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22 dicembre 2012 6 22 /12 /dicembre /2012 23:38

Sappiamo dalla mitologia greca che le figlie di Atlante si accoppiarono con i più famosi Dei e divennero le antenate degli esseri umani, ma furono collocate in cielo col nome di Pleiadi (...)

Un po’ più in alto di Aldebaran si incontra l’ammasso aperto più noto: quello delle Pleiadi (da plein = navigare o da pleios = molte). Si tratta di un piccolo raggruppamento di stelle che rappresenta un buon test per la vista: normalmente se ne distinguono sei o sette, ma c’è chi ne ha contate 14. Interessante particolare troviamo nel "disco solare di Nebra". Un disco di bronzo e di 32 cm di diametro, con applicazioni di lamina d’oro a rappresentare il sole, la luna, e le stelle ed è la rappresentazione più antica del cosmo conosciuta ad oggi. Un gruppo di sette punti era stato già in precedenza interpretato come la costellazione delle Pleiadi come appariva 3,600 anni or sono. La spiegazione del proposito del disco getta ora nuova luce sulle conoscenze e capacità astronomiche dei popoli dell’Età del Bronzo. Ma torniamo ai nostri giorni: negli anni 70, emergeva una figura di contattista, lo svizzero Billy Meier, autore di migliaia di foto nitide e di centinaia di video di oggetti volanti non identificati che hanno diviso i ricercatori. Meier ha sempre sostenuto di essere in contatto con i Pleiadiani, personaggi dalle tipiche fattezze nordiche

 

foto di "Billy" Eduard Albert Meier tratta da it.figu.org"Billy" Eduard Albert Meier (nato il 3 febbraio 1937) è una personalità svizzera che afferma avere incontrato gli extraterrestri varie volte. "Billy" afferma di avere incontrato "Pleiadiani" (gruppo di extraterrestri) regolarmente e dice di possedere molte informazioni spirituali e filosofiche ottenute in occasione di questi incontri. Nel 1975, è stato fondato il  FIGU,: Freie Interessengemeinschaft für Grenz- und Geisteswissenschaften und Ufologiestudien. OVVERO : Libera Associazione per lo studio delle scienze di frontiera, le scienze spirituali e gli studi Ufologici allo scopo di studiare e approfondire le informazioni ricevute da  Billy Meier in seguito ai suoi ripetuti incontri con esseri extraterrestri provenienti dalle Pleiadi L'associazione si trova in "Semjase Silver Star Center". Meier afferma di avere avuto i primi contatti all'età di 5 anni, in 1942. L'extraterrestre si chiamava "Sfath" Questi contatti durano fino a 1953. Dal 1953 al 1964, la donna extraterrestre "Asket" gli rende visite. Per 11 anni, non ha avuto contatti. Il 28 gennaio 1975, ha incontrato "Semjase"  
Meier si arruola nella legione straniera, ma non per molto. Ha molto viaggiato, visitando 24 paesi in 12 anni. Nel 1965, Meier perde il suo braccio sinistro a causa di un incidente in Turchia. Nel 1966, sposa una donna greca, Kalliope; hanno tre bambini.
 Meier ha incontrato molti extraterrestri (dice che sono "uomini" simili agli uomini del nostro mondo). Afferma di aver parlato con loro sia direttamente che per telepatia. Quest'uomini delle Pleiadi si chiamavano Ptaah, Semjase, Quetzal, e Pleija. Gli avrebbero permesso di provare un'arma extraterrestre su un albero e gli avrebbero dato campioni di un metallo extraterrestre. Queste parti di metallo sono scomparse ed un esame non è ancora possibile.

Semjase - Schizzo realizzato da un membro della FIGU sulla base degli schizzi originali realizzati dai Plejarani stessi

I Pleiadiani che hanno contattato Billy Meier sono esseri umani come noi, fatta eccezione per la loro tecnologia che è più avanzata della nostra di circa 10.000 anni. La loro spiritualità avanza la nostra di circa 22 milioni di anni. La loro vita media, grazie alle migliori condizioni di vita, alle scienze mediche e non solo a questo, è di ben 1000 anni.
Il motivo principale della missione dei Pleiadiani è di diffondere la verità su questi temi importantissimi. I Pleiadiani si sentono in parte responsabili delle azioni compiute sulla terra dai loro progenitori in passato.
A causa di queste azioni, oggi la verità sugli scopi della nostra esistenza è stata quasi completamente dimenticata e distorta. Allo stesso modo anche la verità sulle nostre origini, ed il vero scopo della loro missione è quello di riparare agli errori commessi in passato. Essi risiedono su un pianeta di nome Erra posto nel sistema delle Pleiadi nella costellazione del Toro.
Il loro pianeta è simile al nostro, ma si trova in una dimensione spazio-temporale diversa dalla nostra, collocata di una frazione di secondo più avanti rispetto a noi. Questo purtroppo per noi è un concetto di difficile comprensione, ma che tuttavia alcuni scienziati più avanzati già ne hanno fatto menzione. Le Pleiadi così come le vediamo noi, ovvero nella nostra dimensione, sono stelle giovani e non adatte ad ospitare la vita umana.
Sul loro pianeta vivono in pace da ormai 50.000 anni e fanno parte di una federazione pacifica assieme a molte altre razze di altri pianeti, tuttavia sono dotati di armamenti potentissimi che usano solo a scopo difensivo.
Il loro alto grado evolutivo li spinge a non intervenire mai nell'evoluzione di un pianeta. E' per questo motivo che non ci salveranno mai dai nostri gravi problemi, come ad esempio le guerre, la sovrappopolazione, le carestie,ecc..
Alla stessa maniera non si presenteranno mai per interferire nelle nostre decisioni, giuste o sbagliate che siano, poiché siamo solo noi gli unici responsabili del nostro destino. Il loro compito è quello di insegnarci le vere regole dell'esistenza in modo che noi, ed esclusivamente noi, possiamo risolvere i nostri problemi da soli.
Secondo le informazioni ricevute da Billy Meier dai Pleiadiani fino ad oggi lui è la sola persona da loro contattata. Chi afferma di avere contatti fisici o spirituali con questi esseri umani provenienti dalle Pleiadi afferma il falso.

 

A documentazione delle straordinarie esperienze di contatto di Billy Meier, vi sono video, diapositive e campioni sonori originali riguardanti velivoli extraterrestri , analizzati e giudicati autentici da alcuni dei più rinomati esperti e scienziati mondiali dei rispettivi settori, quali ad esempio Jim Dilettoso (analista fotografico e consulente NASA), M. Malin (tra i responsabili presso la NASA del progetto Mars Global Surveyor), Wendelle C. Stevens (ex tenente-colonnello dell'US Air Force), Marcel Vogel (ingegnere chimico, direttore dei laboratori IBM, detentore di 32 brevetti e "padre" del floppy disk. 

  
  

Luigi Della Chiesa chiude un suo lungo ed interessante articolo scrivendo: Intorno alla vicenda Meier si è costituita un Associazione la quale prende il nome di FIGU, essa è l'unica che tiene le relazioni con Meier e per suo conto gestisce tutti i diritti sul materiale che il contattista ha raccolto a partire dagli anni 70 ad oggi, un archivio unico al mondo, foto comprendenti i negativi, filmati, audiocassette, scritture originali di tutti gli appunti di Meier, gli scettici ritengono che il tutto vada verso la speculazione del materiale, per far soldi facili, a me sembra invece che molti abbiano invece cercato di speculare sulla sua persona. Fortunatamente lui lo ha capito in tempo per isolarsi e vivere i suoi prossimi anni insieme alla sua famiglia in serenità e pace lontano dagli avvoltoi che iniziavano a suo tempo a girargli intorno. Ma il caso Meier dopo 27 anni fa discutere ancora il mondo ufologico, e solo un uomo può conoscere indiscutibilmente la verità, quell'uomo si chiama Eduard Meier ed il caso rimarrà ancora aperto per molti lunghi anni, a noi non rimane altro che cercare, cercare di capire un uomo.

Se volete studiare il caso Meier dovete necessariamente partire dall'attenta consultazione del sito dell'associazione FIGU : http://it.figu.org/


 

COSA SAPPIAMO DEGLI UOMINI DELLE PLEIADI

Le Pleiadi sono un ammasso stellare composto da sei o sette pianeti. Fanno parte della costellazione del Toro e la loro distanza è di circa 500 anni luce. Il caso più sensazionale della comparsa della costellazione delle Pleiadi è accaduto a John Spencer, trafficante di armi, nel monastero di Tuerin, in Mongolia, nel 1920, quando era ospite dei monaci tibetani. Un mattino, mentre si aggirava nei giardini, vide una scala di pietra che portava verso una caverna, ostruita da una specie di porta. Vi entrò e si trovò in una specie di sala ottagonale, e su una parete vi erano raffigurate le costellazioni del Toro. Su un'altra parete vide le costellazioni delle Pleiadi. In questo antro, illuminate da una luce verde fosforescente, scorse una fila di bare, in cui giacevano tre cadaveri. Uno era di un monaco buddista, l'altro di una donna, il terzo era un essere che indossava una tuta d'argento, un casco, e al posto degli occhi due grandi fanali che sprigionavano una luce abbagliante. Il mattino dopo, un monaco lo accompagnò in una sala identica a quella vista il giorno prima: vi erano 15 piccole bare e in una l'essere con la tuta d'argento. Alle domande di Spencer, il monaco rispose: "Quest'essere era un grande maestro venuto dalle stelle". Le uniche spiegazioni logiche dell'episodio si rifanno alle ipotesi più tipiche dell'archeologia spaziale: visitatori stellari discesi sulla Terra in tempi antichi. A quanto sembra i Pleiadiani avrebbero un aspetto umano, alti, biondi o bruni, e molto simile a noi terrestri. I Pleiadiani sembrano essere gli alieni maggiormente percepiti telepaticamente dai channelers, da cui riceverebbero numerosi messaggi di stampo apocalittico/spirituale. Secondo alcuni contattisti, i Pleiadiani sarebbero riconducibili agli angeli dell'Antico Testamento, e farebbero parte di una confederazione galattica di civiltà ultra evolute, il cui principale esponente sarebbe Ashtar Sheran. I loro principali nemici sarebbero umanoidi con la pelle olivastra e gli occhi a mandorla conosciuti 
familiarmente con il nome di "uomini in nero", oltre ai rettiliani (o homo-saurus). Principale esponente del contattismo con i Pleiadiani è Billy Meier, che in tre volumi ("Anni luce" 1987, "Contatti dalle Pleiadi" 1990, "Messaggio dalle Pleiadi") ha raccontato le sue esperienze. Secondo alcuni contattisti, i Pleiadiani gestirebbero sulla Luna circa 340 basi dislocate nel sottosuolo, vere e proprie città sotterranee. Assieme ad altri alieni gestirebbero inoltre basi su Marte, Ganimede, e sulla stessa Terra allo scopo di controllare l'operato dei terrestri. Comunque il mistero dei Pleiadiani - che secondo alcuni studiosi avrebbero basi anche nei poli e per questo vengono detti anche "Polariani" - resta ancora oggi irrisolto e avvolto nel più fitto mistero. (Gabriele Zaffiri)


Nel suo libro "Bringers of the Dawn", la Marciniak afferma che i nordici Pleiadiani sarebbero intenzionati a mettere in atto uno "sfollamento" del pianeta di proporzioni titaniche, quando giungerà il momento della crisi. "Noi stiamo vegliando sulla minaccia di uno spostamento dei poli nel corso della vostra generazione", dicono i Pleiadiani. "Questo porterebbe ad una situazione planetaria in cui nessuno potrebbe sopravvivere. Diventerà necessaria l'evacuazione... Le nostre velocissime astronavi di soccorso saranno in grado di avvicinarsi abbastanza da emettere i raggi di levitazione... ovunque si renderà necessario, gli umani verranno sollevati e fatti levitare verso le nostre navette spola, che come dei taxi trasferiranno le persone sulle astronavi madri stazionanti negli strati più alti 
dell'atmosfera, dove ci sono spazio e vettovagliamenti per ospitare e nutrire milioni di persone". Tale operazione non andrebbe identificata quindi come una sorta di "scelta degli eletti" a carattere religioso, quanto una specie di "protezione civile" di stampo galattico.

fonte

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13 dicembre 2012 4 13 /12 /dicembre /2012 23:30

 


Foto di un Mapinguari

l Mapinguari è un gigante terra bradipo-come creatura di leggenda popolare, simile al mostro di Loch Ness, Bigfoot o Chupacabra, ed è noto per vivere nella giungla amazzonica del Sud America. Tuttavia, il Mapinguari è normalmente non associata con l'Australia.Secondo le leggende locali, il Mapinguari, un grande, notturno, dai capelli rossi mostro con un fetore disorientante, vaga per la giungla amazzonica del Brasile. La gente del posto descrivere il Mapinguari come in piedi circa due metri di altezza, quando sulle zampe posteriori.

È interessante notare che i suoi piedi sono rivolti all'indietro, ed è riferito in grado di lacerando palme con i suoi artigli di grandi dimensioni. Sebbene la maggior parte degli scienziati respingere il Mapinguari come mito, alcuni, tra i quali ornitologo David Oren, ritengono che il Mapinguari può effettivamente esistere. Essi ipotizzano che potrebbe essere un superstite bradipo gigante simile al Mylodon, generalmente si pensa di si sono estinte circa diecimila anni fa.Non sarebbe del tutto senza precedenti alla scoperta di un esemplare vivente di una specie ritenuta estinta per un periodo così lungo. Nel 1972, il Dr. Ralph Wetzel scoperti esemplari viventi della Pecari Chacoan, un parente stretto di suini e cinghiali, mentre in una spedizione al Gran Chaco. Prima della sua scoperta, l'unico esempio di questo tipo di pecari erano venuti da resti fossili, e sono stati generalmente considerati si sono estinte circa diecimila anni fa.

La criptozoologia, è lo studio di animali di cui non si ha la reale prova della loro esistenza cioè di tutti quegli esseri viventi che sono stati nominati leggende come il mostro di loch ness o il chupacabras, di loro si hanno soltanto avvistamenti o prove circostanziali della loro esistenza come la parola di poche persone nel caso di nessy (il mostro di loch ness) o segni dei loro passaggi come nel caso del bigfoot o del già citato chupacabras, per il bigfoot fino a poco tempo fa si aveva solo l’avvistamento di poche persone e il ritrovamento di grandi impronte di piede nel sottobosco, ma di recente si è avuto un avvistamento filmato anche se molto sfocato, il video mostra un essere, un incrocio tra una scimmia e un uomo, di enormi dimensioni che si trovava ai margini del bosco ma dal video non si capisce se è un essere reale o un ottimo scherzo attuato da dei burloni;

la legenda del chupacabras (foto di fianco) invece è nata in Messico dopo la strana uccisione di alcuni animali domestici o di allevamento, in pratica le capre, principali prede del chupacabras, venivano dissanguate o mutilate, come è possibile dedurre dal disegno qui di fianco il chupacabras è in bilico tra i criptozoologi e gli ufologi, non solo non si è avuta ancora prova della sua esistenza ma molti pensano che sia un E.T. famelico che giri per i paesaggi messicani.

Non si è mai trovato nessuna prova, non si è mai potuto studiare nessun "animale mitologico", non si è neanche mai trovato il cadavere o i resti di questi animali.

Chi studia questi esseri sono i criptozoologi in pratica sono i c.s.i. del regno animale con l'unico risultato che raramente trovano il "colpevole", o almeno così credevo, le specie animali scoperte negli ultimi 50 anni sono più di un centinaio, è anche vero che la maggior parte non sono altro che una razza diversa della stessa specie ma è pur sempre un punto a favore dei criptozoologi.

Comunque per logica se si avrebbero le notizie necessarie del chupacabras non sarebbe più studiato dai criptozoologi ma dagli zoologi, con questo pensiero voglio farvi capire che un po’ tutti gli animali, chi più facilmente chi meno, sono stati sottoposti a studi da primitivi criptozoologi, come è capitato per il Mesonychoteuthis hamiltoni, da non confondere con il calamaro gigante, nell’ultima parte del secolo scorso, prima si sono avuti degli avvistamenti ma niente di concreto fino a quando non si sono avuti dei ritrovamenti di alcuni esemplari morti arenati sulla spiaggia, poi nel 2004 un gruppo di pescatori neozelandesi arpionano una femmina di Mesonychoteuthis hamiltoni intenta come loro a pescare, anche se ancora immatura, quindi si può quasi definire un cucciolo, le sue dimensioni superano di gran lunga quelle del più grande calamaro gigante mai ritrovato, facendo diventare la sua specie la più grande tra i cefalopodi lo studio di presunti esseri marini è molto più difficoltoso in quanto è difficile reperire prove nel fondo dell’oceano.

