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24 dicembre 2012 1 24 /12 /dicembre /2012 22:50


 

Il complesso del parco dei Mostri di Bomarzo accoglie i visitatori con tutta una serie di servizi che vanno dall’ampio parcheggio (non custodito) alla tavola calda e Bar annesso, allo stand per l’acquisto di guide e souvenir e un’ampia area pic-nic con annesso un piccolo parco giochi per bambini.

Il Giardino delle Meraviglie di Bomarzo venne concepito come una nuova meraviglia del mondo, così eccezionale ed unica che nessuna cosa le potesse assomigliare...

Il Parco dei Mostri di Bomarzo fu fatto costruire da Vicino Orsini, uomo d'armi e letterato, presumibilmente tra il 1552 ed il 1580.

Quel che prese corpo fu un calderone di pietra e di bosco, in cui sono fuse varie tradizioni, da quella pagana a quella magico-esoterica ed alchimistica, da quella ermetica a quella orientaleggiante ed esotica, che accentuano il senso di disorientamento all’interno di questa particolare dimora filosofale.



Cominciamo dai dotti.

Secondo Maurizio Calvesi,storico dell'arte,il primo percorso progettato e costruito riprendeva esattamente il tema dell' "Hypnerotomachia poliphili".

La Hypnerotomachia Poliphili ("Battaglia d'amore in sogno di Polifilo") fu pubblicata nel 1499.
Bomarzo - il Drago
L'autore è certamente un tal Francesco Colonna,informazione ricavabile dall'acrostico formato dalla lettera iniziale della prima parola dei 38 capitoli ,cioè:"poliam frater franciscus columna peramavit" ("Frate Francesco Colonna amò moltissimo Polia").

Chi sia però questo Francesco Colonna è un mistero..Secondo molti un frate domenicano di Treviso,secondo altri,tra cui Maurizio Calvesi,un membro della famiglia romana dei Colonna.

La storia parte con Polifilio nella sua stanza, di notte, agitato da mille pensieri d’amore; quando si addormenta, sogna di trovarsi nei pressi di una spiaggia abbandonata,che lascia subito, per entrare in una selva molto fitta dalla quale fugge per paura di qualche pericolo, arriva quindi nei pressi di un piccolo fiume. Vorrebbe bere dell'acqua, ma viene distratto da un misterioso canto. Cercando l’origine del suono, si ferma sotto una quercia, e di nuovo si addormenta e sogna.
Nel secondo sogno il giovane si muove in un paesaggio ameno.Incontra un lupo famelico, che subito sparisce , vede poi spuntare fra i colli una strana costruzione composta da una piramide sormontata da un obelisco. Poi ancora strane costruzioni, per metà edifici ben progettati e per metà rovine:un cavallo alato su cui cercano di ergersi alcuni putti, un elefante su cui si leva un altro obelisco, misteriosi geroglifici accompagnati da scritte che in parte li decifrano. Arrivato alla porta della piramide vi entra entrando in una specie di tempio. Un drago gli impedisce di tornare indietro spingendolo verso il basso,in un intricato reticolo di locali oscuri superati i quali riesce però a trovare un uscita.



