Il termine "Olocausto" si riferisce comunemente al periodo dal 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, all'8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa, in questo periodo furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli ebrei . Pur essendo impossibile accertare l'esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone, ma il termine Olocausto è inesatto, in quanto indica un sacrificio volontario come ad esempio l'usanza indiana di ardere la vedova sul rogo del marito morto (proibita dagli inglesi nel 1829), letteralmente significa "holos=totale kaustos=bruciato"; ma è "Shoah" il termine più corretto per indicare la "soluzione finale", lo sterminio degli ebrei.
Se si risale indietro nel tempo il termine fu già utilizzato per indicare grandi catastrofi e massacri collettivi ancora più antichi di Ebrei, perpetrati sia da crociati medioevali sia da pogrom cosacchi nel XVII secolo. Il termine fu usato anche per individuare la distruzione e i massacri che il popolo armeno dell’Impero Ottomano ha subito tra il 1895 e il 1915 con l'incendio di villaggi e città. La parola Olocausto perde il senso originario del termine comparso per la prima volta nella traduzione greca del sacrificio biblico "olah", ovvero volontaria offerta totalmente consumata e destinata a Dio ma assume in seguito il significato di distruzione di massa e per questo è anche il termine con cui si vuole ricordare il genocidio degli ebrei, dei Testimoni di Geova, dei dissidenti antinazisti, durante la seconda guerra mondiale.
E' bene infatti dire che l'olocausto non è stato solo "nazisti contro ebrei", ma intransigenza contro i diversi, siano essi Testimoni di Geova o Zingari, Anarchici o Comunisti, Malati mentali e Omosessuli. La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio progettati con attrezzature speciali per uccidere in forma sistematica. Persino i malati mentali finirono con l'essere uccisi all'interno degli stessi ospedali di cura: l'eutanasia fu giustificata dalla falsa morale pietosa per chi non era degno di vivere una vita normale; la propaganda mise in atto campagne per giustificare tale necessità non nascondendo i vantaggi economici per una grande e forte Germania che non poteva accollarsi i costi per il mantenimento dei malati mentali.
Gli Zingari da parte loro usarono un termine diverso per indicare il dramma subito durante il nazismo, "PORRAJMOS", che significa "Divoratore".
Ebreo era: chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica al 15 Settembre 1935, o vi si fosse iscritto successivamente; chiunque fosse sposato con un ebreo o un'ebrea al 15 settembre 1935 o successivamente a questa data; chiunque discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un ebreo al o dopo il 15 settembre 1935. Vi erano poi coloro che non venivano classificati come ebrei, ma che avevano una parte di sangue ebreo e venivano classificati come Mischlinge (ibridi). Gli ufficiali nazisti presero in considerazione la possibilità di sterilizzare i Mischlinge, ma ciò non fu sempre attuato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Mischlinge di primo grado rinchiusi nei campi di concentramento, furono tradotti nei campi di sterminio. Ma il Terzo Reich considerava nemici non solo gli ebrei, ma anche, zingari, oppositori politici, anarchici, comunisti, oppositori del nazismo, Testimoni di Geova, criminali abituali, e "anti-sociali" In sostanza ogni individuo che poteva essere considerato una minaccia per il nazismo correva il rischio di essere perseguitato, gli ebrei erano il gruppo maggiormente destinato ad un totale e sistematico annientamento.
Poter sottrarsi alla sentenza di morte imposta dai Nazisti era impossibile, gli ebrei potevano solamente sopravviverei nella speranza di riuscire ad abbandonare l'Europa occupata dai tedeschi. Secondo il piano Nazista, ogni singolo ebreo doveva essere ucciso. Nel caso di altri "criminali" o nemici del Terzo Reich, le loro famiglie non venivano coinvolte, di conseguenza, se una persona veniva eliminata o inviata in un campo di concentramento, non necessariamente tutti i membri della sua famiglia subivano la stessa sorte mentre gli ebrei, al contrario, venivano perseguitati in virtù della loro origine familiare indelebile.
La spiegazione dell'odio violento dei nazisti contro gli ebrei nasceva dalla loro distorta visione del mondo che considerava la storia come una lotta razziale. Essi consideravano gli ebrei una razza che aveva lo scopo di dominare il mondo e, quindi, rappresentava un ostacolo per il dominio ariano. Secondo la loro opinione, la storia consisteva, quindi in uno scontro che sarebbe culminato con il trionfo della razza ariana, quella superiore: di conseguenza, essi consideravano l'eliminazione degli ebrei dai quali si sentivano minacciati come una necessaria opera morale. Inoltre, per i tedeschi, l'origine razziale degli ebrei li identificava come i delinquenti abituali, irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori, la cui riabilitazione o minima convivenza era impossibile. Non ci sono dubbi che ci furono altri fattori che contribuirono all'odio nazista contro gli ebrei e alla creazione di un'immagine distorta del popolo ebraico. Uno di questi fattori era la centenaria tradizione dell'antisemitismo cristiano, che propagandava uno stereotipo negativo degli ebrei ritenuti gli "assassini di Cristo", inviati del diavolo e praticanti di arti magiche; (alla stessa stregua anche i Testimoni di Geova furono perseguitati perchè visti come setta religiosa nemica ai principi ariani); la Svastica, conosciuta in Tibet come "Principio di Fuoco e Creazione", fu adottata come il simbolo della Razza Ariana collegandolo a una nozione di presunta superiorità razziale. Altri fattori furono l'antisemitismo politico e razziale della seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, che considerava gli ebrei come una minaccia per la stabilità sociale ed economica. La combinazione di questi fattori scatenò la persecuzione, l'invio ai campi di concentramento e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti che progettarono la "Soluzione finale".
La giornata della memoria in ricordo dell'Olocausto
Il 27 gennaio 1945 è la data in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz. Il 27 gennaio è diventato il “Giorno della Memoria”, dedicato al ricordo della tragedia della Shoah e delle persecuzioni subite dagli ebrei e dai deportati militari e politici nei campi nazisti, ma non solo; è anche il giorno della riflessione su tutti i massacri avvenuti in passato e su quelli in corso d'opera.