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17 ottobre 2012 3 17 /10 /ottobre /2012 21:53

Un nuovo gemello della Terra è stato scoperto al di fuori del nostro sistema solare, all'interno di Alpha Centauri. E ha qualcosa che lo accomuna a noi. Come la Terra, infatti, ruota attorno ad una stella molto simile al nostro Sole.http://www.nextme.it/images/stories/Scienza/Universo/alfa_centauriB.jpg



Ad individuarlo è stato lo strumento Harps dell'ESO. La particolarità della scoperta sta nel fatto che il pianeta ha una massa simile a quella della Terra ed orbita intorno alla stella Alfa Centauri B. E il sistema Alfa Centauri è il più vicino a noi.

La scoperta dei record, così potrebbe essere sintetizzata. Già, perché oltre ad essere il pianeta più simile a noi per massa, è anche il più leggero mai scoperto intorno a una stella simile al Sole. Il nostro gemello è stato scoperto usando lo strumento Harps (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), il cacciatore di esopianeti installato sul telescopio da 3,6 metri all'Osservatorio di La Silla dell'Eso in Cile, già noto per aver regalato agli scienziati altre scoperte di questo tipo.

"Le nostre osservazioni con lo strumento HARPS si svolgono in un periodo di più di quattro anni e hanno rivelato un segnale piccolo, ma reale, da un pianeta che orbita intorno a Alfa Centauri B ogni 3,2 giorni" ha detto Xavier Dumusque dell'Osservatorio di Ginevra e primo autore dell'articolo. "È una scoperta straordinaria e ha spinto al limite la nostra tecnica!".

Alpha Centauri è una delle stelle più brillanti del cielo australe ed è anche il sistema stellare più vicino al nostro Sistema Solare visto che si trova a 4,3 anni luce di distanza. Anch'esso ha una particolarità, come spiega l'Eso: “È una stella tripla: un sistema costituito da due stelle simili al Sole in orbita stretta l'una intorno all'altra, Alfa Centauri A e B, e da una stella rossa più distante e debole nota come Proxima Centauri”.

Da oltre un secolo, si è ipotizzata la presenza di pianeti simili alla Terra in orbita intorno a questi corpi celesti, i più vicini mondi che potrebbero ospitare la vita al di fuori del Sistema Solare, ma finora poco si sapeva riguardo a tale possibilità. "Questo è il primo pianeta di massa simile a quella della Terra mai trovato intorno a un stella simile al Sole. La sua orbita è molto vicina alla stella e deve essere troppo caldo per la vita come la conosciamo", spiega Stéphane Udry, co-autore dell'articolo "ma potrebbe anche essere uno tra tanti in un sistema planetario. Gli altri risultati che abbiamo ottenuto con HARPS così come le nuove scoperte di Kepler mostrano chiaramente che la maggioranza dei pianeti di piccola massa si trova in questi sistemi".

Com'è stato scoperto? Il team di ricerca dell'European Southern Observatory ha individuato il pianeta osservando le piccole oscillazioni nel moto della stella Alfa Centauri B, causate proprio dall'attrazione gravitazionale del pianeta. Un effetto piuttosto ridotto, che causa lo spostamento della stella avanti e indietro di non più di 51 centimetri al secondo (1,8 km/ora). Ma è bastato agli esperti per accertare l'esistenza del nostro lontano fratello, con la massima precisione mai ottenuta con questo metodo.

Chi è Alfa Centauri B? Questa stella ha molte somiglianze col nostro sole, anche se è più piccola e più debole. Il nuovo pianeta orbita attorno ad essa a circa 6 milioni di chilometri di distanza. Per dare un'idea, molto più vicino di quanto faccia Mercurio con il Sole (58 milioni di km in media). Spiegano gli esperti che l'orbita dell'altra stella, Alfa Centauri A, la mantiene a centinaia di volte di distanza, ma dovrebbe essere un oggetto molto brillante nel cielo del pianeta.

"Questo risultato rappresenta un grande passo avanti nell'individuazione di un gemello della Terra nelle immediate vicinanze del Sole. Viviamo tempi emozionanti!" ha concluso Dumusque.

I risultati dello studio saranno pubblicati oggi su Nature.

