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17 agosto 2013 6 17 /08 /agosto /2013 21:32
Dopo 60 anni, scoperta una base segreta Usa sotterranea

Ex Base nato di Calice Ligure

 

 

 

 

 

Ottocento metri di cunicoli a 60 metri di profondità, scavati nel Monte Settepani, alle spalle del porto di Savona. La scoperta dei tre speleologi confermerebbe la leggenda che gli anziani della città ripetono da tempo: "Quella città sottoterra al Melogno era una base militare americana"

(la slide è firmata Fortezze savonesi, gruppo speleologico - DLF Savona) 

Ad alimentarne i contenuti anche Claudio Arena, fotografo e precursore delle ricerche sui monumenti “dimenticati”, da “Fortezze savonesi” in poi. E’ suo un video postato su YouTube e rilanciato dalla stessa pagina del social network che sta riscuotendo molta curiosità e attenzione.

Si tratta de “La Base Segreta Americana del Colle del Melogno”. “Dopo anni di sole leggende, che raccontavano di camion sparire nella montagna, elicotteri che sorvolavano il Finalese di notte, o di piattaforme per missili e cunicoli lunghi centinaia di metri.. ecco oggi… la verità” osserva Arena.

La Regione Liguria ne aveva progettato la trasformazione in sito panoramico, con servizi di ristoro e sosta per gli escursionisti del Melogno. Era stato anche pensato un centro studi sulle energie rinnovabili, vista la vicinanza dell’area con le pale eoliche. Ma sinora è rimasta una “base fantasma”.

 

http://video.repubblica.it/edizione/genova/gastaldello-la-samp-mi-ha-cambiato-la-vita/137622/136167?ref=vd-auto

 

 

 

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15 agosto 2013 4 15 /08 /agosto /2013 05:43

Comunicano con pazienti in stato vegetativo

Comunicare con pazienti in stato vegetativo si può. Un gruppo di medici canadesi della Western University in Ontario ha trovato il modo di interagire con un uomo in coma da 12 anni grazie all'uso della "risonanza magnetica funzionale". Questa moderna tecnica permette di valutare e studiare la funzioni cerebrali di un paziente tramite delle immagini. Grazie alla risonanza magnetica funzionale si è visto che l'uomo era in grado di intendere e rispondere correttamente 'sì' o 'no' a una serie di domande molto elementari: per esempio è riuscito a indicare il suo vero nome di battesimo e in quale luogo si trovasse. La tecnica ha funzionato anche con un secondo paziente che si trovava invece in stato di minima coscienza, mentre un terzo, nella stessa condizione, non è riuscito a comunicare. Risultati comunque significativi per una ricerca che potrebbe portare a una nuova definizione dello 'stato di coscienza'.

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12 agosto 2013 1 12 /08 /agosto /2013 22:01

 

Potrebbero essere i dromedari i colpevoli della trasmissione all’uomo della nuova Sars, il coronavirus che da quasi un anno si è affacciato in Medio Oriente facendo vittime sia fra i residenti che fra i viaggiatori provenienti da altri contenuti.

A sostenerlo è uno studio coordinato da Chantale Reusken del National Institute for Public Health and the Environment a Bilthoven, nei Paesi Bassi, ricerca che è stata pubblicata sulla rivista The Lancet.

Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno raccolto 349 campioni di sangue da dromedari, mucche, pecore e capre provenienti da diversi paesi tra cui Oman, Paesi Bassi, Spagna e Cile. Come accade per il virus dell’aviaria (H7N9), la trasmissibilità tra gli esseri umani sembra essere molto rara, per cui è verosimile che esista una specie animale che faccia da veicolo nel trasmettere il virus all’uomo.Potrebbe essere il dromedario a trasmettere all'uomo la nuova Sars, il coronavirus del Medio Oriente (Mers-CoV) che secondo l'ultimo bollettino Oms ha infettato 96 persone in tutto il mondo, causando 46 morti.

Gli anticorpi specifici della Mers sono stati trovati in tutti i campioni di siero prelevati da cinquanta dromedari in Oman, elemento che fa supporre che il virus circoli fra gli esemplari del Paese. Secondo Marion Koopmans dell’Istituto Bilthoven

la scoperta è stata una sorpresa perché finora erano stati i pipistrelli i primi sospettati del contagio. Tuttavia, considerato che la maggior parte delle persone difficilmente entra a contatto con i pipistrelli, è probabile che il virus raggiunga l’uomo attraverso un ospite intermedio.

