Se la violenza sulle donne è sempre stata una delle più gravi forme di mancanza di rispetto verso la vita stessa, che l' essere umano è stato artefice e carnefice, sembra che la svolta per l' ennesima violenza perpetrata nei confronti di una ragazza in India scuote il mondo che vuole un cambiamento definitivo. In India, un colosso della pace che tutto il mondo ricorda, Gandhi inventava la tattica della resistenza passiva Guida spirituale dell'India, nella sua lotta per l'indipendenza contro il dominio coloniale inglese: Mohandas Gandhi, soprannominato Mahatma, cioè “la grande anima”. Nato a Porbandar, sulla costa nordest del mar Arabico, nel 1869, Gandhi si laureò in giurisprudenza in Inghilterra; poi a ventiquattro anni, andò ad esercitare la professione di avvocato in Sudafrica. Qui vivevano molti emigrati indiani, che erano trattati come razza inferiore e subivano soprusi e ingiustizie da parte dei coloni europei. In difesa dei loro diritti Gandhi attuò con successo una tattica di resistenza passiva, un metodo di lotta politica non violento, che consisteva nel rifiutare l'obbedienza alle leggi ritenute ingiuste e contemporaneamente nell'accettare, senza ribellarsi, le pene che queste leggi stabilivano. La ribellione che innescò una storica condizione di seguire un uomo che delle armi non ne faceva un atto di forza ma della propria fede invece si, in questi ultimi periodi bui della vita delle donne sembra risvegliarsi una dovuta difesa della propria vita che deve essere riconosciuta a livello globale e soprattutto nelle persone che è ora che accettino il fatto che la donna è una persona e non un oggetto di desiderio.
Sonia Gandhi, scende in piazza insieme ai diritti per la vita e l' inizio tanto atteso sembra essere questo.La morte della giovane ragazza violentata ha prodotto un effetto domino che solo Sonia Ghandi sembra frenare. La giovane e' stata stuprata da sei uomini ubriachi mentre viaggiava insieme a un amico su un autobus; dopo la violenza, e' stata picchiata con barre di ferro e poi scaraventata fuori dal veicolo, mentre l'autobus era ancora in marcia, una caduta che le ha provocato gravi lesioni interne. I sei, tra i quali anche l'autista del bus, sono in stato di fermo e compariranno dinanzi alla giustizia il 3 gennaio, sull'onda della pressione popolare che chiede un processo rapido."I nostri pensieri sono con la giovane donna che lotta per la vita", ha detto la signora Gandhi. "Il nostro unico desiderio è che lei si riprenda e torni presto con noi e che non si perda tempo nel portare davanti alla giustizia coloro che si sono macchiati di questo barbaro crimine", riporta il Times of India.
Nella sua prima reazione pubblica dopo l'incidente, la Gandhi ha annunciato di aver annullato le celebrazioni per il 127esimo anniversario della nascita del partito, che cade a fine dicembre, e non ha voluto formulare auguri per il Nuovo Anno. "Non ci saranno festeggiamenti perche' i nostri pensieri sono con la giovane donna che sta lottando per la vita dopo una brutale aggressione", ha dichiarato la Gandhi, citata dall'emittente, Cnn-Ibn. "Il nostro unico desiderio", ha aggiunto la carismastica vedova Gandhi, "e' che si riprenda e torni a noi e che si portino senza indugi davanti alla giustizia gli autori di questo atto barbarico". Decine di giovani, soprattutto studentesse e studenti universitari, si sono raccolti ieri nel centro della capitale indiana New Delhi, per l'ennesima volta nelle ultime due settimane. Volevano manifestare contro le aggressioni sessuali, lo stupro, gli uomini che odiano le donne, la polizia che non le difende: giovani e ragazze, alcune in uniforme scolastica. cartelli che dicevano «vogliamo sicurezza», «vogliamo giustizia», o «il mio corpo, i miei diritti». Da due settimane manifestazioni così si susseguono a New Delhi, da quando il 16 dicembre una giovane donna è stata selvaggiamente pichiata e violentata da sei uomini su un autobus dove era salita insieme a un amico, a sua volta pestato brutalmente. La giovane, una studentessa paramedica, è da allora in rianimazione in condizioni gravissime e ieri è stata trasferita a Singapore per cure più specializzate.
Negli ultimi giorni però le manifestanti non sono riusciti a muoversi dal Gate of India, monumento nel cuore della zona più ufficiale della città: a fronteggiarli c'erano barricate e cordoni di polizia in pieno assetto antisommossa, con lacrimogeni e idranti. Le ragazze hanno cercato di forzare il blocco al grido «riconquisteremo la nostra libertà», ma alla fine il corteo non si è formato. La scorsa settimana proteste simili erano finite in scontri, e da allora la zona degli uffici governativi è off limits per i manifestanti.
E' la prima volta che New Delhi assiste a un'ondata di proteste così ampia su una questione come la violenza sessuale. In gran parte è stata una reazione spontanea a un caso così feroce, e riflette la rabbia di tante donne, soprattutto giovani e studentesse. Ovviamente sull'indignazione pubblica suscitata dall'ennesimo stupro sono saltati anche diversi partiti politici: l'opposizione di centrodestra ha lanciato gravi accuse al partito di governo, il Congress, che non sarebbe in grado di fare fronte a una questione di legge e ordine - in alcune manifestazioni sono comparsi cartelli con il disegno del cappio e appelli alla castrazione o alla pena di morte contro gli stupratori. «Il fatto è che la cultura dominante riguardo alla violenza sessuale è terribilmente arretrata», commenta Kalpana Sharma, giornalista di Bombay che nella sua ultima rubrica chiede «cosa succede agli uomini indiani?». La violenza sessuale non è certo cosa nuova, ma in una megacittà come New Delhi, osserva Sharma, è relativamente nuovo che tante giovani donne siano nelle scuole, nel lavoro, nello spazio pubblico: e si scontrano con una cultura maschile che non le rispetta. «La società urbana è in transizione, e le donne ne pagano il prezzo». Il governo indiano avvierà entro breve una banca dati contenente nomi, foto ed indirizzi delle persone condannate per reati sessuali che sarà accessibile al pubblico attraverso un semplice collegamento internet. E' ora che si cambi decisamente modo di fare giustizia: con ll' informazione su internet, è solo il primo passo.