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11 settembre 2018 2 11 /09 /settembre /2018 21:30

I truffatori sono sempre alla ricerca di brave persone, pronte a collaborare con chi crede nel giusto. Soprattutto quando ci sono i soldi nel mirino e anche questa volta, dei truffatori hanno come loro obiettivo, i vostri soldi.

Questa volta, i truffatori si spacciano per commissari della polizia postale di Roma, i quali forniscono dati e nominativi falsi per dimostrare che sono veri poliziotti (ovviamente tutto ben fatto), che hanno visualizzato sulla vostra VISA, MASTERCARD, POSTEPAY, dei movimenti sospetti o strani e hanno ritenuto giusto avvisarvi che hanno rubato già 10 euro dal vostro credito, quindi di controllare nel vostro credito, se quanto detto sia vero. I truffatori sanno già i vostri dati, compreso il numero iban e le vostre generalità.

A questo punto, vi posso dire che la vostra carta, essendo già stata clonata, ha un solo blocco, di poter spendere un importo minimo senza una autorizzazione con un codice della banca vostra per l' appunto, tramite un messaggio che ha una durata limitata. Sopra un determinato importo, serve un codice per poter spendere di più.

Come possono i truffatori, ingannarvi facilmente?

Innanzitutto facendovi controllare anche da altre fonti vostre che quei 10 euro, siano realmente mancanti dal vostro conto.

Una volta appurato, vi sentirete in dovere di seguire alla lettera quanto il finto commissario vi dirà.

 

Vi dirà che sul vostro telefono vi manderà un sms che dovrete aprire per continuare una pratica del rimborso delle 10 euro. Questo sms sarà la sua possibilità di usare al 100% la vostra carta con qualsiasi acquisto il truffatore voglia fare in un lasso di tempo molto beve.

Quando aprirete quel sms, il truffatore potrà entrare nel vostro conto e rubarvi tutto. Ovviamente non spenderà altre parole, una volta aperto quel sms e voi, non avrete capito cosa sia successo e che cosa sia capitato.

Come evitare anche questa truffa?

Non seguendo le indicazioni del finto commissario e per precauzione vostra, di recarvi  presso la più vicina polizia postale che avete nella vostra zona di residenza.

Di comunicarlo presso il sito della polizia postale condividere sempre queste truffe in modo che tutti quanti siano informati delle ultime truffe a danno del persone.

Questa truffa mi è stata segnalata da un mio amico che ha avuto questa brutta esperienza. La Posta, ha già provveduto a risarcire della soma persa il suo cliente, dimostrando di essere presente con serietà e puntiglio. Fortunatamente, sappiamo che anche le altre banche, forniscono un ottimo supporto in questi casi di truffa.

 

il conte rovescio

 

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25 luglio 2018 3 25 /07 /luglio /2018 17:05

Le farfalline degli alimenti sono una brutta piaga da debellare, una volta insinuate nel vostro appartamento, diventano il vostro tormento perenne. Le ritroverete nel muro, negli angoli, vedrete bozzoli appesi dovunque e...i vermi cammineranno sui muri, a proprio agio, nella ricerca di qualche angolo per...trasformarsi in farfalline. 

Si tratta in effetti delle cosiddette farfalline o tarme del cibo, ovvero una specie di lepidotteri le cui larve si nutrono di alcuni cibi che vengono conservati nelle dispense di ogni casa come farina, pasta, riso, legumi, semi, funghi secchi, cioccolata e altri prodotti. Le tignole sono invisibili e quando appaiono significa che è già tardi e il cibo contaminato è da buttare. 

Il primo segnale d’allarme è la formazione di un sottile elemento filamentoso, simile alle ragnatele, che è il segno evidente della presenza delle farfalline tra i nostri barattoli dello zucchero, farina o simili.

Consumare velocemente tutto il cibo aperto, però, non è sempre la soluzione giusta. Per questo è bene seguire qualche piccola "dritta" per assicurare l’igiene e la pulizia di tutti gli spazi della dispensa.  Dal punto di vista igienico-sanitario le conseguenze negative delle infestazioni possono essere rilevanti, consistendo ad esempio in fenomeni irritativi o allergici (per contatto, inalazione, ingestione) a carico di addetti alla lavorazione e allo stoccaggio delle derrate infestate, o anche a carico dei consumatori. Le larve possono arrecare danni anche ai materiali di confezionamento e agli imballaggi, perforandoli con l’apparato boccale per raggiungere il substrato alimentare o al contrario per allontanarsene, quando abbiano raggiunto la maturità.