Nella penisola arabica il dromedario viene allevato in maniera diffusa ed è plausibile che sia all’origine del contagio.

| Agi

Foto © Getty Images

 

sars dromedario

 

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9 agosto 2013 5 09 /08 /agosto /2013 21:41

Dopo la scoperta di documenti inediti, l’ex cancelliere Helmut Kohl ha confermato che, nel 1982, aveva un piano per ridurre drasticamente il numero di immigrati turchi che all’epoca vivevano in Germania.

Sì, lo ha detto, e sì, lo intendeva davvero. Dopo che Spiegel Online ha pubblicato nei giorni scorsi non sigillate e confidenziali documenti britannici che rivelano come nel 1982, il cancelliere tedesco Helmut Kohl mirasse a realizzare un piano radicale per ridurre il numero dei turchi in Germania del 50 per cento in quattro anni, l’ex leader ha difeso la sua politica.

“Al momento, (il piano di Kohl). . . faceva parte di un più ampio dibattito sulla politica di immigrazione “, ha detto il suo ufficio di Berlino in una dichiarazione. Dopo essersi consultato con Kohl, che ora è 83enne, l’ufficio ha anche riferito che i documenti britannici riflettono correttamente il punto di vista di Kohl al momento, ma ha evitato di divulgare altri dettagli.

“L’ex cancelliere non è disposto a fare ulteriori commenti sulla questione,” la dichiarazione finale.

Thomas Oppermann, presidente della commissione per i socialdemocratici di centro-sinistra, ha espresso preoccupazione: “Questa scuola di pensiero è stato influenzata dall’idea che gli immigrati e i rifugiati in Germania non erano altro che un problema”, ha commentato. In questi giorni, ha aggiunto, l’immigrazione è vista come un’opportunità”. Forse da lui e dal suo partito a caccia di voti.

Rappresentanti di comunità turca consistente della Germania, nel frattempo, hanno minimizzato l’informativa. Kenan Kolat, presidente della Comunità turca del paese, ha detto in una dichiarazione al quotidiano Berliner Zeitung che la “classe politica di oggi non penserebbe mai questo genere di cose. Questo è il progresso. ”

E si, questo è il ‘progresso’. Non c’è categoria in Europa, nella quale il trend della ‘involuzione’ qualitativa sia più evidente, di quella dei politici.

 

http://voxnews.info/2013/08/07/documenti-segreti-kohl-voleva-dimezzare-i-turchi-che-vivevano-in-germania/

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8 agosto 2013 4 08 /08 /agosto /2013 21:46

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Come non poter essere afflitto e schifato da notizie che giungono dalla politica, sempre più misere e che puntano, non al nostro interesse e solidarietà, ma verso chi non merita troppo spesso la più minima considerazione? Il comune che ha “investito” oltre 5 milioni di euro per dare alloggio agli zingari , è ora a caccia di tagli al bilancio. Le scuole di Torino continuano a subìre l’impatto dei tagli sui fondi destinati all’istruzione pubblica. Il Comune ha preso la decisione di tagliare il 65% dei finanziamenti per l’acquisto di prodotti igienici e detersivi.
Le scuole di ogni grado presenti sul territorio del comune dovranno dunque adattarsi a pulire le aule ed i servizi meno frequentemente. Nicola Puttilli, preside della scuola elementare Mazzini e presidente dell’associazione Andis, che unisce i dirigenti scolastici, ha dichiarato ai giornalisti: “Il Comune ha tagliato del 65 per cento il contributo che ogni anno stanziava per acquistare detersivi e altri prodotti. Ora ci tocca spiegare alle famiglie che le aule saranno pulite solo per un terzo dell’anno scolastico”.

Puttilli ha anche sottolineato: “Dai 5.200 euro che ci dava il Comune l’anno scorso, scenderà a 1.600. Ho sentito che i colleghi di altre scuole hanno ricevuto un taglio analogo. Così come in due anni c’è stata una riduzione del 30-40% delle risorse per le piccole manutenzioni”.