Francesca Mancuso

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16 ottobre 2012 2 16 /10 /ottobre /2012 21:40

colori giove

Attorno al pianeta Giove ruota una grande quantità di asteroidi, chiamati Troiani, controllati dall'intenso campo gravitazionale del gigante del nostro sistema solare. Un nuovo studio della Nasa, basato sui dati di Wise (Wide-field Infrared Explorer) ha scoperto che tali corpi hanno dei colori ben precisi.

Gli asteroidi Troiani sono uniformemente scuri con un tocco di colore bordeaux, e hanno superfici opache che riflettono poco la luce solare. Gli scienziati della Nasa, utilizzando i dati di Wise, hanno così portato alla luce nuovi indizi sui Troiani, che orbitano attorno al sole seguendo lo stesso percorso di Giove. Wise ha analizzato i colori di 400 asteroidi troiani, permettendo a molti di essi di essere correttamente ordinati per la prima volta secondo gli schemi di classificazione.

Come cavalli da corsa, tali asteroidi aprono la strada al gigante gassoso, mentre un secondo gruppo, quello degli asteroidi denominati Greci, si trascina dietro. Le osservazioni effettuate da Wise per la prima volta hanno fornito un'immagine dettagliata a colori dei Troiani: si tratta di rocce rossastre con una superficie opaca non riflettente.

I risultati offrono nuovi indizi sulle origini degli asteroidi. Da dove vengono i Troiani? Di cosa sono fatti? WISE ha dimostrato che i due insiemi di rocce sono sorprendentemente simili e non ospitano alcun intruso al loro interno proveniente da aree al di fuori del sistema solare. I Troiani inoltre non somigliano agli asteroidi della fascia principale, tra Marte e Giove, né alla famiglia della fascia di Kuiper, nelle regioni esterne vicino a Plutone.

fascia asteroidi

"Giove e Saturno sono in una situazione di calma oggi, con orbite stabili, ma nel loro passato gli asteroidi erano in orbita con questi pianeti", ha dichiarato Tommy Grav, scienziato WISE del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona. "Successivamente, Giove ricatturò gli asteroidi troiani, ma non sappiamo da dove. I nostri risultati suggeriscono che potrebbero essere stati catturati localmente. Se è così, questo è interessante perché significa che questi asteroidi potrebbero essere costituiti dal materiale primordiale di questa particolare parte del sistema solare, qualcosa di cui non si sa molto."

Il primo Troiano è stato scoperto il 22 febbraio 1906, dall'astronomo tedesco Max Wolf. Battezzato "Achille", è una roccia di circa 220 miglia di larghezza (350 chilometri), ed è stato il primo dei numerosi asteroidi in orbita davanti al gigante gassoso. Più tardi, furono scoperti anche gli altri asteroidi che Giove trascinava dietro di sé. Essi furono chiamati Troiani per via della celebre leggenda secondo cui cui i soldati greci si nascosero dentro la statua del cavallo gigante per lanciare un attacco a sorpresa contro il popolo dei Troiani.

Prima di Wise, era difficile anche conoscere il numero di asteroidi che componevano questo gruppo. “Abbiamo trovato una popolazione in gran parte uniforme di ciò che chiamiamo asteroidi di tipo D, che sono di colore bordeaux scuro” continua Gray.È necessaria una maggiore ricerca, ma è possibile che stiamo guardando il materiale più antico del sistema solare.

Gli scienziati hanno proposto una futura missione spaziale nei Troiani di Giove per raccogliere i dati necessari per determinare la loro età e le origini.

I risultati della ricerca sono stati accettati per la pubblicazione su Astrophysical Journal.

