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21 ottobre 2012 7 21 /10 /ottobre /2012 22:25


La storia sembra ripetersi, torna nuovamente al più piccolo accenno di cambiamento, la catastrofe totale. Le sacre scritture sull' Apocalisse, parlano per tutti noi, il suono frastornante dei tamburi, echeggiano nelle nostre vite mondane, per comunicarci che la fine arriva:  “Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo, tenendo in mano la chiave dell’abisso e una grande catena. Egli afferrò il dragone, l’antico serpente, che è il diavolo, Satana, e lo incatenò per mille anni; e lo precipitò nell’abisso che chiuse e sigillò sopra di lui, perchè non potesse più sedurre le nazioni, finchè non fossero finiti mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un pò di tempo. Poi [...] vidi le anime di coloro che furono martirizzati a cagione della testimonianza resa a Gesù e della parola di Dio, e tutti quelli che non avevano adorato la bestia, nè la sua statua [...], e ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni. Ma gli altri morti non tornarono alla vita, finchè non furono compiuti i mille anni. Questa è la prima resurrezione. Passati i mille anni, Satana verrà sciolto dalla sua prigione, e uscirà per sedurre le nazioni poste ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per adunarle a battaglia; il loro numero è come la sabbia del mare [...]. Ma scese un fuoco dal cielo e li divorò [...]. Poi vidi un gran trono bianco e colui che vi era assiso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciare traccia di sè. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e furono giudicati secondo le loro opere” (Apocalisse, XX, 1-3, 7-10, 11-12)


L’apocalisse dell’anno mille, la dottrina che prefigurava la fine del mondo al compimento del nono secolo e che ebbe un grande impatto sul Medioevo, insinuandosi in una società intimorita dalle catastrofi preannunciate, stremata dalla crisi di quel periodo e fortemente influenzata dalla religione, non fu una scoperta di quegli anni le sue radici risalgono ai primi decenni dell’era cristiana e in particolare al libro dell’Apocalisse dell’apostolo Giovanni redatto forse all’epoca di Nerone (56-68 d.C.), poichè è lì che troviamo più volte l’espressione “mille anni”. I primi ad approfittare della situazione creata furone le istituzioni come la Chiesa che contribuì in modo particolare a diffondere panico all’interno della società.
Per esempio le raffigurazioni dell’apocalisse di certo non mancano negli edifici, nei manoscritti, capitelli ecc..

Nel 130 d.C. Pàpia di Gerapoli scrisse la sua egesi dei Vangeli, libro che influenzò molti altri millenaristi. L’imminenza della fine del mondo era stata evocata anche da altri uomini di Chiesa come Ambrogio, vescovo di Milano, il quale asseriva: “Siamo arrivati alla fine del mondo, certe malattie ne sono i segni: la malattia del mondo è la fame; la malattia del mondo è la peste, la malattia del mondo è la persecuzione”. Oppure San Gerolamo “Voi continuate a vivere e a divertirvi e non pensate che l’Anticristo si avvicina”. Lo stesso papa San Gregorio Magno diceva: “Rex Superbiae prope est!, Il re della superbia è vicino!”.
Alla fine del VII secolo, il monaco Marculfo infine tuonava: “Mundis terminum ruinis crescentibus appropinquantem indicia certa manifestant!” (Sicuri indizi annunciano con devastazioni crescenti l’avvicinarsi della fine del mondo).
Tutto questo alimentava la paura nella popolazione che si svuotava le tasche facendo donazioni su donazioni alla Chiesa per tentare di salvarsi l’anima nell’imminenza del giudizio universale.
Fu l’insinuarsi della paura nel popolo ad arricchire le istituzioni e fare in modo di centralizzare sempre di più il potere, tecnica utilizzata sempre di più nei secoli successivi.

Cambiamenti climatici, carestie e terremoti nell’anno mille

Effettivamente, dal 987 all’anno mille numerosi sconvolgimenti climatici devastarono l’Europa, danneggiando irreparabilmente i raccolti e causando fame e carestie. Come scrive Roberto il Glabro
“Per tre anni il flagello di questa carestia infierì su tutto il mondo, per punire i peccati degli uomini. Si temeva che la successione delle stagioni e l’ordine degli elementi che da sempre avevano regolato lo scorrere dei secoli precedenti, fossero caduti nel caos perpetuo segnando così la fine del mondo”.

Nel 990 un terremoto scosse Benevento, nel 993 si verificò una forte eruzione del Vesuvio, sempre in quel periodo molte città in Gallia e Italia finirono devastate da incendi, così come l’abbazia di Le Mont Saint-Michel e (guarda caso) la basilica di San Pietro a Roma.

Indubbiamente questi episodi continuarono ad alimentare una certa apprensione, anche se la massa aveva una concezione abbastanza limitata a un generico timore, riferito per lo più alle conseguenze di ogni peccato commesso. Una volta raggiunto il X secolo, il detto “mille e non più mille” si trasformò in una sorta di certezza, anche perchè la Chiesa di Roma lasciava, tuttavia, intendere (per proprio tornaconto) che l’approssimarsi del giorno finale fosse vagamente vicino, senza sbilanciarsi troppo, giustificandosi con il fatto che l’interpretare i disegni di Dio costituisse un atto grave di superbia o peggio di eresia. Infatti SETTE secoli dopo, Voltaire ricordava che i documenti delle donazioni alla Chiesa del X secolo iniziavano tutte con il motto Adventante mundi vespero (approssimandosi la fine del mondo). Nello stesso tempo, si annoveravano anche i suicidi, scene di isteria, preghiere ininterrotte, processioni dei flagellanti ecc..

Molti invece pensavano che nel periodo che vedeva un’Europa decadente vittima delle tenebre, delle malattie e della crisi, in attesa della fine del mondo, l’anno mille avrebbe portato una rinascita spirituale, una apertura a una nuova fase copletamente diversa, luminosa, piena di speranza, romantica, con nuove idee e una nuova mentalità.

La centralizzazione dei Poteri la Renovatio Imperii: un tentativo simile al NWO

Infine possiamo teorizzare che il vero obbiettivo di quegli anni della Chiesa e dell’impero era una lenta centralizzazione del potere, che vedeva una Chiesa sempre più solida e una serie di poteri laici in continua evoluzione. Infatti il Papa e l’imperatore, nel periodo dell’anno mille, erano Silvestro II e Ottone III, che insieme elaborarono un progetto di centralizzazione del potere e di unificazione (simile al NWO). Il centro di tutte le signorie avrebbe dovuto essere Roma, gli altri poteri, religiosi e laici, avrebbero dovuto sottomettersi alla loro autorità. Il progetto ricevette il nome di Renovatio Imperii (la rinascita dell’impero) e aveva anche come intenzione quella di unificare il Sacro Romano Impero germanico con quello bizantino. L’intenzione di papa Silvestro II era quella di costruire una pace stabile in un mondo dominato e illuminato dalla Chiesa (infatti guarda caso accerezzò anche l’idea di una crociata). I progetti di Silvestro II e Ottone III furono fermati da una sollevazione popolare a Roma, e morirono poco tempo dopo.
La società medievale era sicuramente influenzata dalla religione, che permetteva alle autorità ecclesiastiche di avere un grande potere sulle masse e di comandarle.

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