Una paura irrazionale ‘corre’ sul web in Giappone: venerdi’ sono state ritrovate spiaggiate sulle coste locali 150 tra balene dalla testa a melone e piccoli delfini, il che ha scatenato il timore che possa ripetersi il catastrofico sisma del 2011.
Proprio alla vigilia del terremoto sottomarino, che fu seguito da uno tsunami e provoco’ 19mila vittime, si arenarono una cinquantina di balene dello stesso tipo su una spiaggia nipponica. Nonostante l’assoluta mancanza di alcuna correlazione scientifica tra i due eventi, in Giappone il dibattito sul web ‘impazza’.
Gli scienziati stanno analizzando l’accaduto: le balene sono state ritrovate su due spiagge della costa che si affacciano sul Pacifico e finora non e’ trovata alcuna causa apparente: “Non vediamo alcun segno apparente di malattia, per esempio il cancro”, ha dichiarato Tadasu Yamada, ricercatore al Museo nazionale della Natura e delle Scienze. Ilterremoto del 2011 non e’ stato l’unico ad essere preceduto da un episodio di balene arenate.
Nel 2011, due giorni prima del terremoto a Christchuch, in Nuova Zelanda, su una spiaggia del Paese si arenarono piu’ di 100 balene pilota.
Gli spiaggiamenti sono classificabili in diversi tipi: la distinzione più ovvia è tra spiaggiamenti singoli e di massa. È probabile che le carcasse dei cetacei a un certo punto galleggino: durante questa fase le correnti oceaniche o i venti possono trasportarle verso la costa. Poiché migliaia di cetacei muoiono ogni anno, molti si arenano dopo essere morti. Molte carcasse di balena non raggiungono mai la costa e sono divorati dai saprofagi o si decompongono depositandosi sul fondo dell'oceano, dove vanno a formare la base di un ecosistema locale unico.
Spiaggiamenti singoli di balene viventi sono spesso il risultato di malattie o ferite, che quasi inevitabilmente, senza l’intervento dell'uomo, finiscono con la morte dell’animale. Spiaggiamenti multipli in un singolo luogo sono rari e spesso attirano i mezzi di telecomunicazione oltre alle squadre di soccorso. Anche le morti multiple che avvengono al largo difficilmente portano a spiaggiamenti multipli a causa di correnti e venti variabili. Un fattore primario sembra essere la grande coesione sociale degli odontoceti: se uno di essi si trova in difficoltà, la sua richiesta di aiuto può spingere il resto del branco a seguirlo finendo anch'esso con lo spiaggiarsi.
Molte, a volte controverse, teorie sono state avanzate per spiegare gli spiaggiamenti, ma la questione rimane irrisolta.