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11 settembre 2014 4 11 /09 /settembre /2014 21:46

 

Padre Jean-Edouard Lamy (Père Lamy)

Jean-Edouard Lamy nacque in Francia nel 1853. Fu curato de La Courneuve dal 1900 al 1923.

Tutta la sua vita fu costellata da visioni e fenomeni mistici straordinari. Aveva spesso visioni di Gesù (soprattutto durante la Messa), della Madonna, di San Giuseppe e di angeli. Aveva una straordinaria devozione per la Madonna e una grande familiarità con gli angeli. Conversava regolarmente con il suo Angelo Custode. Molte persone che erano presenti quando parlava con gli angeli riferivano di sentire distintamente le loro risposte. Molti testimoni dicevano di vedere il viso di Padre Lamy diventare radioso quando assisteva alle sue visioni. Spesso nelle sue visioni vedeva fatti del passato e del futuro. Come altri grandi mistici subiva le vessazioni di Satana.

Dormiva una o due ore per notte e recitava il Rosario quasi continuamente. Aveva il dono del discernimento delle coscienze, cioè poteva "sentire" i peccati delle persone. Vengono riferiti molti miracoli operati da lui. Numerosi e illuminanti sono i suoi commenti su questioni spirituali e le profezie pervenuteci.

Il suo vescovo disse di lui: "Nella mia diocesi ho un altro Curato d'Ars".

Quand’era in vita, non erano trapelate le capacità di cui era stato dotato il prete. Soltanto qualcuno aveva intuito che questo straordinario pastore di anime aveva dei contatti diretti con l’aldilà. Ma di certo l’interessato volle evitare qualsiasi rivelazione all’esterno, compresi i suoi superiori o confratelli. Non a caso chiese al suo biografo e confidente, il conte Biver, che fu testimone di episodi razionalmente inspiegabili, la cortesia di non fare cenno a queste sue ‘conoscenze particolari’,  non prima, per lo meno, della morte. Il Biver, da scienziato agnostico o quanto meno incredulo delle vicende spirituali, mantenne il patto.

Lasciò scritto a proposito delle creature angeliche che sono unite perennemente a Dio: “Voi non potete immaginare la potenza di un Arcangelo, né quella della Santa Vergine! Vi è una grande utilità a pregare gli Angeli”.

“La Santa Vergine ha avuto la bontà di mettermi sotto la protezione del santo Arcangelo Gabriele, di affidarmi a lui”. In molte situazioni critiche padre Lamy venne fisicamente salvato da incidenti e morte certa grazie all’intervento dell’Arcangelo Gabriele, servitore dell’Altissimo e messaggero di buone novelle, che rappresenta, nell’esistenza dell’apostolo francese, una fonte continua di guarigioni e di sostegno all’opera portata avanti dal ‘prete di strada’.

Una particolarità distingue l’Arcangelo Gabriele che ebbe un ruolo fondamentale nell’arco di vita di padre Lamy: è il più alto di tutti gli angeli.

Leggiamo insieme la descrizione che ne fa il testimone diretto:

“L’Arcangelo Gabriele è più alto di tutti gli altri angeli. A lui io riconosco uno spirito di una categoria superiore. Quello che in loro è molto bello sono le placche d’oro di forma irregolare: poste come in un mosaico di cui la parte superiore del loro corpo è rivestito, continuamente sfavillano. Esse ricevono la luce di Dio. Queste placche d’oro, che perennemente si muovono, potrebbero assomigliare ad altrettanti soli”. In altri passaggi si sofferma anche sul tipo di capigliatura che lo contraddistingueva: “L’arcangelo Gabriele ha i capelli ben tagliati ed ondulati”.

Emergono altre specificità degli angeli, in particolare per quanto riguarda il loro impatto estetico dominato da una luminosità senza eguali, alla quale molto spesso il sacerdote farà riferimento. Veniamo a sapere che queste creature celesti che assistevano, come fedeli normali, alle celebrazioni eucaristiche di Lamy e lo trasportavano, da un luogo all’altro, quando le forze lo abbandonavano e prendeva il sopravvento una debolezza apparentemente invincibile, sono splendenti più della Madonna, indossano abiti bianchi, sono senza ali e hanno un aspetto assai giovanile.

Ecco la descrizione dettagliata: “Gli Angeli – svela – hanno un aspetto più luminoso di quello della Santa Vergine, almeno all’apparenza. Con quegli affascinanti riflessi di luce che cambiano incessantemente sui loro abiti bianchi, essi hanno l’aria di brillanti ufficiali presso di Lei, così semplice. Io non ho mai visto loro delle ali. Sempre di aspetto giovanile, essi portano, impressa sul loro volto, la benevolenza verso gli uomini, mentre invece i demoni hanno un aspetto duro, strano, a tratti disgustoso e repellente”.

E’ capitato in più circostanze che Lamy si sentisse senza più forze. Nei momenti di spossatezza, quando pronunciava le parole “Dio mio, Dio mio, come sono stanco!”, egli, all’improvviso, si trovava teletrasportato davanti alla sua parrocchia, oppure nei posti in cui le persone avevano bisogno della sua opera misericordiosa.

Lamy instrada tutti i cattolici del mondo verso un obiettivo: pregare costantemente gli angeli. Ma perché? Non soltanto per riuscire a captare la loro presenza accanto a noi, sempre, in ogni istante,  ma anche perché “ogni volta che rivolgiamo a loro preghiere e richieste di aiuto, essi sono molto contenti (…). I nostri Angeli custodi ci guardano come se noi fossimo dei fratellini indigenti. La loro bontà nei nostri riguardi è estrema”.

Con la protezione degli angeli Lamy era solito celebrare la messa con fervore straordinario e devozione senza pari, un atteggiamento interiore che, quasi, lo trasfigurava. Ad assistere alla messa, infatti, non c’erano soltanto i fedeli, ma corti di angeli risplendenti più che mai di luce intensa. Grazie alle doti speciali trasmesse dagli angeli, il religioso era in grado di capire se l’anima per la quale egli stava celebrando messa riceveva beneficio. “In quei momenti non pensi più alle cose della terra, ma senti chiaramente qualcosa di celestiale dentro di te che è l’effetto della loro presenza”   (per un'analisi completa sulla figura di questo sacerdote, si consiglia il libro su padre Lamy scritto da Irene Corona, edizioni Segno, Angeli come guida).

La sua biografia è sta scritta dal Conte Paul Briver nel libro "Le Père Lamy, apôtre et mystique" ("Padre Lamy, apostolo e mistico"; N.d.T.).

Morì nel 1931.

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