La criptozoologia quando si fonde con la storiografia si può studiare la vita degli animali estinti, certo raramente si può studiare ogni minimo particolare della vita degli animali estinti ma ci si può andare molto vicino, si possono conoscere le loro abitudini alimentari dai denti o se erano animali notturni o diurni dalla conformazione degli occhi (cioè se sono animali abituati al buio o meno).

In ogni caso per essere un criptozoologo devi non solo amare gli animali ma anche avere una mente molto aperta e deduttiva, la prima per poter credere alle persone che ti riferiscono di avvistamenti di esseri mai visti prima e la seconda per poter seguire le tracce che i vari animali lasciano ad ogni loro passaggio e saper distinguere quelle di animali già conosciuti da quelli non.

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8 novembre 2012 4 08 /11 /novembre /2012 21:18

Non capita spesso  che gli scienziati sono disposti a discutere apertamente della possibilità di vita extraterrestre. 

 Secondo un famoso professore di astronomia c'è un motivo per cui la maggior parte degli scienziati evita l'argomento - questo per il semplice fatto che esso è censurato! 

Anche se il grande pubblico abbraccia le idee di vita extraterrestre, la scienza dovrebbe evitare questo argomento, non importa quanto sia forte l'evidenza, anche se attraverso una congiura del silenzio.

  Si tratta di una dottrina non scritta della scienza che  dice  che la vita extraterrestre non potrebbe esistere nelle nostre immediate vicinanze, o, che se la vita tale esistesse, non potrebbe avere una connessione con la Terra.

http://www.messagetoeagle.com/images/etlifecensored2.jpgIl Prof. N. Chandra Wickramasinghe è nato a Colombo, Sri Lanka, il 20 gennaio 1939, ha studiato astrofisica all'Università di Cambridge, dove è stato allievo di Hoyle.

Ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1963 e un Sc.D. nel 1973, e presso la facoltà di Cambridge. Ora è un professore di matematica applicata e astronomia presso la University College, Cardiff, Galles. Lui è un esperto nell'uso di astronomia infrarossa per studiare la materia interstellare.

"Il mio coinvolgimento personale in questo campo risale al 1970 quando, insieme con il compianto Fred Hoyle, che stava indagando la natura della polvere interstellare.

    In questo lasso di tempo per le molecole organiche nelle nubi interstellari si stavano accumulando ad un ritmo velocissimo, ed i grani di polvere interstellare che  fino ad allora si pensavano fossero composti da ghiacci inorganici sono stati evidenziati da noi come contenitori di complessi polimeri organici di possibile provenienza biologica.

  Queste scoperte è stata una sorpresa per gli astronomi, e per lungo tempo la conclusione fu contrastata e che tali molecole possono avere una rilevanza per la vita sulla Terra, "dice il professor Wickramasinghe.

Hoyle e Wickramasinghe sono stati tra i primi scienziati a creare un collegamento tra molecole organiche complesse in nubi interstellari e la vita sulla Terra.
  "Il mio primo sentore di qualsiasi censura relativa alla vita extraterrestre è venuto quando abbiamo fatto il salto intellettuale prebiology nello spazio di una vera e propria biologia  fuori dalla Terra."

    Capimmo che cominciando ad  esplorare l'ipotesi che i grani interstellari  non erano solo i polimeri organici abiotici, ma anche le cellule batteriche in vari stadi di degradazione,   abbiamo fatto una previsione, cioe' che la polvere interstellare nella regione infrarossa dello spettro doveva avere la firma dei batteri.

La domanda per l'osservazione di questo progetto fatta da mio fratello Dayal T. Wickramasinghe a ANU e David Allen è stata regolarmente respinta come "priva di valore scientifico", spiega il professor Wickramasinghe. "Dopo il 1982, quando le prove per la vita cosmica e panspermia acquisto' una base potenzialmente valida , infinite pubblicazione che erano fino ad allora prontamente disponibili diventarono improvvisamente censurate e chiuse.

    Con la scoperta inattesa che le comete hanno una composizione organica le questioni sulla panspermia e altri argomenti connessi è stata decretata tabù da tutte le riviste rispettabili e le istituzioni. "

Wickramasinghe ritiene che questa campagna di rifiuti espliciti e la censura potrebbe essere stato avviato tra il 1962 e il 1965 quando i microrganismi sono stati effettivamente recuperati dalla stratosfera usando palloncini volati ad altezze tra i 20 ei 43 km.

  "Questo importante lavoro pionieristico, effettuato dalla NASA agli albori dell'era spaziale, probabilmente ha fatto suonare i campanelli d'allarme alle autorità competenti che hanno dovuto reagire, ed hanno reagito come  hanno sicuramente fatto.

  Mi è stato detto da Leslie Hale, uno scienziato atmosferico presso la Penn State University che questo interessante programma di lavoro è stato improvvisamente fermato a causa della mancanza dei fondi. Nulla di più è stato detto, "dice il professor Wickramasinghe.

  Quando Hans Dieter Pflug, un collega del professor Wickramasinghe ha studiato il meteorite Murchison, ha scoperto una vasta gamma di strutture organiche stranamente simili ai microrganismi terrestri Hans Pflug è stato invitato a Cardiff e ha tenuto una conferenza, introdotta da Fred Hoyle, che ha lasciato il pubblico senza parole. 
Riesame recente Richard B Hoover meteorite di Murchison microfossili conferma Hans Pflug scoperte.

  "Utilizzando lo stato dell'arte della tecnologia Hoover conclude che i fossili microbici senza ambiguità esistono in grande profusione. Il clamore che ha salutato questa nuova pubblicazione, con condanna vocale da riviste scientifiche e da capi della NASA, dimostra che tattiche precedenti di rifiuto da parte di silenzio sono stati sostituiti da ranting stridenti e anche insulti personali.

http://www.messagetoeagle.com/images/etlifecensored.jpg                                      C'è vita su altri pianeti? La gente vorrebbe sapere, ma gli scienziati non parlano!

Il  Professor Wickramasinghe è stato recentemente licenziato dal suo posto di lavoro e criticato per il suo sostegno della rivendicazione della vita aliena su Hoover.

  Si deve aggiungere che la ricerca del professor Wickramasinghe ha affrontato solo l'argomento della  vita extraterrestre microbica. Si può immaginare che cosa accadrebbe se gli scienziati improvvisamente iniziassero a discutere in questioni pubbliche relative all'esistenza di tecnologie avanzate o di  vita extraterrestre intelligente.

 
L'Universo avrà sempre la sua ultima parola.

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4 novembre 2012 7 04 /11 /novembre /2012 21:56
La Biblioteca di Alessandria
Alessandria d'Egitto fu fondata nel 332 avanti Cristo per volere d'Alessandro Magno.
Dopo la sua morte, il Regno d'Egitto, toccò in sorte ad una dinastia straniera, quella dei Tolomei, di Macedonia, i quali regnarono rispettando la religione, i costumi, gli usi, le tendenze e persino le classi egiziane. Essi, infatti, si comportarono come se fossero stati re nazionali e si preoccuparono di accrescere la prosperità e lo splendore del loro Stato.
Sotto il loro dominio, Alessandria, che era stata scelta a capitale del regno, diventò il centro del commercio internazionale. Gli scambi marittimi si svilupparono, a tal punto che Tolomeo I, fece erigere un enorme Faro, affinché le numerose navi presenti nel porto, non si urtassero violentemente l'uno contro l'altra. 
Per suggerimento del filosofo greco Aristotele, inoltre, fece costruire ad Alessandria d'Egitto una biblioteca chiamata "Bruchium": questo luogo doveva contenere la linfa del Sapere, fu proprio da questo amore sconfinato per la conoscenza, che Tolomeo I mandò in giro per il mondo, i suoi uomini, alla ricerca di tutto ciò che capitava loro sotto mano, che ritenevano interessante. 
La Biblioteca reale di Alessandria fu la più grande e ricca biblioteca del mondo antico ed uno dei principali poli culturali ellenistici. La Biblioteca di Alessandria fu costruita intorno al III secolo a.C. durante il regno di Tolomeo II Filadelfo. Questo polo culturale, annesso al Museo, era gestito da un προστάτης (sovrintendente), ruolo di grande autorità. Il sovrintendente era nominato direttamente dal re, il primo filologo ad occupare tale carica fu Zenodoto di Efeso. Questi dirigeva una squadra di preparatissimi grammatici e filologi che avevano il compito di annotare e correggere i testi delle varie opere. Di ciascuna opera si redigevano delle edizioni critiche, che venivano poi conservate all’interno della Biblioteca. Si suppone che al tempo di Filadelfo i rotoli conservati fossero circa 490.000, quando non bastò più lo spazio, venne costruita una seconda struttura, la Biblioteca del Serapeo. 
Il "Bruchium", che rimase la maggiore biblioteca d'Egitto, ebbe sempre degli illustri bibliotecari: tra questi ricordiamo il grammatico Aristofane di Bisanzio e il suo discepolo Aristarco di Samotracia; conteneva più di settecentomila rotoli di papiro provenienti da tutto il mondo conosciuto (Mediterraneo e Medio Oriente) con una predominanza della cultura greca ed egiziana. Va ricordato poi, che Eratostene, "professore" in Alessandria d'Egitto, più di duemila anni fa, senza neppure uscire dai confini della propria patria, riusciva a misurare la circonferenza della Terra. Scrisse di filosofia, di teatro e di poesia. 
Gli studi che lo resero celebre furono quelli di matematica e di geografia. Tracciò, con una discreta approssimazione, la prima carta geografica completa delle terre abitate e, poiché era convinto della sfericità della Terra, sostenne la possibilità di giungere dalla Spagna all'India navigando verso ovest. 
Fonti antiche e moderne identificano quattro possibili occasioni dove sarebbe potuta intervenire una distruzione parziale o totale della Biblioteca:
L'incendio del 48 a.C. di Giulio Cesare;
L'attacco di Aureliano intorno al 270 d.C.;
Il decreto di Teodosio I del 391 d.C.;
La conquista araba del 642 d.C.
Fonti più tarde narrano che nel 642 il generale Amr ibn al-As, comandante delle truppe arabe che avevano appena conquistato l'Egitto, distrusse la biblioteca di Alessandria e i libri in essa contenuti su ordine del califfo Omar.
Abd al-Latif (1162–1231) afferma che la biblioteca fu distrutta da Amr, su ordine del terzo Califfo Omar. Il racconto è riportato anche da Al-Qifti (1172-1248) nella Storia degli Uomini Dotti: si ritiene che sia questo il testo su cui Bar Hebraeus basò la sua versione della storia.
La più lunga versione del racconto è rintracciabile nella Historia Compendiosa Dynastiarum, opera dell'autore Siriano di religione Cristiana Bar-Hebraeus (1226-1286), anche noto come Abu'l Faraj. L'opera fu tradotta in arabo e fu integrata da materiale proveniente da fonti arabe, come si è specificato precedentemente. 
Nel testo racconta che un non meglio identificato "Ioannes Grammaticus" chiese a Amr che fare con i "libri nella biblioteca reale". Amr scrisse a Omar per averne istruzione, e "Il califfo rispose: «In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano, o ci sono cose che del Corano non fanno parte: se sono presenti nel Corano sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte». Gli Arabi perciò bruciarono i libri per alimentare le caldaie dei bagni per i soldati ed essi bastarono per sostenere il fuoco per sei mesi"
Al-Maqrizi (1364 – 1442) menziona brevemente il racconto, parlando del Serapeo. In analogia con questo racconto, Ibn Khaldun (1332 - 1406) riporta che Omar ordinò la distruzione dei libri delle biblioteche dell'impero persiano appena conquistato.
Nel 1713 il monaco Eusèbe Renaudot giudicò il racconto della distruzione della biblioteca ad opera degli arabi falso; nei secoli, altri studiosi condivisero le conclusioni di Renaudot: Edward Gibbon nel XVIII secolo, Alfred J. Butler nel 1902, Victor Chauvin nel 1911, Paul Casanova e Eugenio Griffini nel 1923.
Se Renaudot ha ragione significa che molti documenti che fino ad ora erano stati ritenuti persi per sempre in realtà sono stati tratti in salvo da e probabilmente conservati dagli Arabi. 
Quando ci fu l'ultimo incendio scaturito dalla furia purificatrice dei califfi omayyadi c'erano due ale della biblioteca: quella aperta a tutti e quella privata riservata ai gran sacerdoti discendenti di Tolomeo. In quest'area erano stipati tutti gli scritti che trattavano di esoterismo, cronache antidiluviane e poemi epici considerati "potenti". Benissimo, quando ci fu l'incendio gran parte di questi testi fu salvata dalla fuga anzitempo dei sacerdoti che fondarono poi sotto il falso nome di Hermes Trismegisto la Massoneria Egizia 
I Templari
Nel 1096 fu indetta la prima crociata. In quell'epoca le strade della Terrasanta erano percorse da pellegrini provenienti da tutta Europa, che venivano spesso assaliti e depredati. Per difendere i luoghi santi e i pellegrini nacquero diversi Ordini religiosi. Intorno al 1118-1119 un pugno di cavalieri decise di fondare il nucleo originario dell'Ordine Templare, dandosi il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che continuavano a visitare Gerusalemme e assegnandosi anche la missione morale di riscattare il sangue che era stato versato lungo il cammino delle truppe europee. L'Ordine venne ufficializzato nel 1129, assumendo una regola monastica, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Il doppio ruolo di monaci e combattenti, che contraddistinse l'Ordine Templare negli anni della sua maturità, fu sempre fonte di perplessità in ambito cristiano. 
Jacques de Molay, ultimo gran maestro
L'ordine Templare si dedicò nel corso del tempo alle attività finanziarie, gestendo i beni dei pellegrini e arrivando a costituire il più avanzato e capillare sistema bancario dell'epoca. Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza, l'ordine si fece nemico il re di Francia Filippo il Bello e andò incontro, attraverso un drammatico processo, alla dissoluzione definitiva tra il 1312 e il 1314.
Ma forse ci fu qualcosa d'altro dietro la persecuzione e lo sterminio dei cavalieri templari? Qualcosa di segreto e importante che coinvolse le alte sfere del Vaticano e che accomuna il destino dell'Ordine a quello dei Catari. 
Nel 1209 un esercito papale di 30.000 soldati al comando di Simon di Montfort calò sulla regione della Linguadoca. Erano stati mandati a sterminare la setta ascetica dei Catari (i Puri) che, secondo il Papa e Filippo II Re di Francia, erano eretici. Il massacro, durato 35 anni, costò decine di migliaia di vite umane e culminò con l'orrendo eccidio al seminario di Montségur, dove oltre 200 ostaggi furono bruciati sul rogo nel 1244. In termini religiosi la dottrina dei catari era essenzialmente gnostica: erano persone dotate di grande spiritualità e credevano che lo spirito fosse puro, ma che la materia fisica fosse contaminata. Sebbene le loro convinzioni fossero poco ortodosse, il timore del Papa in realtà era causato da qualcosa di molto più minaccioso. 
Si diceva che i Catari fossero i custodi di un grande e sacro tesoro, associato ad un'antica e fantastica conoscenza. La regione della Linguadoca corrispondeva sostanzialmente a quello che era stato il regno ebraico di Septimania nell'VIII secolo, sotto il merovingio Guglielmo de Gellone. Tutta la zona della Linguadoca e della Provenza era impregnata delle antiche tradizioni di Lazzaro (Simone Zelota) e di Maria Maddalena e gli abitanti consideravano Maria la "Madre del Graal" del vero cristianesimo occidentale. 
Ai pari dei Cavalieri Templari, i Catari erano apertamente tolleranti verso la cultura ebraica e musulmana e sostenevano anche l'uguaglianza dei sessi. Come livello di apprendimento e di educazione, i Catari erano tra i più colti nell'Europa di quel periodo, permettendo uguale accesso all'istruzione ai ragazzi e alle ragazze. Di tutti i culti religiosi nati in epoca medievale, il catarismo era il meno minaccioso, ma la tradizione sviluppata in Provenza, già dal I secolo, sulla storia dei discendenti di Gesù alla Chiesa romana non piaceva. Al pari dei Cavalieri Templari, i Catari non volevano assolutamente sostenere la tesi che Gesù fosse morto sulla croce. Si riteneva così che possedessero sufficienti informazioni attendibili per smentire clamorosamente la storia della crocifissione. C'era soltanto una soluzione per un regime disperato che aveva paura di perdere credibilità. Dalla Chiesa di Roma fu impartito un ordine: "Uccideteli tutti". Era l'inizio della perscuzione che avrebbe colpito i Templari di lì a breve.
Le battaglie intraprese con gli arabi e la ristrutturazione del Tempio di Salomone permisero ai templari di venire a contatto con conoscenze segrete, retaggio della storiografia antica. Noi crediamo che i Templari scoprirono tra le rovine del Tempio di Salomone archivi di antichi rotoli e documenti della Biblioteca di Alessandria che gli Arabi portarono via prima della distruzione della stessa nel 642 d.C., narranti delle origini dell'uomo, della storia di Atlantide e dei Rettiliani e della vera natura del Cristo e della sua storia. Oltre a ciò recuperarono antichi reperti tecnologici antichi, quali l’Arca dell’Alleanza che custodirono gelosamente. 
I Cavalieri Templari, si ritiene avessero rinvenuto anche documenti relativi alle "Leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure", sostanzialmente quei segreti architettonici e tecnologici della civiltà atlantidea attraverso i quali furono possibili costruire le piramidi egizie/maya e tutti i complessi architettonici megalitici per i quali nemmeno con le conoscenze e con le tecnologie attuali è possibile replicarne oggi i risultati. Di questi documenti rinvenuti sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme i Templari li avrebbero fornito delle copie agli esponenti delle logge di costruttori e scalpellini in Europa affinché si adoperassero nella costruzione di quei capolavori architettonici che sono le cattedrali gotiche francesi. Le corporazioni di liberi muratori prescelti dai Templari si evolveranno poi nelle logge massoniche operative attive dal XII sec. d.C.
Vorrei a tale proposito focalizzare la vostra attenzione tra le profonde analogie archittettoniche esistenti tra l’originario progetto del Tempio e le principali cattedrali gotiche sorte in Francia dopo l’avvento del potere dei Templari, cattedrali, ricordiamolo ancora una volta, progettate e costruite dalle prime logge massoniche operative sulla base dei documenti rinvenuti dai Templari.
In tutte le cattedrali gotiche sono riconoscibili le due torri campanili che richiamano le colonne poste all’ingresso del tempio conosciute in ambito massonico come Jachim e Boaz.

