Tokio, e' nato il robot simile all' uomo Puo' muovere gli occhi e anche danzare.
Nel 1999 iniziava così un articolo che mostrava al mondo una nuova concezione di robot vero.Si chiama "DB", e' stato creato per studiare il funzionamento del nostro cervello Tokio, e' nato il robot simile all' uomo Puo' muovere gli occhi e anche danzare
TOKIO -
E' alto un metro e 85 e pesa circa 80 chili. Si chiama "DB" ed e' il robot piu' simile all' uomo mai realizzato sino ad oggi. L' umanoide DB - acronimo del suo "vero nome" Dynamic Brain (cervello dinamico) - e' venuto al mondo in Giappone. ~~ E non e' tutto, il robot puo' anche elaborare le immagini che capta con le telecamere piazzate negli "occhi", calcolare le distanze e seguire un essere umano nel percorso voluto dal suo programmatore.
"Per capire il funzionamento del cervello, bisogna crearne uno - ha spiegato il consigliere tecnico del progetto, Hiroshi Matsushima - e questo cervello va fatto funzionare in un corpo che assomigli il piu' possibile a quello dell' uomo". Ed e' proprio la somiglianza tra questo insieme di metallo, plastica e fili elettrici e l' uomo a rappresentare la novita' piu' affascinante e inquietante rispetto ad altri famosi predecessori come "Deep Blue", che nel ' 97 batte' a scacchi il campione del mondo Gary Kasparov, al robot - aspirapolvere svedese o al replicante di un cane, creato quest' anno dalla Sony. Se i piu' ottimisti pensano gia' ai possibili impieghi futuri, che secondo Matsushima potranno andare dall' assistenza agli anziani ai lavori domestici (oltre "al puro divertimento"), c' e' anche chi e' davvero preoccupato.
Dopo 13 anni le cose cambiano ancora, mostrando ancora una nuova era di robot, sempre più simili all' uomo o donna. Si chiama Face (Facial Automaton for Conveying Emotions) ed è un androide, anche se assomiglia molto di più ad una donna. Nato nei laboratori dell'Università di Pisa, da un team di ricercatori del Centro "E. Piaggio", in collaborazione con un ricercatore statunitense, il robot è capace di esprimere le emozioni attraverso espressioni facciali e di interagire con l’uomo. Un vero e proprio strumento per lo studio della comunicazione sociale non verbale, ovvero senza linguaggio. ~~Nei prossimi 30 anni i robot potrebbero divenire entità antropomorfe più simili all'uomo e lo scenario alla "Blade Runner", per intenderci, potrebbe non essere più così fantascientifico. A rivelarlo, in sede del Festival della Scienza di Genova, sono stati Antonio Bicchi, professore Ordinario di Automatica e Robotica dell'Università di Pisa e Darwin Caldwell, uno dei direttori dell'istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Secondo questi due illustri personaggi, i robot del futuro, quelli almeno che saranno destinati a lavorare a contatto con l'uomo, saranno costruiti con materiali flessibili e leggeri, per assomigliare di più agli umani.
L'intelligenza e la capacità di compiere determinate prestazioni, secondo gli studi più recenti, sembrano infatti dipendere sempre di più dal tipo di struttura fisica di cui vengono dotati gli automi. Perciò, proprio come accade per gli esseri umani, in cui la mente è un tutt'uno con il corpo, i sensi e i muscoli, i nuovi robot saranno costruiti a partire dallo studio delle strutture e dei meccanismi sensoriali e neuromuscolari degli esseri umani. Scordatevi insomma programmi esterni che suggeriscono all'automa cosa fare; nei prossimi 30 anni, vedremo robot sempre più autonomi, le cui capacità saranno incorporate direttamente nella struttura fisica per permettere performance cognitive e fisiche di alto livello.