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19 settembre 2018 3 19 /09 /settembre /2018 21:56

Camuffati, imboscati, nascosti, infiltrati: usate il termine che preferite, ma questo è quanto meglio descrive l'attività di alcuni alieni. Lo stesso Adamski affermava di aver incontrato talvolta alle sue conferenze dei giovani che, dopo avergli generosamente offerto un passaggio, lo hanno condotto non a casa ma in una zona agreste dove avrebbero avuto un rendez-vous con un disco atterrato da poco. I due giovani avrebbero confessato ad Adamski di essere alieni che vivevano sulla Terra sotto falsa identità, svolgendo quello che a tutti gli effetti potremmo considerare un ‘lavoro sotto copertura’.
 




Diverso da noi. Cosi da sempre l’uomo si immagina l’Alieno, il visitatore che proviene da mondi lontani, forse aldilà dello Spazio e del Tempo stesso. Eppure, questa informazione, cosi fortemente radicata nella nostra mente, potrebbe risultare, tutta o in parte, errata.

In un qualsiasi dizionario, alla voce alieno, troviamo:
agg., s.m. 1 agg. CO che rifugge, che si astiene: persona aliena da qualsiasi maldicenza, da compromessi 2 agg. LE altrui: fece guerra con le armi sue e non con le aliene (Machiavelli) | estraneo: nessuna cosa | mi fu aliena (D’Annunzio) 3 agg., s.m. CO extraterrestre

Il termine alieno deriva sì dal latino alienus ("che appartiene a qualcos’altro"), ma a sua volta quest'ultima deriva da alius che significa altro, per cui il significato proprio del termine dipende dal contesto cui viene riferito. In generale indica un entità che si trova al di fuori del suo ambiente. Può indicare una persona di cultura diversa, o uno straniero, nel caso di abitante di un altro pianeta un extraterrestre. Lo stesso termine Extraterrestre indica qualsiasi oggetto di provenienza esterna al pianeta Terra, ma che a livello comune viene utilizzato soprattutto per indicare una forma di vita nata al di fuori del pianeta Terra.
Ma è davvero così? Ormai la storia dello studio sugli Incontri Ravvicinati conta ormai 50 anni di storia, e dopo tante ricerche, di scoperte valide i ricercatori ne hanno trovate davvero poche. Ma alcuni investigatori hanno fatto grandi passi avanti, e, sorpresa, alcuni dei migliori sono italiani. 

La prima cosa che va spiegata è che l’anima esiste, e incredibile a dirlo lo confermano proprio le ricerche sulle abductions, specie quelle condotte in Italia da Corrado Malanga (sul cui lavoro torneremo più avanti). Secondo Malanga, quello che farebbero gli alieni è passare a degli esseri umani (definiti carrier) il proprio bagaglio di ricordi, in modo di non perdere una continuità di coscienza nel tempo, dato che loro, i visitatori, l’anima non ce l’avrebbero, o perlomeno non tutti. Questa teoria, a detta di Malanga, spiegherebbe il motivo dell’interesse degli ENU nei nostri confronti, che sarebbero intenzionati in qualche modo a usare la nostra anima a loro beneficio, e darebbe un senso al fatto che moltissimi addotti possiedono ‘ricordi’ di una vita, o più vite passate, in cui erano alieni e vivevano tra le stelle.
A mio avviso, le cose sono lievemente differenti: secondo il mio punto di vista, il punto chiave di tutta la vicenda è la reincarnazione, o trasmigrazione naturale delle anime, che Malanga non prende in considerazione per il semplice motivo che non la ritiene una cosa possibile. Eppure, secondo me spiegherebbe molto bene, e in maniera più semplice, tutta una serie di cose.
In genere, la reincarnazione è un concetto già difficile da assimilare su base planetaria, parlando di una singola razza come quella umana. Generalmente, è l’interazione con il pianeta, tramite l’aria, l’acqua, il cibo, le emozioni, a determinare anche il ritmo della reincarnazione. Secondo alcuni, queste avverrebbero seguendo regole precise, addirittura ci si reincarnerebbe sulla stessa linea genetica o comunque l’anima cercherebbe sempre futuri genitori con un corredo genetico compatibile con le vibrazioni della propria anima. Stando ad alcuni studi, l’anima non sarebbe altro che l’armonica di base di una sequenza, che nella propria ‘versione’ fisica o pesante, corrisponderebbe a una precisa codifica DNA.



Di conseguenza, anche su di un singolo pianeta, la reincarnazione avverrebbe secondo regole ferree, secondo cui un’anima dotata di una determinata vibrazione di base dovrebbe giocoforza scegliersi dei potenziali genitori il cui corredo genetico globale possa fornire gli elementi necessari a formare un DNA più corrispondente possibile alla propria traccia armonica.

Ancora più complessa è la situazione quando a doversi reincarnare è un’anima che proviene da un altro pianeta, e da corpi dotati di DNA differenti dal nostro.

Apparentemente un’anima si può reincarnare in altri corpi. L’anima ha la proprietà di installarsi in un corpo umanoide, ma non in un corpo qualsiasi: deve corrispondere in parecchie cose e aspetti al corpo precedente, perché l’anima è come un liquido a memoria di forma che rammenta il contenitore in cui era stata contenuta fino a poco prima, non si adatta bene a passare, ad esempio, da un corpo di un alieno grigio a quello di un umano. Perché l’anima si adatti a tale forma, vanno creati degli steps, dei passaggi: vale a dire che verranno create delle creature ibride, dentro cui l’anima aliena potrà sostare per diverso tempo (permettendo alla propria anima di adattarsi al nuovo corpo), per poi passare a una forma ibrida differente (ad esempio, inizialmente potrebbe essere 90% Grigio e 10% umano, poi 80% e 20% e via dicendo, fino a quando l’anima del grigio, dopo parecchi anni (a volte secoli) sarà in grado di modificare le proprie funzioni per adattarsi a ‘rivestirsi’ di un corpo umano. Questo, almeno, è il risultato di ricerche da me sviluppate nel corso degli anni, che potrebbero spiegare in parte il perché delle ibridazioni.
Naturalmente una volta fatto tale lavoro, lungo e laborioso, l’alieno o la creatura Non Umana potrà addirittura ‘incarnarsi’ dentro un essere umano appena nato, dotato del giusto corredo genetico, fatto salvo che non vi fossero altre anime in attesa di tale corpo (neanche gli alieni o altre creature non umane possono intromettersi in un discorso tra l’essere umano e madre natura). È vero però che a volte l’alieno in questione non ha il tempo di passare un secolo o più ad adattare il suo ‘ghost’ alle frequenze umane, di conseguenze, per le emergenze, sono state pensate dagli Alieni e dalle ENU delle soluzioni alternative.

Se è vero che in certi casi la vita di un Alieno o di una ENU può essere lunga diverse centinaia di anni o forse anche migliaia, il passaggio sul nostro mondo, anche se vissuto per un interno arco vitale, potrebbe sembrare davvero un sogno sognato nel breve volgere di una notte. Ma anche i sogni hanno le loro regole.

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