Si dice che all'interno del Monte Conero, ci sia un ingegnoso sistema di stretti e articolati cunicoli sotterranei, strade scavate nella roccia che si perdono nel buio della montagna. Una di queste condurrebbe ad un altare dietro al quale si troverebbe una chioccia d'oro attorniata da 12 pulcini d'argento, a guardia di un forziere ricco di tesori.
Chi riuscisse ad arrivare in questo punto e provasse a portar via anche un solo pezzo del famigerato tesoro, non farebbe più ritorno alla luce della superficie, a meno di non indovinare il nome del demone che abita i cunicoli e scriverlo sull'altare con il proprio sangue.
L'entrata a questa grotta, una fessura che lacera la roccia del monte, si trova alle pendici del Conero, tra il paese di Camerano, noto per la sua misteriosa città sotterranea, la frazione di di San Germano e quella del Poggio di Ancona.
Questa affascinante e spaventosa leggenda, stuzzica da sempre la curiosità degli abitanti della Riviera del Conero e dei tanti curiosi che, impavidi, intraprendono l'inizio del cunicolo per poi fermarsi quasi subito e tornare indietro, anche perché la strada è ostruita da frane e non è assolutamente praticabile.
C'è poi chi non crede alla leggenda della chioccia d'oro e sostiene che il buco del diavolo sia uno degli ingressi ad una fantomatica base militare segreta, che si troverebbe all'interno del Monte Conero. Vero è che gran parte del monte è zona militare invalicabile.
Leggende a parte, con ogni probabilità, i cunicoli in questione sono un ingegnoso sistema idraulico risalente all'età romana o addirittura preromana. Un'eccellente opera di ingegneria, capace addirittura di portare acqua sino alla città di Ancona.
Come detto in precedenza il buco del Diavolo è un luogo non sicuro, spesso interessato da piccole frane che occludono di volta in volta i passaggi. Vi consigliamo perciò di non addentrarvi in ricognizioni avventurose e lasciare intatto l'alone di mistero che circonda questo luogo.Il Monte Conero è un promontorio di 572 metri s.l.m.m. situato sulla costa delle Marche, proprio a metà della regione. E’ costituito da imponenti falesie calcaree a strapiombo sul mare e fitte aree boschive. Nel 1991 è stato istituito il Parco Regionale del Monte Conero allo scopo di proteggere una zona davvero unica nel suo genere.
Quello di cui vi voglio parlare, invece, è un luogo situato nel mezzo della macchia mediterranea del Monte e avvolto, ancora oggi, dal mistero.
Poco sopra Pian dei Raggeti, seguendo il sentiero 1 in salita verso la cima del Monte Conero, all’altezza del segnale “Sculture Rupestri” inoltratevi sulla sinistra lungo una traccia appena evidente. Giusto qualche minuto di cammino e vi ritroverete nel luogo in questione.
Sul terreno, in mezzo al bosco, spunta un lastrone di pietra di circa 75 metri quadrati solcato da diverse incisioni scavate inequivocabilmente dalla mano dell’uomo in epoca remota. A quanto pare queste incisioni sembrano essere le più antiche raffigurazioni preistoriche di tutto il territorio marchigiano e la loro età può essere stimata tra il 10.000 e il 7.000 a.C. Le incisioni sono formate da canaletti rettilinei e circolari, piccole vasche e altri enigmatici segni. Sono state realizzate, probabilmente, mediante percussione con pietre più dure e la profondità varia tra i 2 e i 6 centimetri (escludendo le vaschette). Molto probabilmente una parte è sepolta sotto circa 50 centimetri di materiale organico. Infatti, il lastrone di pietra è più esteso di quello che si vede ad un primo sguardo.
Particolare delle incisioni rupestri | © Nicola Pezzotta 2011. All rights reserved.
