove raccogliersi in solitudine; è un silenzio esteriore, che tuttavia concilia in modo profondo quello interiore. Diceva a tal proposito Gesù: "Quando preghi, entra nella tua cameretta e chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto. E il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà" (Matteo 6:6).

Bisogna sedersi in posizione comoda, col busto eretto ma coi muscoli rilassati, senza tensioni, perché il disagio del corpo finisce per soverchiare e distogliere la nostra mente. Una posizione comoda, ma non abbandonata, perché altrimenti si spegne l'attenzione e sopravvengono pigrizia e sonnolenza. I piedi saranno saldamente appoggiati sul pavimento, per raccogliere le forze che provengono dalla terra ed il busto sarà in posizione eretta, perché la verticalità favorisce la canalizzazione delle energie da e verso l'alto.

Con gli occhi chiusi ascolteremo il nostro respiro; la nostra mente, come normalmente accade, sarà attraversata da mille pensieri: noi non ci legheremo a nessuno di essi, li lasceremo entrare e uscire, scivolare via come la corrente di un placido fiume. In questa atmosfera, i nodi e le tensioni che sono dentro di noi, che ci condizionano e ci opprimono se ne andranno uno a uno, come foglie trascinate da quel fiume. Poco alla volta in noi si formeranno degli spazi vuoti che tenderanno ad ampliarsi sempre più, degli spazi di tranquillità e di pace, simili a piccoli laghi di acqua chiara.

Ecco, siamo riusciti a fermare il lavorio incessante della mente, ad espellere le preoccupazioni. Ora siamo come dei vasi di cristallo, accuratamente svuotati e ripuliti e pronti a essere riempiti da una nuova linfa, da un'acqua di vita che qualcuno verserà. E' il momento in cui abbiamo la predisposizione a conoscere altre realtà o recitare una preghiera con tutto il nostro cuore.

 

http://www.viviamoinpositivo.org/angeli/mr_angeli/mr1_05_02.htm

 

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4 luglio 2014 5 04 /07 /luglio /2014 22:29



John Dee,astronomo,negromante e alchimista,nonché matematico,visse durante l’epoca di Elisabetta I, della quale divenne consigliere e astrologo di fiducia, nonostante la pessima fama che lo caratterizzava.

A lui è legata una leggenda riguardante una Mano di Gloria speciale, il Sigillum Emeth.La cosiddetta Mano della Gloria o Mano di Gloria è un oggetto magico costituito dalla mano di un impiccato disseccata e conservata in salamoia.

La mano di Gloria era un oggetto dai poteri magici,secondo il credo popolare dell’epoca, nella quale veniva bruciata una candela ottenuta sciogliendo la mano destra di un delinquente, o anche di un piccolo nato morto, dalla quale si ottenevano fumi capaci di paralizzare l’incauto che la guardava o che si trovava nelle vicinanze.

Nelle cronache dell’epoca non è raro imbattersi in processi di assassini rituali commessi ai danni di donne incinte per strappare loro il feto,da utilizzare per la costruzione di questo diabolico oggetto.

Il Sigillum Emeth era la Mano più potente mai creata,  probabilmente fu utilizzata anche dal vecchio amico di Dee, Edward Kelley, che però raccontava di aver avuto la sua nientemeno che da Uriel,la fiamma di Dio,ovvero l’arcangelo citato anche da Milton nel suo Paradiso perduto.

Se prendiamo per buona l’identificazione del Sigillum Emeth di Dee con quello di Kelley, possiamo andare al British e vederla dal vivo:fa parte della collezione di quel museo.

Kelley però sostenne che la sua non aveva nulla a che vedere con quella di Dee,che sarebbe scomparsa subito dopo la sua morte.

Il Sigillum Emeth di Kelley aveva inoltre un’altra particolarità:stando alle parole del negromante,era in grado di spalancare le porte dell’aldilà e di permettere di comunicare con i defunti.

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12 maggio 2014 1 12 /05 /maggio /2014 22:58

Alba GIORDANA,responsabile del C.U.L. gli Extraterrestri sarebbero in realtà Entità della quarta dimensione un tempo chiamate "Angeli".

Sul settimanale CRONACA VERA nr.1855 del 26 marzo 2008 è stata pubblicata un'intervista alla contattata Alba GIORDANA,responsabile del C.U.L. (Centro Ufologico Ligure).Secondo il C.U.L. gli Extraterrestri sarebbero in realtà Entità della quarta dimensione un tempo chiamate "Angeli".





L’Umanità chiama fantasia ciò che non comprende, allora da sempre Esseri aperti alle bellezze universali hanno iniziato a parlare fra loro in termini artistici, filosofici ed ermetici, presentando al mondo le loro scoperte, le loro intuizioni e le conoscenze che pervenivano da altri Mondi, dai Piani Sottili e dai Piani Dimensionali.

