I tatuaggi temporanei sono un classico della stagione estiva.
Qualsiasi spiaggia che si rispetti vede un via vai continuo di artisti ambulanti disposti ad effettuare, a cifre che sembrano essere regalate, tatuaggi non permanenti a base di henné.
Occhio però ai rischi, che vengono sistematicamente tralasciati.
Pur non trattandosi di tatuaggi permanenti, pur non dovendo, il pigmento, “entrare” sottopelle come nel caso dei tatuaggi tradizionali, i rischi ci sono e sono tutt’altro che innocui.
Secondo la Food and Drag Administration statunitense, che ha di recente condotto degli approfonditi studi in merito, archiviando una lista di casi di quantità non indifferente, i tatuaggi a base di henné sarebbero rischiosi per la salute della nostra pelle.
Il perché è semplice.
Le donne orientali utilizzano l’henné rosso per decorare la pelle da millenni, ma il problema sta nel fatto che, spessissimo, l’henné utilizzato è quello nero. Che per diventare tale, nonché più duraturo, vede l’aggiunta di diverse sostanze non specificate.
Alcune di esse sono potenzialmente allergizzanti, altre ancora dannose per la salute.
Tra le aggiunte principali troviamo la parafenilendiamina o PPD, un colorante tipicamente utilizzato nelle tinture per capelli in grado di provocare reazioni allergiche anche serie.
I sintomi riportati possono apparire nell’immediato così come a due/tre settimane dal momento in cui si effettua il tatuaggio.
Nella maggioranza dei casi si tratta di reazioni allergiche o sensibilità a livello cutaneo.
Parliamo di tracce simili ad ustioni, vesciche, zone arrossate, infette e pruriginose, o addirittura di cicatrici permanenti.
Detto questo, i tatuaggi temporanei sembrano un validissimo compromesso tra la voglia di sfoggiare qualcosa di significativo e divertente e la “non” voglia di trafiggere la propria pelle con gli aghi per avventurarsi con tatuaggi che un giorno potremmo non gradire.
Affidiamoci quindi, se necessario, a tatuatori seri che dichiarino gli ingredienti presenti nella miscela di henné utilizzata. La prudenza ci aiuterà a prevenire spiacevoli sorprese, seppur trattandosi di un tatuaggio destinato a scomparire nel giro di qualche settimana.
Per approfondire guarda il video dell'intervista al Prof. Antonio Ascione, epatologo, Responsabile del centro per le malattie del fegato dell'Ospedale Fatebenefratelli di Napoli.