Il risultato finale è molto eloquente e senza doppi sensi: il film porno, di qualunque genere, ha sempre attirato tutti gli amanti del sesso e della curiosità oltre le semplici e classiche immagini; non tutti sanno che le persone che si vedono sono attori, rimangono attori nel film e il film che voi vedete, non è così semplice come lo si pensa: voi vedete il risultato finale ma...come si svolge un film porno?
Anche a voler cominciare come attrice, attore o in un ruolo da dietro le quinte, c’è poco da scialare. Un’attrice italiana prende meno di 500 euro a scena. E dev’essere una bella e brava professionista. La maggior parte lavora quasi gratis, pur di comparire. Sperando, magari, di guadagnare dopo, facendo le serate nei locali. Ma questo degli spettacoli dal vivo è un fenomeno poco italiano. «E’ all’estero che ci sono circuiti di sale – dice Bortoluzzi – che cercano proprio le attrici che hanno girato qualche film. In Spagna, sono addirittura previste anche le esibizioni hard dal vivo». Il mercato estero, quindi, sembra davvero l’unico che tiene ancora accese le luci rosse. E, anche se la concorrenza è spietata, gli italiani sanno farsi valere.
Quindi anche quando si è riusciti a produrre un film dignitoso, il problema è la distribuzione. A chi si vende un film porno? L’ultimo anello della catena sono le videoteche, i videoshop e le tv satellitari. Ma chi ha prodotto un film non può certo andare in giro a proporlo nei negozi di tutt’Italia. Allora ci si rivolge a una società di distribuzione. Che, comunque, difficilmente è disposta a pagare una cifra equa. Sono gli stessi distributori che lo dicono: per un film di discreta qualità, si possono ottenere al massimo 2.500 euro con l’esclusiva per l’Italia. Proporlo all’estero costerebbe più di quello che potrebbe fruttare. Le tv satellitari, alcune delle quali sono specializzate in questo genere, non pagano abbastanza e, comunque, finora non hanno dimostrato interesse per i prodotti amatoriali. Insomma: non c’è proprio nuovo spazio in questo business?
«Per realizzare un film, si possono spendere mille euro, oppure arrivare a 500 mila e anche più – considera Bandinelli – ma poi bisogna vedere come venderlo e a chi». Per fare due conti: un film di medio budget (50 mila euro), prevede una troupe (sia pure ridotta al minimo) e pochi giorni di riprese (meno di una settimana). Sotto questo livello, ci sono i cosiddetti “amatoriali”. Sono realizzati spesso dagli stessi protagonisti o, comunque, con attrici e attori improvvisati, quasi tutti dei Paesi dell’Est, che lavorano quasi gratis. Ma esistono anche i kolossal, che costano fino a 500 mila euro. Solitamente remake o parodie di celebri film. E così sono nati Tettonic, ispirato a Titanic, oppure La dolce vita, versione hard del film felliniano, e Pinocchio. «L’ultimo remake che ho girato è I moschettieri del re – racconta Steve Morelli – con tanto di costumi d’epoca e ambientazione nella Francia del 1600. Abbiamo preso in affitto interi musei che gli scenografi, poi, hanno riallestito con i materiali fatti arrivare da Cinecittà. La sola troupe era composta da ben 25 persone, senza contare gli attori e le comparse. C’era perfino il maestro d’armi e ben dieci stuntmen, per le scene acrobatiche». Questo film, girato nel 1999, è costato 150 mila euro e ha richiesto alcune settimane di lavorazione. Ma è servito a lanciare la Mgr Communication, casa di produzione di Michele Berardi, altro nome storico del cinema porno italiano, che adesso guida la Top Line Video, una società di distribuzione considerata tra le migliori nel settore. Eppure, c’è chi i film porno ad alto costo li produce abitualmente. Un esempio è Mario Salieri (vedi box a sinistra). Senza contare Rocco Siffredi, un’autentica celebrità in tutto il mondo e conosciuto anche da chi non ha la passione per i suoi film. «Gli ex-attori sono agevolati – spiega Giorgio Bortoluzzi, direttore della rivista Video Impulse (www.videoimpulse.com) – perché conoscono bene il prodotto, e sanno come girare una scena hard. In realtà, anche se con una videocamera da pochi soldi ognuno si può sentire regista o produttore, non è affatto facile entrare in questo mondo. Si può anche produrre qualcosa a basso costo. Ma poi bisogna fare i conti con una concorrenza che, comunque, avrà un prezzo più basso ancora».