L’uomo, nella sua folle corsa verso il potere e nella negazione di sé stesso, è sempre stato la causa dei suoi errori e della sua morte, addossando comunque i risultati del suo distorto modo di agire ad un Dio altrettanto crudele, geloso e vendicativo o ad altri Dei altrettanto freddi e calcolatori o passionali ed irruenti.

Ma chi sono questi Dei ? Miti e leggende sono solo fantasie e superstizioni del ceto popolare ?

       Un tempo gli Esseri erano abituati a convivere con questi Dei extra-terrestri, poi il modernismo li ha allontanati da sé. Ora, nel tempo della venuta di Michele, Egli ha posto dei limiti, ha chiuso dei portali e ne sta riaprendo altri, ma ancora gli studiosi si affannano a scoprire concetti e ideologie di questi Esseri androidi che sono passati lasciando le loro impronte, collegati con le super-potenze che sfruttano le loro tecnologie.

Da novembre 2003, nessuno può più entrare nel nostro Pianeta, ma è pur vero che nessuno di questi Esseri ne può uscire…e qui sta il bello.

Da un anno, ormai, non si vedono che Globi di Luce. Perché ? Chi sono ?

      E’ arrivato il momento di espandere il pensiero tecnologico anche verso un’altra direzione, oserei dire mistica, per collegare Esseri che noi chiamiamo Angeli dei quali mai ci fu concesso di conoscere la vera natura. Essi stanno facendo piazza pulita di tutto ciò che non quadra nella Creazione. Essi muovono gli eventi come meglio credono per dare un futuro diverso al vostro Pianeta e agli altri Universi. Gli Angeli lavorano come neppure noi immaginiamo e possiamo concepire con il nostro scarso intelletto, usando una scienza che potremmo chiamare “magia”, manipolando il suono che genera l’energia come noi manipoliamo la creta, utilizzando la forma pensiero per tagliare e cucire e creare la stoffa, mentre noi ancora usiamo le mani o i macchinari.

Ed è solo questa la differenza meccanica fra noi e loro.

Il fatto è che tanti di noi sono loro parenti e tanti non sanno ancora di esserlo. “Loro” siamo noi, nel passato, per il presente, venuti dal futuro che già non esiste più, poiché esiste il “sempre presente”.

I nostri scienziati stanno sperimentando l’antimateria e il viaggio nel tempo, ma quando scopriranno come utilizzare l’energia del Quanto, l’onda sonora collegata all’onda luminosa, beh, allora ci saremo !! Saremo arrivati allo stadio iniziale che porterà alla fine della guerra, della malattia, della vecchiaia e della morte su questo Pianeta.

Le formule matematiche odierne non danno spazio a certe altre formule matematiche universali che Michele, in qualità di Primo Creatore, conosce e cambia ora, per dare vita ad una Nuova Genesi, senza più ombre né cadute di sorta.

Ma mentre la scienza umana è elucubrativa, come il pensiero orizzontale degli uomini, quella di Michele è semplice e veloce, leggera e luminosa come lo sono i colori che compongono l’arcobaleno, chiamato “il segno dell’alleanza”, senza veramente saperne il perché. La fisica può ora spiegarne l’elemento scatenante, ma aldilà di questo, un giorno scoprirà ancora cose che lo riguardano.

Non mi è concesso, per ora, rivelare scienze che ancora non sarebbero comprese e sarebbero male interpretate ed utilizzate; ancora una ventina di anni e poi verranno concesse, scoperte e portate da Esseri preposti che stanno nascendo ora nei ventri di donne apparentemente terrestri.

L’inchiodamento mentale di sintesi dei cervelli manipolati ancora dalle forze occulte oscure, è tale da non lasciare spazio alla vista ulteriore, nella vibrazione più alta; ma è su questo che vertono le opere grandiose lasciate dai cerchi nel grano, mentre ancora vi chiedete chi li ha costruiti, a che cosa  serviranno e che cosa saranno !

Queste forme matematiche cambiano la vibrazione della Terra e quella degli Esseri che mangiano quel grano. Altresì, quei Globi di Luce che solcano i cieli emanano ioni di Energia Alfa che ricodifica il nostro DNA, ridando una spinta creativa al nostro sistema immunitario e ricreando un nuovo codice di genoma familiare.