 

fonte

 

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15 ottobre 2012 1 15 /10 /ottobre /2012 19:39

Il colonnello Joseph William Kittinger ha guidato Felix Baumgartner nell'impresa Red Bull Stratos 2012, essendo stato il primo uomo che nel 1960 si è lanciato dall'altezza di 31mila metri. Ad oggi detiene ancora il record di durata in caduta libera, ma ha dovuto cedere gli altri tre al base-jumper austriaco.

http://static.fanpage.it.s3.amazonaws.com/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2012/10/Joe-Kittinger.jpg

Joseph William Kittinger, conosciuto ai più come il colonnello Joe Kittinger, è stato uno dei protagonisti assoluti dell'evento Red Bull Stratos 2012. Dalla stazione di controllo ha assistito via radio il parà e base-jumper Felix Baumgartner nel suo lancio oltre la stratosfera, a circa 39mila metri di altezza. Perchè proprio lui? Semplice, perchè nel 1960 è stato il primo uomo a saltare da circa 31mila metri e a stabilire 4 record contemporaneamente, ovvero l'altezza massima raggiunta da un pallone aerostatico con equipaggio, l'altezza maggiore di un lancio da pallone aerostatico, la velocità massima raggiunta da un uomo in caduta libera e la durata in caduta libera. Ad oggi è riuscito a conservarne solo uno, quello della durata in caduta libera, che il suo erede Felix non è riuscito a strappargli.

Questo e' un filmato inedito trovato sul tubo, che fa capire la differenza dell'attrezzatura usata negli anni 60' ripsetto ad oggi!

 


Nel 1960, il colonnello Kittinger, a capo del progetto Excelsior, ci provò per ben tre volte e sempre con complicazioni. La prima da un'altezza di circa 23mila metri si rivelò fallimentare a causa del suo improvviso svenimento in volo, che non gli causò la morte grazie all'intervento del paracadute automatico, innescatosi poco dopo la sua perdita dei sensi. La seconda, tre settimane più tardi, da 22mila metri, ma senza esito positivo. La terza fu decisiva e avvenne da circa 31mila metri, riuscendo in pieno se non fosse che avendo il suo guanto subito un guasto, a causa della pressione esterna molto bassa (vista l'altitudine) la mano gli si gonfiò in modo preoccupante, sebbene senza particolari complicazioni.

http://static.fanpage.it.s3.amazonaws.com/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2012/10/joe-kittinger-e-felix-1024x682.jpg 

 

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15 ottobre 2012 1 15 /10 /ottobre /2012 19:30
Dopo tutti gli articoli inerenti al lancio, all' emozione del salto rinviato e al lancio finale riuscitissimo...eccovi il video!!
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15 ottobre 2012 1 15 /10 /ottobre /2012 19:24

Una domenica piena di emozioni per tutti quelli che hanno seguito in diretta il lancio nel vuoto di Felix Baumgartner, l’impavido austriaco che ha battuto ogni record possibile (o quasi) del paracadutismo estremo. Guidato dal corposo team del Reb Bull Stratos e dalla voce del leggendario Joe Kittinger che, oltre 50 anni fa, ha affrontato una simile impresa (31 Km di altezza) senza tutta la tecnologia odierna a disposizione.

Felix ci ha letteralmente tenuti con il fiato sospeso, tutti sapevamo che avrebbe rischiato grosso vista la velocità supersonica che avrebbe raggiunto. Così è stato, dopo pochi secondi lo abbiamo visto schizzare fino a 1.340 km/h (ufficiosi) infrangendo il muro del suono, velocità di Mach 1.2 fuori da ogni nostra comprensione che lo ha evidentemente destabilizzato portandolo a roteare pericolosamente per circa 20 secondi. Un intervallo dove si è temuto il peggio. Felix ha dovuto far fronte a tutta la sua immensa esperienza per venir fuori da questa spirale e riguadagnare il controllo della caduta, resa più semplice via via che scendeva dall’attrito dell’aria che lo ha rallentato.

Ecco il Video:

 

 

                                      


 

 

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14 ottobre 2012 7 14 /10 /ottobre /2012 22:57

Felix Baumgartner, il lancio dallo spazio

 

L’austriaco Felix Baumgartner tenterà ancora una volta oggi di battere il record del mondo di volo in caduta libera e di superare il muro del suono, lanciandosi dal cielo del Nuovo Messico, sud-ovest degli Stati Uniti. Oggi il cielo è limpido e i venti sono deboli, secondo le previsioni meteo, condizioni quindi ideali per il tentativo, che prevede un’ascensione in aerostato ai confini dell’atmosfera.