Cattedrale di Parigi
Cattedrale di Chartres


Tempio di Salomone
Queste cattedrali contengono un insieme di elementi misterici. Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, costruite per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal. 
Furono costruite improvvisamente in Europa, intorno al 1128 (cattedrale di Sens), proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, con una maestria costruttiva tecnica e architettonica completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. I piani di costruzione e tutti i progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale sia per i tecnici, come per gli architetti del tempo, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitino una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo. Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est, cioè verso la luce del sole che sorge, e sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè a Maria Maddalena e non come ritenuto dalla maggior parte delle persone alla Vergine Maria, Madre di Dio, anche se unite insieme da un ipotetica linea formano esattamente il disegno della costellazione della Vergine sulla mappa della Francia. 


L'eredità Templare e la Massoneria

L'Ordine dopo la definitiva perdita di Acri e degli Stati Latini in Terra Santa nel 1291 si avviava al tramonto: la ragione fondamentale per la quale era nato, due secoli prima, era ormai venuta meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso per via ordinaria dalla Santa Chiesa, ma attraverso una serie di accuse infamanti esposte dal re di Francia Filippo IV il Bello, desideroso di azzerare i propri debiti e impossessarsi del patrimonio templare. Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti: sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto.
L'origine del nome deriva da due parole greche Baphe e Metis. Le due parole insieme significherebbero "battesimo di saggezza". Se tradotto secondo il cifrario di Atbash (scoperto dallo studioso Schonfield), l'origine del termine sarebbe Sophia, la parola greca per "saggezza" corrispondente peraltro alla verità per gli gnostici. La testa, le corna e la torcia insieme prendono la forma di un Fleur de lys, quello stesso simbolo mariano utilizzato dalle monarchie francesi merovingie, diretti discendenti di Maria Maddalena e Gesù Cristo. 

Il Bafometto


E' la setta degli Assassini prima ancora dei Templari ad adorare il Bafometto. Questa gente era entrata in possesso di alcuni segreti sulle origini dell'umanità, di Cristo e dell'Islam e utilizzavano questi segreti per i loro scopi politico-militari L'indagine dei Templari portò questi ultimi a colloquiare spesso con la Setta degli Assassini e attraverso essi vennero a conoscere diversi segreti occulti sulle origini del mondo e sui poteri esoterici oltre che le verità sulla vera natura del Cristo. I rapporti tra Templari e Assassini furono estremamente amichevoli e questo divenne motivo di sospetto nella chiesa e si trasformò ben presto in un capo di accusa durante il processo ai Templari. 
Quali informazioni ottenero i Templari dagli Assassini non fu mai scoperto neanchè durante gli interrogatori dell'Inquisizione, ma alcune prove sono descritte nella corrispondenza tra il gran maestro Roncelin de Fos (Maestro di Provenza) e Richard de Vichiers. 
In qualsiasi caso i Templari trasferirono le verità simboleggiate nel Bafometto, che per i Templari corrisponde alla Sophia, ovvero alla conoscenza di una verità gnostica completamente opposta alla verità promulgata dalla Chiesa Cattolica. L'adorazione del Bafometto e la conoscenza del vero nome di Satana, che assume quest’ultimo nella accezione templare quelle caratteristiche degli Enkiliti atlantidee, interpretati come avversari degli Enliliti altrettanto divinizzati dagli ebrei, e del Lucifero portatore di luce, ossia conoscenza, all’umanità e della natura del Cristo come profeta il cui obiettivo era insegnare all’umanità la “giusta via” o “Nuova Alleanza” tra il divino Annunaki e l’uomo al fine di superare la prova finale profetizzata nell’apocalisse, furono gli aspetti che più di tutti preoccuparono la chiesa a rischiare di perdere il proprio potere.
La leggenda dice che, prima di morire, il Gran Maestro dei Templari avesse convocato davanti al Tribunale di Dio il Papa entro 40 giorni e il Re di Francia Filippo IV il Bello entro l'anno. Trentasette giorni dopo il supplizio morì Clemente V. Otto mesi dopo fu la volta di Filippo. 
I Cavalieri furono perseguitati in tutta Europa dalla Chiesa e massacrati dall'Inquisizione che voleva cancellare così quella pericolosa verità sulle origini del genere umano e sulla vera natura del Cristo che i Templari custodivano e che avrebbe potuto distruggere il fondamento del potere temporale ecclesiastico. Molti sovrani e nobili inizialmente sostennero i cavalieri e dissolsero l'Ordine nei loro reami solo quando fu loro comandato da papa Clemente V. Roberto I, re degli Scoti, era già stato scomunicato per altri motivi e quindi non era disposto a prestare attenzione ai comandi papali; di conseguenza, molti membri dell'Ordine fuggirono in Scozia; in Portogallo i Cavalieri e il patrimonio del loro ordine confluirono in un nuovo ordine. 
La prova che forse l'avventura dei Cavalieri Templari non si sia chiusa col rogo del loro ultimo Gran Maestro Jacques de Molay a Parigi nel 1314 si trova in Scozia, a Rosslyn, a circa 16 km da Edimburgo. Rosslyn e la sua famosa cappella sembrano fatte apposta per custodire nei secoli un importante segreto. Infatti in gaelico, l’antica lingua celtica usata dagli scozzesi, "Rosslyn" vorrebbe dire: "Antica conoscenza tramandata di generazione in generazione". 

Cappella di Rosslyn (Scozia)
Rosslyn, una località già considerata sacra dai Celti, le sue pietre e le sue sculture sembrano davvero nascondere un antico sapere e, forse, anche un tesoro. Di sicuro la cappella nasconde molti richiami a culti babilonesi ed egiziani, riferimenti celtici e scandinavi, mistica ebraica e cristiana. La Cappella di Rosslyn è stata costruita in soli quattro anni, tra il 1446 e il 1450, da un signore locale: il Conte William di St. Clair. William di St.Clair, sepolto nella cripta di questa cappella. Come molti altri membri della famiglia dei St. Clair, William riposa nella cappella che fece costruire secondo un progetto preciso. I lavori iniziarono il 21 settembre 1446, nel giorno di San Matteo ma anche nel giorno dell'equinozio d’autunno, e la cappella venne inaugurata esattamente 4 anni dopo. William St. Clair era un nobile strettamente legato al mondo esoterico e, come dimostrano alcune incisioni in questa cripta, era anche legato al mondo della Massoneria di cui sembra fosse un alto esponente. 
Non solo, i St. Clair occupano un posto importante nella storia dei Cavalieri Templari: un conte di St.Clair partecipò alla Prima crociata, quella al termine della quale, nacquero i Cavalieri Templari; Catherine di St. Clair sposò il fondatore dell'Ordine, Hugues de Payns nel 1101. Molti membri della famiglia furono in seguito Cavalieri Templari. Ora la Massoneria condivide con i Cavalieri Templari alcuni punti comuni che, guarda caso, il Conte William volle fissare a modo suo a Rosslyn. A Rosslyn è anche la tomba di Henry St. Clair, nonno di William. Alcuni vecchi manoscritti, oltre ad alcune raffigurazioni di aloe e mais su un paio di colonne della cappella, piante sconosciute in Europa prima della scoperta dell'America, fanno pensare che Henry St. Clair abbia raggiunto, quasi un secolo prima di Cristoforo Colombo, le coste americane insieme al navigatore veneziano Antonio Zeno o quanto meno che sapesse dell’esistenza di una terra al di là dell’oceano. 
Di certo c'è che Zeno, con 12 navi, raggiunsealla fine del '300 il Nord Ovest dell'attuale Canada, oggi chiamata non a caso "Nuova Scozia” , stabilendo un presidio a New Poss, a poco più di 30 km da quell'Oak Island dove si pensa che sia stato sepolto il favoloso tesoro dei Cavalieri Templari. 
Non è così inverosimile come si pensa se assumiamo l’ipotesi che tra i documenti scoperti dei Templari fatte durante la permanenza in terra santa ci potessero essere anche mappe geografiche accurate dell’intero planisfero, mappe di epoca atlantidea dalle quali sorsero le note mappe medievali misteriose di cui l’esempio più noto è la mappa di Piri Reis.

Mappa di Piri Reis
A rendere ancora più evidente il parallelo Massoneria-Templari-Rosslyn c'è poi il fatto che la Cappella, secondo i voleri di St. Clair, è costruita secondo la piante del Tempio di Erode, costruito al tempo di Gesù sullo stesso luogo in cui era sorto il Tempio di Re Salomone. Tra i vari punti di contatto tra le due costruzioni ricordiamo che le due colonne dell'Apprendista e del Maestro, corrisponderebbero ancora una volta alle due colonne portanti dell’antico tempio, quelle di BOAZ (l'Apprendista) e JACHIM (il Maestro) così come nelle maestose cattedrali francesi.
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22 ottobre 2012 1 22 /10 /ottobre /2012 22:12
Hathors
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli Hathors dicono di essere un gruppo di esseri interdimensionali e intergalattici che furono legati all’antico Egitto, attraverso i Templi della Dea Hathor, oltre che ad altre culture preistoriche. Verso la fine degli anni ’80 fui “contattato” da loro durante la meditazione ed essi iniziarono ad istruirmi sulla natura vibratoria del cosmo, sull’uso della geometria sacra come mezzo per stimolare il rendimento cerebrale e sull’utilizzo del suono per attivare esperienze psico-spirituali. Per quanto fossi affascinato dalle informazioni, all’epoca la loro descrizione delle proprie origini mi metteva a disagio. Dopotutto, allora ero uno psicoterapeuta praticante, preso dalle ricerche sul cervello. Per farla breve, ero un razionalista. E questi esseri – chiunque fossero e da qualsiasi luogo provenissero – in quel momento non rientravano nella mia visione della realtà.


Nei quasi vent’anni trascorsi da quel primo contatto, ho testato e messo alla prova molte volte le loro “tecnologie interiori” ed ho sempre trovato illuminanti sia i loro metodi che le loro prospettive.


Anche se gli Hathors offrono informazioni sotto forma di linguaggio, la loro principale modalità di comunicazione è attraverso modelli di suono catalitici. Questi suoni vengono “canalizzati” tramite la mia voce durante le “meditazioni sonore”, che spesso tengo durante i seminari e i ritiri. Personalmente trovo interessante che la mia estensione vocale si sia ampliata (insieme alla mia mente, devo aggiungere) negli anni di collaborazione con loro. Quando ho iniziato, avevo un’estensione di quasi tre ottave; ora è poco meno di quattro. Questa ampia estensione vocale si verifica quando canalizzo suoni che provengono effettivamente da altre dimensioni.

Nel libro “I Documenti degli Hathors” che ho scritto insieme a Virginia Essene, è riportato come essi si presentarono:

Noi siamo gli Hathors. Veniamo nell’amore e con il suono di una nuova realtà di sogno per la vostra terra. Se siete pronti a costruire il mondo nuovo, vi invitiamo ad unirvi a noi in un viaggio del cuore e della mente. Siamo i vostri fratelli e sorelle maggiori. Siamo stati con voi per un lunghissimo periodo della vostra evoluzione su questo pianeta. Fummo con voi negli eoni passati – persino nei giorni dimenticati, prima che ogni traccia di noi fosse nota alla vostra attuale storia scritta. La nostra propria natura è energetica e interdimensionale. Originariamente venimmo da un altro universo, per mezzo di Sirio, che è un portale verso il vostro Universo e da Sirio procedemmo poi verso il vostro sistema solare ed i regni eterei di Venere.

In passato abbiamo lavorato particolarmente con e attraverso Hathor, la dea della fertilità dell’antico Egitto. Abbiamo anche preso contatto con i lama Tibetani nel periodo di formazione del Buddismo Tibetano. Nonostante abbiamo interagito con alcune delle culture primordiali della Terra, siamo una civiltà intergalattica con avamposti che abbracciano parti del vostro Universo conosciuto e oltre.

Siamo ciò che voi definireste una civiltà ascesa – un gruppo di esseri che esistono in uno specifico campo vibratorio, così come voi avete un’impronta energetica. È solo che noi vibriamo ad un ritmo più veloce di voi. Ciononostante, facciamo tutti parte del mistero, parte dell’amore che tiene legato insieme l’universo.

Siamo cresciuti di pari passo con voi, ascendendo verso la Sorgente Unica di tutto ciò che è. Siamo cresciuti nella gioia e attraverso la tristezza, come voi. Siamo, in termini di grandezza, un po’ più in alto di voi, lungo la spirale della consapevolezza e della coscienza; pertanto possiamo offrirvi ciò che abbiamo imparato, in qualità di amici, mentori e compagni di viaggio, lungo il cammino che conduce al ricordo di Tutto Ciò Che È .

Noi non siamo salvatori, non siamo messianici. Vogliamo uscire decisamente da quella proiezione, in modo che il lettore capisca che siamo semplicemente dei fratelli e sorelle maggiori, che offriamo la nostra comprensione e ciò che abbiamo imparato. Potete prendere o lasciare, ma noi l’offriamo generosamente. Nella nostra concezione, la convinzione che diverse intelligenze aliene vi salveranno è solo una proiezione della coscienza umana. La speranza che qualcuno, o qualcosa, vi salverà, che non dovrete operare alcun cambiamento in voi stessi, che non dovrete essere responsabili, non è realistica.

La convinzione che possiate rimanere dentro a degli schemi di letargia e inconsapevolezza, e poi prendere qualcosa o farvi dare qualcosa che vi trasformerà senza alcuno sforzo da parte vostra, è pura follia. Non succederà. Ora, potranno esserci intelligenze aliene che atterrano, perché è sicuro che esistono, ma gli umani che contano su altri per la propria ascensione ed elevazione, senza nessun lavoro da parte loro, resteranno molto delusi.

L’ascensione è un processo di consapevolezza di sé e di maestria su tutti i livelli e ha bisogno che tutti i livelli dell’esistenza vengano portati più in alto. È così che la vediamo noi ed è così che abbiamo fatto per millenni.

Offrendovi il nostro aiuto, tuttavia, non desideriamo in alcun modo interferire con gli altri vostri aiutanti spirituali e con le altre relazioni cosmiche, né con la fede religiosa, con le affiliazioni o con le organizzazioni che vi aiutano. Anche così, c’è comunque parecchio che vorremmo condividere.

Conosciamo bene Sanat Kumara, poiché è stato lui a chiederci di entrare in questo Universo. Come Maestro Asceso, Sanat Kumara si è assunto numerose responsabilità associate con l’elevazione del pianeta Terra e di questo sistema solare. Egli sta lavorando per l’ascensione, per l’evoluzione della coscienza nel sistema solare, come noi.