Non si sono trovati al riguardo nessuna notizia storica o fonti documentarie che riveli la funzione di una tale opera per cui gli studiosi si sono sbizzarriti con le ipotesi più disparate. Appoggiandosi anche a ritrovamenti simili avvenuti in altre parti d’Italia, o addirittura del Mondo, hanno cercato di fare luce al mistero.
L’ipotesi che sembrava più plausibile è che queste canalette e vasche avessero come scopo la raccolta dell’acqua piovana. Sembra infatti che, come scrive la Gimbutas,
“i motivi predominanti nelle grandi rocce modificate dall’uomo in tutta Europa, […] sono piccoli incavi rotondi, le cosiddette coppelle. Esse compaiono a centinaia, da sole o associate ad occhi di serpenti […] Il loro significato è suggerito dal fatto che le coppelle hanno conservato parte del loro simbolismo nella sub-cultura contadina europea dei nostri giorni che attribuisce poteri curativi all’acqua piovana che vi si raccoglie. Paralitici e altri infermi cercano la guarigione bevendo l’acqua sacra e lavandovisi […]. Una coppella è l’equivalente di un pozzo sacro in miniatura. Nella preistoria e nel folklore il pozzo e la coppella erano intercambiabili, simboli entrambi della forza vitale della Dea […]”.
In tal senso le incisioni rupestri e le coppelle del Conero, che in alcuni loro tratti richiamano sia l’occhio che il serpente citati, potrebbero essere interpretate come un antico luogo di culto dell’acqua piovana.
Studi successivi, però, hanno verificato che la disposizione e la geometria sembrano essere poco funzionali alla raccolta dell’acqua piovana e perciò si è andata sempre più escludendo questa interpretazione.
Particolare delle incisioni rupestri | © Nicola Pezzotta 2011. All rights reserved.
Un'altra, scartata molto rapidamente, è che i fori laterali fossero utilizzati per infilarci dei pali che sorreggessero delle capanne. Ma l’ubicazione, il tipo e la profondità di questi fori non sembrano adatti a tale mansione.
Altre ipotesi avanzate recentemente riconoscerebbero nell’insieme dei segni una sorta di mappa geografica antica dei siti di notevole importanza nel passato, ubicati nella zona del Monte Conero o un remoto rudimentale strumento per la misurazione del tempo e per le rilevazioni astronomiche.
Particolare delle incisioni rupestri | © Nicola Pezzotta 2011. All rights reserved.
Appare sempre più verosimile, invece, che dette incisioni siano state realizzate per scopi rituali in una ipotetica antica area sacrificale. Ad avallare ciò sono avvenuti ritrovamenti simili in altre parti d’Italia e del Mondo: nei pressi della Grotta del Fico a Nardò, vicino Lecce; le canalette e i solchi che alimentano la vasca quadrangolare scavata nella roccia nel Duomo di San Leo, nel Montefeltro; su una balza di difficile accesso sopra la grotta Buco Cattivo sul Monte Valmontagnana, tra Genga e Fabriano; sulle colline di Canaan, in Palestina; in Valtellina, in provincia di Sondrio.
In tutti questi luoghi la funzione di tali canalette e vasche era di convogliare e raccogliere il sangue delle vittime di antichi riti e sacrifici cruenti. Lo scorrere del sangue nelle canalette sarebbe servito ad interpretare il volere delle divinità cui il sacrificio era dedicato. In alcuni di questi casi, la funzione rituale delle coppelle è rafforzata dalla presenza di croci ed altri segni religiosi aggiunti in epoche più recenti (Medioevo).
In attesa di ulteriori studi, se ci saranno, vi consiglio di visitare il luogo e farvi permeare dal mistero che aleggia su di esso.
http://www.coninfacciaunpodisole.it/aree-protette/83-parco-conero/162-le-misteriose-incisioni-sul-monte-conero
http://www.rivieradelconero.tv/news/32/il-buco-del-diavolo-sul-monte-conero.aspx