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28 febbraio 2013 4 28 /02 /febbraio /2013 18:34

L'ultimo giorno di Benedetto XVI

Sarà Papa Emerito. Dalle 20 di stasera sede vacante


L’addio di Benedetto XVI. Un addio in punta di piedi, con i principi del Vangelo, la consapevolezza dell’importanza della preghiera e l’ammissione di “parentesi” non facili per la Chiesa. Nello speciale, il racconto inedito del Papa e la cronaca dei giorni verso il Conclave.

Dal saluto privato ai cardinali al trasferimento a Castel Gandolfo, con l'ultimo bagno di folla prima di ritirarsi a una vita di "nascondimento e preghiera". E' arrivato l'ultimo giorno da Pontefice per Benedetto XVI: dalle 20 di questa sera le sue dimissioni saranno ufficiali e Joseph Ratzinger assumerà il titolo di "Papa emerito". 

Attorno alle 17 e 40, il Papa si è affacciato dal balcone del palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Campane a festa, cori e applausi dei circa 10mila fedeli presenti in piazza della Libertà hanno accolto l'arrivo di Benedetto XVI nella residenza papale ai Castelli Romani. "Grazie di cuore, cari amici sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato", queste le prime parole di Ratzinger salutando la folla di fedeli a Castel Gandolfo. "Questo giorno - ha poi detto - è diverso da quelli precedenti. Dalle 8 di questa sera, non sarò più Sommo Pontefice ma semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra. Vorrei con il mio cuore, con le forze interiori, operare ancora per il bene comune e per il bene della chiesa. Andiamo avanti insieme per il bene della chiesa". In tre occasioni, i fedeli presenti in piazza della Libertà hanno interrotto Papa Benedetto XVI per dirgli grazie e salutarlo. Al termine del discorso di Ratzinger, la piazza è esplosa in cori da stadio, rimanendo con gli occhi puntati verso il balcone ormai vuoto.

 

Il Collegio cardinalizio è il ‘senato del Papa’. Sono 207 i porporati della terra, di cui soltanto 117 elettori, ovvero con meno di ottanta anni. Anche se, nel conclave che si terrà nel prossimo mese di marzo, saranno 115 i cardinali che entreranno nella clausura della Cappella Sistina per eleggere il successore di Benedetto XVI. Lo stesso numero di votanti del conclave che si tenne nel 2005 dopo la morte di Giovanni Paolo II. Sono state anticipate, infatti, dai diretti interessati, le rinunce a esercitare il diritto di eleggere il Papa da parte degli arcivescovi emeriti di Jakarta, Julius Riyadi Darmaatmadja, malato e con gravi problemi di vista, e di Saint Andrews ed Edinburgo, Keith Michael Patrick O’Brien, travolto dalle accuse di aver abusato di quattro sacerdoti. Nella Cappella Sistina, però, ci sarà il suo omonimo d’oltreoceano: il cardinale newyorkese Edwin Frederick O’Brien, Gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Fu Paolo VI, nel 1970, a stabilire il limite degli ottanta anni per i cardinali elettori. Prima di questa decisione, infatti, tutti i porporati entravano in conclave. Dei 207 cardinali viventi 90 sono non elettori (2 creati da Paolo VI, 72 da Giovanni Paolo II e 16 da Benedetto XVI). Dei 117 elettori, invece, 50 hanno ricevuto la berretta rossa da Giovanni Paolo II e 67 da Benedetto XVI. La pattuglia più numerosa è quella europea con 61 porporati (60 considerando la rinuncia di O’Brien) di cui quasi la metà sono italiani, 28. Seguono i 19 cardinali dell’America latina e i 14 porporati del Nord America. Subito dopo ci sono gli africani, ben 11 berrette rosse, e gli asiatici che sono 11 sulla carta (10 considerando la defezione di Darmaatmadja), e, infine, un solo cardinale elettore dell’Oceania. Si ritroveranno nella Cappella Sistina dove, anche in tempo di social network, sarà una semplice fumata bianca ad annunciare al mondo l’elezione del 266esimo Vescovo di Roma. In quel momento, scriveva Giovanni Paolo II nel suo libro poetico “Trittico romano”, “bisogna che ai cardinali parli la visione di Michelangelo”. “La parola Con-clave – affermava l’allora cardinale Ratzinger presentando queste poesie di Karol Wojtyla – impone al Papa polacco il pensiero delle chiavi, dell’eredità delle chiavi lasciate a Pietro. Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità in quei giorni”. E così sarà di nuovo a marzo 2013.

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