 

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9 ottobre 2012 2 09 /10 /ottobre /2012 21:38

La storia riguardante la setta raeliana si fonde perfettamente con l' ufologia e specialmente sul come la vita sul pianeta Terra sia stata portata: gli aderenti alla setta asseriscono, infatti, di derivare dagli extra-terrestri grazie a complesse operazioni di genetica, come tutto il resto del genere umano. Fra i loro scopi, dichiarano sul sito dedicato alla ''Rivoluzione Raeliana'' (disponibile in 21 lingue), di  "costruire un'ambasciata che accolga gli extraterrestri al loro ritorno sulla Terra. E portare a compimento la clonazione degli esseri umani".

Il fondatore del movimento dei raeliani, l'ex giornalista sportivo francese Claude Vorilhon (55 anni), sostiene che mentre il 13 dicembre 1973 s'arrampicava verso il cratere di un vulcano presso Clermont-Ferrand, in Francia, vide un Ufo da cui scese un extraterrestre. Una piccola premessa su chi sia costui:

Claude Vorilhon nasce a Vichy nel 1946:  Il 13 dicembre 1973 nel cratere del Puy de Lassolas, una delle formazioni vulcaniche che dominano Clermont-Ferrand, sperimenta il "contatto" con un extraterrestre, alto come un bambino, che lo invita a bordo di un UFO dove gli rivela la verità ‒ che sarà completata da successive rivelazioni ‒ riguardo all'origine della vita sul nostro pianeta e all'Antico e Nuovo Testamento. Una parte degli abitanti del loro pianeta d'origine, scandalizzata di fronte ai risultati delle scoperte, ha costretto gli scienziati a proseguire le loro esperienze su un pianeta lontano, la Terra. Qui gli Elohim ‒ cioè gli extraterrestri, "coloro che sono venuti dal Cielo", secondo la parola della Bibbia, impropriamente tradotta con "Dio" ‒ crearono ogni forma di vita sulla Terra, compreso l'essere umano che fecero a propria immagine e somiglianza. L'alieno dettò messaggi nei quali tra l'altro si spiegava come la vita sulla Terra non sia il risultato di un'evoluzione casuale e neanche l'opera di un Dio bensì una creazione voluta da un popolo scientificamente avanzato proveniente da un altro pianeta che, attraverso l'utilizzo del Dna, ha creato gli esseri umani a propria immagine. Vorilhon, che assunse lo pseudonimo di "Rael", fondò il movimento raeliano internazionale con sedi attualmente nei cinque continenti e che afferma di avere più di 55 mila membri in 84 paesi.

- I membri del movimento raeliano devono partecipare al mantenimento dell'organizzazione e del suo capo, Rael.

La terza domenica di ogni mese, in un hotel del centro della città di Montreal, si terrà una conferenza. I partecipanti sono invitati a dare un contributo volontario depositando del denaro in due buste distinte. Una sarà indirizzata direttamente a Rael, mentre il denaro raccolto nell'altra è destinato al movimento.

- I partecipanti ai seminari a Valcourt devono spendere 500$, che includono i 200$ obbligatori di contributo minimo dovuti ogni anno. L'alloggio ed i prodotti alimentari non sono tuttavia compresi in questa somma.

- Questi contributi sono calcolati in funzione del reddito di ogni persona e totalizzano l'11% del reddito lordo. Chi ha un salario di 50.000$ all'anno "sarà dunque invitato a donare" 5.500$.

- Il prezzo del medaglione dei raeliani varia. Richard Baril ha pagato il suo, che include la catena, 200$. Il medaglione in metallo si vende 90$. Lo si può anche avere d'oro e d'argento pagando, ovviamente, un prezzo più elevato

Nonostante ci siano state segnalazioni di questo genere, i raeliani specificano che:


Il Movimento Raeliano è un organizzazione senza scopo di lucro gestita unicamente da individui che non percepiscono alcun salario per ciò che fanno.

fonte fonte

 

Nel 1974 Rael pubblica Il libro che dice la verità, e fonda il MADECH ("Movimento per l'accoglienza degli Elohim cratori dell'umanità"). All'interno del MADECH non c'è tuttavia accordo fra ufologi, curiosi e persone intenzionate a seguire Rael nella creazione di una nuova religione atea. Così, nel 1975, Rael lascia il MADECH. Il 7 ottobre 1975 sul Roc Plat, presso Brantôme, incontra di nuovo gli extraterrestri e stavolta può anche visitare il pianeta degli Elohim. Ne nascono ulteriori rivelazioni raccolte in diversi volumi da cui si apprende, fra l'altro, che la nascita di Rael è il frutto dell'unione fra il capo degli Elohim, Jahvé, e sua madre, rapita a bordo di un disco volante e inseminata come del resto era già stato fatto per la madre di Gesù.

Nel 1976 Rael fonda il Movimento Raeliano. Dopo il successo di una tournée di conferenze tenuta nello stesso anno, Rael si trasferisce nel Québec canadese, dov'è stabilito il centro internazionale del Movimento Raeliano Internazionale, dal 1998 chiamato anche Religione Raeliana. Nel febbraio 1997 Rael fonda CLONAID, la prima compagnia per la clonazione umana, e la pone sotto la direzione di Brigitte Boisselier, vescovo raeliano. In seguito Brigitte Boisselier fonda un'altra compagnia che prosegue il progetto CLONAID, con l'obiettivo principale di fare nascere il primo clone umano e di offrire altri servizi nello stesso settore. Nell'ottobre 2000 ha suscitato scalpore l'annuncio della Religione Raeliana di essere ormai prossima al successo e, nel dicembre 2002, la CLONAID annuncia la nascita della prima bambina clonata, Eva. Nonostante la mancanza di riscontri obiettivi sulla sua esistenza, la Boisselier sostiene che dopo Eva siano nati altri cinque bambini clonati.

 

Il Québec, Paese negli ultimi anni particolarmente tollerante in materia di minoranze religiose, si è rivelato più ospitale per alcune idee di Rael in tema di politica, escatologia e morale sessuale, che in Europa hanno suscitato fiere polemiche, peraltro non del tutto assenti neppure in Canada. Gli Elohim, i creatori dell'uomo, hanno rivelato a Rael che non esistono né Dio né anima, né Paradiso né Inferno. Dopo la morte, coloro che lo meritano saranno "ricreati" sul pianeta degli Elohim. Per facilitare l'opera sarà opportuno che una Guida, cioè un sacerdote raeliano, trasmetta il piano cellulare del fedele agli Elohim, in un'apposita cerimonia, e che al momento della morte l'osso frontale – da cui partirà la "ri-creazione" – sia trasmesso al capo del movimento, la Guida delle Guide: Rael. Il prelievo dell'osso frontale è stato oggetto di specifici accordi fra la Religione Raeliana e alcune agenzie di pompe funebri.

Tra i consigli pratici degli Elohim ve ne sono anche di carattere, per così dire, politico, fra cui la "geniocrazia" secondo cui l'elettorato attivo e passivo dovrebbe essere riservato alle persone con un quoziente d'intelligenza superiore alla media. Di fronte alle polemiche, Rael ha spiegato che la geniocrazia è un sistema di governo ideale, sebbene non realizzabile in tempi brevi. Nel 2008 egli ha lanciato il progetto "Paradismo", un sistema politico che rappresenta una tappa intermedia, di più facile attuazione. Il Paradismo prevede la soppressione del denaro e del lavoro grazie alla diffusione delle nuove tecnologie, che sostituiranno l'uomo in ogni sua attività produttiva. Infine, gli extraterrestri insegnano che, in quanto loro creazioni, gli uomini non sono mai stati chiamati a limitare le possibilità della scienza, né a reprimere i loro desideri e la loro sessualità, che va vissuta senza alcun senso di colpa.

 

La Religione Raeliana diffida del matrimonio come di un inutile contratto e insegna la massima libertà sessuale, in cui la sessualità può fiorire liberamente, nel rispetto degli altri. La propaganda esplicita dei raeliani per la masturbazione, il controllo delle nascite, i rapporti prematrimoniali ‒ sovente con tinte anticattoliche ‒ ha spesso occupato le cronache del Québec e degli altri Paesi. La "meditazione sensuale" insegnata da Rael non si riduce agli aspetti sessuali: mira alla restaurazione dell'armonia fra l'uomo e il cosmo e promette una maggiore pienezza nei rapporti amorosi. Il movimento ha un'organizzazione gerarchica, che distingue fra la "Struttura" – composta dai circa 2.800 membri più coinvolti nel movimento, con al vertice le Guide – e i semplici membri, circa 70.000. All'interno della Struttura si distinguono, dal basso in alto, sei livelli: Aiuto animatore, Animatore, Assistente Guida, Guida Sacerdote, Guida Vescovo e infine Guida Planetaria o "Guida delle Guide", che è Rael stesso, considerato dai suoi seguaci il Maitreya atteso nell'anno 3000 del calendario buddhista. Ogni sette anni, le Guide Vescovo ‒ livello cinque ‒ si riuniscono in conclave per eleggere la nuova Guida delle Guide.

 

Nel 1998 è stato anche creato un ordine religioso riservato alle donne, l'Ordine degli Angeli di Rael, distinte in angeli "piuma bianca" e "piuma rosa", con lo scopo di prendersi cura di Rael, degli altri trentanove profeti e degli Elohim quando torneranno sulla Terra, e soprattutto di diffondere il messaggio raeliano e i valori legati alla femminilità fra le donne che non fanno parte del movimento. Il ritorno degli Elohim è previsto entro il 2035 in un'ambasciata costruita appositamente per accoglierli. I raeliani desiderano costruire quest'ambasciata in Israele, luogo originariamente richiesto dagli Elohim, dove però le difficoltà sembrano insormontabili. Il Movimento Raeliano, a partire dal 1997, ha iniziato a chiedere anche ad altre nazioni di prendere in considerazione la possibilità di ospitare il progetto, che peraltro era in preparazione anche grazie alle attività di UFOland, una sorta di museo e centro propagandistico ufologico installato a Valcourt, nel Québec, che ha da tempo interrotto ogni attività.

 

Il movimento è presente in Italia dal 1983, quando è fondata a Roma un'associazione dall'allora responsabile nazionale Valentino Mancini, seguito nel 1990 da Gian Elio "Ezael" De Marco e nel 2000 da Marco Franceschini, attuale Guida Nazionale; sempre nel 1990 la sede nazionale è trasferita da Roma a Pordenone e, nel 2006, a Trento. Nel corso degli anni, anche grazie a un'intensa serie di conferenze e di propaganda nelle strade e su internet, il numero dei membri ha goduto una certa crescita. L'organizzazione del Movimento Raeliano è affidata a una gerarchia: Guida Nazionale, Responsabili di regione e Responsabili di città. Attualmente i membri battezzati della Religione Raeliana in Italia sono circa seicento, presenti in quasi tutte le principali città italiane. Nel 1999, per la prima volta, l'Italia ha ospitato gli stage europei presieduti da Rael, cui hanno partecipato oltre seicento membri da tutto il mondo. Nei giorni 7-9 ottobre 2011 si è tenuta a Torino la Convention Europea dei raeliani, durante la quale Franceschini ha presentato ufficialmente l'azione "un'Ambasciata in Italia per gli Extraterrestri", la cui costruzione è stata richiesta espressamente dagli extraterrestri come condizione per il loro ritorno ufficiale e che, secondo la Guida Nazionale italiana, è diventata prioritaria tra le attività del movimento.

 

Per i raeliani, il "creazionismo scientifico" trova le sue basi anche nei testi antichi di molte culture. Per esempio sostengono che nella Genesi la parola "Elohim" è stata tradotta in modo errato con la parola Dio al singolare mentre è un termine plurale che significa "coloro che sono venuti dal cielo". Anche i grandi profeti, inclusi Buddha, Mosè, Gesù e Maometto, sono stati per i raeliani messaggeri degli "Elohim".

  Nell'ottobre 2000 dal Canada, dove Vorilhon si è trasferito, i raeliani annunciarono di essere pronti a eseguire la prima clonazione umana. La Clonaid ha quindi offerto la possibilità per soli 5.000 dollari (spese ospedaliere escluse) di avere bebè fotocopia. Dopo gli attentati dell'11 settembre, Rael ha invitato i familiari delle vittime ad approfittare delle tecniche di clonazione per far tornare in vita i congiunti.

Diventare un seguace o dir si voglia, della setta raeliana ha un prezzo e diverse notizie che perlomeno è meglio sapere:

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24 settembre 2012 1 24 /09 /settembre /2012 22:25

 

10 anni fa è saltata fuori una storia incredibile, al limite del fantascientifico, la storia riguarda l’intervista ad una rettiliana che sarebbe la rappresentante di una specie di rettili evoluti, residente nel sottosuolo del nostro pianeta da oltre 60 milioni di anni.
L’intervista ha fatto molto discutere in quanto ci sono sempre stati sostenitori della teoria che vedrebbe implicata una razza rettiliana in tutti gli episodi pi importanti della storia umana, e inoltre che questa razza occuperebbe attualmente sotto mentite spoglie, i maggiori vertici istituzionali del mondo.
Questa storia raccontata da “Lacerta” (questo il nome della rettiliana) non ricalca esattamente la teoria del complotto rettiliano, infatti stando a quanto riportato, quelli della sua specie se ne starebbero in pace sotto il suolo terrestre da milioni di anni, occupati a studiarci e a difenderci… si proprio cosi, difenderci… per capire meglio ecco un breve riassunto della storia.

 

LA PRIMA INTERVISTA

 

Tutto comincia nel 1999, ad un giornalista svedese venne fatta la proposta di intervistare una rettiliana da un altro collega più famoso, che per paura di perdere la sua reputazione cedette lo scoop al collega che aveva meno da perdere. Il giornalista molto scettico sulla cosa, forse un po’ per curiosità, decse di accettare. Il primo incontro tra Ole K. (si firma cosi) e la rettiliana, avveenne il 16 dicembre 1999 a casa dell’amico che propose l’intervista, il giornalista si mostrò subito stupito di vedere un reale essere extraterrestre, decise cosi di dare subito inizio all’intervista vera e propria, che durò circa tre ore e dalla quale vennero fuori 50 pagine di appunti.
L’intervista iniziò e come al solito per prima cosa viene chiseto il nome, che per per qualche motivo non è pronunciabile per noi essere umani, e quindi decise di farsi chiamare “Lacerta”.
La razza di Lacerta sarebbe la razza originaria del pianeta Terra, che da molti milioni di anni vivrebbe sottoterra di nascosto. In quanto rettili a sangue freddo avrebbero bisogno di caldo, e il caldo lo hanno trovato nel sottosuolo terrestre, dove sono state costruite varie città colonia, illuminate e alimentate grazie ad una tecnologia molto evoluta a noi sconosciuta.
La razza rettiloide sarebbe in grado di nascondersi ad occhio umano anche grazie a poteri psichici, che ci farebbero credere di vedere una normale donna quando invece ci troviamo di fronte ad una rettiliana. Fisicamente sono umanoidi ma con tutte le caratteristiche di un rettile, per senza coda, persa durante l’evoluzione dato che un elemento di essere primitivi che non stanno in piedi. Si riproducono grazie a uova, che crescono all’interno della madre come un utero, alla fine della gestazione l’uovo viene espulso dal corpo della madre edil piccolo esce dal guscio , questo li renderebbe quasi un incrocio tra mammiferi e rettili.
Durante l’intervista si capisce che Lacerta anche se fosse una montatura è studiata molto bene, lei fa notare come la nostra specie si sia evoluta in un lasso di tempo molto breve se consideriamo l’età del nostro pianeta. In 65 miloni di anni si sarebbero susseguite sulla terra 7 razze di esseri umani, tutte create da una civiltà aliena (gli Illojim) che userebbe il nostro pianeta come uno zoo per esperimenti scientifici. Gli Illojim modificano geneticamente una razza migliorandone le capacità e le caratteristiche fisiche; quando vogliono passare ad uno stato successivo di evoluzione, arrivano e sterminano quasi totalmente la razza presente nel pianeta, ne modificano alcuni esemplari, poi se ne vanno e tornano dopo qualche migliaio di anni per vedere il risultato del loro esperimento. L’ultima volta che gli Illojim tornarono, fu circa 8500 anni fa, l’inizio della nostra civiltà. Molte costruzioni come le piramidi sarebbero opera di una civiltà precedente alla nostra, sterminata dagli alieni, gli antichi egizi avrebbero solo trovato queste costruzioni e provato ad imitarle senza successo. Il diluvio universale, Atlantide, e tutte le altre storie che si riferiscono a civiltà precedenti alla nostra, sarebbero quindi solo montature escogitate per nascondere lo sterminio alieno, che avverrebbe sotto forma di eventi naturali, terremoti, diluvi etc etc… la nostra storia sarebbe dunque tutta sbagliata.
In passato i rettiliani ci hanno difeso dagli illojim, perchè secondo loro sterminare una razza intera è una cosa barbara, ma la prossima volta non lo faranno dato che pensano che la nostra civiltà si sta rovinando da sola e merita di finire.
L’intervista si conclude con un messaggio rivolto all’intera umanità: “Aprite gli occhi!” e la promessa di rifarne un’altra per capire se qualcuno ha creduto alla prima e per continuare raccontare. Questo solo un piccolo riassunto, per capire bene tutto meglio leggere l’intervista integrale, qui per motivi di spazio non ho potuto raccontare tutto. L’intervista completa la potete trovare nel file infondo alla pagina.