Mancano i soldi...così il sindaco  se la prende con quei “cattivoni” dei malati di Alzheimer. Decine di malati di Alzheimer. Persone che vivono da anni in residenze protette e ora, causa sperpero di denaro pubblico, saranno costretti a sloggiare, per andare dove non si sa. Altro taglio è l’eliminazione completa degli aiuti alle famiglie che non riescono a pagare l’affitto. Sempre che non siano “nomadi”.

Centinaia di anziani malati potevano, grazie ai contributi ora tagliati da Fassino, pagarsi la retta per l’accoglienza in residenze protette.

_MG_4562  campo-nomadi

L’assessore al welfare e alle politiche sociali della giunta Fassino, Elide Tisi, dà la colpa ai tagli imposti dall’alto, e all’onerosità delle strutture che accolgono i malati non autosufficienti. Ma quanto costa questa assistenza? Sorpresa: costa circa 5 milioni di euro. E allora, poche scuse, aveva la scelta: usare quei soldi per i Rom o per gli anziani torinesi malati di Alzheimer, avete fatto la vostra scelta. Prendetevene la responsabilità.

Zingari nelle case popolari, e anziani malati per strada. Fassinolandia.Questo comunicato è rivolto a tutti i lettori del blog, Onorevoli e Avvocati compresi.  Leggi tutto. . Il contenuto di questo articolo, pubblicato dalla "Fonte" - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea di pensiero di gek60, che rimane autonoma e indipendente.

Fonte

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8 agosto 2013 4 08 /08 /agosto /2013 21:38

Il governo entra in azione per contrastare la violenza sulle donne e il femminicidio. Dopo le statistiche allarmanti sul fenomeno il consiglio dei Ministri vara norme per inasprire le pene e forme di prevenzione a tutela delle donne. Via libera anche a misure contro le proteste violente anti-tav e sul contrasto alle infiltrazioni mafiose nell'Expo 2015.

"Avevamo promesso intervento duro a contrasto tutto ciò che va sotto nome femminicidio - ha commentato soddisfatto Enrico Letta dopo la riunione - la promessa ora è mantenuta". Il premier lancia un messaggio chiaro, di "fortissimo cambiamento radicale sul tema", un "segnale - ha spiegato - di lotta senza quartiere".

Le violenze potranno inanzitutto essere perseguite anche in assenza di querela, quindi anche solo in base a una segnalazione, magari da parte di vicini o conoscenti, che saranno tutelati dallo Stato. "Gli abusi contro i familiari avranno inoltre una corsia preferenziale nei tribunali", ha assicurato il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Le forze dell'ordine potranno inoltre allontanare da casa il coniuge violento, se c'è un rischio per l'integrità fisica della donna. viene assicurata una costante informazione alle parti offese in ordine allo svolgimento dei relativi procedimenti penali; viene estesa la possibilita' di acquisire testimonianze con modalita' protette allorquando la vittima sia una persona minorenne o maggiorenne che versa in uno stato di particolare vulnerabilita'; viene esteso ai delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi il ventaglio delle ipotesi di arresto in flagranza; si prevede che in presenza di gravi indizi di colpevolezza di violenza sulle persone o minaccia grave e di serio pericolo di reiterazione di tali condotte con gravi rischi per le persone, il Pubblico Ministero - su informazione della polizia giudiziaria - puo' richiedere al Giudice di irrogare un provvedimento inibitorio urgente, vietando all'indiziato la presenza nella casa familiare e di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa.   

Via libera a modifiche alla legge sullo stalking: il reato comprenderà anche le persecuzioni attraverso "strumenti informatici o telematici", telefoni e internet insomma, e arriva l'arresto obbligatorio per lo stalker colto sul fatto, come anche per i responsabili di maltrattamenti. Arresto facoltativo invece per chi viola il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittime. Nel decreto sono previste anche aggravanti per chi commette violenza sessuale nei confronti di donne incinte o disabili. Tutele anche per le donne straniere: tutte le norme sono a loro estese, anche se non sono in possesso di un permesso di soggiorno. Anzi le vittime che denunciano potrebbero ottenerlo. Infine, e' stabilito che i reati di maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi e di stalking siano inseriti tra i delitti per i quali la vittima e' ammessa al gratuito patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito. Cio' al fine di dare, su questo punto, compiuta attuazione alla Convenzione di Istanbul, recentemente ratificata, che impegna gli Stati firmatari a garantire alle vittime della violenza domestica il diritto all'assistenza legale gratuita. Sempre in attuazione della Convenzione di Istanbul, si prevede il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione (Tutela vittime straniere di violenza domestica, concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari come gia' previsto dall'articolo 18 del TU per le vittime di tratta). A completare il pacchetto, si e' provveduto a varare un nuovo piano straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari, a carattere trasversale, per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.               