21.20 -Il paracadutista austriaco FelixBaumgartner, lanciandosi oggi in caduta libera dai limiti dello spazio da una capsula appesa a un pallone a elio sopra il deserto del New Mexico, ha infranto almeno tre record: ha superato la velocità del suono (che è di 1.193 km/h) durante la caduta, primo caso assoluto per un uomo senza l’ausilio di un aereo o di un razzo; si è lanciato dalla quota piú alta mai tentata, qualche metro sopra quota 39.000 – il record precedente apparteneva all’americano Joe Kittinger, che nel 1960 fece la stessa cosa da 31.333 metri -; ha superato il primato di volo umano su pallone aerostatico – il precedente era dei Viktor Prather e Malcolm Ross, che nel 1961 raggiunsero “solo” 34.668 metri di altitudine.

Felix Baumgartner, il lancio dallo spazio - Diretta Red Bull Stratos  Felix Baumgartner, il lancio dallo spazio - Diretta Red Bull Stratos  Felix Baumgartner, il lancio dallo spazio - Diretta 7

21.17 - E’ arrivato a terra tra gli applausi e il sorriso della mamma

Eccolo tutto intero: Subito dopo aver toccato terra, Felix Baumgartner ha esultato e si è inginocchiato, dopo aver infranto il muro del suono e battuto il record in caduta libera.

21.15 – Eccolo sempre più vicino

21.12 – Dopo oltre quattro minuti di caduta libera ecco il paracadute

20.09 - Felix vola! Ha superato la velocità del suono!

19.58 - Felix Baumgartner prende posizione. Inizia la depressurizzazione della capsula e la pressurizzazione della tuta.

19.52 -Quota raggiunta anzi superata. Infatti Felix Baumgartner si lancera’ da un’altezza maggiore rispetto a quanto annunciato: rispetto ai 36.576 metri previsti procedera’ al salto nel vuoto da oltre 38.900 metri nei cieli del New Mexico.



19. 47
- Siamo quasi alla quota x.

19.43 - In poco piu’ di due ore il pallone che porta la capsula dell’austriaco Felix Baumgartner, ha raggiunto e superato la quota di lancio prevista di 36.576 metri, battendo il record di uomo piu’ in alto senza un velivolo (31.333 metri) detenuto dal 1960 dal colonnello dell’aeronautica Usa, Joe Kittering.Al momento e’ a 36.900 metri dopo 2,10 ore. Baumgartner, 43 anni, e’ ora pronto a lanciarsi nei cieli del New Mexico per centrare il suo obiettivo principale: diventare il primo essere umano a infrangere la barriera del suono a caduta libera che a quella quota e’ pari a 1.110 km/h.

19.28 - Per ora non si riesce a riscaldare la visiera. La temperatura diventa sempre più alta man mano che si sale di quota. Felix ha superato ora si sta avvicinando alla quota di Kittinger, 31 chilometri. Il pallone continua a gonfiarsi ancora di più, la pressione esterna diminuisce e le particelle di elio continuano a essere spinte fuori. Sta cambiando la forma e diventando sta davvero enorme.

19.14 -Risolto il mistero del riscaldamento della tuta. E ‘il riscaldamento della maschera che non funziona. Il riscaldamento del frontalino impedisce che la visiera si annebbi durante il lancio. Il problema è in via di risoluzione

19.03 – A 37 chilometri l’atmosfera è così sottile che Felix dovrebbe arrivare a Mach 1, la velocità del suono, solo 30 secondi dopo il salto. Poi continuerà a quella velocità per altri 20 secondi, fino a quando rallenterà per l’attrito con l’atmosfera che diventa più densa man mano che Baumgartner si avvicina alla Terra. Felix sembra del tutto sereno . Ha bevuto un po’ d’acqua, per rimanere idratato.

18.55 – E’ stata lasciata un po’ di zavorra per superare più velocemente una zona con venti più forti. Il livello di ossigeno è al di sotto del 30%, al limite del livello di sicurezza.

18.44 -La temperatura esterna è di -86,7 ° C. La cabina è riscaldata, quindi la temperatura è superiore all’interno. C’è qualche problema, si è accesa la spia della tuta, Felix dice: “Non sento calore”.

