Una sentenza storica, ma non quella che Cupertino si aspettava. Verso la mezzanotte di ieri (ora italiana) è uscita la sentenza della controversia legale tra Apple e Samsung negli Usa. Il Corriere, in un articolo a firma di Massimo Gaggi, ci racconta tutto:
«Attenti: se decidete in favore della Apple, cambierete ilmodo in cui le imprese competono negli Stati Uniti» li ha ammoniti nella sua arringa l’avvocato della Samsung, Charles Verhoeven. «Dovete solo prendere atto che i documenti che abbiamo presentato dimostrano una realtà incontrovertibile: nel giro di tre mesi la Samsung ha copiato prodotti che sono costati alla Apple cinque anni di lavoro di ricerca», ha replicato Harold McElhinny, il principe del foro che sostiene davanti alla Corte distrettuale di San Josè, in California, le accuse mosse dall’azienda fondata da Steve Jobs al gigante coreano.
Poi i nove giurati, sette uomini e due donne, hanno ricevuto dal giudice del processo, Lucy Koh, le istruzioni alle quali dovevano attenersi nel costruire il loro verdetto: un documento di ben 109 pagine.
E hanno iniziato il loro lavoro: tre giorni di discussioni e, ieri a tarda sera, l’accordo sulla sentenza. Che condanna Samsung, per almeno tre violazioni di brevetti, a versare alla Apple un indennizzo di 1,05 miliardi di dollari. Le violazioni riconosciute riguardano il touch screen e la funzione di zoom, mentre è caduta l’accusa di aver copiato il design dell’iPad. Una sentenza articolata, ancora difficile da interpretare. Del resto quello Apple- Samsung è stato davvero un processo anomalo, oltre che di grande rilevanza. Perché la sentenza poteva cambiare molto nel mercato delle apparecchiature digitali.
L'entita' del risarcimento e' lontana dai 2,5 miliardi chiesti dalla casa di Cupertino e non incide troppo sui bilanci della Samsung, colosso mondiale della tecnologia, ma attribuisce ad Apple un formidabile margine di manovra rispetto ai competitor nel vibrante mercato degli smartphone e dei tablets. Sul fronte del software, i brevetti infranti da Samsung secondo i giudici sono tre e riguardano l'effetto di "bounce-back", ovvero di rimbalzo dell'interfaccia grafica di iPhone e iPad (su tutti i modelli denunciati da Apple), il "pinch and zoom" (con alcune eccezioni di modelli di smartphone), e il "tap to zoom", cioe' a dire la funzione iOS che ingrandisce le immagini con un semplice tocco. Samsung e' stata inoltre riconosciuta colpevole di aver copiato il design dell'iPhone e dell'iPad.
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Totalmente respinta la controcausa di Samsung che reclamava danni per 422 milioni di dollari. Secondo gli esperti, ad Apple non poteva andare meglio di cosi. "Si e' materializzato il miglior scenario possibile per Apple", ha sottolineato Brian Love,professore di legge a Santa Clara. "Per Apple si tratta di una incredibile vittoria" ha rimarcato Mark Lemley della Stanford University. Nel mirino della Apple potrebbero ora finire le aziende che utilizzano il sistema operative di Google, Android che lo stesso Steve Jobs nella sua autobiografia aveva definito un "prodotto rubato". Il verdetto della corte di San Jose non pone fine alle cause legali tra le aziende di telefonia mobile e neppure tra Apple e Samsung che hanno altri contenziosi aperti in diverse parti del mondo. "La corte ha indicato con chiarezza che rubare e' reato. Facciamo questi prodotti per la gioia dei nostri consumatori e non perche' vengano copiati dai nostri competitor ", e' stato il commento in una nota di Apple. Secondo Samsung, il verdetto comporta "un danno per i consumatori americani che avranno meno possibilita' di scelta", ha osservato la portavoce Mira Jang.
In ogni caso "non e' detta l'ultima parola su questo caso o nelle altre battaglie in corso nel mondo - ha aggiunto la Jang - dove molti reclami di Apple sono stati respinti".