 

La prima cosa da fare, non solo quando trovi degli ospiti indesiderati nella tua dispensa come le tarme del cibo, è quello di dare periodicamente una bella ripulita al tutto, senza esitazioni, evitando di gettare i rifiuti in casa, ma liberandosene completamente. Strofina, quindi, le mensole e i contenitori degli alimenti con un panno imbevuto di aceto bianco. Aggiungi, per una maggiore protezione, qualche goccia di olio essenziale di menta, citronella o eucalipto, a seconda delle preferenze. Infine può aiutarti un prodotto pensato apposta per questo tipo di situazioni: Vape Antitarme Alimentare o simili, meno cari.  Le tarme del cibo proliferano nell’umidità, perciò tenere tutto asciutto è un aspetto importante per liberarsi delle tarme.

Metodi naturali di difesa contro le farfalline (o tarme) del cibo 
Corri, quindi, ai ripari, adottando un metodo naturale per tenerle a distanza. Il primo rimedio consiste nel riporre nella dispensa, insieme al cibo, un’arancia con chiodi di garofano. È molto semplice da preparare e va sostituita molto spesso, anche se non è sempre possibile da allestire quando, ad esempio in estate, le arance non si trovano. Anche l’alloro, con il suo odore molto intenso, si rivela un ottimo repellente e, se predisposto in piccoli mazzetti da tenere nelle credenze e nei cassetti, allontana efficacemente le farfalline. Un’unica accortezza, però, è di scegliere foglie sempre fresche: quelle secche non hanno alcun effetto su questi fastidiosi insetti. 



Quando fai scorta al supermercato di cibi secchi, mettili sempre in un sacchetto di plastica, che terrai nel congelatore il tempo necessario (generalmente una settimana) per uccidere le eventuali uova. 

  • Strofina tutto con l’aceto. Un modo sicuro per disinfettare lo spazio e tenere lontane le tarme è passare su tutte le superfici con dell’aceto di vino. Se non vuoi pulire tutta la dispensa, dovresti almeno strofinare le zone infestate da tarme o larve. Pulisci con l’aceto anche tutti i contenitori infestati. Alcuni oli essenziali, come gli oli di menta piperita, citronella, eucalipto e dell’albero del tè, possono rinforzare l’effetto. Aggiungi alcune gocce a uno spruzzino pieno di aceto e bagna le superfici prima di strofinarle.
  • Piazza delle trappole adesive. Usa del nastro biadesivo per attaccare il lato non adesivo di una trappola sulla parete interna della dispensa.
    Le infestazioni abbondanti possono richiedere più di una trappola.
    La colla delle trappole contiene feromoni che attireranno le tarme e altri insetti. I maschi delle tarme voleranno vicino alla colla, rimarranno intrappolati e moriranno. Come risultato, la riproduzione sarà fortemente ridotta.
    Rimuovi la carta protettiva dalla trappola per esporre il lato adesivo. Se non vuoi usare del nastro biadesivo, puoi realizzare una scatola o un anello con la trappola piegandola e facendo aderire i bordi. Potrai poi appendere questa scatola con un gancio.
    Le trappole adesive funzioneranno per 4-6 settimane, ma potresti doverle cambiare se saranno coperte di tarme morte prima dell’esaurimento della loro efficacia. alternative naturali, possono essere alternative:
  • Aceto
  • limone
  • arancia
  • chiodi di garofano
  • alloro
  • da inserire a piacimento ovunque volete, a quanto pare le farfalline,non hanno molto apprezzamento per queste fragranze.
  • e se alla fine di tutto ancora svolazzeranno in casa.... guardate il video
  •  
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4 luglio 2018 3 04 /07 /luglio /2018 21:54

grandinata a torino 7 luglio

Da anni, a Torino non si verificava una grandinata degna di questo nome, perlomeno, intendo in piena città. Un piccolo video a dimostrazione. Decine di segnalazioni giungono dalla città, speriamo che i danni siano minimi e che nessuno, abbia avuto danni fisici.Nella zona Lingotto, la grandine continua a cadere da aoltre 20 minuti, una intensa attività elettrica ha preceduto questo evento.

 

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18 giugno 2018 1 18 /06 /giugno /2018 22:38

La piccola aliena del pianeta 1p36 - Copertina

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli alieni esistono. Non è tuttavia questa la notizia più eclatante, quanto quella che sono in mezzo a noi già da molto tempo e non ce ne siamo accorti. Ne sa qualcosa Roberta Zoli, madre di Francesca, una bambina affetta da sindrome da delezione 1p36, una rara anomalia cromosomica contraddistinta dalla mancanza di materiale genetico in una precisa regione del cromosoma 1. Nella favola “La piccola aliena del pianeta 1p36”, Roberta ha raccontato la sua esperienza di mamma di una piccola colpita da questa patologia.

