La notizia e' delle piu' eclatanti, e di pochissime ore fa', quando un noto Carpentiere Edile siciliano rende pubblica la notizia shock della reale esistenza del fatidico PUNTO G!!
Non possiamo rendere pubblica per motivi di privicy l'identita' dell'uomo, ma e' giunta in redazione una sua foto:
Noi di Conte Rovescio, abbiamo subito mandato un nostro inviato per intervistare il protagonista di questa simpatica vicenda ed e' con grande piacere che ve la proponiamo in anteprima nazionale!
Giornalista: Salve +++++++++ cominciamo con la prima domanda, come ha avuto questa informazione?
Intervistato: Innanzitutto salve a tutti i vostri lettori, e' un piacere avere tutta questa attenzione da parte vostra!
Niente, tutto e' cominciato quando ho incontrato un uomo che mi ha per sempre cambiato il modo di vivere!
Lui e' un Guru nel campo in questione (io lo chiamo Maestro) e vista la mia amicizia e rispetto nei suoi confronti ha deciso di confidarmi il segreto!
Giornalista: Ma come mai ha scelto proprio lei?
Intervistato: Mi ritengo fortunato, sono come un prescelto! Io sono sempre stato il numero uno nella vita, in tutto cio' che faccio, e il Maestro questo lo ha notato dal primo incontro che abbiamo avuto ed e' per questo che mi ha scelto, proprio per continuare questa tradizione che ormai si tramanda da centinaia di anni! Poi la mia bellezza e il mio fascino ha aiutato tantissimo!
Giornalista: Le ha dato qualche dimostrazione pratica o le ha semplicemente confidato il segreto?
Intervistato: Il Maestro e' stato bravissimo, io mi sono prestato come cavia, e lui mi ha spiegato per filo e per segno ogni singolo passo, per arrivare a questo misterioso punto! Ci sono volute diverse lezioni, ed anche se e' stato parecchio doloroso, alla fine ho capito esattamente dove trovare il fatidico PUNTO G della donna!
Giornalista: Cioe' vuole dire che il Maestro per farle capire dove trovare questo punto ha fatto le prove su di lei?
Intervistato: Certo cosa c'e' di male, come avrebbe dovuto farmelo capire secondo lei, con le bambole??
Giornalista: No infatti, certo ho capito, anzi scusi la domanda un po' stupida!
Ma arriviamo al punto, vuole spiegare anche a noi senza dover subire nessun trattamento, come arrivare a questo punto G?
Intervistato: Certo e' molto semplice, vi faccio un piccolo disegno cosi' anche voi potete capire come raggiungerlo, pero' e' evidente che dopo dovrete fare un po' di pratica! Non e' una cosa che si impara dall'oggi al domani!
Giornalista: Ma scusi, questo e' un labirinto, secondo lei io ed i lettori come dovremmo capire dove si trova il punto G?
Intervistato: E' qui' che la volevo e secondo lei io, dopo esser stato martoriato per 2 mesi dal mio Maestro, per capire "in profondita' "dove si trova questo punto G ora lo vengo a dire a lei?? Ma mi faccia il piacere!
Giornalista: Ma sa che lei e' un po' strano? Ma non eravamo qui' per sapere da lei dove si trova il punto G?
Intervistato: Si certo, ma l'ho fatto solo per farmi un po' di pubblicita', e per dire a tutti che effettuo lezioni a pagamento per tutte le donne che vogliono capire e scoprire il punto del loro corpo, che gli cambiera' per sempre il loro modo di vedere il Sesso!
Giornalista: Ok la ringrazio tantissimo per averci dedicato il suo tempo, se vuole un giorno rivelarci questo segreto pubblicamente, sappia che noi siamo a sua completa disposizione!
Ringraziamo il nostro inviato e per saziare la sete d' informazione dei nostri lettori vi proponiamo qualche articolo sulla vera o falsa esistenza del Punto G
Questo e' quello che riporta la Repubblica.it
“Il punto G è solo fantasia” Scienziati scatenano la polemica
Per la ricerca pubblicata dal Journal of Sexual Medicine, il fulcro del piacere femminile è una leggenda. I risultati sono stati ottenuti studiando 900 coppie di gemelle
LONDRA – Il punto G esiste, il punto G non esiste. M’ama non m’ama. La zona erogena più discussa del pianeta, adesso è stata di nuovo messa in discussione. Ad affermare che sia frutto dell’immaginazione di alcuni stavolta è un gruppo di scienziati del King’s College di Londra guidati dal ricercatore Andrea Burri. Secondo loro non esistono prove certe del punto erogeno che resta più probabilmente frutto della fantasia della donna. La ricerca, pubblicata dal Journal of Sexual Medicine, sostiene che il fulcro del piacere femminile sarebbe un mito propagandato dalle riviste e da alcuni terapisti.