LA SECONDA INTERVISTA

 

La seconda intervista si svolge circa sei mesi dopo la prima, nell’aprile del 2000, nella seconda intervista Lacerta commenta le reazioni avute dai terrestri dopo la prima, non si mostra stupita dello scetticismo degli esseri umani, e nemmeno delle accuse rivoltegli da alcuni religiosi di essere un demonio. Questo scetticismo considerato un vantaggio sia da quelli della sua specie che dagli Illojim, secondo lei la nostra specie sarebbe troppo chiusa mentalmente per comprendere i grandi misteri dell’universo.

Durante il secondo incontro si approfondisce di più l’aspetto dei poteri paranormali in possesso della rettiliana, che non esita a dare dimostrazioni di tali poteri, facendo lievitare oggetti e cose simili. I poteri vengono spiegati come una maggior capacità della sua specie, nel saper gestire i campi di influenza degli oggetti e nel controllo dei campi morfogenetici.
Si parla anche degli UFO che non sarebbero altro che loro navicelle malcelate o navicelle di altre razze presenti nel nostro pianeta. Si parla anche del fantomatico incidente di Roswell, dove si sarebbero scontrate ben due navicelle aliene di due specie differenti, questo avrebbe dato il via ad esperimenti sulla tecnologia aliena ritrovata e molti UFO sarebbero anche navicelle di proprietà del governo degli Stati Uniti, che cerca da anni di sfruttare tali tecnologie senza successo. Per fa notare come la nostra tecnologia si sia letteralmente impennata negli ultimi anni, tutto grazie a tecnologie aliene. Vengono proposte a Lacerta anche 5 foto di UFO, dove ne riconosce 2 come genuine, una sarebbe un nostro esperimento derivato da tecnologia aliena, e l’altro sarebbe un velivolo di una razza presente nel nostro pianeta da circa 35 anni.
L’intervista si chiude con un approfondimento della vicenda che l’ha portata in contatto con il giornalista e con una pi ampia descrizione del mondo sotterraneo. Alla fine Lacerta ha voluto anche lasciarci un messaggio:

"Dovreste imparare ad abbandonare il vecchio condizionamento e a smettere di stare sotto il controllo di qualcosa o qualcuno che se ne già andato da 5000 anni. Voi siete, dopo tutto, spiriti liberi. Queste sono le mie parole finali. "

Ovviamente tutto questo solo un piccolo riassunto generico di tutti gli argomenti trattati durante l’intervista, sarebbe meglio leggere l’intervista per intero per capire meglio se questa storia abbia qualche fondo di verità, potrete trovarla facilmente cercando nel web.

Tutta questa storia incredibile, difficile credere a tutto questo, ma c’ gente che convinta della veridicità di tutta la faccenda. Si dice che la storia sia stata smentita perfino dallo stesso giornalista autore dello scoop. Rimane sempre e comunque una lettura interessante, anche se vista come una specie di romanzo di fantascienza. Trattando di misteri del mondo, ho voluto occuparmi anche di questo caso che, anche se molto strano e controverso è comunque un mistero.

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20 agosto 2012 1 20 /08 /agosto /2012 21:30

di Pier Giorgio Lepori


 
 

La teoria dell’evoluzione lineare sta alla base degli assunti archeologici e storici della nostra cultura; anzi a dire la verità li condiziona addirittura: quando qualche scoperta "avulsa" viene alla luce, immediatamente la si annovera tra il falso o l’impossibile poiché stride con detta teoria.
Alcuni ritrovamenti archeologici vengono messi al bando oppure lasciati appositamente sotto traccia poiché sarebbero in grado, qualora approfonditi, di ribaltare l’intero equilibrio cognitivo cui siamo abituati dall’inizio della nostra storia culturale.
Il diagramma dell’evoluzione lineare è molto semplice: alla fine del Pleistocene, gruppi umani usciti dalla glaciazione iniziano percorsi di vita fatti non solo di caccia e sopravvivenza, bensì anche di pastorizia e primi approcci agricoli, passando di fatto da una condizione di nomadismo ad una di sedentarietà. La prima conseguenza è la creazione di villaggi e centri protourbani con veli di organizzazione sociale e standardizzazione dei rapporti tra individui.
Sono gli albori di una politica, del riconoscersi "cittadinanza"; probabilmente nascono le prime regole non scritte, quel codice comportamentale che permette la convivenza; si radicano le credenze religiose che danno il via ai "controller" psico-sociali. L’ultima fase è la nascita di un codice univoco finalizzato alla comprensione nelle tribù ossia la scrittura. Le leggi e le regole iniziano ad essere codificati, i simboli assumono carattere interlocutorio.
Da questo istante in poi si entra nella Storia e nell’accezione convenzionale di Civiltà.
Questa teoria si inscrive in un arco di circa 8.000 anni dalla fine dell’ultima glaciazione - Pleistocene, appunto - fino al nostro periodo, l’epoca moderna, ultima parte del Quaternario.
L’assunto di base da cui principia la lineare, risiede nell’assoluta preistoricità dei periodi precedenti, nei quali è pressoché impossibile trovare sia le condizioni naturali generali (climatiche, geologiche e geografiche) favorevoli, sia le capacità/abilità umane in grado di smentire il diagramma. L’umanità preistorica è assolutamente involuta, le vette intellettuali, salvo cuspidi in antichità, si concentrano tutte negli ultimi 2.000 anni.
La storia dell’uomo, intesa come presenza fisica sul pianeta, secondo le convenzioni ortodosse, ha un milione di anni. Le ossa dei nostri antenati testimoniano una morfologia, soprattutto cranica, più simile agli ominidi che alla nostra configurazione attuale, partendo dagli 800 cm3 del Neanderthal fino al nostro range di 1300-1700 cm3.
Si tratta di una capacità cranica posizionata, in media, al doppio delle precedenti in media. In alcuni casi si arriva fino a 4/5 volte rispetto ai crani dei nostri avi.
Un tempo, a partire da 300 milioni di anni fa circa, tra il Paleozoico ed il Mesozoico, a cavallo tra Permiano e Triassico, i dominatori del pianeta erano i Sauri, unità biologiche non complesse, perlopiù mastodontiche e colonizzanti ogni angolo più remoto di terre, cieli, continenti, mari e laghi. La loro origine, autoctona, vanta la nostra stessa provenienza, gli esseri unicellulari e i protozoi residenti negli antichi oceani.
L’aspetto terrestre era di gran lunga diverso da quello attuale; i supercontinenti Gondwana e Laurasia occupavano due terzi della superficie ed un immenso oceano primordiale ne faceva da corona.
Circa 50 milioni di anni più tardi il collasso tra zolle tettoniche avrebbe generato l’ipercontinente Pangea e l’intero globo terracqueo avrebbe goduto di una nettissima distinzione. L’uomo non era nemmeno nei pensieri di Dio.
Tra il Cretaceo ed il Terziario, limite noto con la sigla di KT, il pianeta avrebbe conosciuto una tra le più grandi ferite catastrofiche della propria esistenza: 65 milioni di anni fa un immenso asteroide pose per sempre fine alla stirpe dei sauri impattando la terra a velocità parossistica, scagliandosi nella zona compresa tra Atlantico e Centro America.
Le successive stagioni sarebbero state invivibili e costellate da una prima glaciazione dovuta alla immensa nube di detriti scagliati in atmosfera dal proiettile cosmico. Iniziava l’era del Terziario sotto una luce sinistra, la luce schermata del sole e l’avvio della stirpe dei mammiferi, animali più complessi e resistenti dei Sauri.
Eppure vi sono delle anomalie nel processo degne di nota e di attenzione.

In questo articolo prendo spunto dal testo di Cornelia Petratu e Bernard Roidinger "Le pietre di ICA", Edizioni Mediterranee, Roma 1996, Biblioteca dei Misteri.
Contrariamente alle precedenti recensioni mi addentrerò in riflessioni al di là del racconto mero del testo poiché considero questo scritto, e soprattutto le implicazioni contenute e conseguenti, un’enorme possibilità di virata culturale del pensiero e degli standard di visione della preistoria.
Farò riferimento oltretutto al n. 68 dei "Quaderni" de "Le Scienze", ottobre 1992, per quanto riguarda le scoperte relative all’asteroide killer.

IL PROLOGO
Alcune pietre in andesite, scoperte nei deserti sud americani (peruviani per l’esattezza) vicini alla cittadina di Ica, 360 km da Lima, recano graffiti raffiguranti comportamenti, discipline e morfologie di una civiltà risalente ad un periodo di 65 milioni di anni fa, estremamente evoluta e contemporanea ai sauri. La scomparsa di questa umanità potrebbe essere stata determinata da una catastrofe endogena o esogena, non ne abbiamo sentore in tal senso.
Dapprima considerate come falsi, le pietre furono sottoposte ad analisi, partendo dal sottile strato di ossidazione che ricopriva sia le pietre che le incisioni. Di questo se ne occupò, nel giugno 1967, la "Compagnia Mineraria Mauricio Hocshild"; la supervisione fu affidata a Louis Hocshild, presidente, e al geologo Eric Wolf. I dati furono impressionanti: le ossidazioni riportavano indietro i graffiti di 12.000 anni.
Preoccupato da un errore grossolano, Wolf fece ripetere le analisi al dr. Joseph Frenchen, dell'"Istituto di Mineralogia e Petrografia" dell’Università di Bonn. Il 28 febbraio del 1969 il responso fu lo stesso: 12.000 anni circa. È impossibile quindi stabilire l’esatta collocazione cronologica della stirpe che incise questa enciclopedia "gliptolitica"; ma la cosa più importante risiede nel fatto che non si tratta di un falso. Le raffigurazioni ivi incise, tra cui la convivenza tra uomini e un tyrannosaurus, sposta, per logica descrittiva, l’epoca ad un centinaio di milioni di anni or sono.
Le pietre rivelano l’esistenza di una civiltà sconosciuta, contemporanea ai grandi sauri, collocata 64 milioni di anni prima dell’ipotesi lineare. Ben 11.000 sono le pietre raccolte e conservate nello studio del dr. Cabrera, scopritore e detentore del sito da dove esse provengono. L'ex chirurgo ha dedicato l’intera sua esistenza, mutando una brillante carriera avviata, a catalogare, spiegare e difendere le Pietre di Ica.

UN’ANOMALIA NELLA STIRPE
La stirpe cui accenniamo è naturalmente quella umana e l’anomalia riguarda un antenato in specifico che ha messo in crisi l’assise archeologica internazionale che, naturalmente, si è difesa con i soliti mezzi. Forse non tutti conoscono l’"Uomo di Mouillans"; personalmente non lo conoscevo nemmeno io, ma la storia di questo ramo dell’umanità ha dell’incredibile.
In sostanza non sappiamo nulla del Mouillans; i suoi resti furono ritrovati casualmente quando si cercavano quelli del Neanderthal sulle coste algerine e marocchine.
Questo avo è considerato unico, sia fisiologicamente che culturalmente; ne furono ritrovati a centinaia inumati in tombe comuni.
Il carbonio 14 rivelò un’età di 12.000 anni, ma nessuno ne conosce la provenienza né tantomeno ha un’idea dell’improvvisa comparsa di questo ceppo.
La sua costituzione ha una caratteristica inconfondibile, ovvero il cranio allungato con la base cranica rotonda. In pratica il teschio del Mouillans conservava tratti morfologici infantili, immutabili nella sua rotondità. Mentre il cranio cresceva, il volto rimaneva piccolo, gli occhi incavati e i denti presentavano la mancanza del terzo molare (anatomista inglese Arthur Keith) che, secondo l’opinione dei craniologi moderni, mancherà anche a noi in un prossimo futuro.
Il rapporto volto/fronte negli europoidi è di 3 a 1 mentre nel Mouillans arrivava a 5 a 1. I lineamenti erano particolarmente delicati e moderni e, soprattutto, non avevano nulla a che vedere con i tratti forti della razza negroide.
Negli strati in cui furono ritrovati i resti, vennero alla luce anche gli utensili dei Mouillans, realizzati con una tipologia di lavorazione molto complessa, avanzata e totalmente nuova, senza nessuna concomitanza con altre scoperte relative all’epoca, nessuna documentabilità di livello planetario.
Il cranio aveva la capacità cerebrale più grande che l’umanità abbia mai conosciuto: fino a 2.300 cm3; ciò testimonia una intelligenza fuori dagli schemi e probabilmente un’intellettualità sconosciuta perfino ai nostri giorni.
Un’affascinante considerazione fu fatta dal Dr. Dreman, della "Capeto University" che si chiese se si trattasse di un naufrago del futuro...
La struttura ossea del cranio, allungata e fragile di costituzione, mal si accorda con i periodi di vita del Mouillans; è come se fosse apparso alcuni milioni di anni in anticipo rispetto alle previsioni dei fisiologi i quali immaginano un’evoluzione in tal senso per un lontano futuro dell’umanità. A meno di non ammettere che il paradigma evolutivo dalle realtà più semplici a quelle estremamente complesse non sia lineare ma ricorrente.
Il Mouillans rappresenterebbe uno stadio evolutivo avanzatissimo retrodatando la comparsa dell’uomo a decine, forse centinaia, di milioni di anni fa e non semplicemente uno o due.
Si è voluto vedere nella morfologia dell’Uomo di Mouillans una somiglianza, quanto meno controversa, con i cosiddetti "Grigi" alieni, ma fermo restando la possibilità non scartabile a priori dell’esistenza di razze aliene umanoidi, è davvero difficile poter avvalorare una tesi di questo tipo senza un adeguato "case study" in tal senso. Ad esempio oggettistica non solo di raffinata manifattura ed unica nel suo genere ma soprattutto di sconosciuta provenienza oltre che di impossibile interpretazione sull’uso o il ritrovamento di mezzi assolutamente fuori tempo e luogo rispetto all’epoca; non che il Mouillans non lo fosse, ma le analisi portate sulla composizione ossea ne testimoniano l’assoluta autoctonia terrestre.
Si potrebbe confutare ciò mettendo in discussione l’autoctonia terrestre stessa dell’uomo e pertanto ipotizzare un’origine aliena della razza umana, ma ci troveremmo in un contesto molto distante dalla trattazione in essere e dallo scopo di quest’ultima.