Nel decreto del governo però si affrontano anche temi legati alla sicurezza e all'ordine pubblici. Pene più aspre per chi commette rapine a danno di anziani o in presenza di minori, stretta anche sui reati a danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione (un esempio: i furti di rame dalle linee ferroviarie). L'ultimo capitolo del testo è stato ribattezzato "No Tav", anche perchè la linea ad alta velocità viene esplicitamente citata: "Norme in materia di concorso delle Forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonché in materia di istituti di pena militari".

Il decreto infine stabilisce che tutto il controllo delle attività relative all'Expo di Milano sia monitorato dalla Direzione investigativa antimafia, per cercare di contrastare i tentativi della criminalità organizzata di inserirsi negli appalti e negli affari legati all'evento. Accelerato inoltre il Piano operativo nazionale per la sicurezza e lo sviluppo per garantire trasparenza nelle attività economiche specialmente al Sud.

E il governo non va in vacanza: prossimo consiglio dei ministri fissato per il 23 agosto, ha annunciato il premier Enrico Letta.

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7 agosto 2013 3 07 /08 /agosto /2013 21:46

Addio alla tassa sui telefonini

Passi in avanti verso l'abolizione della tassa governativa sui telefonini, il Governo è stato battuto in aula al Senato su un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord durante l'esame del Decreto del Fare. L'esecutivo ha espresso un parere contrario rispetto alla proposta di abolizione, mentre i relatori si sono rimessi al voto dell'Aula che ha deciso in modo favorevole. 143 sì, 118 senatori contrari e 10 che si sono astenuti.

 

Il Governo aveva opposto il suo parere contrario per problemi di copertura finanziaria che si creerebbero se gli oltre trenta milioni di utenti della telefonia mobile, da un giorno all'altro, non fossero più obbligati a pagare i 5,16 euro a testa mensili della concessione governativa. Il contributo, attualmente dovuto, diventa di 12,91 euro per le utenze professionali. "L'impegno ad abolire la tassa sui telefonini è una grande vittoria della Lega Nord", ha detto il senatore Jonny Crosio, uno degli estensori dell'ordine del giorno. Un passo ulteriore dunque, verso la possibilità di eliminare la tassa

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30 luglio 2013 2 30 /07 /luglio /2013 22:01

LA SABBIATURA DEI JEANS E’ LETALE PER GLI OPERAI DEL SETTORE TESSILE

Si tratta di una tecnica di sbiancamento del denim che viene effettuata con l’impiego di sostanze tossiche per la salute. Una delle conseguenze più gravi è provocata dall’utilizzo di polvere di biossido di silicio, che può essere facilmente inalata e portare alla comparsa della silicosi, un malattia polmonare che può essere mortale.Che la sabbiatura sia una pratica pericolosa per la salute dei lavoratori è noto da tempo. Eppure, nelle fabbriche tessili della Cina continua ad essere utilizzata. Secondo un recente rapporto, l’impiego di questa tecnica controversa rappresenta la norma in almeno 6 fabbriche di jeans della provincia di Guangdong, dove avviene la metà della produzione di jeans del pianeta.Il nuovo rapporto porta il titolo di “Breathless for blue jeans” ed è stato condotto da parte di Clean Clothes Campaign, War or Want e Hong Kong Liaison Office, e compilato sulla base di interviste rivolte agli operai che producono jeans per conto di marchi come H&M, Levi’s, Lee, Hollister e American Eagle.

 

LE FABBRICHE IMPIEGANO DI NORMA DUE METODI PER LO SBIANCAMENTO DEI JEANS MANUALE O MECCANICO

Il metodo manuale avviene tramite l’utilizzo da parte degli operai di pistole ad aria compressa, spesso in assenza di adeguata ventilazione. Ciò porta all’esposizione alla polvere di silicio, diretta sui tessuti tramite le pistole, che è causa sia della silicosi che del cancro ai polmoni, cui si accompagnano le ben note conseguenze mortali.Oltre alla pratica della sabbiatura, il rapporto ha rivelato alcuni dettagli sulla violazione dei diritti dei lavoratori, come l’eccessiva durata degli straordinari, ed irregolarità per quanto riguarda la libertà di associazione tra gli operai, i contratti  e l’impiego di immigrati nella manodopera, cioè di persone che non hanno altra scelta che mettere a rischio la propria salute per guadagnarsi da vivere. Si tratterebbe della norma per quanto riguarda alcuni dei marchi di jeans più noti al mondo.