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“Alcune donne sostengono non solo di avere il punto G, ma anche che la sua maggiore o minore attività sia dipendente da fattori come la dieta o l’esercizio fisico. In realtà è praticamente impossibile trovare prove tangibili dell’esistenza di questo punto erogeno” ha spiegato Tim Spector, docente di Epidemiologia genetica e coautore della ricerca inglese.
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La conclusione dei ricercatori si basa sul risultato di un sondaggio effettuato su oltre 900 coppie di gemelle britanniche, mono o eterozigoti. Nonostante i gemelli identici condividano i geni, infatti, durante lo studio all’interno delle coppie di gemelle identiche sono emerse forti differenze tra le donne che affermavano di avere il punto G e le loro sorelle gemelle identiche che dicevano di non averlo.
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“Questo è di gran lunga il più grande studio mai effettuato sull’argomento – ha detto Burri – e dimostra abbastanza definitivamente come l’idea di un punto G sia del tutto soggettiva. Spesso quella che viene considerata l’assenza del punto G è un modo per dare una spiegazione alle sensazioni di inadeguatezza o scarso rendimento sessuale. Non si può affermare l’esistenza di qualcosa che non è mai stato realmente individuato”.
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Il punto Gräfenberg, o punto G, è stato chiamato così in onore del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, che lo descrisse per la prima volta oltre 50 anni fa, e recentemente, proprio in Italia, nuove ricerche sembravano aver reso possibile la sua individuazione utilizzando scanner a ultrasuoni. Contro la ricerca inglese si è subito espressa la sessuologa Beverley Whipple, che da sempre avvalora l’idea del punto G. Secondo il suo giudizio lo studio dei ricercatori del King’s College “è pieno di crepe”: avrebbero ignorato le esperienze delle lesbiche o delle donne bisessuali ed errato nel considerare gli effetti di avere differenti partner sessuali con differenti tecniche amatorie.
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Contro la ricerca anche Emmanuele Jannini, ricercatore e docente di sessuologia medica all’università dell’Aquila, che il punto G l’ha proprio fotografato. A prova del suo scetticismo, Jannini punta il dito su alcuni aspetti deboli dello studio londinese. “Non è detto che il punto G abbia un’origine genetica – spiega – e non sia piuttosto legato a una differente esposizione agli ormoni durante la vita fetale, diversità che può sussistere anche tra gemelli. A maggior ragione considerando che il clitoride è tra gli organi più sensibili al testosterone”. Con questo il sessuologo riapre la questione che, a suo avviso, la ricerca inglese non ha risolto. E aggiunge così un altro tassello per sollevare ulteriori, amletici, dubbi.
Il sole 24 ore comincia cosi':
Sesso: esiste il «punto G», è lungo 8 millimetri
Una ricerca che dura da 50 anni, tra ipotesi, smentite, annunci e numerosi passi indietro. Il centro del piacere femminile, il famigerato “punto G”, esisterebbe e sarebbe lungo poco più di 8 millimetri. A dare il primo identikit anatomico preciso di questo mistero della sessualità femminile è Adam Ostrzenski, ginecologo dell’Institute of Gynecology di St. Petersburg in Florida, che sostiene di aver individuato forma e dimensione del punto G “tra apparato genitale e urinario": formerebbe "un angolo di 35 gradi con la parete laterale dell’uretra”. In pratica sarebbe un tessuto differente dagli altri che lo circondano per sensibilità e spessore. La scoperta è stata condotta dopo un esame dell’area pelvi-perineale di una donna morta a 83 anni e ha permesso di accertare anche le “misure" della leggendaria scintilla dell’orgasmo vaginale: lunghezza 8,1 millimetri, larghezza da 3,6 a 1,5 mm, altezza 0,4 mm, che grazie ad un innervazione simile a quella del tessuto cavernoso dei genitali maschili o del clitoride potrebbe estendersi fino a oltre 30 mm.
