Il primo che volle interessarsi alle aurore boreali fu proprio Galileo Galilei. Le defini' lui stesso come termine "aurore boreali",conosciuto oggi come tale fenomeno. A mezzo millennio di distanza da Galileo gli studiosi della Nasa hanno annunciato di aver fatto finalmente progressi nella ricerca. E' stato possibile osservando le immagini trasmesse da cinque satelliti Themis e da una rete di 20 centri di osservazione tra il Canada e l'Alaska.
Proprio in questi giorni, precisamente il 14 febbraio,le aurore boreali sono state le protagoniste a sorpresa. Da orizzonte ad orizzonte,il cielo si e' colorato in modo assolutamente unico, regalando ad abitanti, turisti, spettacoli che solo in poche occasioni hanno avuto modo di ammirare.”;tutto questo succede nel parco nazionale di Abisko, in Svezia. “Molte coppie sono state entusiaste di festeggiare proprio il giorno di San Valentino sotto un simile spettacolo. La maggior parte dei turisti ha affermato che si è trattato del più bel giorno di San Valentino mai condiviso insieme.
Tecnicamente l'aurora boreale nasce quando alcune particelle cariche di energia che compongono il vento solare penetrano all'interno della magnetosfera, la 'bolla' magnetica che circonda la Terra. Gli elettroni a quel punto cominciano a viaggiare velocissimi in direzione del campo magnetico terrestre, convergendo verso i poli: quando collidono con gli atomi della ionosfera (a 120mila chilometri dalla Terra) fanno scintille ed emettono la luce tipica delle aurore boreali. Ora la Nasa ha scoperto che queste improvvise esplosioni di energia magnetica aumentano anche la forza di alcune 'sottotempeste': proprio quest' ultime sono all'origine dei chiarori che si vedono nelle aurore e dei loro particolarissimi movimenti. La 'danza', appunto, delle luci del Nord. Questo tipo di luminosità celeste appare di notte, con l'aspetto di una sorta di tendaggio o cascata di luce, dai colori variabili e continuamente mobile, come fosse una bandiera agitata da un vento leggero. In genere la luminescenza è verdastra, ma il suo colore può essere anche differente, in quanto è determinato dalla composizione dell'atmosfera, cioè una miscela prevalentemente composta da ossigeno e azoto ma contenente anche idrogeno, elio, anidride carbonica ed altro: ognuno di questi gas produce una luce dallo spettro differente.
Questo meraviglioso fenomeno, conosciuto come 'Northern Ligths Dance' ('Danza delle luci del nord') e famoso in tutto il mondo per la sua bellezza, le popolazioni del Nord ne sanno qualcosa,dato che ne sono stati intimoriti per millenni, generando mitologie fantastiche. I vichinghi, ad esempio, credevano che quella misteriosa raggiera di luci e colori fosse tutta opera delle Valchirie, vergini guerriere che cavalcavano nel cielo con le loro scintillanti armature. Per gli Inuit della Groenlandia le stesse luci erano gli spiriti dei bambini deceduti di morte violenta o nel giorno del loro compleanno. Per alcune tribù indiane, come gli Athabaska, erano i riflessi di una 'danza del fuoco' ballata da alcuni folletti. Per i nativi dello Sri Lanka, sono - ancora oggi - messaggi del Buddha.
Questo genere di aurore si formano ad un altitidine di 95.000 m (per cui da bordo dello Space Shuttle o della International Space Station Alpha la si può vedere dall'alto) e si dispone a costituire un anello, o una porzione di anello, attorno al Polo Nord magnetico (o, come si è detto, al Polo Sud). Le apparizioni a latitudini più basse, comunque, non sono del tutto infrequenti come abbiamo appreso dall'Osservatorio Astronomico Popolare "G. V. Schiapparelli" di Varese, da dove sono state fotografate diverse aurore boreali (ad esempio tra il 6 ed il 7 aprile e tra il 15 ed il 16 luglio 2000 ed il 31 marzo 2001).