Francesca è nata circa due anni e mezzo fa e, fin da subito, ha dovuto sperimentare i cocenti sintomi di quella che è una condizione genetica molto rara e altamente invalidante, con un ampio ventaglio di manifestazioni sintomatiche che rendono praticamente unico ogni paziente. “A circa 8 ore di vita, Francesca ha avuto una cianosi ed è stata trasportata in ambulanza verso un ospedale più grande”, racconta la madre in una recente intervista, pubblicata su Redattore sociale. “Poi, nei 15 giorni di terapia intensiva, sono saltati fuori altri problemi”. Durante il ricovero, infatti, è emersa la presenza di alcuni difetti cardiaci congeniti, sia interatriali che interventricolari. Inoltre, il particolare taglio degli occhi della piccola, collegato al sintomo cianosi, ha spinto i medici ad intraprendere indagini genetiche mirate. I bambini colpiti da questa patologia sono, infatti, accomunati da specifiche caratteristiche fisiche che li portano ad assomigliarsi tra di loro, quali capo di dimensioni ridotte, fronte prominente, fontanella anteriore grande, occhi infossati, orecchie ruotate posteriormente, asimmetriche e a basso impianto, e naso schiacciato e largo, con ponte nasale largo e piatto. Oltre a ciò, questi bambini possono andare incontro a problemi di crescita che includono brachidattilia, arti corti e ipotonia congenita diffusa. La debolezza muscolare si traduce in difficoltà a gattonare, camminare o anche ad alimentarsi.

La sindrome da delezione 1p36 è una malattia genetica legata alla delezione eterozigote parziale della parte distale del braccio corto del cromosoma 1, e proprio la mancanza di questa microscopica parte di cromosoma ha effetti devastanti sullo sviluppo dell'organismo: oltre a quanto già descritto, i bambini manifestano gravi ritardi comportamentali con enormi difficoltà e carenze di linguaggio, nonché una serie di problemi intellettivi legati alle eventuali malformazioni del cervello. “A circa un mese di vita, sono apparse le prime crisi epilettiche, che io mi ostinavo a scambiare per attacchi di singhiozzi, e da lì un continuo di ricoveri”, ricorda Roberta. “Poi, a 4 mesi, abbiamo scoperto che Francesca soffriva anche di sordità bilaterale grave”

La prima e diretta conseguenza della sindrome da delezione 1p36 è l'isolamento dei soggetti affetti, e Roberta ricorda proprio come Francesca vivesse senza piangere o sorridere, incapace di rispondere agli stimoli esterni, distante da tutti coloro che la circondavano, come una 'piccola aliena'. Da qui, a Roberta è nata dapprima l'idea di un blog, in cui raccontare, giorno dopo giorno, le gioie e le sofferenze vissute insieme a Francesca, e, successivamente, quella di scrivere per sua figlia una favola, dedicata a tutti i fratelli, genitori ed educatori che, quotidianamente, sono a fianco dei bambini che lottano contro gravi malattie e disabilità. Forte della collaborazione dell'illustratrice Vania Bellosi e del sostegno di Tarcisio Levorato, dell'Associazione Epilessia Emilia Romagna, Roberta ha trovato nella scrittura una valvola di sfogo potentissima che le ha permesso anche di mettersi al servizio degli altri, raccogliendo fondi per la ricerca sull'epilessia e, contemporaneamente, sensibilizzando tutti coloro che non conoscono la sindrome da delezione 1p36 ma devono interagire ogni giorno con i bambini che ne sono affetti.

La conoscenza dei sintomi è fondamentale dal momento che, una volta posto il sospetto clinico di malattia, la presenza della sindrome si può confermare nell'ambito dei test di genetica medica post-natale, ricorrendo all'analisi cromosomica con metodiche come la FISH o l'Array-CGH, una tecnica ad alta risoluzione utilizzata per la diagnosi di anomalie cromosomiche quantitative in forma di delezioni o duplicazioni. Invece, laddove ci sia una familiarità per la patologia, è possibile eseguire le analisi di genetica pre-natale sui villi coriali, analisi in grado di accertare la presenza di eventuali anomalie cromosomiche e strutturali: in tal caso è comunque raccomandabile affidarsi al consulto di un genetista, che informi i genitori sulle probabilità di rischio.