Nell’etere, ormai scombinato dalle onde di frequenze emesse da radio, telefonini, satelliti e quant’altro di ancora nascosto, aumentano le Particelle Praniche che si vedono come puntini luminosi bianchi e oro e aumenta il Filamento Orgonico contenente le nuove formule di genetica. Gli Orgoni appaiono di colore bianco trasparente con nuclei scuri all’interno o come vescicole blu elettrico: sono quelle che indussero gli indiani a creare sulla stoffa ciò che loro vedevano, si tratta dell’”effetto cachemire”.

Ma vi do le ultime notizie:

1993 – Michele si riproduce nel ventre di una Donna, preposta da sempre a contenerlo ogni qual volta Egli decide di farsi piccolo tra gli Esseri del Creato.

1994 – 20 marzo, ore 03.00. Egli nasce dopo nove mesi di gestazione e viene portato nel Cosmo nella Dimensione temporale e lì cresce velocemente: un mese = un anno.

2000 – Michele porta la sua Stella a Sette Punte ( l’Arca d’Oro dell’Alleanza ) nella nostra stratosfera. Essa, a tratti, può apparire come una stella blu simile a Sirio, che si sposta dove Egli ritiene più opportuno.

2001 – 3 maggio. Tutte le Dimensioni vengono unificate in una sola grande Dimensione. Il tempo viene eliminato e lasciato solo in questa nostra Terza Dimensione, dove troviamo ancora:

- 10 Universi fisici – mondi extra-terrestri

- 10 Universi spirituali – luoghi di soggiorno per l’evoluzione delle anime

- 10 Universi di antimateria che Michele è riuscito a penetrare e chiudere affinché l’antimateria non inglobi la materia della Creazione stessa.

2002 – Egli torna sulla Terra e compare fra le nubi del cielo, portando con sé “navi orgoniche” che lavorando cambieranno le combinazioni molecolari del Cosmo stesso.

2003 – Michele torna indietro nel tempo di duemila anni, ricreando gli eventi giusti che porteranno ad una nuova forma di futuro-futuribile. Egli è obbligato a fare questo a causa della presa di potere dei Rettiliani che hanno creato orde di legioni embrionali eteriche che verranno immesse nelle persone in risveglio, affinché queste si tramutino in Esseri contrari alla vita.

Nel mese di novembre, Michele organizza una reversione magnetica che dalla Terra punta verso il cielo, creando un portale invisibile dove le navi che dovevano portare questi “embrioni” sulla Terra cozzano e si auto-distruggono.

Quindi, organizza la chiusura totale dei portali e più nessuna fazione bellicosa extra-terrestre potrà più entrare nel nostro Pianeta. Scendono a Terra tutte le Civiltà aliene aggregate allo scopo “Salvezza Universi”, sotto il comando di Michele ed altri preposti sotto di Lui.

2003 – 2004 – 16 dicembre, 16 gennaio. Trenta giorni dove si verificano movimenti particolari nel cielo e nelle stelle. Michele dice che questi trenta giorni, in realtà, corrispondono ai famosi “tre giorni di buio” descritti da molti veggenti.

Vengono piazzati davanti alle stelle primarie ed ai Pianeti più vicini alla Terra, degli scudi particolari che, bloccando l’azione di frequenza energetica di queste stelle e questi Pianeti, permettono a Michele di poter dare una diversa frequenza di input all’etere cosmico e di conseguenza poter cambiare le misure auree antiche.

E’ una Nuova Genesi che si sviluppa sotto i nostri occhi increduli. Giove, Venere, Marte, Betelgeuse, Sirio, sono le più evidenti, mentre la Stella Polare che già molti extra-terrestri conoscevano come una stella di origine meccanica, che Michele infatti chiama CK1, è entrata in piena funzione apparendo più grande e luminosa.

2004 – Michele sguinzaglia le Sue truppe su tutta la Terra, in ogni forma: fisica, spirituale e materiale.

Tutto è tenuto sotto controllo, tutto è monitorato, tutto passa sotto il Suo sguardo. Altro non si può dire, se non che ciò che attendevate come sbarco di massa fra la gente, non avverrà come vi è stato presentato da corpi faziosi extra-terrestri, mentre invece nel silenzio e nell’armonia è avvenuta la discesa a Terra di Michele, conosciuto come il Principe degli Angeli e degli Arcangeli, delle Sue truppe celesti e di tutte le Civiltà Dimensionali ed extra-terrestri evolute.

Viene così richiesto tutto il vostro aiuto di presa di coscienza e passaggio di notizie.

Michele dice: “ 20 anni per eliminare le cose più gravi, 100 anni per purificare l’ambiente ed allungare la vita degli Esseri, 1000 anni per eliminare completamente la morte e l’energia bassa di Terza Dimensione. 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.ilritornodegliantichi.com/documenti_e_pagine/index_4/centro_ufologico/Relazione-della-Contessa-Alba-Maria-Giordana-c-u-l.htm

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