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20 maggio 2012 7 20 /05 /maggio /2012 08:52

Intanto continuano a verficarsi scosse di assestamento, normali di un dopo-terremoto, di qualsiasi grado e forza:gli aggiornamenti:

 

E’ stata l’estremita’ settentrionale dell’Appennino, ‘sepolta’ sotto la Pianura Padana, a causare il terremoto di magnitudo 5,9 che alle 4,03 di oggi ha fatto tremare il ferrarese e che finora ha provocato almeno 30 repliche. E’ un terremoto molto superficiale, avvenuto ad appena 6,3 chilometri di profondita’, ha spiegato il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Sono sismi legati a strutture sepolte sotto la Pianura Padana. Vale a dire che l’attivita’ dell’Appennino prosegue sotto la Pianura Padana e per questo anche a pochi chilometri di profondita’ ci sono zone attive”, ha proseguito l’esperto. ”Da molto temo – ha aggiunto Amato  in quella zona non figuravano terremoti di magnitudo elevata, come quello avvenuto oggi”. La testimonianza di un sisma molto forte nel ferrarese risale al 1570 e, sulla base delle descrizioni storiche si è dedotto che gli effetti possano essere stati confrontabili a quelli dell’ottavo grado della scala Mercalli. Altri terremoti, meno violenti, si sono registrati nel ’700. Erano secoli, quindi, che questa zona era silenziosa dal punto di vista sismico. Tuttavia i terremoti avvenuti nel gennaio scorso, nel reggiano e nel parmense, avevano attirato l’attenzione dei ricercatori su quest’area. ”Abbiamo messo a punti dei progetti di ricerca che stanno per partire – ha concluso Amato  con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di alcune aree”.   Si può pensare che la scala Richter sia la scala “scientifica” di misura dei terremoti e la Mercalli una scala superata, in quanto la prima esprime l’energia sviluppata da un terremoto e la seconda esprime gli effetti sulle cose. Così un terremoto della stessa forza causa danni immensi in alcune aree e quasi nessuno in zone dove le costruzioni sono a regola d’arte. Ma le cose non sono così semplici: occorre considerare la profondità e lecaratteristiche del terreno, cioé come le onde sismiche si propagano viaggiando dall’ipocentro, interagendo fra loro ed esaltando o attutendo gli effetti del terremoto.
Un terremoto come quello di stanotte è esattamente la dimostrazione di quanto la scala Mercalli sia importante: la profondità davvero esigua, 6 Km circa della scossa principale, ha fatto sì che oltre al dato energetico ci fosse una percezione del sisma molto più ampia nelle zone entro almeno 100 Km da esso. E’ noto infatti che più il terremoto è superficiale più è avvertito nelle aree limitrofe e meno in aree lontane. La forza è stata comunque tale da estendersi a tutto il Nord Italia.
Si può inoltre fare la prima deduzione che le aree che hanno risentito molto del sisma siano localizzate lungo tutta la fascia ai piedi dell’Appennino e ai piedi delle Alpi specie dal bresciano a Est, con un certo risentimento anche sulla fascia costiera e fin sul Friuli. Baso queste considerazioni sui dati di provenienza dei contatti del sitohttp://www.prontometeo.it, che potete verificare anche voi in tempo reale, che mi hanno reso un dato importante dato di aree da cui solitamente non ho contatti distribuiti uniformemente, notando che la fascia di pianura, ancora più abitata, ha fornito molti meno o nessun accesso. Sottolineo che tale andamento era già chiaro almeno per quanto riguarda le zone pedemontane alle ore 6 del mattino, quando quasi nessun sito aveva ancora fornito, tranne rare eccezioni, dati sul terremoto, e le persone probabilmente cercavano le informazioni in quei pochi siti dove c’erano, tra cui meteoweb, di cui, anche io, seguo attentamente le evoluzioni di qualsiasi origine. Personalmente io me ne sono accorto alle 04, 06 di stanotte, quando ho chiaramente avvertito il letto muoversi: essendo al 5 piano di un edificio civile, le scosse le sento meglio di chi abita in piani bassi.

 

http://www.meteoweb.eu/

 

 

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