ANOMALIE NELLE RAFFIGURAZIONI
La casistica inerente le raffigurazioni incise sulle pietre di Ica conduce ad un’unica considerazione: siamo di fronte alla più importante scoperta del nostro tempo che non incide solamente in campo archeologico ma antropologico in senso lato ed assoluto.
La storia, il pensiero e le dottrine che fino ad oggi hanno costituito il nostro bagaglio culturale potrebbero essere messe in seria discussione. L’intera concezione scientifica relativa all’arco evolutivo umano, ad oggi ritenuta caposaldo di pensiero, cadrebbe inesorabilmente.
La comprovata autenticità della gliptoteca peruviana, retrodata la presenza della razza umana sul nostro pianeta ad almeno 65 milioni di anni or sono.
Questo significa che l’origine della nostre stirpe si perde nella notte dei tempi.
Come siamo arrivati a determinare un’epoca così remota in cui collocare questa civiltà che il Dr. Cabrera chiama gliptolitica?
Semplicemente osservando i graffiti stessi e analizzandone alcune caratteristiche di importanza fondamentale. Non è tanto la presenza di animali preistorici quali il T-rex o lo stegosauro, bensì la chiara coesistenza tra queste specie e quella umana; vi sono scene di caccia in cui la quotidianità è intrisa di convivenza; addirittura uomini nell’atto di cavalcare uccelli di notevoli dimensioni e dall’incredibile somiglianza con gli pterodattili; ma una delle raffigurazioni meno facilmente discutibili risulta essere la rappresentazione del ciclo biologico di uno stegosaurus. È il caso di fermarci a riflettere.
La scienza ci ha insegnato che il metodo empirico, e dunque la sperimentazione ed osservazione diretta di un fenomeno, è metodologia vincente e probabilmente l’unica via per dimostrare l’assoluta oggettività di alcuni fatti.
Una delle scienze in cui questa via è non solo praticata ma necessaria è sicuramente la medicina in genere.
Le osservazioni direttamente compiute sul campo permettono di approfondire e fondare le conoscenze strutturali, ad esempio, del corpo umano, dei suoi componenti e dei processi base atti alla riproduzione, all’alimentazione, all’esistenza e al congetturare qualora in presenza di individui vivi. In altri casi è l’esplorazione dei cadaveri che ci svela le strutture del nostro corpo.
Questo aspetto è molto importante ritornando alle pietre di Ica. Innanzitutto perché non si può negare che l’artista avesse di fronte un "modello" o che comunque stesse riproducendo graficamente qualcosa suggerito da altri che, giocoforza, l’avrebbero osservato nella realtà. Ma avrebbe potuto trattarsi di un cadavere o dell’immaginazione dell’artista.
È difficile assemblare aspetti oggettivi di una realtà se non si ha nemmeno la percezione di questa; nel caso dello stegosaurus si è di fronte alla rappresentazione di un ciclo biologico e quindi in presenza "contemporanea" di un evento che si sta svolgendo nel medesimo tempo di computazione.
Quell’umanità ha visto il ciclo di trasformazione dello stegosaurus e pertanto si può concludere che fu contemporanea all’animale.
Le implicazioni le immaginiamo tutti; ma vi sono conseguenze ben più profane che possiamo subito analizzare.
Sappiamo, o presumiamo, che i dinosauri fossero ovipari; l’artista raffigura il ciclo biologico mettendo in risalto stadi di trasformazioni in successione dello stegosauro. Questa dinamica è alla base di una metamorfosi e non di una crescita. Si tratta di una caratteristica degli anfibi i quali, dopo la dischiusa delle uova, passano da uno stato larvale fino all’animale adulto e formato.
Altri cicli biologici sono rappresentati, tra cui: il tirannosauro, il lambeosauro, il brontosauro ed il triceratopo.
Una serie di 205 pietre illustra il ciclo vitale dell’Agnathus, un pesce preistorico che, al contrario dei precedenti sauri, visse sul pianeta 300 milioni di anni fa circa.
Se il metodo dell’osservazione è alla base della veridicità di un fenomeno e della sua possibile rappresentazione nel dettaglio e nel corso della sua evoluzione, c’è di che pensare...
Altra pesante prova a carico della vetustà di una razza umana sconosciuta alla storia ordinaria, sono le 48 andesiti che illustrano il ciclo biologico del megachiropterus, un pipistrello enorme vissuto circa 63 milioni di anni or sono; inoltre il graffito ne presenta la riproduzione come un uccello e non come un mammifero.
La gliptoteca di Cabrera è suddivisa in argomenti, così come una normalissima biblioteca; egli ha voluto interpretare in tal maniera lo sforzo immane compiuto dagli antichissimi cesellatori i quali probabilmente attuarono la "registrazione" degli eventi culturali più pregnanti per un motivo ben preciso: la consapevolezza, probabilmente, di non sopravvivere ad un evento straordinario e drammatico.
Alcune pietre raffigurano uomini intenti nell’osservare, tramite un vero e proprio cannocchiale/telescopio, una sorta di cometa o corpo incandescente nel cielo terrestre; in alcuni casi l’osservazione è portata a cavallo di misteriosi mezzi simili ad uccelli, ma dal chiaro aspetto meccanico dovuto alla rappresentazione schematica e metallica dei mezzi in questione.
Le pietre di Ica possono essere di fatto annoverate nel gruppo degli Ooparts.
Sempre a proposito delle raffigurazioni, una in particolare avvalora certe tesi inerenti la geologia del tempo.
Si tratta di due andesiti che riportano un "mappamondo" con configurazioni continentali completamente diverse da quella odierna, ove si contano 8 masse terrestri "galleggianti" su un oceano intervallato da "fiumi" marittimi che lambiscono le coste continentali. Ci troviamo di fronte ad uno stadio intermedio prima dell’attuale configurazione tettonica risalente ad un "range" temporale posizionato tra 100 e 45 milioni di anni fa.
Sulla scorta dei grandi numeri possiamo ipotizzare che la raffigurazione dia un’idea della conformazione planetaria del periodo cretacico-terziario, ovvero 70-60 milioni di anni fa; è esattamente il periodo in cui si presume siano state redatte le iscrizioni gliptolitiche.
L’implicazione, che oserei definire inquietante, svela una conoscenza dell’intero globo terracqueo da parte di questa civiltà che aveva cognizione della sfericità terrestre e di eventuali proiezioni ortogonali delle carte. Mi vengono in mente le origini cartografiche della mappa di Piri Reis o del mappamondo di Oronzio Fineo, di Mercator...
Gli uomini gliptolitici avevano sviluppato una notevole conoscenza tecnica nell’arte della medicina e più in specifico della chirurgia. Alcune raffigurazioni rappresentano delicati interventi cardiaci con il paziente sottoposto a esocircolazione sanguigna tramite un’apparecchiatura simile ad una pompa. Uno dei "medici" interviene con una incisione tramite, chiaramente illustrato, un bisturi. La caratteristica peculiare di queste incisioni è la figura del paziente visto in sezione, che rivela un’ampia cognizione anatomica dell’uomo.
La capacità di intervento chirurgico presuppone anche una conoscenza approfondita degli aspetti patologici e dell’anamnesi; conseguentemente dobbiamo ipotizzare la padronanza dell’uomo gliptolico nella diagnostica e nelle prognosi post-operatorie, che presuppongono, a loro volta, cognizioni farmaceutiche pre e post operazione come interventi anestetici e successivamente analgesici, antinfiammatori e curativi.
Cabrera ha in questo senso suddiviso le 11.000 andesiti in suo possesso a seconda dell’argomento ivi trattato, catalogandole per dottrina: medicina, geologia, astronomia, zoologia e via discorrendo.
L’intento di questa umanità appare chiaro: lasciare un messaggio, annales litici a testimonianza della presenza di una civiltà consapevole del fatto che, da lì a breve, non sarebbe più esistita. Essa volle lasciare una traccia per i posteri, un "memento" per chi avrebbe popolato il pianeta "dopo".

OBIETTIVO TERRA:
UN EVENTO DI LIVELLO "ESTINZIONE" NEL CRETACEO

Ma "dopo che cosa"? Dopo quale evento o fenomeno?
Vi sono due visioni della storia nel panorama dotto, cui ho accennato in "Le Urla del Silenzio": quella evoluzionista e quella catastrofista. Ad oggi il paradigma dell’evoluzione lineare è quello vincente, nel senso cui abbiamo accennato all’inizio dell’articolo. Eppure, prove sempre più schiaccianti a favore di una interpretazione violenta dei cambiamenti globali stanno minando il terreno del cammino storico graduale.
L’ipotesi della supernova killer, causa di distruzione del continente atlantideo, riportata da Brennan, dovrebbe riguardare uno dei molteplici impatti cosmici che torturarono il pianeta nelle ere passate; quest’ultimo addirittura in epoca storica.
Gli impatti asteroidali, meteoritici o cometari sono rari ma non unici come si potrebbe presumere: lo scudo atmosferico e quello elettromagnetico delle fasce di Van Allen, non sempre si sono trovati all’altezza della situazione e proiettili vaganti di una certa consistenza colpirono con una violenza inaudita la superficie di Gaia.
In questo paragrafo affronteremo un discorso di solito accennato e lo esploreremo a fondo.
Negli anni ’90, dopo circa quindici anni di studio, un gruppo di scienziati capeggiati da Walter Alvarez e Frank Asaro, rispettivamente geologo dell’Università di Berkeley in California l’uno, chimico nucleare al Lawrence Berkeley Laboratory l’altro, affermarono di aver risolto il mistero dell’eccidio dei sauri: 65 milioni di anni fa un asteroide di 10 km di diametro impattò il pianeta alla fantastica velocità di 10 km/s (36.000 km/h ca.).
L’energia liberata dall’esplosione fu pari allo scatenarsi dell’intero arsenale nucleare terrestre ma moltiplicato per 10.000: l’Apocalisse!
Le conseguenze furono infernali: dalle piogge acide alle tempeste, dai terremoti ai maremoti, freddo e buio cui fecero seguito riscaldamento per effetto serra ed incendi ovunque.
Quali furono gli indizi che portarono all’ipotesi e dunque alla tesi?
Anzitutto un’estinzione in massa, reputata repentina dagli specialisti; poi anomalie chimiche, minerali ed isotopiche; quindi la presenza globale di queste tracce.
Inoltre, fattore molto importante, la discontinuità tra le rocce sedimentarie fossilifere originatasi 65 milioni di anni fa: animali fino ad allora presenti negli strati sedimentari, scompaiono improvvisamente.
La discontinuità definisce il limite tra Cretaceo e Terziario ed è nota come "limite KT" (Kreide = Cretaceo in tedesco).
Quali furono i tempi dell’estinzione?
Alvarez individuò sedimenti di argilla simili a quelli scoperti nella Gola del Bottaccione (Umbria, Italia) da cui partì l’indagine, in strati calcarei da 6 metri. Il tempo medio in cui si depositarono i calcari, durante un periodo di polarità invertita (sigla 29R) di 500.000 anni, fanno presupporre che gli strati d’argilla e l’estinzione possano essersi sviluppati in un migliaio d’anni.
Jan Smit, dell'Università di Amsterdam, ha condotto uno studio simile sui sedimenti di Caravaca, Spagna del sud, dove la stratigrafia è molto più precisa: i tempi di estinzione si sarebbero svolti in 50 anni; un lasso di tempo, di fronte alla cronologia geologica normale, spaventosamente rapido.
Alvarez e Asaro si concentrarono su un metodo maggiormente efficace per rilevare la datazione del fenomeno e lo individuarono nella misurazione dell’iridio. L’iridio è un metallo raro sulla terra e la sua presenza è dovuta massimamente ad apporti esterni come la continua pioggia di polveri che proviene dallo spazio o il precipitare di meteoriti nel corso delle ere.
Le dimensioni della presenza di iridio nella crosta terrestre sono pari ad una costante di 0,03 parti per miliardo rispetto alle 500 parti per miliardo presenti nelle meteoriti litoidi.
La caduta costante di iridio potrebbe dare l’idea dell’antichità di un sedimento: ad es., più iridio si rileva, maggiore è il tempo di deposizione trascorso.
L’ipotesi sullo strato di Gubbio era così strutturata:
  • ipotesi di sedimentazione del limite KT in 10.000 anni;
  • in assenza di organismi a guscio calcareo e quindi senza carbonato di calcio prodotto dalla fossilizzazione di questi;
  • presenza del 95% di carbonato di calcio e 5% di argilla negli strati superiori;
  • 50% di argilla nel limite KT.
Quindi: qualora l’ipotesi fosse vera, il rapporto iridio/argilla, sia negli strati superiori ed inferiori sia nel KT, dovrebbe essere simile.
Nel 1978, dopo accurate analisi chimiche dello strato KT, si scoprì che la presenza di iridio era assimilabile alle quantità depositatesi negli strati superiori (29R) in 500.000 anni.
L’ipotesi dell’asteroide era più che sensata per poter giustificare una presenza massiccia di iridio come non si era mai vista prima; inoltre, sulla scorta della scoperta, 100 scienziati circa in 21 laboratori di 13 paesi impegnati nella "Gubbio Connection", trovarono negli strati corrispondenti al KT in 95 paesi al mondo, valori anormali di iridio.
Ma c’è di più...
Sempre Jan Smit, nel 1981, scoprì delle sferule di basalto nel KT di Carvaca; ne fu confermata la presenza anche nel KT di Gubbio.
L’origine è quella di goccioline di basalto fuse dall’impatto e raffreddatesi repentinamente durante la traiettoria balistica fuori atmosfera; si trasformarono poi in argilla per alterazione chimica. Equivalgono alle tectiti vetrose, più ricche di silicati e determinate da impatti più modesti.
La composizione chimica del basalto KT fa pensare che sia originario di crosta oceanica, pertanto l’impatto deve aver interessato una zona marina.
Bruce Bohor, dell'"US Geological Survey", di Denver e Triplehorn dell'Università dell’Alaska, scoprirono anche granuli di quarzo con struttra atomica da impatto. I granuli, infatti, presentano delle lamelle planari che si intersecano generando bande di deformazione e sono indicative di shock da velocità.
Granuli di quarzo si trovano, a riprova, nei siti sperimentali nucleari o nei crateri da impatto come il Meteor Crater, dell'Arizona.

OBIETTIVO TERRA:
COINCIDENZE INQUIETANTI TRA IL PROIETTILE E LE FIGURE DI ICA

Due pietre in particolare riportano raffigurazioni che sembrano incastrarsi perfettamente all’interno del discorso fin qui portato; l’una è la pietra dei continenti, l’altra quella raffigurante un uomo che osserva la volta celeste solcata da un corpo simile ad una cometa oppure ad un asteroide, comunque incandescente e particolarmente vicino al pianeta.
La prima pietra, quella dei continenti, sorta di rappresentazione del globo come doveva essere 65 milioni di anni or sono, rappresenta non solo le terre emerse intercorse da mari o da apparenti canali marini ma anche una certa configurazione atmosferica che, a detta di Cabrera, testimonierebbe un effetto serra particolarmente violento e strutturato su scala mondiale. Si riconoscono infatti graffiti del tutto simili ad immensi strati di vapore avvolgenti il pianeta intero.
La seconda pietra riporta un uomo che osserva la volta celeste con un cannocchiale, impossibile da confondere con qualsivoglia altro oggetto o interpretabile in altra maniera alcuna; e in peculiar modo sta osservando un corpo incandescente, completo di coda infuocata, che solca i cieli di Gaia e che probabilmente si scaglierà sulla Terra stessa.
Questa raffigurazione è graffita anche su altre pietre dove l’osservazione avviene, ad esempio, a bordo di "uccelli meccanici": uomini sempre dotati di cannocchiali puntano un corpo del tutto simile ad una cometa o ad un meteorite, asteroide in cui la caratteristica costante è l’energia che lo avvolge.
Interessante è il chiaro dominio medio aereo espresso dalla civiltà di Ica, nonché una notevole tecnologia in grado di appaiare questo misterioso popolo alle vette dei nostri giorni.
Effetto serra, strati di vapore, asteroidi o comete; un popolo che lascia delle testimonianze scolpite sulla roccia, probabilmente poiché riconosciuta come l’unico materiale in grado di conservare le documentazioni "a memoria" e portarle nel futuro resistendo a qualcosa di terrificante.
Asaro e Alvarez, discorrendo sul "killer cosmico", descrivono i modelli di impatto relativi ad una cometa o ad un asteroide, considerando il diametro base (10 km) degli oggetti che giustifica un evento di livello estinzione.
Un asteroide di tali dimensioni, al momento dell’impatto, creerebbe un vuoto atmosferico enorme e l’impatto trasformerebbe l’energia cinetica in calore risolvendosi, come già descritto in apertura, in un’esplosione non atomica ma 10.000 volte più potente dell’intero arsenale nucleare terrestre. I materiali vaporizzati verrebbero scagliati in atmosfera attraverso il vuoto meccanico e la sfera di fuoco espellerebbe il materiale fuori dall’atmosfera stessa, scagliandolo in orbite pronte a farlo precipitare in qualsiasi parte del pianeta.
Chi ha letto "L'ipotesi del Killer Stellare", si ricorderà del mistero relativo ai massi erratici: com’è possibile che massi enormi la cui morfologia geologica e la composizione chimica li fa appartenere senza dubbio alle catene montuose del Nord America si trovino in Siberia?
Le prove raccolte smentirono l’apporto della meccanica glaciale; quei massi furono scagliati violentemente e repentinamente in quei luoghi, non vi giunsero delicatamente e nell’arco di un tempo enorme. C’è di che riflettere...
L’impatto di una cometa è terribilmente più distruttivo; anzitutto si parla di un cratere da impatto di 150 km di diametro; qualsiasi forma di vita all’interno del cerchio di fuoco verrebbe annientata ed inoltre inquietano i modelli ipotetici di un evento livello estinzione: buio, freddo, incendi, piogge acide ed effetto serra.
A proposito delle pietre di Ica - in particolare quelle descritte in questo paragrafo - uno dei paralleli inquietanti è proprio l’effetto serra.
Abbiamo visto che la pietra del mappamondo riporta una raffigurazione di nubi stratificate da vapore.
Nel 1981 Emiliani, dell'Università di Miami, Krause, dell'Università del Colorado e Eugene Shoemaker, lo scopritore della famosa cometa, hanno sancito che un impatto oceanico, oltre ad immettere polvere di roccia in atmosfera immetterebbe anche vapore acqueo; esso risiederebbe più a lungo creando un fortissimo riscaldamento da effetto serra dopo l’inverno da impatto.
O’Keefe e Ahrens, del MIT, hanno proposto un’ulteriore drammatica ipotesi: qualora l’impatto fosse avvenuto in un’area calcarea, l’immissione in atmosfera di anidride carbonica avrebbe peggiorato profondamente l’effetto serra. Probabilmente esseri viventi sfuggiti all’inverno artificiale sarebbero stati successivamente uccisi da un eccezionale calore.
Le piogge acide, secondo Lewis, Watkins, Hartmann e Prinn (MIT), troverebbero origine nel parossistico riscaldamento atmosferico in grado di combinare le molecole di ossigeno e azoto, generando acido nitrico, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare al venir delle piogge. Non solo: gli invertebrati marini, dal guscio calcareo, si sarebbero sciolti a causa della solubilità dei gusci carbonatici in acque acide.
Insomma, in ultima analisi: le pietre di Ica indicano un evento ben preciso che si sposa perfettamente, sia nei tempi sia nelle modalità, con l’impatto del KT.
Vi è da considerare, oltremodo, la presenza di raffigurazioni sauriche esistenti proprio in quell’arco di tempo, anzi, fino a quell’arco di tempo: vedi gli stegosauri, i triceratopi, i tirannosauri e gli pterodattili tutti raffigurati dal misterioso uomo di Ica.
La conclusione cui arriviamo è quella di ipotizzare, senza remore, un disastro globale e umano avvenuto all’alba di un giorno maledetto 65 milioni di anni fa, in cui popolazioni evolute, sia tecnologicamente sia a livello di pensiero, conviventi con i dinosauri, furono sterminate insieme ai coinquilini planetari da un proiettile spaziale vagante.
Nei prossimi paragrafi scopriremo se si tratta di "proiettili vaganti" oppure di drammatici fenomeni costanti.