 

IN ITALIA LA CAMPAGNA ABITI PULITI

da tempo lotta affinché le aziende della moda mettano sul mercato jeans che non siano sottoposti alla sabbiatura. E’ esattamente di due anni fa la notizia secondo cui Versace avrebbe annunciato il proprio stop alla sabbiatura dei jeans. Alcuni mesi dopo, Replay aveva lanciato una tecnica sostitutiva alla sabbiatura per sbiancare i jeans, basata sull’impiego di una tecnologia laser che non richiede il ricorso a polvere di silicio e che è stata definita ecologica per via del minore impiego di acqua.E’ necessario mettere completamente al bando la sabbiatura dei jeans per tutelare la salute dei lavoratori. I sostenitori della campagna contro la sabbiatura stanno sollecitando l’Unione Europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad agire in proposito. La sospensione dell’impiego della sabbiatura da parte dei singoli marchi non basta. Serve un’azione globale. Siamo davvero disposti a sopportare le gravi malattie e le morti che colpiscono gli operai del settore tessile soltanto in nome del desiderio di indossare un paio di jeans alla moda?
Secondo l’associazione Altroconsumo per produrre un Kg di cotone vengono impiegati 7.000 litri d’acqua, mentre la produzione mondiale del jeans ammonterebbe a 5 miliardi di capi. Prima della filatura il cotone viene trattato con la soda caustica, che permette un migliore fissaggio del colore, spruzzato in seguito: il caratteristico blu dei jeans deriva dall’indaco, che una volta si estraeva dalla pianta indigofera mentre oggi è una tintura completamente artificiale e molto inquinante. Le fasi da percorrere prima che i blu-jeans arrivino sullo scaffale sono numerose: innanzitutto il denim viene tagliato nei vari pezzi che compongono il pantalone, che poi verranno successivamente cuciti insieme. Si applicano le varie etichette e bottoni e si procede alla stiratura al rovescio che prepara il jeans alla fase successiva: il lavaggio. Questo passaggio è quello che definirà le caratteristiche del pantalone finale, ovvero se si tratterà di un denim più scuro o più chiaro, se avrà un effetto “scolorito” o “usato”: un lavaggio in lavatrice con la pietra pomice (detto “stone washing”) darà un aspetto “sbiancato” a causa dello sfregamento con le pietre, mentre per un effetto “usato” in alcune parti del pantalone, che devono apparire più “consumate”, si utilizzano varie tecniche come l’abrasione per mezzo di carta vetrata e spazzola, l’uso del laser o la sabbiatura (“sandblasting”). Quest’ultima è una tecnica che pone i maggiori problemi per la salute dei lavoratori in quanto la silice presente nella sabbia che viene spruzzata sui jeans, viene respirata dagli operai. La silice nei polmoni causa la silicosi, una malattia mortale in quanto non esistono cure. Nel luglio scorso Altroconsumo ha condotto un’inchiesta sulla produzione dei jeans evidenziando proprio il problema della pericolosità sabbiatura, che dal 2005 si stima abbia causato l’ammalarsi di 5.000 operai: il problema è emerso soprattutto in Turchia, che dal 2009 ha reso illegale la sabbiatura ma l’attività si è spostata in altri mercati (secondo l’associazione: Cina, India, Bangladesh, Pakistan e in parte nel Nord Africa). Anche in Italia si producono jeans con il sistema della sabbiatura ed il nostro paese sarebbe considerato “a basso rischio”: tuttavia, secondo Altroconsumo, solo poco più della metà dei brand presi in esame nell’inchiesta ha pubblicamente dichiarato di aver cessato o di voler cessare la sabbiatura. Gli esiti sorprendenti dell’inchiesta sono stati che i brand più economici come H&M, Zara, Jack & Jones, si sono rivelati quelli più responsabili da un punto di vista etico e ambientale, mentre marchi e firme anche molto costosi come Salsa, Diesel, Boss Orange, Wrangler, Lee Jeans, Armani, Cavalli, Versace, Dolce&Gabbana non hanno consentito l’accesso alle fabbriche per verificare le condizioni dei lavoratori e non hanno rilasciato informazioni sui metodi di produzione dei capi (tra i marchi del lusso si distingue Gucci che ha l’intera filiera in Italia con processi responsabili). Risale al 2012, invece, l’inchiesta condotta dall’organizzazione “Abiti puliti”, che ha riscontrato come il business della sabbiatura si sia effettivamente spostato in paesi extra-Ue, come Bangladesh e Cina, che non hanno, a differenza dell’Unione europea, una regolamentazione sulla sabbiatura. Abiti Puliti ha rilevato nel Bangladesh una forte carenza di conoscenza, tra i lavoratori, dei rischi della sabbiatura e la difficoltà delle aziende di perpetuare i controlli necessari. L’inchiesta è stata svolta in 7 fabbriche bengalesi da cui provengono i jeans dei seguenti brand: H&M, Levi’s, C&A, D&G, Esprit, Lee, Zara e Diesel. In tutte le fabbriche l’associazione ha rilevato l’attività della sabbiatura (“svolta di notte, per non dare nell’occhio”), carenze nei dispositivi di sicurezza e, dalle interviste ai lavoratori, anche una certa rarità nelle ispezioni. Questo metodo è dunque ancora ampiamente utilizzato dove i controlli sono più elastici, a danno di lavoratori spesso inconsapevoli degli enormi rischi che stanno correndo. L’impegno delle aziende nell’abolire la sabbiatura è ammirevole ma è evidente come mettere in pratica controlli e regolamentazioni efficienti sia molto più difficile rispetto alla diffusione dei comunicati stampa.