Chiave dell'orgasmo? - Tra i tanti dubbi c’è quello della presenza o assenza: non tutte le donne potrebbero averlo e in alcune potrebbe non esserci l’innervazione adeguata, motivo di una minore soddisfazione sessuale o della difficoltà a raggiungere l’orgasmo, secondo i teorici del “punto G". Se confermata, quella di Ostrzenski sarebbe comunque la prima descrizione anatomica del “punto G”, il mitico “punto Grafenberg” che deve il suo nome al ginecologo tedesco Ernst Grafenberg, il primo a ipotizzarne la presenza ormai 50 anni fa, anche se in una posizione diversa da quella di Ostrzenski ed esattamente sulla parete frontale della vagina a un’altezza di circa due centimetri e mezzo. Insomma, sin dall’inizio la caccia all’"Ufo del piacere" ha dato filo da torcere agli studiosi. Al punto che molti hanno rifiutato la sua esistenza “per mancanze di prove”, come nel passato i ricercatori del King’s College di Londra. Il punto G, per questi ultimi, è poco più che una leggenda metropolitana, riscoperta periodicamente da qualche rivista per farsi facile pubblicità con un argomento di forte impatto mediatico.
La prima foto è italiana - Decisamente non la pensa allo stesso modo Emmanuele Jannini, docente di Sessuologia medica dell’Università dell’Aquila, che nel 2008 ha pubblicato un suo studio sul Journal of Sexual Medicine. Il ricercatore italiano aveva adoperato un esame diagnostico molto diffuso nello studio dell’apparato genitale, l’ecografia transvaginale, e aveva documentato la presenza del tessuto in una parte delle donne osservate.
La Stampa smentisce tutto:
Il Punto G esiste? L'esperto: "No, è una bufala mondiale"
Tutto il mondo ne parla: il Punto G sarebbe stato trovato fisicamente e misurerebbe 8 mm. Qualcuno tuttavia la pensa diversamente: il sessuologo Vincenzo Puppo denuncia la bufala mondiale di quello che, secondo lui, è l’ennesimo articolo non scientifico sul Punto G
Si parla ancora – e sempre – di Punto G, quel fantomatico punto in grado di regalare un piacere optional alla donna. Su tutti, o quasi, i media mondiali è infatti apparsa la notizia che il Punto G sarebbe stato scoperto e confermato anatomicamente.
Ma, anche questa volta, c’è chi non è d’accordo.
In una precedente intervista (vedi articolo) il Dott. Vincenzo Puppo, medico e ricercatore/scrittore, del Centro Italiano di Sessuologia, ci aveva spiegato che il Punto G non esiste. Gli chiediamo di commentare l’articolo, sempre sul Punto G, appena uscito nel Journal of Sexual Medicine.
Dottor Puppo, cosa ne pensa, è tutto vero quello che dicono, ossia che hanno trovato il punto G?
«Questo “studio” è stato condotto da un ginecologo il Dr. Ostrzenski, che dice di aver trovato il punto G in una donna e conclude: “The anatomic existence of the G-spot was documented in this study with potential impact on the practice and clinical research in the field of female sexual function”. I media di tutto il mondo in questi giorni infatti riportano la notizia dopo aver letto il comunicato stampa emesso dal Journal of Sexual Medicine, dal titolo (molto eclatante) “Study Confirms Anatomic Existence of the Elusive G-Spot”(vedi in: http://dmmsclick.wiley.com/view.asp?m=92vol1mwvmgnky3pd0d7&u=8550957&f=h)».
Dott. Puppo, lei ha letto il testo completo di questo articolo? Se sì, cosa ne pensa, i media riportano correttamente il suo contenuto?
«Sì, ho letto subito questo articolo (e il comunicato stampa…): 1- è stato fatto su un cadavere, una donna di 83 anni, ma di cui non si sa niente (non c’è scritto nell’articolo) della sua vita sessuale (e delle sue patologie…). 2- il dr. Ostrzenski ha trovato “qualcosa” tra l’uretra e la vagina e lo ha chiamato punto G. Perché? Anche questo non c’è scritto nell’articolo. Quindi è solo una sua supposizione».