In questo nuovo luogo,più accogliente,con altre antichità e altri geroglifici inconta cinque ninfe, un’allegoria dei cinque sensi.Le fanciulle lo conducono alle terme,dove scoprono con dispetto che Polifilio significa Amante di Polia,e non di molte.Viene,quindi, condotto al cospetto della signora del luogo, Eleuterillide,il Libero Arbitrio. Dopo un sontuoso banchetto, allietato da un ballo ispirato al gioco degli scacchi, il protagonista viene indirizzatodalla regina verso il reame di Telosia (la Causa Finale, o meglio la Provvidenza). L’accompagneranno,nel primo tratto, due figure femminili: Logistica (la Razionalità) e Telemia (la Volontà).Durante il cammino Polifilo può vedere all’interno dei possedimenti di Eleutirillide un giardino di vetro, un labirinto d’acque e un giardino di seta,infine una piramide posta sopra un cubo.Il terzetto giunge infine dinanzi a tre porte,sopra ognuna una scritta: Gloria di Dio, Madre dell’Amore, Gloria del Mondo. Oltre ogni porta un gruppo di cinque donne più una matrona. Il giovane decide per la via centrale,facendo molto arrabbiare Logistica che se ne va,mentre rende felice Telemia che,prima di allontanarsi, lo abbraccia rivelandogli che presto ritroverà Polia. Le sei dame della porta prescelta, capeggiate da Filtronia (Pozione d’Amore), hanno tutte nomi che richiamano l'innamoramento. Al giovane si avvicina una graziosa ninfa,con una torcia in mano, la compagna del suo cammino.
La coppia si incammina nel giardino di Venere,poi attraversa i Campi Elisi.Qui e là incontrano vari personaggi della mitologia,protagonisti di storie d'amore.Polifilo nel cammino si invaghisce sempre più dell’aspetto gentile della sua guida.Infine ecco il tempio dedicato alla Venere Naturale o Terrestre,qui Polifilio deve prendere parte ad una complessa cerimonia,al termine della quale la sua guida si rivela come Polia,la sua adorata.
Un altra cerimonia segue la prima,al termine della quale i due si incamminano nel giardino arrivandoin un cimitero colmo di lapidi di amanti morti. Attraversandolo, si giunge finalmente al mare, dove la nave si imbarcano sulla nave di Cupido verso Citera.Sull'isola incontrano finalmente Venere,inizialmente nascosta si rivela dopo che Polifilio lacera un velo grazie ad una freccia d'oro datagli da Cupido. Segue un matrimonio mistico fra i due ragazzi.Sancito dalla ferita di entrambi, trafitti dalla medesima freccia. L’arrivo di Marte che si concede alla dea, chiude bruscamente l’episodio. Polia e Polifilo giungono presso un’altra fonte dove le ninfe raccontano loro di Adone e di come Venere ancora lo pianga. Qui termina la prima parte o il primo libro.

Nel secondo libro Polia racconta la sua storia e quella della sua famiglia.

Terminato il racconto le ninfe si allontanano,ma quando tutto sembra ormai perfetto,ecco che Polia scompare,salutando Polifilio per l'ultima volta.

Il giovane si risveglia e ricambia tristemente l’addio. Il sogno è terminato.
Il libro si chiude con un epitaffio ‘‘Felice Polia, che sei sepolta eppure vivi, Polifilo, riposando da Marte e dalle sue imprese, fece sì che tu vegliassi anche assopita.’’ Altri versi poi recitano ‘‘Viandante, ti prego, fa una breve sosta. Qui c’è il miropolio, il negozio dei profumi della ninfa Polia. Quale Polia, dirai tu? Quel fiore da cui nasce il profumo di ogni virtù, meraviglioso fiore che, per l’aridità del luogo, non può di nuovo germogliare, malgrado le lacrime sempre nuove di Polifilo. Ma se tu mi vedessi fiorire, ammireresti un’immagine che vince in bellezza ogni altra, e diresti: - O sole, quel che il tuo ardore aveva risparmiato, l’ombra è riuscita ad uccidere. - Ahimè, Polifilo, desisti: un fiore tanto disseccato non rivivrà mai più. Addio.’


Le affinità fra "il sogno di Polifilio" e il Sacro Bosco non sono in effetti poche.

In primis l'essere dedicati entrambi ad una donna morta,Polia,nel romanzo, e Giulia Farnese;in secondo luogo la particolarità dei luoghi,sospesi fra sogno e magia,con un pizzicodi realtà.

La perdita della moglie potrebbe in effetti molto chiaramente aver suggerito il testo all'Orsini.Testo che si presenta come un percorso iniziatico d'amore.Il sogno,la selva,il viaggio,le varie figure allegoriche che accompagnano il buon Polifilio..

Nel Sacro bosco poi ritroviamo in effetti strutture e sculture che ci riportano con forza alla storia narrata.

Il primo percorso dovrebbe dunque avere inizio dal tempietto sullo sommità del Parco,cinto dai 12 segni zodiacali come quello della Venere physizoa (Venere che produce la vita) discendendo troviamo dunque:il finto rudere,le fontane di Pegaso e delle Grazie,il ninfeo,un'altra fontana a forma di navicella,per arrivare infine al teatro e al sacrario di Venere.

Dopo la ri-scoperta, la rivalutazione, il cui merito andò alla famiglia Bettini.Giovanni Bettini, un grande appassionato di Arte, comprò l'intero parco e iniziò, insieme alla moglie Tina Severi, un attento restauro.Era il 1954.Da cinquanta anni il Giardino delle Meraviglie, rinominato Parco dei Mostri (probabilmente per lo stato in cui vennero ritrovate le sculture), è diventato un luogo aperto a chi lo voglia ammirare.L’eclettico principe Vicino, che lo fece erigere dal sogno, ha così ottenuto il suo piccolo dono d’immortalità.

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