Il Corpo dei Marines è parte integrante dell'identità nazionale americana; esso esisteva ancor prima della nascita degli Stati Uniti (4 luglio 1776) e ne ha fatto la storia.
I Marines non sono forze per operazioni speciali, ma unità regolari con alle spalle un duro addestramento, che li rende particolarmente versatili e temibili. Sono i primi a rispondere a eventuali minacce agli interessi degli Stati Uniti all'estero, intervenendo con prontezza e professionalità. Nel mondo godono di un'indiscutibile fama. Possono essere temuti o rispettati, ma poche persone possono dire di non conoscere i Marines degli Stati Uniti. Sono un simbolo americano, un po' come il baseball, e probabilmente solo la bandiera a stelle e strisce è più riconoscibile di un Marine in uniforme.
Le loro missioni consistono nel proteggere e liberare cittadini americani, fornire assistenza in caso di calamità naturali e dare inizio all'invasione di uno stato per liberarlo da una tirannia. Altri compiti comprendono la protezione delle ambasciate e del personale diplomatico, il trasporto via elicottero del Presidente (il nome del'elicottero è proprio "Marine One") e la sorveglianza di depositi militari.
I Marines dispongono di sette unità di intervento rapido, le MEU (Marine Expeditionary Unit) che possono intervenire rapidamente in ogni angolo "caldo" del mondo; questo garantisce al Presidente degli Stati Uniti una capacità militare di cui disporre nel luogo e nel momento giusto.
Ciò che fa di un Marine un'arma micidiale non è la dotazione tecnologica, o il proprio fucile, ma l'ethos del Corpo. I Marines hanno una particolare disposizione d'animo, un ethos veramente unico, formato dai tanti valori condivisi, dalle esperienze comuni, e non ultimo dal fatto che il Corpo è come una grande famiglia: essi si considerano fratelli e sorelle, perchè tutti hanno dovuto superare le stesse prove e selezioni, ufficiali compresi, e condividono un'eredità comune.
Breve storia del Corpo
I Marines nacquero dalla necessità di avere una fanteria da sbarco sul modello inglese dei Royal Marines. Il Corpo fu creato a Philadelphia, in una locanda chiamata "Tun Tavern". Le prime cento reclute, volontarie, compirono la loro prima azione di guerra, comandate dal Capitano Samuel Nicholas, nel 1776, conquistando un forte britannico. Da questi esordi ebbero origine le tradizioni che hanno reso il Corpo dei Marines quello che tutti noi conosciamo.
Nel 1803 più di 400 Marines combatterono nel Mediterraneo per sgominare i pirati di Algeria, Tunisia, Marocco e Tripolitania, che si impadronivano delle navi da carico europee e americane. Questa guerra contro i pirati fu la prima operazione militare americana all'estero, e ispirò le parole "spiagge di Tripoli" contenute nell'inno del Corpo.
Durante la guerra con il Messico, nel 1847, venne impiegato un corpo di spedizione composto da 300 Marines, che effettuarono uno sbarco a Vera Cruz, impiegando per la prima volta nella storia mezzi da sbarco appositamente costruiti.
A settembre dello stesso anno soldati dell'esercito e Marines riportarono una grande vittoria presso Chapultepec, nota anche con il nome di "Sale di Montezuma". Si dice che la striscia verticale scarlatta sui pantaloni dell'uniforme dei Marines sia nata a ricordo del sangue versato in questa guerra.
Prima della Grande Guerra, il Corpo dei Marines aveva poco più di 13.000 uomini, ma con l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti il Corpo crebbe in maniera esponenziale, raggiungendo i 75.000 effettivi. La maggior parte degli storici è concorde nell'affermare che i Marines nella Prima Guerra Mondiale si comportarono in modo più capace e aggressivo delle altre truppe, in virtù dell'addestramento e dell'indottrinamento che avevano ricevuto.
Fu durante la Seconda Guerra Mondiale che il Corpo dei Marines poté farsi onore combattendo sanguinose battaglie per conquistare le isole dei Giapponesi nel Pacifico e sacrificandosi per fermare il nemico e permettere all'Esercito e alla Marina di mettersi in salvo. La battaglia di Iwo Jima offrì al mondo l'immagine più famosa della guerra: l'innalzamento della bandiera americana sul monte Suribachi, il 23 febbraio 1945. Il Segretario della Marina, James Forrestall, che assistette all'evento, pronunciò queste parole:
"Questo alzabandiera garantisce l'esistenza del Corpo dei Marines per i prossimi cinquecento anni."