*Marta Albè

>Fonte<

Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

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25 luglio 2013 4 25 /07 /luglio /2013 21:57

Direttamente dai notiziari russi: successivamente alle esercitazioni lampo svoltesi dopo il bombardamento israeliano contro i missili di fabbricazione russa dislocati in Siria, Vladimir Putin ha richiesto che i bombardieri strategici entrino in uno stato di allerta al combattimento totale


Come già riferito, la stampa allineata ufficiale ha praticamente ignorato il fatto che i Russi abbiano radunato oltre 160.000 uomini insieme a navi da guerra, caccia e bombardieri strategici. Solo i servizi stampa russi stanno di fatto descrivendo l’intero avvenimento.

Dal bombardamento israeliano dei missili russi, all’esercitazione lampo ed alla richiesta che le forze armate russe entrino in stato di allerta al combattimento totale, sembra che solo RT abbia analizzato la situazione e stia seguendo le fonti militari per capire cosa accada. La stampa ufficiale è troppo indaffarata per occuparsi dei fermenti di un possibile conflitto mondiale.

La rivelazione, condivisa con la CNN e riferita da Israeli National News, proveniva in origine da una fonte anonima dell’intelligence interna all’esercito USA ed indicava che ci fosse Israele dietro all’attacco portato ai missili di fabbricazione russa dislocati sul suolo siriano e suggeriva che questa fosse la motivazione alla base delle esercitazioni lampo russe (presupponendo che i Russi avessero scoperto la cosa per primi).

Se poi aggiungiamo a questo mix di tensioni fra potenze mondiali anche la questione Edward Snowden, è tutta benzina sul fuoco di una bufera diplomatica. La fuga di intelligence poi, indicante che è stata Israele a far saltar per aria i missili russi, dopo aver sostenuto che fossero una minaccia per la nazione… ed ecco che abbiamo una reale miccia che rischia di accendere una guerra mondiale.

Un estratto – riportato dalla RIA Novosti – tratto da un articolo russo della versione inglese del sito web .RU, recita:

«La base aerea russa nella regione di Amur, sede dei bombardieri strategici con testate atomiche Tu-95MS è stata posta nello stato di allerta al combattimento totale nel contesto della massiccia esercitazione lampo dell’Eastern Military District. Questo quanto riferito domenica dall’ufficio stampa del Ministero della Difesa… L’esercitazione, che coinvolge 160.000 uomini in servizio, circa 1.000 veicoli armati, 130 velivoli e 70 navi da guerra della Flotta del Pacifico, è stata ordinata venerdì sera da Vladimir Putin».