UN ASSASSINO CHIAMATO VENDETTA
Nel 1984 un’ipotesi inquietante, partita da uno studio dell’Università di Chicago, inizia a farsi strada nel consenso ortodosso: le comete potrebbero colpire periodicamente la Terra.
Raup e Sepkoski pubblicarono uno studio che indicava come estinzioni di massa si siano verificate ad intervalli di 32 milioni di anni.
La conferma dell’ipotesi, non della tesi dunque, fu data da R. Muller, dell’Università californiana di Berkeley: la periodicità è calcolabile.
Quale ipotesi e quali soprattutto i parametri indiziari a disposizione?
L’ipotesi di base contempla una stella compagna del Sole, che compie la sua orbita in 32 milioni di anni intorno alla nostra stella madre. L’interferenza del corpo celeste denominato "Nemesi" ("Vendetta" in greco) avrebbe turbato le orbite cometarie ai confini del sistema scatenandone una pioggia per un milione di anni circa, aumentando la possibilità di impatto singolo o multiplo sulle superfici dei pianeti e del nostro in particolare.
Sottolineo il fatto che Whitemire e Jackson (Southwestern Lousiana e Computer Sciences Corporation) proposero indipendentemente la stessa ipotesi.
Detta realtà sarebbe risultata effettiva e possibile solo se i crateri da impatto mai avessero presentato la stessa periodicità.
Alvarez dovette ricredersi nel momento in cui la conferma arrivò anche su questo aspetto: fu Muller a scoprire la contemporaneità tra fenomeni di estinzione ed età dei crateri terrestri da impatto.
Un intervallo di 32 milioni di anni ci porta facilmente a calcolare due eventi: il primo è senza dubbio quello riguardante il KT; l’altro, a distanza di 65 milioni d’anni, sottolinea l’ipotetico disastro dell’11.500 a.C..
Probabilmente 32 milioni di anni or sono qualcos’altro deve essere accaduto. Starà alla scienza avanguardista, o a quella particolarmente illuminata e progressista, dare una risposta al quesito; noi terremo la rotta in tal senso cercando quanti più indizi possibili.

I TRAPPI DI DECCAN
Ogni ipotesi che si rispetti deve avere un corollario di negazione, sorta di smentita categorica o contro analisi in grado di rimettere in discussione il tutto. Oso dire, che più l’ipotesi è ferrata maggiore dovrà essere la pressione esercitata dalla controparte, e questa pressione deve soprattutto dimostrare credibilità.
Nel caso del limite KT la controparte è rappresentata da ipotesi alternative quali i fenomeni naturali endogeni; uno su tutti è il vulcanismo.
La scienza si è chiesta se un’eruzione violentissima o diverse eruzioni contemporanee possano essere annoverate tra i principali responsabili dell’eccidio cretacico.
I parametri messi in campo sono simmetrici alle prove del KT; l’indiziato principale sono i trappi del Deccan.
  • Il periodo: 65 milioni di anni fa un altro fenomeno di proporzioni immani sconvolgeva il tranquillo assetto planetario. In India si può osservare una conformazione basaltica di proporzioni immani denominata "trappi del Deccan"; sembra che, come il KT, sia avvenuta in un periodo di polarità geomagnetica invertita (V.E. Courtillot, dell'Università di Parigi). Courtillot ha individuato il periodo nel 29R, momento in cui si verificò il KT stesso. Ma la conformazione basaltica stessa smentisce l’ipotesi e scagiona l’imputato; questa è avvenuta nell’arco di 500.000 anni e non si sposa con la scomparsa repentina degli esseri viventi al momento del KT (arco di tempo espresso in 1.000 anni circa, se non meno).
  • L’anomalia dell’iridio: ci si è chiesti anche se le mega eruzioni vulcaniche mai avessero potuto ribaltare i valori dell’iridio sul pianeta. Nel 1983 fu Zoeller, dell'Università del Maryland, a trovare assieme al proprio gruppo di studio quantità notevoli di iridio nei vapori del vulcano Kilauea (arcipelago delle Hawaii). Il rapporto iridio-elementi rari nei fumi vulcanici, comunque, non raggiunge minimamente le quantità rilevate nel KT.
  • Il quarzo con strutture lamellari da shock: le osservazioni di quarzite deformata da esplosione si concentrano anche intorno ai vulcani; tuttavia le strutture lamellari presenti nel KT si possono formare esclusivamente con shock da impatto. Le quarziti oltretutto contengono stishovite (J. McHone, dell'Arizona State University), un quarzo particolare la cui generazione può avvenire esclusivamente ad altissime pressioni, molto più elevate di una qualsiasi esplosione eruttiva; tali pressioni si riscontrano solamente in fenomeni da impatto.
  • Le sferule basaltiche: queste ultime smentiscono il vulcanismo; esso avrebbe potuto generare le sferule tramite normalissime eruzioni laviche ma senza essere in grado di portarle in tutto il globo.
La spiegazione più plausibile è una sintesi tra tesi (impatto) e antitesi (eruzione); ancora oggi, pur essendo possibile lo scatenarsi di vulcanismo parossistico da impatto, i vulcanologi non ne conoscono la reazione meccanica.

LA MEMORIA DEI RETTILI
In ogni uomo risiede la memoria di una o più catastrofi che mutarono per sempre il corso della storia modellando gli eventi fino al punto in cui viviamo noi oggi.
Il Diluvio Universale, con tutte le implicazioni religiose che ivi sono contenute, ci rimanda ad una testimonianza, un vero e proprio vissuto più che ad un racconto terzo, ascoltato.
Chi tramandò il racconto del Diluvio deve averlo vissuto o udito da chi ancora ne serbava il terrificante ricordo non fosse altro perché questo fatto viene raccontato da ogni gruppo umano in ogni istante della storia.
È una delle prove a sostegno della tesi catastrofista, l’imprinting psicologico che ha determinato l’immagine del diluvio; questa stessa tesi viene riportata anche per la memoria che noi esseri umani serbiamo dei sauri.
Per dirla con le parole di Jung, alcuni simboli ricorrenti nello scorrere intellettuale umano nel corso dei millenni, trovano riscontro nel ricordo dei sauri.
Secondo Bylinsky, dell'Accademia delle Scienze di New York, il cervello dei sauri ha un’importanza fondamentale nell’evoluzione della neocorteccia che ha portato alla razionalità la stirpe dell’uomo: esso è "una sorta di anello di congiunzione tra noi e le nostre emozioni".
Vi sono delle correnti di pensiero naturaliste che sostengono il ritorno continuo in noi uomini delle pulsioni rettili; ogni volta che l’uomo disinserisce sentimento e razionalità lasciando correre le emozioni compulsive, si attiva il cervello originario, la parte più antica. Lo sguardo intelligente lascia spazio a pupille fredde, violente e, seppur utilizzando tecnologie di altissimo livello, l’uomo si scaglia contro l’altro uomo in una lotta tesa alla distruzione, né più né meno di come si comportavano i T-Rex o gli allosauri nel lontanissimo Mesozoico.
La nostra stirpe ricorda gli antichi dominatori poiché non solo può vantarne una appartenenza genetica ma addirittura una convivenza e oltretutto scomoda.
È noto come saghe e leggende o più semplicemente le religioni siano infarcite di draghi dalle lunghe corna, squame ed ali; serpenti e mostri che ricordano forme sauriche.
Quale l’origine, dunque, di questo parallelo nel momento in cui, scientificamente, non può esistere contemporaneità esperienziale tra i sauri e l’umanità?
Allora 16 milioni di anni non bastarono a cancellare il terrore dei dominatori mesozoici?
Questo testimonierebbe dunque una vera e propria convivenza; è il terrore misto a fascino, scatenati dai dinosauri, ad indurre la psicoanalisi a chiedersene il perché.
Perché solo scimmia e uomo manifestano terrore immediato senza esperienza di fronte ai rettili?
Che cosa sanno i primati rispetto alle altre specie?
Ma soprattutto: cosa hanno vissuto nella loro antichissima origine...?
Non sono queste delle risposte desunte da atteggiamenti singoli; si tratta invero di atteggiamenti subcoscienti comuni, allargati a tutta la famiglia umana e dei primati.
I test portati sui bambini ribadiscono la radice profonda delle paure suscitate dai sauri: il 40% rabbrividisce di fronte a serpenti e rettili; nei primati (scimmie), il 100%!
Tutti gli altri animali debbono esperire i rettili prima di averne paura. Noi e le scimmie, no.
Quindi il tutto deriverebbe da situazioni esperienziali avvenute nel Mesozoico.
I boscimani rappresentano sulle proprie case enormi serpenti e rettili alati e dotati di corna; in Africa una tribù parla della fuga dal Mindi, enorme serpente dall’odore infausto; gli aborigeni in Australia raccontano di Aman-Tjuni il grande serpente che uscì dal mare per dimorare sulla terra; i cinesi da sempre accompagnano le loro manifestazioni culturali e religiose con i serpenti e i draghi. E poi i Greci, gli Assiri, i Tolteci, gli Aztechi.
I sauri vivono nei nostri ricordi perché la razza umana li vide e vi convisse a lungo.

CONCLUSIONI
In questo articolo ho voluto mettere in risalto il parallelo tra la catastrofe del limite KT e la scomparsa della civiltà di Ica, passando attraverso prove, indizi e considerazioni che, legate tra loro, tracciano un profilo di eventi possibili.
È difficile anche per me arrivare alla conclusione che 65 milioni di anni fa una vicenda umana e animale del pianeta Terra non ebbe più futuro a causa di un impatto cosmico con un corpo che poteva essere una cometa o un asteroide.
Il fatto è che le prove e gli indizi a carico di questa ipotesi sembrerebbero non lasciare dubbi. In una sola espressione: l’evento KT e le Pietre di Ica hanno la stessa età...
Il testo di Petratu e Roidinger merita un posto nelle vostre librerie; avvincente come un romanzo e dettagliato non meno di qualsivoglia saggio archeologico, rivela un passato remoto misterioso ma che inizia ad essere svelato, spiegato e argomentato.
Noi abbiamo l’obbligo a questo punto di dare una sepoltura a uomini di cui non sospettavamo nemmeno l’esistenza; eppure essi ebbero il coraggio di testimoniare la propria esistenza in un momento di profonda e terribile drammaticità, come memoriale destinato a chi sarebbe venuto dopo; perché in loro l’etica umana aveva già un valore assoluto e radicato.
Approfitto per augurare a tutti buone vacanze e rivederci a settembre con nuovi orizzonti conoscitivi.


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7 agosto 2012 2 07 /08 /agosto /2012 19:17

 di Antonio Marcianò

 

 http://www.cun-veneto.it/images/alie07.jpgSono rare ma inquietanti le testimonianze, all'interno dell'Ufologia, di una razza insettoide. Il ricercatore statunitense Brad Steiger ha proposto una classificazione delle più comuni razze aliene, basandosi sulla casistica. Steiger cataloga quattro tipologie: gli Alfa, i Beta, i Gamma, i Delta. Ai Delta appartengono alieni non umanoidi, affini agli Insetti, ai Rettili, agli Anfibi, ai Pipistrelli. Rientrano nella categoria anche i mostri simili a quelli partoriti dalla fervida fantasia di H.P. Lovecraft.

All'interno di questo gruppo, è possibile isolare gli Insetti come il sinistro Mothman, l'uomo-falena che, secondo John Keel, proverrebbe da una dimensione parallela. La spaventevole creatura fu avvistata negli anni 1966-1969 in West Virginia: alta circa due metri, di corporatura affusolata, con pelle grigiastra, arti inferiori analoghi a quelli umani ed enormi ali dispiegantesi dalle terga. Gli occhi del Mothman sarebbero rossi e rutilanti. La vicenda dell'Uomo-falena è associata alla presenza di oggetti volanti non identificati ed a sciagure. Il mito dell'Uomo falena è stato rinverdito da Mark Pellington che nel 2002 girò la pellicola The Mothman prophecies, basata su un saggio di Keel e con protagonista Richard Gere. 

 Credo che uno dei riferimenti più antichi ad una razza insettoide si possa rintracciare in Africa. Sono reperibili ancora oggi presso tribù dell’Africa australe lacerti di tradizioni che rimontano ad un contatto con esseri preternaturali, di solito in sembianze di serpenti o di insetti. Ad esempio, i San (Boscimani) venerano un dio creatore dal nome Kaggen che significa Mantide. 

 "Secondo il prof. David Jacobs, uno storico della Temple University autore del volume The treath, gli alieni perseguono un piano ben preciso: la modifica biogenetica dei terrestri allo scopo di una convivenza tra umani ed alieni sulla Terra. Tale progetto dovrebbe concludersi tra circa quattro generazioni, quando ormai tutta la popolazione terrestre avrà subito almeno un’esperienza di abduction. A questo punto le persone normali diventeranno civili di seconda classe con diritti molto limitati rispetto agli “ibridi”. Jacobs individua i veri mandanti di tale sinistro piano nei Grandi insettoidi o Mantidi religiose anziché nei Grigi". 

Mantidi fra arte preistorica e gli oscuri meandri dell'Ufologia demoniaca, quindi.

 Osserva Davy, nell'articolo La ragnatela non è tessuta dal Rettile, "E' notevole come simboli nobili ed esoterici, come quello del giglio, si possono trovare sul dorso dei ragni. Alcuni studiosi sostengono che le genealogie merovingie hanno basi radicate in distinte stirpi. Essi affermano che i leggendari e fantomatici vampiri, ora agiscono in sette occulte che compiono orribili sacrifici e riti anche con spargimento di sangue mondiale, ma erroneamente, anche i più rinomati ricercatori, associano l’indole di questi esecrandi adepti di oscure sette al rettile, mentre è evidente che il modus operandi di tali sinistri personaggi è indubbiamente insettoide. Pensando alle rigide società di insetti di in un formicaio o di un alveare, è elementare notare come queste minuscole (agli occhi umani) comunità, siano instaurate sulla base di macchinose gerarchie che possono essere paragonate alle subordinazioni che oggi divengono scopo del Nuovo Ordine Mondiale".

La tessera di Davy dunque si incastra con nel mosaico disegnato da Jacobs.

 Recentemente sono state compiute delle scoperte archeologiche a Rennes Le Chateau. Il ricercatore britannico Ben Hammot, nella località pirenaica legata agli intrighi dell’abate Berenger Saunier ed ai suoi presunti segreti sulla discendenza del Messia, in una grotta presso la Torre Magdala ha reperito un bauletto contenente vari manufatti databili al I secolo d.C. e riferibili alla Giudea. Lo scrigno, databile al XIII secolo, mostra sulla superficie un motivo simile ad un ragno, simbolo della famiglia Hautpoul, i signori di Rennes le Chateau, discendenti dai Templari. 

E’ noto che, a torto o a ragione, i Templari e soprattutto i loro epigoni, sovente interpreti non fedeli dell’insegnamento templare, sono considerati, tra le confraternite che perseguono piani occulti di dominio globale. E’ solo un indizio il ragno araldico, anche se è induce a pensare che il numero tredici, legato all’Ordine dei cavalieri di Cristo, poiché il 13 ottobre del 1307 cominciò la persecuzione dei monaci soldati per opera di Filippo IV il Bello, re di Francia, è anche il numero dei puntini sul dorso della malmignatta.