E' essenziale, infatti, che la sindrome da delezione 1p36 possa essere riconosciuta presto, e che i bambini possano subito avere accesso a un percorso di riabilitazione mirato che permetta loro di migliorare lo sviluppo sul piano motorio e cognitivo. Trattandosi di una patologia multisistemica, è fondamentale il contributo di esperti di più settori, dai cardiologi agli oculisti, dai neurologi fino agli otorinolaringoiatri, per garantire un percorso solido che consenta al paziente di raggiungere l'età adulta, nonostante la necessità di assistenza quotidiana a vita.

Purtroppo, Francesca non ce l'ha fatta. Le complicazioni della malattia, a meno di 3 anni dalla nascita, hanno riportato la 'piccola aliena' sul pianeta da cui proveniva, lasciando mamma, papà e fratellino nel dolore per la scomparsa di una creatura che, seppur chiusa nel suo guscio, è stata capace di regalare emozioni uniche e straordinarie a tutta la famiglia, compresa la zia, Laura Pausini, che ha dedicato a lei, e alla sua coraggiosissima mamma, parole tenere e ricche di affetto.

La piccola, nipote di Laura Pausini, è recentemente scomparsa a causa della sindrome da delezione 1p36, una condizione così rara e complessa che ogni paziente è da considerarsi come 'un mondo a parte'

fonte

 

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30 maggio 2018 3 30 /05 /maggio /2018 22:05
Origine e propagazione del tuono e fulmine

Il filosofo greco Aristotele, nel III secolo a.C., attribuì il rumore del tuono ad una collisione tra nuvole. Questa, però, era soltanto un’ipotesi primitiva! Oggi sappiamo, infatti, che il rumore del tuono è conseguenza della violenta e rapidissima espansione dell’aria causata dal fulmine. Il fulmine causa un forte aumento di pressione e temperatura che a sua volta provoca la rapida espansione del canale ionizzato prodotto dal fulmine stesso: l'espansione dell'aria produce infine un'onda d'urto che si manifesta col rumore del tuono.

Nel canale d’aria lungo il quale corrono le scintille del fulmine, la temperatura, sia pure per pochi istanti, raggiunge circa i 28.000 gradi centigradi. Questo enorme aumento di temperatura provoca l’espansione dell’aria, e quindi il rumore che sentiamo.

 

Se paragoniamo la velocità della luce con quella del suono, le differenze sono notevoli. La luce viaggia a 300.000 km/s, mentre il suono ha una velocità molto più bassa, circa 340 m/s. La luce indotta dal fulmine, ovviamente, si muove alla velocità della luce e di conseguenza il lampo viene visto istantaneamente, anche se il temporale risulta molto distante dal nostro punto di osservazione.

L’onda acustica viaggia in media alla velocità di 1km ogni 3 secondi circa. La differenza di velocità tra la luce e il suono ci permette approssimativamente di valutare i chilometri che intercorrono tra noi e il centro del temporale. Dividendo per tre il numero dei secondi che intercorrono tra il lampo e il tuono, il risultato sarà la distanza (in chilometri) presente tra il nostro punto di osservazione e la zona dove è caduto il fulmine.

Il fulmine per propagarsi nell’aria, usa un canale ionizzato che può essere lungo anche diversi chilometri. Il tuono non è altro che l’onda d’urto generatasi all’ interno di questo canale, dove si raggiungono temperature elevatissime.

L’osservatore al suolo, di conseguenza, sentirà prima l’onda d’urto originata dalla parte del canale a lui più vicina e poi quella che si origina più distante. Ne consegue un rumore molto prolungato, dovuto alla velocità di propagazione non troppo elevata da parte del suono. Se il suono avesse una velocità paragonabile a quella della luce, l’osservatore a terra sentirebbe un colpo unico, in quanto tutte le onde d’urto originatesi nel canale arriverebbero a lui contemporaneamente.

 

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10 aprile 2018 2 10 /04 /aprile /2018 22:25

Elon Musk: un uomo e il suo sogno su un umanità completamente diversa da quella che conosciamo.E non solo sul pianeta Terra. Non è certo la prima volta che Musk immagina un futuro distopico. Lo scorso luglio aveva affermato che tutti “dovrebbero essere preoccupati” dall'intelligenza artificiale. E che le macchine evolute potrebbero mettere a rischio l'esistenza del genere umano: “Io continuo a suonare l'allarme, ma non ci saranno reazioni fino a che i robot non scenderanno in strada e uccideranno le persone”. Un'opinione che aveva generato una zuffa social con Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook aveva bollato le frasi di Musk come “negative e irresponsabili”.