A ricordo dell'episodio c'è un grande monumento a Rosslyn, in Virginia. L'Ammiraglio Nimitz, il 16 marzo, aggiunse una frase che divenne famosa:
"Tra gli uomini che combatterono a Iwo Jima, un valore non comune fu una comune virtù."
Metro per metro, i Marines ripulirono l'intera isola, scrivendo pagine indimenticabili della storia americana.
Nel dopoguerra i Marines vennero impiegati in numerose missioni, dalla Corea al Vietnam. Furono sempre i primi nella lotta e i primi a muoversi, sempre pronti ed efficienti. Più volte la sopravvivenza del Corpo fu messa in discussione, per motivi di bilancio, o perché si pensava che non sarebbero stati in grado di affrontare le sfide del nuovo secolo. I fatti dimostrarono il contrario: i Marines si fecero onore nella Guerra del Golfo, e intervennero con grande efficacia in Somalia, in Bosnia e dovunque occorresse portare aiuto alle popolazioni o ci fossero interessi americani in gioco. I Marines sono stati sempre tra i primi a combattere per gli Stati Uniti, dalla loro nascita a oggi, e rimarranno anche in futuro le principali truppe d'assalto dell'America.
Diventare un Marine
L'addestramento di un Marine si divide in varie fasi, della durata complessiva di circa tre mesi.
Nella fase 1, che dura circa 3 settimane, le reclute vengono sottoposte ad addestramenti fisici intensivi, con percorsi di guerra, e frequentano corsi teorici su vari argomenti di natura militare, tra cui la storia del Corpo.
L'addestramento al combattimento inizia nella fase 2, che dura 6 settimane per gli uomini e 7 per le donne. In questa fase c'è l'addestramento al tiro, in cui le reclute devono dimostrare grande dimestichezza e precisione col fucile M16, e inizia un addestramento in acqua, in cui si impara a stare a galla e nuotare con tutto l'equipaggiamento indosso: fucile, uniforme e zaino. Si arriva poi all'addestramento tattico, che comprende tecniche di combattimento di vario tipo, in modo che un Marine sappia sempre controllare l'uso della forza.
La fase 3 è la più attesa. Dura 2 settimane, e comprende perfezionamenti ed esami finali. Al termine c'è la cerimonia dell'emblema, in cui gli istruttori premiano le reclute con il distintivo del Corpo: l'aquila, il globo e l'ancora. Il giorno dopo c'è la parata e la cerimonia in onore dei nuovi Marines, che sfilano davanti alle famiglie e agli amici. Dopo una breve licenza, l'addestramento prosegue nella Scuola di Fanteria di Camp Lejeune, con lezioni sull'uso delle armi pesanti, sulle tattiche d'assalto e di sabotaggio, sull'impiego delle piccole unità. Ogni Marine, (compresi piloti, cuochi e medici), deve completare questo addestramento al termine del quale ognuno sceglie la propria MOS (Military Occupational Specially), che determina la sfera di competenza entro la quale il Marine sarà ulteriormente addestrato e poi impiegato.
La musica dei Marines
La musica è una componente importante del Corpo dei Marines. Una banda musicale esisteva già nel 1800, ma fu l'arrivo del grande compositore e musicista John Philip Sousa a trasformarne radicalmente il modo di suonare. Sotto la sua direzione la banda riscosse enormi successi in tutto il mondo. Sousa compose famose marce come Semper Fidelis (1888 ), Washington Post March (1889), e la popolare Stars and Stripes Forever (1897).
La banda dei Marines è oggi la banda personale del Presidente degli Stati Uniti, e spesso suona in cerimonie ufficiali e alla Casa Bianca.
Non è facile risalire all'origine della melodia dell'inno dei Marines. Sousa scrisse che la musica era ripresa da un'opera del musicista Jacques Offenbach (1819-1880), la "Genevieve de Brabant", presentata a Parigi il 19 novembre 1859.
