Non bastano le fucilate che quest' anno stiamo ricevendo dal sole, la siccità colpisce tutte le specie viventi che vivono in tutte le aree verdi, protette e non: una devastante morìa di aniamli si è verificata proprio grazie a siccità ed incendi, sia per colpa dell' uomo, sia per calamità naturali:Un’estate “catastrofica” per gli habitat naturali: l’ecosfera e’ stremata, serve uno stop alla caccia, che non completi un' opera catastrofica.
E’ in sintesi quanto chiedono Lav e Enpa al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. In una nota, le due associazioni definiscono la stagione ancora in corso “una vera catastrofe ambientale, che ha causato la morte di milioni di animali selvatici, oltre di moltissimi animali d’affezione, e che ha distrutto habitat estremamente delicati; ambienti preziosissimi miracolosamente sfuggiti al cemento, i quali avevano sopperito, almeno in parte, alla mancanza di siti idonei alla riproduzione e alla vita di flora e fauna”.
Da qui la richiesta a Clini: “siamo nel pieno della stagione riproduttiva della fauna i giovani uccelli e i cuccioli dei mammiferi, anche appartenenti a specie particolarmente protette per il loro precario stato di conservazione, non sono riusciti a sfuggire alle fiamme. Il danno subito dalle popolazioni selvatiche e’ gravissimo, perche’ non vi sara’ alcun ricambio generazionale che possa rispondere alla morte di esemplari anziani o malati”. ”In questa situazione di emergenza -si legge ancora nella lettera di Enpa e Lav- le chiediamo, ai sensi dell’ art 117 della Costituzione che ripone nelle mani dello Stato il diritto – dovere di tutela del patrimonio faunistico, di adoperarsi per mettere in atto tutte le misure necessarie non solo per la difesa dei territori interessati, considerando come tali anche le aree contigue alle zone devastate dagli incendi, ma anche a tutela della fauna selvatica”. ”Per questo -conclude la nota- riteniamo di fondamentale importanza il rinvio dell’apertura della stagione venatoria: consentire di sparare gia’ nei primissimi giorni di settembre significherebbe veramente infierire, oltretutto a scopo ludico, nei confronti della fauna selvatica stremata non solo dagli incendi, ma anche dalle temperature record di questi mesi”.
Qui una nota:
«Fermate un massacro annunciato: uccelli e mammiferi sono allo stremo delle forze a causa della siccità»: lo chiedono al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, tra gli altri e distintamente, l'europarlamentare Andrea Zanoni (Idv) e la Lav (Lega Antivivisezione), che propongono di «evitare la preapertura della stagione venatoria fissata per il primo settembre e posticipare l'apertura generale della caccia, prevista il 16 settembre, al primo ottobre». Zanoni ha altresì richiesto - invano - di rimandare «l'apertura dell'addestramento dei cani da caccia», scattato domenica 19. «La Direttiva Uccelli 147/2009/Ce consente l'attività venatoria solo se non danneggia le popolazioni di uccelli selvatici», spiega l'europarlamentare, «la Regione non dimentichi che, secondo la legge regionale sulla caccia 50/1993, può vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche. Lo può fare, in base alle citate leggi, proprio il presidente della Regione Zaia». Citando i bollettini dell'Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) i dirigenti della Lav (Lega anti vivisezione) del Veneto evidenziano come «a livello di bacino idrografico veneto, rispetto alla media 1994-2011, si registra un forte deficit pluviometrico con apporti talvolta al minimo storico. Una situazione di gravissima siccità, confermata dall'allarme lanciato dalle associazioni degli agricoltori che lamentano ingenti danni alla produzione, rilevati anche dall'amministrazione regionale e statale. Un quadro ambientale oltremodo preoccupante», aggiungono, «le cui ricadute negative non si limitano solamente alla produzione agricola, ma creano un danno enorme ad ogni forma di vita, vegetale e animale» «Facciamo appello al presidente Zaia perchè applichi senza esitazione le competenze che la legge sulla tutela degli animali gli ha demandato», dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica, «la revoca dell'apertura della stagione venatoria è uno dei tanti provvedimenti che devono essere messi in campo per limitare le drammatiche conseguenze dell'emergenza siccità che ha colpito la regione Veneto». «Sono convinto che anche gli stessi cacciatori, che non perdono occasione per definirsi ambientalisti e difensori degli animali», conclude Vitturi, «non potranno non essere d'accordo con noi. Ora hanno l'occasione per dimostrare che le loro non sono affermazioni prive di senso e che la figura del cacciatore/ambientalista non è virtuale. Diano quindi un segnale chiaro richiedendo al presidente Zaia la revoca dell'apertura della stagione venatoria, astenendosi volontariamente dall'imbracciare i fucili e dall'addestrare i loro cani».
L' apertura della caccia è vicina: che soddisfazione sarebbe uccidere l' ultimo volatile con la difficoltà che ne deriva per i cacciatori?Quest' anno è andata molto male:bisogna capirlo e una volta tanto...non colpire chi è sopravvissuto ad un inferno.