E Mr Tesla aveva risposto con la consueta umiltà, dicendo che il collega “aveva una comprensione dell'argomento limitata” (salvo poi beccarsi più o meno la stessa frecciata da Rodney Brooks, il fondatore del Computer Science and Artificial Intelligence Lab del Mit).  Non avendo princìpi, non serve (e forse non sarebbe corretto dire) che l'intelligenza artificiale sia “malvagia”. Semplicemente, dice Musk, “se avesse un obiettivo e l'umanità fosse un ostacolo, l'AI la distruggerebbe senza nemmeno pensarci. Senza rancore”, dice Musk.

Per l'imprenditore, non si tratta di uno scenario remoto. Anzi. Per l'avvenire sembra non sembra sperare nel meglio ma nel meno peggio: “Il futuro meno spaventoso che riesco a immaginare – ha affermato - è quello in cui abbiamo almeno un'intelligenza artificiale democratizzata. Perché se una società o un piccolo gruppo di persone riuscisse a sviluppare una super-intelligenza digitale divina, potrebbe conquistare il mondo”.  Per quanto riguarda lo spazio invece,fondata nel 2002, la missione di SpaceX è di consentire agli esseri umani di diventare una civiltà spaziale e una specie multi-pianeta costruendo una città autosufficiente su Marte. Nel 2008, SpaceX Falcon 1 è diventato il primo veicolo di lancio a combustibile liquido sviluppato in orbita attorno alla Terra. In seguito a tale traguardo, la NASA ha assegnato a SpaceX contratti per il trasporto di merci e equipaggio alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Leader globale nei servizi di lancio commerciale, SpaceX è il primo fornitore commerciale a lanciare e recuperare un'astronave dall'orbita, collegare un veicolo spaziale commerciale all'ISS e atterrare con successo un razzo di classe orbitale.Spaziando lo sviluppo di razzi e veicoli spaziali completamente e rapidamente riusabili, SpaceX riduce drasticamente il costo di accesso allo spazio, il primo passo per rendere la vita su Marte una realtà nella nostra vita. Elon è anche co-fondatore, CEO e product architect di Tesla, che produce auto elettriche, batterie giganti e prodotti solari. È co-fondatore e presidente di OpenAI, una società di ricerca senza scopo di lucro che lavora per costruire un'intelligenza artificiale sicura e garantire che i benefici dell'IA siano distribuiti il ​​più possibile e in modo uniforme.

Curiosity Rover (dedicata alle esplorazioni su Marte), Open AI(intelligenza artificiale), Neuroskeptic  (neuroscienze) rientrano tutte nella dieta social del miliardario. Simpatica How things work, che svela il funzionamento di molti oggetti  e procedure che plasmano la nostra vita quotidiana, mentre Atlas Obscura è più orientata – ci risiamo – verso la scienza.  Ci sono, naturalmente le sue compagnie più famose (Space X e Tesla), ma anche The Boring company,  gioco di parole tra l’aggettivo boring e il verbo to bore. Curiosamente, il profilo è davvero “noioso”, tanto da non aver pubblicato alcun tweet. Con questa società Musk, però, si occupa di trovare modi per rendere dieci volte più economica la realizzazione di tunnel sotterranei, visti come la soluzione ai problemi di traffico urbano. Non potevano mancare la Nasa, la Stazione spaziale internazionale e un paio di siti di videogiochi e coding.

Un uomo che vuole scrivere una parte nel futuro dell' umanità, senza dubbio e senza troppe chiacchere. Finora ha dato un segno tangibile delle sue opere e sono sicuro che il suo nome, nel giro di pochi anni sarà discusso ovunque.

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23 febbraio 2018 5 23 /02 /febbraio /2018 23:16

 Il fenomeno del ''gelicidio'' - termine usato per definire la formazione del gelo - si verifica a causa della differenza di temperatura dell'aria rispetto a quella del suolo: se quest'ultima è più bassa durante le precipitazioni la pioggia gela e dà origine alla formazione del sottile strato di ghiaccio trasparente fortemente scivoloso, estremamente insidiosa soprattutto per la circolazione stradale: si tratta di un fenomeno non sempre facile da riconoscersi. Il gelicidio causa forti danni anche alla vegetazione. Il gelicidio, spiega ilmeteo.it, è causato dalla pioggia sovraffusa, cioè gocce d'acqua che rimangono allo stato liquido anche a temperature inferiori inferiori allo zero. Occorre anche che ci sia un brusco raffreddamento della colonna d'aria negli strati bassi dell'atmosfera. 