Ogni campagna dei Marines ha dato origine, in modo più o meno diretto, ad alcuni versi dell'inno, come le "spiagge di Tripoli" o le "Sale di Montezuma".
In origine il quarto verso recitava "on the land as on the sea"; il sergente H.L. Tallman, osservatore nel Marine Corps Aviation, veterano della Prima Guerra Mondiale, propose di cambiare il verso aggiungendo la componente aerea, ma fu solo il 21 Novembre 1942 che il verso fu cambiato in "In air, on land, and sea".
L'inno dei Marines è stato cantato e suonato in ogni angolo della Terra e oggi è riconosciuto come una delle più ragguardevoli canzoni militari.
Inno del Corpo
From the Halls of Montezuma
To the Shores of Tripoli
We fight our country's battles
In air, on land, and sea.
First to fight for right and freedom
And to keep our honor clean
We are proud to claim the title
Of United States Marine.
Our flag's unfurled to every breeze
From dawn to setting sun
We have fought in every clime and place
Where we could take a gun.
In the snow of far-off Northern lands
And in sunny tropic scenes
You will find us always on the job
The United States Marines.
Here's health to you and to our Corps
Which we are proud to serve
In many a strife we've fought for life
And never lost our nerve.
If the Army and the Navy
Ever look on Heaven's scenes
They will find the streets are guarded
By United States Marines.
Il motto del Corpo
Il motto dei Marines, "Semper Fidelis", come molti altri motti americani, è in latino; spesso è abbreviato in "Semper Fi".
La fedeltà di un Marine è verso Dio, la Patria, la Famiglia e il Corpo.
L'emblema del Corpo
La storia dell'emblema del Corpo dei Marines è collegata alla storia del Corpo stesso. L'emblema deriva dal primo simbolo dei Marines Continentali del 1775, e si ispira a quello dei Royal Marines britannici. L'emblema attuale, così come lo conosciamo, è nato nel 1868. Prima di questa data si sono susseguiti molteplici simboli e distintivi diversi. Nel 1776 il simbolo consisteva in un'ancora d'argento, che è ancora parte dell'attuale emblema. Varie modifiche vennero apportate nel 1798, nel 1821 e nel 1824. Nel 1868 il Generale Jacob Zeilin ideò un emblema che rappresentava il ruolo del Corpo. Approvato nel Novembre dello stesso anno, l'emblema suggerito è giunto con poche modifiche fino a oggi. È composto da un globo che raffigura l'emisfero Ovest attraversato da un'ancora, e sormontato da un'aquila ad ali spiegate.
Il globo simboleggia l'impiego in ogni parte del mondo.
L'aquila scelta per l'emblema è un'aquila con cresta, una specie diffusa in tutto il pianeta; si sottolinea così ancora una volta l'impiego su scala mondiale dei Marines (l'aquila simbolo degli Stati Uniti, raffigurata sui sigilli, è invece un'aquila di mare dalla testa bianca, una specie prettamente americana).
L'ancora, infine, rappresenta la natura anfibia delle missioni dei Marines.
I soprannomi dei Marines
- "Leathernecks" - Il nomignolo più conosciuto ha origine antiche; si riferisce a un colletto di cuoio, parte dell'uniforme dei Marines dal 1775 al 1875. La banda di cuoio attorno al collo doveva aiutare i Marines a mantenere una corretta e nobile postura della testa.
- "Devil Dogs" - Nella battaglia della Foresta di Belleau, nel 1918, i Tedeschi si accorsero a proprie spese dell'abilità dei Marines nel combattimento. I Marines combatterono in una foresta apparentemente impenetrabile, conquistando territori nemici, dimostrando un eccezionale coraggio, e guadagnandosi così il nomignolo tedesco di "teufelhunden", che si riferisce a leggendari cani da combattimento con poteri soprannaturali.
- "Jarhead" - Un termine decisamente slang, utilizzato ancora oggi ma che risale alla Seconda Guerra Mondiale; era utilizzato dai marinai che ironizzavano sulla somiglianza dell'alto colletto dell'uniforme blu dei Marines con una "mason jar", cioè un contenitore di vetro cilindrico con il tappo sigillato, che si può tradurre come "lattina".