18.35 -La check list riepiloga tutti i passi necessari prima del salto: dovranno depressurizzare lentamente la capsula per aprire la porta in modo sicuro. Altrimenti esploderà. Mentre lo fanno, La tuta di Felix Baumgartner si gonfierà per fornire le condizioni necessarie alla sopravvivenza.

19.37 - Tutti i sistemi funzionano a dovere tranne quello del riscaldamento del frontalino del casco. Ecco l’immagine del pallone che si gonfia. E si sta per raggiungere un primo record. Quello della massima altezza raggiunta da un uomo con un pallone.

18.23 – La capsula ha raggiunto la stratosfera. Per la serie pomeriggio con sentimento ecco la foto della mamma di Felix Baumgartner che piange al momento del lancio. Felix ora farà una lista di controllo. Non si tratta del controllo definitivo prima del lancio ma solo di una prova

18.20 - Felix Baumgartner dice che c’è un po’ di vento, ma per ora nessun problema

18.11 – Dopo qualche minuto di interruzione è tornato il collegamento video:

18.07 - Felix Baumgartner, pochi minuti fa:

17.55 – il cielo diventa sempre più scuro:

17.41 - Felix Baumgartner e Joe Kittinger stanno effettuando un controllo di routine alla capsula. Joe Kittinger, un capitano dell’ Air Force americana si è lanciato negli anni ’60 da un’altezza di 31 km ed è il collegamento di Baumgartner con la missione di controllo. Il viaggio è ancora all’inizio. Per arrivare all’altezza del lancio ci vorranno più di due ore.

17.36 -E’ dunque finalmente iniziato l’ultimo tentativo per l’austriaco Felix Baumgartner di stabilire il record del mondo di caduta in volo libero. Il jumper è sull’aerostato, l’ultimo dei tre a disposizione, che lo sta portando a oltre 36mila metri di altezza per il lancio. Se questo tentativo dovesse fallire a causa della meteo sfavorevole, l’austriaco e il suo team Red Bull dovranno rinunciare all’impresa. Il lancio è previsto poco prima delle 18 ora italiana.

17.32 – L’ultima immagine di Felix Baumgartner prima della chiusura della capsula

17.30 - Il pallone e la capsula hanno lasciato la Terra

17.27 – Ci siamo. Il pallone sta per essere lanciato

17.23 – Il vento cala prima del previsto, il lancio si avvicina?

17.14 – Nuovo ritardo. Il conto alla rovescia è stato annunciato tra 44 minuti

16.49 – Stanno iniziando a gonfiare il pallone, ecco la foto delle sue dimensioni a c4onfronto con la Statua della Libertà:

E la foto dell’operazione:

16. 34 – E ripreso il conto alla rovescia: meno di un’ora al lancio. Ecco la diretta video:

16.04 - Felix Baumgartner sta respirando ossigeno puro ora con l’obiettivo di eliminare quanto più azoto dal proprio sangue. Se non fosse attuato questo procedimento l’azoto in quota potrebbe danneggiare i suoi tessuti e potenzialmente ucciderlo.

15.55 - I venti in alta quota sono ancora troppo forti per effettuare il lancio, ma le previsioni restano buone

15.49 – Ecco una nuova foto di Felix Baumgartner nella capsula che si sta preparando al lancio

15.37 - Felix Baumgartner si trova ora all’interno della capsula e in attesa del conto alla rovescia. Tra questo momento e il suo ritorno sulla Terra potrebbero passare più di cinque ore. Se vi state chiedendo come possa fare pipì la risposta la LEGGETE QUI

GLI ESERCIZI - “Sono pronto, sono qui con la mia famiglia e i miei amici che sono venuti a sostenermi”, ha detto Baumgartner ieri sera. “Sono in buona forma fisica e ho controllato tutto l’equipaggiamento. Tutto quello che adesso aspettiamo è il bel tempo”. Baumgartner, fa sapere il suo staff, ha iniziato ad indossare al tuta pressurizzata e si sta preparando al lancio con esercizi di respirazione al quartier generale della missione a Roswell nel New Mexico.

fonte

 

 

 

 

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14 ottobre 2012 7 14 /10 /ottobre /2012 17:16