La perdita di calore del suolo è più frequente nelle giornate serene, ma in condizioni di nuvolosità è un fenomeno che si verifica quando la temperatura dell'aria e di +1 e quella del suolo -1 gradi centigradi. Una differenza di appena due gradi di temperatura tra l'aria e il suolo che è sufficiente a creare il gelicidio. La parola deriva dal latino "gelicidium", composto di gelu "gelo" e cadere "cadere", spiega la Treccani. L'acqua piovana si congela rapidamente a contatto con gli oggetti colpiti e li riveste di uno strato di ghiaccio limpido, di grande impatto visivo ma molto dannoso per la vegetazione. Si tratta di un fenomeno non particolarmente frequente, che però può diventare molto pericoloso per la circolazione: sugli alberi e sulle strade si viene a creare uno strato di ghiaccio liscio e molto scivoloso, trasparente e omogeneo. Accade prevalentemente di notte ed è più facilmente riscontrabile nelle zone di pianura

 

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10 gennaio 2014 5 10 /01 /gennaio /2014 23:03

Pubblichiamo alcuni stralci dei messaggi dell’entità che chiameremo A., canalizzata in un gruppo che segue il suo insegnamento da vent’anni, il cui compito è aiutarci nel cammino di evoluzione spirituale.
Trascrizione di Carlo Biagi

(Novembre 2003). Ogni uomo deve scrivere la sua storia sulla sua strada: e la storia deve comprendere la vita che ha vissuto sulla terra, le prove che ha superato, i dolori, le speranze, le gioie. E poi vi è una vita dello spirito, una vita che serve per accrescere la vostra e la nostra evoluzione.

In tutto questo tempo ho sempre cercato di rispondere alle vostre domande, tutte relative ai soldi, al sesso, al successo, all’amore, al lavoro, alla salute e alla vita. Ma non ho mai sentito da voi domande o azioni dettate dall’anima, dalla spiritualità. Cosa avete fatto in tutto questo tempo per la vostra anima? Avete cercato la Luce? Avete cercato la fede? Avete fatto digiuno e preghiere? Vi siete rivolti a Dio e alla Luce nel momento che stavate soffrendo dicendo: “Grazie Signore per ciò che tu mi hai fatto, per ciò che tu mi hai mandato, per ciò che tu mi fai vivere. Sia fatta, o Signore, la tua volontà e non la mia”. Avete fatto questo? Questa è la domanda che ci hanno rivolto i Saggi, coloro che governano tutti gli universi.

Io rivolgo a voi questa domanda: “Avete capito qual è la vostra strada oppure volevate solo i valori della terra? Fate un rapporto: quante volte avete mangiato il cibo? E quante volte avete digiunato? Quante volte avete cercato o siete fuggiti dalla solitudine e quindi siete andati con gli amici a divertirvi, a ridere, a scherza e quante volte siete rimasti soli con voi stessi e avete pregato? Cosa avete donato a chi non ha? Avete liberato le vostre case dal superfluo?

I nostri insegnamenti mirano a questo. Non importa se un uomo o una donna vi hanno lasciato, ciò che importa è come voi avete vissuto questo abbandono, se lo avete perdonato, se lo avete capito, se lo avete portato dentro di voi, oppure lo avete vissuto come si vive nel dolore e non nella gioia.

Provate a chiedervi cosa avete cambiato dentro di voi. Quanti pellegrinaggi avete fatto? Viaggiare può significare entrare in un tempio o in una chiesa, camminare su una montagna, fermarsi, pregare e cercare di vincere i propri dubbi che si hanno dentro. Questo vuole dire VigRX scrivere la vostra storia sulla vostra strada, questo significa avere fede. E non conta la famiglia, i figli, i soldi, tutto questo non conta niente. Potreste andare a vivere sotto i ponti ed essere felici, ma voi siete pronti a questo? Accettereste questa prova con amore? Con il sorriso sulle labbra e dicendo: “Maestro, se questo è ciò che vuoi io sono qui”.