Che la cosa sfoci o meno in un conflitto – e di certo ci si augura di no perché Israele contro la Russia è in assoluto la tempesta perfetta per scatenare la prossima guerra mondiale ed una possibile armageddon nucleare – l’aver ammassato oltre 160.000 truppe ed i bombardieri strategici con l’ordine di mettersi in stato di allerta è una notizia come minimo degna di nota. Ma non per la stampa allineata degli Stati Uniti [ed europea, ndt].


Fonte >  StoryLeak (Anthony Gucciardi)

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25 luglio 2013 4 25 /07 /luglio /2013 21:50

 

 Il Comando della forza congiunta alleata a Napoli (Jfc Naples) è tenuto ufficialmente in «standby», ossia pronto in qualsiasi momento a entrare in guerra.

Ha ricevuto dal Comandante supremo alleato in Europa (che è sempre un generale statunitense nominato dal Presidente) l'incarico di mantenere in massima efficienza la Forza di risposta Nato - composta da unità terrestri, aeree e navali tecnologicamente più avanzate - in grado di effettuare entro 48 ore «qualsiasi missione in qualsiasi luogo».

Il nuovo quartier generale del Jfc Naples a Lago Patria, costruito per uno staff di oltre 2mila militari ed espandibile per «la futura crescita della Nato», è in piena attività. Stanno arrivando membri aggiuntivi dello staff da tutti i paesi Nato, per una serie di esercitazioni che permettono al Jfc Naples di essere «pronto a operazioni militari come la Unified Protector», la guerra del 2011 contro la Libia. Oggi, nel mirino del Jfc Naples, c'è la Siria. Contro cui la Nato, senza apparire ufficialmente, conduce attraverso forze infiltrate una operazione militare coperta, che da un momento all'altro può divenire scoperta imponendo una «no-fly zone», come fu fatto con la Libia. Avamposto dell'operazione militare contro la Siria è la Turchia, dove la Nato ha oltre venti basi aeree, navali e di spionaggio elettronico. A queste si aggiunge ora uno dei più importanti comandi Nato: il Landcom, responsabile di tutte le forze terrestri dei 28 paesi membri, attivato a Izmir (Smirne). Lo spostamento del comando delle forze terrestri dall'Europa alla Turchia - a ridosso del Medio Oriente (in particolare Siria e Iran) e del Caspio - indica che, nei piani Usa/Nato, si prevede l'impiego anche di forze terrestri, soprattutto europee, in quest'area di primaria importanza strategica. Lo conferma il fatto che il generale Usa Philip Breedlove, da poco nominato dal presidente Obama comandante supremo alleato in Europa, si è recato in luglio a Izmir per accelerare i tempi in cui il Landcom raggiungerà la «piena capacità operativa». Subito dopo, il generale Usa Frederick Hodges, responsabile del comando di Izmir, si è recato a Napoli per coordinare l'attività del Landcom con quella del Jfc Naples. Qui è stato accolto dall'ammiraglio Usa Bruce Clingan, che è allo stesso tempo comandante della Forza congiunta alleata a Napoli, delle Forze navali Usa in Europa e delle Forze navali del Comando Africa. Un gioco strategico delle tre carte, che permette al Pentagono di mantenere sempre il comando: ad esempio, nel 2011 esso ha diretto la guerra alla Libia prima attraverso il Comando Africa, quindi il Jfc Naples, appoggiati dalle forze navali Usa in Europa. E l'Europa? Essa è importante per gli Usa geograficamente, ha chiarito il Comandante supremo alleato a una commissione congressuale: le basi in Europa non sono residui «bastioni della guerra fredda», ma «basi operative avanzate» che permettono agli Usa di sostenere sia il Comando Africa che il Comando centrale nella cui area rientra il Medio Oriente.

Sono quindi essenziali per «la sicurezza del 21° secolo», garantita da una «potente e capace alleanza» diretta dagli Usa, che possiede «24mila aerei da combattimento, 800 navi militari oceaniche, 50 aerei radar Awacs». Una alleanza (questo non lo dice) la cui spesa militare ammonta a oltre 1000 miliardi di dollari annui. Per mantenere sempre pronti alla guerra i comandi, come quello di Napoli, città con un numero record di disoccupati, tenuti in «standby» nella vana attesa di un posto di lavoro.


di Manlio Dinucci
Fonte: Il Manifesto

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