Felix è nato per volare  Guarda Felix Baumgartner raggiungere il bordo dello spazio

L'avventura del folle Felix Baumgartner, con l' attivo di 2500 lanci con il paracadute di ogni tipo e altezza, oggi realizza un sogno: il lancio dal punto più alto dalla stratosfera in caduta libera, in oltre 5 minuti di caduta libera, con una speciale tuta aerospaziale che gli ha permesso di evitare embolie e morire di freddo a oltre -70 gradi! Il nervosismo quest' oggi la ha fatto da padrone, il vento in ogni momento sembrava diminuire e un attimo dopo, asoffiare prepotentemente, rinviando di minuto in minuto il lancio.

Pochi minuti fa,  non da 36000 ma da 39038 metri,una discesa durata 8 minuti e non 5 come detto in precedenza, il lancio ha avuto il suo epilogo, con l' atterraggio di Felix  Baumgartner, intero, vivo e vegeto! Si scrive nuovamente, dopo il 1966, un nuovo pezzo di storia che riguarda i lanci con paracadute più alti del mondo. Considerando che la stratosfera lascia il posto alla mesosfera a cinquantamila metri c’è ancora margine per ulteriori lanci! L' evento comunque è molto seguìto da gran parte dei fan e dei curiosi, che propone sky24 e programmi che lasciano libera visione in: il valore scientifico di questa impresa ,dove aviatori ed astronauti, hanno lo scopo di estendere i loro confini con l' esplorazione di nuove possibilità e permettere un turismo spaziale, l'altra alternativa per il futuro aerospaziale ed una eventuale'' fuga '', come attualmente la hanno gli aviatori nei moderni mezzi di aviazione.

Il Suit

 

 

Come spettatore di questa incredibile impresa volevo lasciare il mio commento, per questo evento unico e raro! Felix personalmente mi ha emozionato e dalle ore 17:31 (ora italiana) quando si e' staccato da terra, e per circa 2 ore e mezza mi ha tenuto incollato allo schermo!

Il momento del distacco dalla capsula a circa 40.000 metri e' stato il momento clou, con un picco di odience davvero incredibile! Inizialmente Felix aveva avuto qualche problema durante la sua caduta libera, ma mentre precipitava alla velocita' di Mach1 percorrendo la velocita di quasi 340.29 m / s  gironzolando su se stesso come se non avesse controllo, improvvisamente e' riuscito a trovare l'assetto aereodinamico utile ad una caduta perfetta per poter controllare la situazione! Alla fine dopo circa 4 minuti di caduta libera l'apertura del paracadute e' stato il successo finale,  seguito da milioni di telespettatori da ogni parte del globo, ed ha effettuato un atterragio perfetto degno del suo nome! Complimenti da parte del Duca a quest'uomo che ha affrontato una grande impresa!

IL DUCA CONTROVERSO!  

 

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12 ottobre 2012 5 12 /10 /ottobre /2012 21:15

L’ anomalia dei Pioneer, l’effetto che causa il rallentamento anomalo delle sonde NASA Pioneer 10 e 11, potrebbe finalmente avere una spiegazione. Da decenni gli esperti cercano di trovare una soluzione a questo mistero: un rallentamento difficile da spiegare nel moto delle due sonde, lanciate nei primi anni settanta dalla NASA verso gli estremi confini del Sistema Solare, in direzioni opposte. Che l’attrazione gravitazione del Sole causi una decelerazione nel loro moto è normale, ma quella decelerazione è ben maggiore di quanto ci si aspetterebbe.

La nuova teoria arriva da uno studio di Sergei Kopeikin, un ricercatore dell’Università del Missouri (USA): «Le sonde Pioneer – dice Kopeikin – sembrano violare le leggi di gravità newtoniane decelerando in modo anomalo durante il loro viaggio spaziale, ma, fin’ora, non era mai stato possibile dare delle spiegazioni secondo le leggi della fisica». Il suo recente studio, pubblicato su Physical Review D, dimostra che la deviazione non è così strana come si pensava.