Provate a rispondere a queste domande e poi, se i nostri insegnamenti hanno toccato il vostro cuore, cercate di armonizzare la vostra vita con i nostri insegnamenti. Perché non conta essere soli o in compagnia, vivere soli o avere una famiglia, essere in pace con se stessi o essere in guerra. Ciò che conta è la forza, la fede e la positività che avete dentro. Quante volte ho sentito: “Maestro, io non ho la forza di abbandonare questa situazione, cosa devo fare? La risposta è semplice: “Se avessi fede, taglieresti i legami che hai e te ne andresti felice da solo o da sola verso gli altri con amore. E tutto ciò che succederà vorrà dire che è nella e sulla tua strada“.

Essere ricchi o poveri, sani o malati, sofferenti o felici non conta, ciò che conta è camminare sulla propria strada e per far questo bisogna uccidere dentro le pulsioni della terra. Il che non vuole dire non viverle ma semplicemente ubbidire a se stessi e alla strada che ciascuno ha scelto, al motivo per il quale siete scesi sulla terra.

Ecco, questa è la vita. Se non spendete il vostro tempo per la vostra anima, tutto è inutile, il vostro tempo risulta inutile.
Vi è stata data una mente, una razionalità, una emozione. E allora chiedetevi: “A cosa servono queste esperienze?” Servono per farvi capire. “Ma io perché sono qui? Cosa devo capire? Cosa mi deve dare questa persona, questa situazione? Soldi? Sesso? Successo? La famiglia? Sono queste le cose? In tutto questo lo spirito non c’è e allora che cosa mi deve dare?” Se alla fine risponderete nulla, abbandonate questa situazione o questa persona e andate verso altri lidi.

E quando vi trovate di fronte ad un ostacolo che vi sembra insormontabile e non sapete come superarlo, provate a pregare, andate in mezzo alla natura come facevano e fanno tutti i grandi illuminati e la natura vi darà la risposta e vi concederà e vi darà la forza per continuare a vivere e camminare sulla strada del Maestro”.

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3 luglio 2013 3 03 /07 /luglio /2013 21:39

Wojtyla santo entro l’anno, si congregazione a miracolo

La riunione plenaria di cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei santi ha approvato il secondo miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla, secondo quanto ha appreso l’ANSA, sarà dunque santo con tutta probabilità entro l’anno e la cerimonia di canonizzazione potrebbe tenersi a dicembre.Il sito specializzato Vaticaninsider ipotizza che i due Pontefici siano canonizzati insieme. "La data piu' probabile per la cerimonia durante la quale Roncalli e Wojtyla potrebbero venire canonizzati sarebbe - scrive - il prossimo dicembre, subito dopo la conclusione dell'Anno della Fede, dato che l'iniziale ipotesi di ottobre sembra sempre meno realizzabile per mancanza di tempo e problemi organizzativi". Il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, dopo la decisione presa questa mattina, aggiunge il sito, "incontrera' Francesco e nel giro di qualche giorno la notizia dei due Papi santi potrebbe essere definitivamente ufficializzata". Però cari amici, parliamo sempre del nostro papa Giovanni XXIII e ci dimentichiamo quasi di chi sia invece il ''papa buono'', quindi vorrei rimembrare la sua vita:

Nell’aria c’era già l’odore dell’estate, ma il giorno era triste. Quel 3 giugno 1963 una luce si spegneva nel mondo: il “Papa buono” era morto. Calde lacrime solcavano il viso delle tante persone che appresero in quei momenti la notizia della sua scomparsa. Nel suo breve ma intenso pontificato, durato poco meno di cinque anni, Papa Giovanni era riuscito a farsi amare dal mondo intero, che adesso ne piangeva la perdita.

    

 

 

 