Ma, dottor Puppo, questo ginecologo scrive che è una conferma anatomica del Punto G, e nel comunicato stampa l’Editor del J. Sex. Med., Dr Irwin Goldstein, dice: “This case study in a single cadaver adds to the growing body of literature regarding women’s sexual anatomy and physiology.” Cosa ne pensa?
«Come ormai sapete dalle mie precedenti interviste, è necessario (specialmente per voi giornalisti) sempre controllare le fonti prima di riportare la notizia, e io l’ho fatto, ma questo non è stato fatto dai siti web/giornali di tutto il mondo, è facile capire leggendo gli articoli in internet (in Italiano, Inglese ecc.) che è stato fatto solo un copia/incolla della intervista al Dr. Ostrzenski: nessuno ha letto il suo articolo».
Dottor Puppo, ci vuole forse dire che in questo articolo non c’è nessuna conferma anatomica del Punto G?
«Esatto, la prima cosa che si evidenzia è che, sì ci sono figure anatomiche di “qualcosa” estratto dal corpo della donna, ma nessuna figura istologica: perché? L’articolo è stato pubblicato senza un controllo: ma ci vuole poco tempo per osservare al microscopio cosa poteva essere… Da cosa questo ginecologo deduce che è il punto G?... Non si sa! La seconda cosa evidente è che la bibliografia è un po’ “strana”: ci sono citazioni, a mio avviso, chiaramente false e riprese da un articolo specialistico che non ha niente a che fare con il punto G, il Dr. Ostrzenski scrive: “There are scientific data that strongly support the physical presence of the G-spot. The G-spot gene has been identified and has been already incorporated into the Affymetrix GeneChip microarrays of probes to match specified genes [6].”? Possibile che si conosca il gene del punto G e nessuno mai lo ha divulgato? Ma l’articolo citato è del Dr. Upon et al. (n. 6 nella bibliografia), e non parla del punto G, ma della Guanina (base azotata che si trova nel DNA), infatti il Journal che lo pubblica è il BMC Genomics: quindi, secondo me, è una falsa bibliografia, ed è inaccettabile a livello scientifico, inoltre dimostra, oltre la “superficialità” (“ignoranza”?) del Dr. Ostrzenski, che il suo articolo non è stato revisionato (controllato) da nessun revisore prima di essere pubblicato dal J. Sex Med».
Allora, secondo lei, questo non è un articolo scientifico?
«Esatto, e se fosse stato proposto a qualsiasi altro Journal specialistico nessuno lo avrebbe accettato. Inoltre, secondo me, c’è un altro fatto molto grave: nell’articolo non c’è scritto niente sugli eventuali conflitti di interesse del Dr. Ostrzenski, che invece ci sono: lui propone/fa interventi di chirurgia estetica vaginale, compreso l’ingrandimento del punto G. Ora potete capire sia il titolo “eclatante” dell’articolo, sia le dichiarazioni del Dr. Ostrzenski alla stampa (oltre alle sue omissioni: cosa si conosceva della donna di 83 anni, l’assenza degli esami istologici eccetera): si fa solo pubblicità, e io aggiungo “sulla pelle delle donne”, perché la chirurgia estetica vaginale (e l’ingrandimento del punto G) non ha indicazioni mediche ed è sconsigliata dai ginecologi di tutto il mondo (eccetto da chi la fa…)».
In conclusione?
«In conclusione, in questo articolo ci sono solo ipotesi senza basi scientifiche (altra bufala mondiale o frode scientifica?), infatti il resto della bibliografia del Dr. Ostrzenski sono solo gli articoli di Jannini, Whipple, Buisson, O’Connell ecc. (altri “opportunisti” che sono diventati famosi grazie al punto G, e che riportano solo altre ipotesi/opinioni personali sul Punto G) e questi articoli sono quasi tutti pubblicati dal Journal Sexual Medicine…: il Punto G è solo un business».
Brutte notizie dunque, se proprio vogliamo, per le donne. Niente Punto G, niente piacere optional… Ma, al di là delle diatribe scientifiche, c’è qualche donna che può affermare di averlo realmente provato questo piacere optional? Forse bisognerebbe proprio chiederlo a loro. Ma, in attesa delle eventuali risposte, grazie dottor Puppo.