Proprio lo scorso anno, una serie di studi avevano offerto una possibile spiegazione: la cosiddetta thermal recoil force (un effetto non gravitazionale, legato unicamente alla radiazione termica che esce dalle sonde). Secondo il team del Missouri, però, l’effetto di thermal recoil può spiegare al massimo il 15-20 per cento dell’effetto osservato. La soluzione del restante 80 per cento va invece cercata nelle equazioni che descrivono il movimento dei fotoni radio che portano sulla Terra le informazioni su posizione e velocità delle sonde. Le gemelle Pioneer sono state letteralmente bombardate di onde radio, che rimbalzando contro le sonde e tornando a Terra consentono di calcolare la distanza.

Per Kopeikin e colleghi, le navicelle non rallentano, ma sono le onde radio che emettono arrivano sulla Terra a una velocità diversa da quella che ci si aspetterebbe stando alle teorie di Newton. E questo perché l’espansione dell’Universo altera le nostre osservazioni dei fotoni che compongono le onde radio provenienti dalle sonde, facendo sembrare che stiano rallentando.

La scoperta sull’anomalia delle sonde Pioneer è solo una parte di un progetto più grande al quale sta lavorando il team, su come l’espansione dell’Universo alteri alcuni parametri fisici nel Sistema Solare, in modi di cui finora gli astronomi non avevano tenuto conto: «Avere misure accurate dei parametri fisici dell’universo ci aiuterà a porre le basi per nuovi progetti di esplorazione interstellare», ha detto Kopeikin.

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8 ottobre 2012 1 08 /10 /ottobre /2012 22:35

Immagine di striature su alcune colline Marziane, viste dalla camera HiRISE. Credit: NASA/JPL/Università dell'Arizona


Questa nuova immagine ottenuta dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, grazie alla camera HiRISE, mostra ancora quanto dinamico è il pianeta in realtà durante i cambiamenti climatici stagionali. Le striature che vedete sui pendii di queste piccole colline sono visibili anche in tante altre zone polverose di Marte (sia più chiari che più scure) e secondo alcuni studiosi potrebbero essere tracce lasciate dall'acqua che passa per lo stato liquido. In realtà non è chiaro qual'è il preciso meccanismo alla base della loro origini, e comunque l'idea più comune è che si formano durante particolari tipi di valanghe in cui particelle molto sottili di pulviscolo scivolano a valle.
 
L'altissima risoluzione della camera a bordo del MRO permette di notare particolare molto piccoli, ad esempio la striatura a destra che ha incontrato un cratere mentre scivolava giù, lasciandosi dietro degli spazio vuoti sotto il cratere.

 

 

Immagine intera delle striature viste sulle colline Marziane. Credit: NASA/JPL/Università dell'Arizona

Particolare di due striature diverse su di una collina Marziana. Credit: NASA/JPL/Università dell'Arizona

Può non sembrarvi granché, ma pensateci.. Perché questa striatura è stata interrotta dal cratere mentre quella a sinistra non ha avuto problemi del genere ? La striscia di destra sembra proseguire lungo il crinale sud senza mai sovrapporsi. Che tipo di materiale ha creato queste striature dal comportamento così diverso e a quale velocità è avvenuta la sua creazione? Inoltre possiamo osservare dei piccoli segni all'interno delle strisce che corrono parallelamente ai bordi, forse questi segni sono altri indizi sul processo di formazione delle striature.

Particolare della fonte delle striature, che iniziano in una zona rocciosa in cima alla collina. Credit: NASA/JPL/Università dell'Arizona

Interessante è notare dove tutte queste striature hanno origine. Di solito, come vedete sopra, hanno origine da un punto e si ampliano lungo la discesa. Da questo è possibile dedurre la direzione di discesa. Forse la caduta di alcuni massi da questo affioramento roccioso visto qui sopra è la causa che ha generato le valanghe di polvere che ha creato le striature.

L’immagine in questa pagina è quella che viene definita come “immagine di controllo”, grazie alla quale possiamo confrontare le modifiche del paesaggio con il trascorrere del tempo. In questo caso, possiamo osservare almeno una striscia nuova che si è formata negli ultimi 5 anni!

