Il terreno dei Campi Flegrei continua a sollevarsi e, come fa periodicamente, si scuote. Nella mattinata di oggi sono avvenute circa 200 scosse di terremoto della magnitudo massima di 1,6. Per il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Marcello Martini, ”e’ un fenomeno che si ripete periodicamente, legato al processo di deformazione dell’area dei Campi Flegrei”. Dipende cioe’ dal bradisismo, il fenomeno per il quale l’area si solleva e si abbassa periodicamente. I terremoti di oggi non hanno stupito gli esperti perche’ erano attesi. Piccoli sciami sismici erano gia’ stati registrati nei Campi Flegrei molto recentemente: il 4 agosto scorso, quando le scosse erano state pero’ appena una decina, e fra il 19 e 20 aprile, con 21 terremoti di magnitudo massima 1,4. Il processo di deformazione di quest’area, che e’ occupata da uno dei pochissimi supervulcani del mondo, e’ continuo. Qui il suolo si solleva e si abbassa periodicamente e spesso i ”cambi di rotta” possono essere accompagnati da piccoli terremoti. Ad esempio, spiega Martini, ”fra il 1982 e il 1985 e’ cominciata una lenta discesa terminata nel 2005. Da allora e’ cominciato un lento sollevamento del suolo che sta proseguendo ancora oggi”. Cio’ che l’esperienza passata ha insegnato, osserva l’esperto, ”e’ che con il processo di sollevamento si possono verificare anche dei terremoti”. Certamente, pero’, il fenomeno avvenuto oggi va comunque studiato. C’e’ anche il fatto, ha aggiunto, che i picchi di velocita’ nel movimento causato dal bradisismo si sono ridotti di dieci volte rispetto ai 15 centimetri al mese di 30 anni fa. ”Allo stato attuale non e’ un fenomeno preoccupante – ha rilevato il direttore dell’Osservatorio Vesuviano – ma lo seguiamo con estrema attenzione”. Nessuna relazione, infine, fra lo sciame sismico e la trivellazione recentemente avviata nell’ambito di un progetto internazionale sui supervulcani guidato dall’Italia, con l’Ingv. ”La perforazione – spiega Martini – ha raggiunto appena 200 metri, mentre in passato ne sono state fatte altre profonde fino a 400 metri, in secondo luogo la trivellazione e’ a Bagnoli, mentre lo sciame si concentra nella in cui si trova il centro della caldera, nella zona di Pozzuoli”.
Ma oggi la terra non ha tremato solo nel Pollino: sin da stamani parliamo dell’intenso sciame sismico ai Campi Flegrei, con 113 scosse in un’ora e un quarto provocate dal bradisismo dell’area.
Il sindaco di Pozzuoli ha per tutto il giorno ribadito che ”bisogna stare tranquilli”. Attivato gia’ un gruppo di lavoro per monitorare quanto sta accadendo e accelerata la revisione del piano comunale di protezione civile, bloccato da alcuni anni. Lo sciame sismico legato al bradisismo, fenomeno tipico dell’ area flegrea che comporta un innalzamento costante della crosta terrestre, ha interessato l’area nord ovest dei Campi Flegrei. ”Sono in costante contatto con il direttore dell’ Osservatorio Vesuviano e con i tecnici dell’Ingv e della Protezione Civile Nazionale – ha affermato il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia – per monitorare e seguire l’evolversi dello sciame sismico che questa mattina ha colpito Pozzuoli, nell’area di Arco Felice. Da parte dell’ amministrazione comunale c’e’ la massima attenzione e da parte dei tecnici, comunque, abbiamo avuto ampie rassicurazioni su quanto accaduto”. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che dal 1970 svolge una costante attivita’ di monitoraggio sul bradisismo flegreo, ha a sua volta rassicurato l’amministrazione comunale sostenendo che ”i fenomeni sismici verificatisi in mattinata sono di modestissima entita’ e rientrano nel piu’ generale quadro del fenomeno di innalzamento della crosta terrestre per il bradisismo”. Secondo dati resi noti dall’Osservatorio Vesuviano il bradisismo nell’area flegrea ha ripreso la fase ascensionale dal 2005, facendo sollevare la terra a Pozzuoli di circa 20 centimetri fino a quest’anno. ”Un fenomeno tipico – ha aggiunto il sindaco – che non preoccupa affatto i tecnici i quali hanno anche categoricamente escluso qualsiasi eventuale collegamento con le trivellazioni nell’area di Bagnoli. Trivellazioni, tra l’altro, che sono ferme da oltre un mese e che sono arrivate a 200 metri di profondita’. Un valore ben lontano dalle camere magmatiche”. Anche il vulcanologo Giuseppe Luongo, gia’ direttore dell’Osservatorio Vesuviano negli anni ’80, quando il bradisismo flegreo visse la fase piu’ intensa nel secolo scorso, ha escluso assolutamente collegamenti tra lo sciame sismico di questa mattina e le trivellazioni del suolo in corso di svolgimento nella zona di Coroglio-Bagnoli. L’epicentro dell’attivita’ sismica di questi giorni si e’ avuto in mare a cinque chilometri dalla zona di Coroglio, di fronte al tratto di costa tra Arco Felice e Lucrino. Proprio in questa zona sono state avvertite le due scosse di maggiore intensita’, magnitudo 1,6 (ore 9,34) e 1,5 (ore 10,25). Il bradisismo nell’area flegrea si sta susseguendo da 40 anni. ”Invito la popolazione a stare tranquilla – ha ribadito il sindaco di Pozzuoli – evitando fenomeni di psicosi di massa. Noi siamo vigili e attenti”.
In merito a queste scosse sismiche, abbiamo sentito Carlo Tansi, esperto geologo del Cnr, il quale ci ha confermato che “al sud nell’ultimo periodo ci sono molte più scosse di terremoto: si tratta di un’attività consistente, sia come numero di sismi che come entità della magnitudo. E’ in atto un’evidente attività tettonica, in quanto si stanno muovendo molte faglie. Non abbiamo idea del come siano legate tra loro, è una dinamica molto complessa e non possiamo fare correlazioni tra i movimenti delle varie faglie, ma a riguardo è molto interessante un articolo pubblicato un po’ di tempo fa su “Science” che si intitolata “i terremoti si parlano” e in sostanza spiegava che quando una faglia si muove, trasmette l’accumulo di energia sulle faglie adiacenti, dando vita a una catena. Era il risultato di studi fatti negli Usa, intorno alla faglia di San Francisco, dove c’è una rete di monitoraggio eccezionale. In Italia non sappiamo come funzionano queste dinamiche perchè la rete è meno capillare“.
Tansi ha ricordato la scossa di mercoledì scorso, 29 agosto, a Scilla, fortemente avvertita nello Stretto di Messina: “si è verificata nello stesso sistema di faglie del terremoto del 1908, anche se per fortuna è stata molto profonda e ciò ci fa pensare che non sia un evento collegabile a quanto accaduto in quella tragica alba del 28 dicembre di 104 anni fa. Dopotutto pochi giorni dopo ci sono state altre scosse nel golfo di Patti, in provincia di Messina, e nella provincia di Reggio Calabria. I terremoti al sud stanno aumentando: nessuno si azzarda a fare previsioni perchè è impossibile, ma tutta l’Italia è percorsa longitudinalmente da un sistema di faglie che vanno dal Friuli all’Emilia, attraversano tutto l’Appennino e lo Stretto di Messina arrivando fino alla scarpata di Malta (arco di Catania). Si tratta, purtroppo, di faglie attive che danno come effetti continue scosse di terremoto, più o meno intense“.
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