 E’ comunque nell’Ufologia più sinistra che si rinvengono cenni ad una dominazione insettoide. Philip Imbrogno, intervistato da Lavinia Pallotta, così si esprime a proposito dell’inquietante Progetto Philadelphia: “Hynek venne contattato da una persona che affermò di aver partecipato al progetto. Hynek si recò in Messico per incontrare il testimone Carlos (nome in codice) perché questi sentiva che la sua vita era in pericolo. Sembra che fosse il terzo Carlos e la storia era stata tramandata ai successori. In questa versione del famigerato Project invisibilità, la nave scomparve per andare in un’altra dimensione dove l’equipaggio incontrò esseri intelligenti simili ad insetti che condussero esperimenti su di loro. Quando la nave fece ritorno, metà dell’equipaggio era scomparso. Secondo questa versione, si era aperta una finestra dimensionale: gli esseri dell’altra parte la stanno tenendo aperta per venire nel nostro mondo e noi non siamo in grado di chiudere il portale”. 

 Lo scienziato statunitense, Terence McKenna, autore di True hallucinations e di The invisibile landscape, descrive “un incontro con intelligenze insettoidi che avevano cose curiose da dire sulla natura del tempo”. 

 Stando alle testimonianze raccolte dal chimico Corrado Malanga, autori dei rapimenti sarebbero anche delle spaventevoli mantidi di due metri di altezza, se accucciate. Questi insettoidi sarebbero associati a militari israeliani.


 Nel mito e nelle leggende il ragno è talora associato alla creazione: nella mitologia egizia, questo aracnide è un attributo della dea Neith, come tessitrice del mondo. Secondo i nativi delle isole Nauru, nel Pacifico meridionale, il mondo fu creato da Areop-Enap, Ragno antico. 
 Il ragno, per gli Aztechi era il simbolo dell’oltretomba, mentre in Perù era collegato al dio Huari. 

 L’ape, simbolo tra i più ricchi, è nell’arma dei Barberini e dei Bonaparte: sebbene Frozar e Bludorf associno la raffigurazione di questo imenottero nel blasone della famiglia Barberini all’ipercomunicazione [11], vi si può leggere anche un rigido ordine gerarchico ed una mentalità da alveare dove le operaie sono semplici esecutrici di una volontà a loro superiore. 

Chiudendo il cerchio, non può mancare un cenno alla “mitologia” contemporanea: nel cinema l’evocazione di insetti “alieni” risale già a George Melies: nel film intitolato Viaggio sulla luna (Le voyage dans la lune), cortometraggio di quindici minuti del 1902, ispirato ad opere di Verne e Wells, il pubblico pagante incontra i Seleniti, corpi da insetto e teste da uccello, la cui interpretazione viene affidata agli acrobati del Folies Bèrgeres.

 Nel film L'astronave degli esseri perduti (Quartermass and the pit), durante alcuni scavi viene ritrovata un’astronave con creature senza vita che ricordano le cavallette. Quartermass ne deduce che l'astronave arriva da Marte (?); lo scienziato scopre che gli esseri-cavalletta erano i padroni degli schiavi trovati sul vascello spaziale. Quando il razzo cadde sulla Terra, milioni d'anni prima, si salvarono solo alcuni di questi prigionieri che diedero vita alla razza umana. 



 Ancora cavallette, meccaniche questa volta, nel reboante e noioso Starship troopers. La storia è ambientata nel XXIII secolo: la Terra è governata da una dittatura militare, che porta la violenza come primo strumento di affermazione e che conferisce pieni diritti solo a chi si arruola nei ranghi delle forze armate planetarie, segnando così una divisione netta tra combattenti e civili. Johnny Rico, giovane studente sudamericano, si arruola nelle forze federali, indotto dal professor Rasczak e per seguire la sua fidanzata, Carmen Ibanez. Il loro rapporto è, però, destinato a deteriorarsi a causa della lontananza e delle differenti destinazioni dei due: aviazione per Ibanez, fanteria mobile per Rico. Durante un'esercitazione, muore un commilitone di Rico per sua responsabilità: decide quindi di congedarsi, salvo poi ripensarci. Buenos Aires, città natale di Rico, è stata distrutta da un meteorite lanciato dagli Aracnidi, specie aliena proveniente da un pianeta chiamato Klendathu, già in conflitto con la Federazione Terrestre. Ora combattere è questione di vendetta, e la guerra appena dichiarata agli insetti è l'occasione per ottenerla. I militari vengono inviati sul pianeta inospitale per sterminare il nemico. Arrivati sul mondo alieno, i terrestri si scontrano immediatamente con temibili ed agguerriti insetti giganti. 



 Claustrofobica e conturbante la produzione The bug (2006) per la regia di William Friedkin. Tratto da una piéce di Tracy Letts, il film narra la storia di Peter, ex marito di Agnes e veterano di guerra. L’uomo coinvolge Agnes in un turbinio di agghiaccianti eventi e visioni a base di insetti invisibili che si annidano sotto la pelle. Sintomatico che nella pellicola Peter menzioni il famigerato gruppo Bilderberg ed i suoi diabolici progetti: dal 1982 la popolazione è dotata di un microprocessore sin dalla nascita. L’esercito ha scelto alcune persone per sperimentare il controllo a distanza come accadde con Timothy Veigh, il candidato manciuriano che fu accusato dell’atto scellerato di Oklahoma City. Gli insetti bionici sono parte di un sinistro progetto militare. Sebbene nel film si tenda a presentare le affermazioni del protagonista sotto la speciosa e tranquillizzante giustificazione della paranoia che lo affliggerebbe, restano gli indizi relativi al controllo mentale, ad insidiosi insetti e pure ad una malattia di origine nanotecnologica come il Morgellons. 

Il film The mist del 2007 scritto, diretto e prodotto da Frank Darabont, è la trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King La nebbia, contenuto nella raccolta Scheletri.

Bridgton, cittadina del Maine, viene avvolta da una misteriosa nebbia popolata da spaventose creature che mietono vittime tra la popolazione. Un gruppo di persone, rifugiatesi in un supermercato, lotta per sopravvivere.

Il film si apre con David, il protagonista, che sta completando un dipinto. Poco dopo una tempesta elettrica proveniente dal lago, porta lui e la sua famiglia a mettersi in salvo in cantina. Il giorno seguente David, insieme con il vicino Brent Norton e suo figlio Billy, si dirige al supermercato, ma una misteriosa nebbia comincia a dilagare sulla cittadina.

 Gli esseri abominevoli sono cavallette aliene ed è significativo che la causa dell’invasione sia addebitata ai militari che, in seguito ad esperimenti compiuti in una vicina base per l’apertura di un portale verso altre dimensioni, provocano l’ingresso degli insetti. 

Venenum in cauda… la meccanica pellicola Ultimatum alla Terra, rifacimento del classico risalente agli anni 50 del XX secolo. Nella versione del 2008, così distante dal dolente lirismo dell’originale girato da Robert Wise, a mo’ forse di obliquo messaggio, compaiono delle inarrestabili cavallette robot, risultato di nanotecnologia, che distruggono flora, fauna ed oggetti…

La meccanizzazione, come sigillo di un annientamento dell’ultimo barlume di umanità, foss’anche la disperazione.

Colpisce l’immagine che raffigura la magnetosfera: pare un gigantesco Aracnide che, con le sue mostruose zampe, stringe la terra in una morsa fatale. Questa figura ricorda il ragno istoriato a Nazca (Perù): si tratta del Ricinulei, dell’Amazzonia, un animaletto delle dimensioni di sei millimetri circa. Si nota qualche affinità… singolare coincidenza.

 

 

FONTE 

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7 agosto 2012 2 07 /08 /agosto /2012 19:08

http://www.roswell.it/wp-content/uploads/hoax1.jpgSono poche le persone che possono raccontare di aver visto con i propri occhi la maestosa Città Volante, sede centrale della cultura Draconiana, ed altrettanti sono quelli che hanno avuto l’onore o la sfortuna di incontrare sulla propria strada uno di questi esseri così atipici.
Pare infatti che siano xenofobi ed isolazionisti e che difficilmente abbiano contatti con le altre razze del Reame Incantato.
Quello che si sa è che risiedono nella maggior parte ad Altarupe e che il modo in cui siano comparsi in queste zone rimane ancora oggi un mistero.
La loro città volante, nota col nome di Hopacka, è costruita su un blocco di granito su cui sono scolpiti i potentissimi e antichi incantesimi che gli permettono di restare sospeso nel cielo.
Questa città non ha ancora riconosciuto il trono del Re e mantiene una forma di autogoverno proprio, nemmeno ai tempi del Primo Regno i Re riuscirono ad assoggettare completamente questa orgogliosa razza: la loro roccaforte si è sempre dimostrata imprendibile.
Gli studiosi ritengono questa razza una specie di progenie dei più famosi Draconici, nati da esperimenti magici sulle uova dei Draghi.
Si narra infatti che gli esperimenti degli Adra avessero portato alla nascita di interi eserciti di Draconici di tutte le specie da usare per assoggettare le allora barbariche popolazioni della Penisola.
Alla scomparsa dei loro padroni in seguito alle nefaste conseguenze del loro Grande Rituale, i Draconici si dispersero per il Reame; molti perirono alla continua ricerca di sanguinose battaglie in cui sfogare un antico istinto omicida, mentre altri collaborarono con i loro fratelli Draghi alla costruzione di una città tra le nuvole: la Città Volante appunto.
Da allora poco si è saputo della loro sorte e della loro storia, vero è che nei millenni i Draconici sono stati soppiantati quasi interamente dai Draconiani, di aspetto molto più umano, ma dalla cultura e tradizione pressoché invariate.
I Draconiani sono di corporatura robusta e possente, hanno una pelle coriacea e squamosa dai colori più svariati; molto comuni sono i Draconiani di colore giallastro, ma se ne possono vedere anche di verdognoli, di rossicci, di marroni o di pelle nera.
Questa eterogeneità è dovuta alla discendenza dai Draghi, che come è ben noto assumono diverse gamme e tonalità cromatiche.
Hanno denti affilati e canini pronunciati, sia sulla mascella che sulla mandibola; la coda si è accorciata con le generazioni ed è ora di dimensioni assai ridotte anche se ancora abbastanza visibile, mentre le ali sono scomparse del tutto.
Alcuni individui molto rari, tuttavia, nascono con delle minuscole ali atrofizzate del tutto inutili al volo ma di grande valore simbolico per gli altri individui della stirpe.
Esistono individui in cui i tratti dragheschi sono notevolmente attenuati tanto da essere ridotti ai soli denti acuminati e a delle piccole e molli scaglie sul viso: questi creature vengono fortemente disprezzate dagli altri draconiani e, raggiunto il grado di Apprendista, vengono designati al Campo degli Hutamak.

 
Società Draconiana

La nobile discendenza draghesca li ha portati a costruire una fortissima cultura razzista basata sul concetto di superiorità fisica e mentale rispetto alle altre razze di umanoidi.
Ogni Draconiano che si rispetti ha infatti una altissima stima di sé e delle sue capacità e ritiene gli elementi di qualsiasi altra cultura come degli esseri inferiori, poiché privi del magico sangue ereditato dai grandi rettili del passato.
La loro vita, quando non muoiono in battaglia, può durare fino ai 70 anni ed è sempre scandita da una rigida suddivisione: fino ai 10 anni un draconiano è considerato un Cucciolo, dai 10 ai 30 anni è un Apprendista, dai 30 ai 50 è un Maestro, dopo i 50 è un Saggio.
I loro modi sono precisi e sicuri come se appartenessero tutti ad un unico esercito; sono militareschi in ogni azione ed è difficile vederli usare la magia, privilegio esclusivo degli individui provvisti di ali.
Non hanno mai bisogno di girare a coppie o in gruppo e non mostrano mai le loro relazioni interpersonali agli altri individui di qualsiasi specie in quanto ritengono che i loro rapporti siano troppo complessi e sacri per renderne partecipi le altre razze, ovviamente inferiori.
Amano la violenza e non provano alcun tipo di pietà o di misericordia tanto che infatti sono tra i più esperti nell’utilizzo della tortura.
Se si intraprende una guerra con i Draconiani o anche solo un conflitto è sempre più auspicabile perire sotto i loro colpi piuttosto che divenirne prigionieri; un prigioniero per il Draconiano è una inesauribile fonte di informazioni e di godimento.
Se poi il godimento si ottiene torturando il prigioniero per ottenere informazioni, allora il piacere per il Draconiano in questione viene decuplicato.
La loro scienza anatomica è infatti molto sviluppata e conoscono per ogni razza del Reame Incantato i punti che, se stimolati nel modo giusto, producono il più alto rapporto dolore-voglia di parlare.
Il Sistema giuridico dei Draconiani non è molto complesso ed ogni inquisito viene considerato colpevole fino a prova contraria.
Quando avviene una incarcerazione, questo vale anche per i membri della loro razza, si procede subito al vaglio delle prove ed una volta dimostrato che si è di fronte ad un colpevole si arriva al processo giudiziario.
Questa pratica presso i Draconiani è una pura formalità in quanto la persona inquisita, se è arrivata al processo, significa che è già stata dimostrata colpevole.
La pratica giudiziaria serve solo per presentare all'accusa le prove, a quel punto ormai inconfutabili, e per far capire alla persona in questione quanto sia colpevole e quanto meriti la pena, che in genere è la morte per la maggior parte dei crimini; il grado di sofferenza nel raggiungimento del decesso è determinato dalla gravità del crimine.
Il Consiglio Militare è la più alta autorità politica ed incorpora i poteri legislativo (tanto le leggi sono poche e continuamente suscettibili di variazioni), esecutivo e giudiziario.
Il Consiglio Militare ha rifiutato di riconoscere le Leggi Reali in quanto ritenute troppo permissive e non sufficientemente rigide.
I Draconiani rispettano solo la organizzazione militare e considerano la pietà e la compassione dei fortissimi punti deboli posseduti solo dalle razze inferiori e in quanto tali in via d'estinzione.
La cura dei propri cuccioli è tenuta in grande considerazione.
Tutte le uova che si devono ancora schiudere vengono custodite nella Casa dei Futuri Eroi e accudite da vestali votate a questo unico compito.

 
Vita di un Draconiano

Dopo pochi giorni dalla propria nascita un Draconiano è già in grado di camminare, divorare carne e attaccare un nemico, da questo momento abbandona la Casa dei Futuri Eroi e viene condotto all'Accademia della Vita dove sarà seguito, valutato e plasmato dai Maestri.
È durante questo periodo che gli individui dotati di ali vengono iniziati ai misteri della Magia o degli Dei e che tutti i cuccioli apprendono l'arte della guerra e della tortura in modo da poter diventare veri Draconiani.
Gli allenamenti e le lezioni sono molto dure e le morti accidentali non sono rare.
Raggiunti i 10 anni di età i giovani draconiani vengono suddivisi tra i Palazzi del Sapere a seconda delle proprie attitudini.
I piccoli che denotano una prevalenza marcata delle caratteristiche umanoidi, vale a dire i piccoli privi di ali, di coda e di scaglie degne di essere chiamate tali, vengono inviati al Campo degli Hutamak che, nella loro lingua, può essere considerato come il "Campo delle Prede".
Questa è forse una delle usanze più difficili da comprendere per chi non è un draconiano.
I piccoli Hutamak vengono addestrati per eccellere nell'arte della guerra, del sotterfugio e dell'assassinio, vengono nutriti con i cibi migliori e dotati di armi ed equipaggiamenti di grande raffinatezza fino al raggiungimento dei 15 anni.
Raggiunti i 15 anni gli Hutamak vengono espulsi dalla città e cominciano la loro vita da Prede: i giovani Apprendisti gli daranno la caccia fino a che non li avranno uccisi guadagnandosi così il grado di Giovane Maestro.
Il motivo per cui i draconiani addestrino dei propri simili per poi dargli la caccia è tuttora sconosciuto: secondo alcune teorie questa usanza venne istituita per sottolineare il fatto che, per poter trovare un avversario alla propria altezza, un draconiano deve affrontare un altro draconiano.
È difficile immaginare quanto questa usanza sia rispettata, non si hanno notizie di Hutamak che si siano ribellati al proprio destino, essere un Hutamak è considerato un onore, restare in vita il più a lungo possibile è il sogno dell'intera vita di un Hutamak, morire con onore è il loro unico desiderio: non c’è umiliazione maggiore di quella di essere ricondotto vivo a Hopacka.
Gli altri draconiani trattano con rispetto gli Hutamak e in una delle piazze di Hopacka è stata eretta una statua in memoria di Kryos, l’Hutamak che riuscì a sopravvivere un intero anno all’Inseguimento.

 

 

 


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