Immagini che mostrano nuove striature comparse su Marte. Credit: NASA/JPL/Università dell'Arizona

Studiare la successione di immagini dello stesso luogo, come questa, può indicarci la frequenza con cui si formano le nuove striature, la loro età e come cambiano nel corso del tempo. Questo è il vantaggio di avere missioni che durano per molti anni, invece di brevi missioni di osservazione sommaria. Sono missioni che costano tanto, ma è l'unico modo in cui si può sperare di rilevare cambiamenti così piccoli e che avvengono da una stagione all'altra.

http://hirise-pds.lpl.arizona.edu

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8 ottobre 2012 1 08 /10 /ottobre /2012 22:10

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Il veicolo, che è atterrato sul Pianeta Rosso nel mese di Agosto, si è spinto fino ad una pila di materiali sabbiosi che gli scienziati hanno soprannominato “Rocknest”. Questo fine settimana, il robot è stato impegnato a scavare nel terreno con la sua conchiglia a forma di spatola, con l’obiettivo di pulire il meccanismo di contaminazione terrena, grazie al quale le analisi fatte dagli strumenti interni risulterebbero molto precise. Più tardi, si ripeterà l’operazione con il prelievo di un campione di sabbia per l’analisi del suolo. Gli ingegneri della NASA hanno avvertito che l’intero processo sarà lungo e complicato. La macchina in questione è complessa e il team dice che ha bisogno di tempo per imparare il modo migliore per farla funzionare. Curiosity, anche conosciuto come il Mars Science Laboratory (MSL), molto probabilmente resterà fermo a Rocknest per un paio di settimane e, come con alcuni dei precedenti esperimenti scientifici condotti dal rover, i risultati arriveranno dopo accurati test e controtest. Quello che attualmente si crede è che la sabbia è molto probabilmente composta di un basalto alterato, roccia vulcanica onnipresente sulla superficie di Marte. 

“Rocknest”: Una distesa di sabbia appena con un gruppo di rocce scure è il sito per le prime analisi

 

Un obiettivo chiave dei primi scavi sarà quello di effettuare un’accurata pulizia interna dei meccanismi del braccio robotico (CHIMRA), strumento che fa lo scavo. Eseguendo molti test attraverso il sistema di gestione, Curiosity laverà il sistema di raccolta dei campioni evitando di raccoglierne di contaminati. ”Lo usiamo per lavare in modo efficace la nostra bocca per tre volte e poi sputare fuori,” ha spiegato Daniel Limonadi della NASA; “Una volta completata la procedura, un piccolo campione verrà consegnato ai laboratori a bordo, Sam e Chemin, per una analisi chimica e mineralogica. La sabbia sarà fortemente scossa e setacciata per assicurarsi che solo materiale a grana fine, inferiore alla larghezza di un capello umano in diametro, raggiunga gli strumenti.

 

Il rover ha condotto ad una totale di 484m (circa 1,590 ft) fin dal suo atterraggio del 6 agosto sul fondo del cratere Gale, una depressione enorme all’equatore di Marte ‘. Ha ancora circa 176m da percorrere per arrivare in un luogo chiamato Glenelg. E ‘a Glenelg, dove Curiosity sarà davvero in grado di indagare se c’è stata mai la vita su Marte.Per la prima volta il rover della Nasa Curiosity ha messo in funzione la sua paletta e ha raccolto un campione di suolo marziano. Il campione, raccolto dopo 61 giorni di missione nel sito chiamato Rocknest, e’ costituito dalla sabbia che copre la superficie di Marte ossia la regolite marziana, e sara’ usato soprattutto per un test dello strumento Chimra (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis). Situato sul braccio robotico del rover, Chimra comprende la paletta e un dispositivo per esaminare e dividere i campioni di suolo e roccia polverizzata. Dopo la raccolta del campione, spiega la Nasa, la paletta ha lasciato un foro sulla superficie del pianeta rosso di 4,5 centimetri di diametro. La capacita’ del rover di scavare e setacciare campioni di terreno, sottolinea la Nasa, e’ una parte importante della missione: perche’ svolgera’ un ruolo cruciale nel valutare se l’area di studio ha mai avuto un ambiente favorevole per la vita. Dopo la paletta, sara’ testato fra circa un mese anche un altro strumento cruciale, il trapano per prelevare campioni di rocce in profondita’.

 



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