 Ma già subito dopo la sua morte incominciava il fervore della devozione popolare, che doveva avvolgere la sua figura di una precoce quanto indiscussa aureola di santità, e prendeva avvio il processo di beatificazione: un lavoro ciclopico, durato ben 34 anni, con l’avvicendarsi di diversi Postulatori e montagne di documenti da vagliare prima di pronunciarsi sulla sua eroicità. (…)Il 12 ottobre 1958 Angelo Roncalli era partito alla volta di Roma per partecipare insieme agli altri cardinali al conclave, ma non immaginava assolutamente di essere eletto Papa. Il suo desiderio era sempre stato quello di essere un pastore di anime, modesto e semplice come un parroco di campagna.
Era nato a Sotto il Monte, piccolo borgo del bergamasco, il 25 novembre 1881, figlio di poveri mezzadri che lo battezzarono il giorno stesso della sua nascita nella locale Chiesa di S. Maria; la stessa dove, divenuto prete, avrebbe celebrato la sua prima Messa, il 15 agosto 1905, festa dell’Assunzione.
Angelino era molto intelligente e terminò le scuole in un lampo, tanto che in seminario era il più giovane della sua classe. A 19 anni aveva completato i corsi, ma per la legge ecclesiastica non poteva essere ordinato sacerdote prima dei 24 anni, così fu mandato a Roma per laurearsi alla Gregoriana.
Divenuto prete, rimase per quindici anni a Bergamo, come segretario del vescovo e insegnante al seminario. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu chiamato alle armi come cappellano militare. Nel 1921 Roncalli è a Roma e, successivamente, viene inviato in Bulgaria e in Turchia come visitatore apostolico: iniziava così la sua carriera diplomatica. Nominato Nunzio a Parigi nel 1944, diventa Patriarca di Venezia nel 1953.
Un’esistenza piuttosto appartata, senza fatti eclatanti, fino all’elezione al soglio di Pietro. Aveva allora 77 anni ed aveva già fatto testamento. Intendeva essere sepolto a Venezia e si era fatto costruire la tomba, nella cripta di S. Marco. Era naturale che ritenesse ormai imminente il suo commiato dal mondo. L’anno prima, 1957, aveva scritto infatti nel suo diario: “O Signore, siamo a sera. Anni settantasei in corso. Grande dono del Padre celeste la vita. Tre quarti dei miei contemporanei sono passati all’altra riva. Dunque anch’io mi debbo tener preparato al grande momento…”. Ma le vie del Signore sono sovente imprevedibili. Il 28 ottobre 1958 l’allora cardinale e patriarca di Venezia salì al soglio pontificio, come successore di Pio XII, e molti ne restarono sorpresi. Un vecchio avrebbe dovuto reggere la Chiesa? I giornali presto ci ricamarono su perché veniva da una famiglia di contadini. “Il papa contadino”, cominciarono a chiamarlo. Ma Roncalli aveva ben chiara la propria missione da compiere.
“Vocabor Johannes…”. Mi chiamerò Giovanni, esordì appena eletto. Era il primo punto fermo del suo pontificato. Un nome che era già tutto un programma. E non si smentì.
Nel 1959, un anno soltanto dopo la sua elezione, “tremando un poco di commozione, ma insieme con umile risolutezza di proposito”, come disse ai cardinali riuniti, annunciò il Concilio Vaticano II. Un evento epocale, destinato a cambiare il volto della Chiesa, a segnare un netto spartiacque nella storia della cristianità.
(…) Fu il leit-motiv della sua vita e del suo pontificato. Dopo la S. Messa, nulla era per lui più importante del Rosario. Ogni giorno lo recitava per intero, meditando su ogni mistero. “Sono entusiasta – egli diceva - di questa devozione, soprattutto quando è capita ed appresa bene. Il vero Rosario è il cosiddetto Rosario meditato. Questo supplisce a molte altre forme di vita spirituale. È meditazione, supplicazione, canto ed insieme incantesimo delle anime. Quanta dolcezza e quanta forza in questa preghiera!”.
Mons. Loris Capovilla, suo segretario e fedele custode di memorie, ha detto che Papa Giovanni “durante tutta la sua esistenza si comportò con Maria di Nazareth come un figlio con la madre, uno di quei figli che un tempo davano del lei o del voi alla propria genitrice, manifestando amore dilatato dalla venerazione e rispetto alimentato dall’entusiasmo”.
Una venerazione tenera e forte, delicata e incrollabile, in cui possiamo vedere racchiuso il segreto della sua santità.
Durante il suo pontificato fu pubblicato su “L’Osservatore Romano” un suo “Piccolo saggio di devoti pensieri distribuiti per ogni decina del Rosario, con riferimento alla triplice accentuazione: mistero, riflessione ed intenzione”: in una scrittura limpida e chiara c’è il succo delle riflessioni che egli veniva maturando nella personale preghiera del S. Rosario. “Nell’atto che ripetiamo le Avemarie, quanto è bello contemplare il campo che germina, la messe che s’innalza…”, diceva con efficace metafora presa da quel mondo contadino a lui così familiare. “Ciascuno avverte nei singoli misteri l’opportuno e buon insegnamento per sé, in ordine alla propria santificazione e alle condizioni in cui vive”.
Papa Giovanni auspicava che il Rosario venisse recitato ogni sera in casa, nelle famiglie riunite, in ogni luogo della terra. Ma quanti oggi si radunano per fare questo? Il vento gelido della secolarizzazione ha finito per spazzare via questa antica consuetudine. Le case assomigliano oggi a isole di solitudine e incomunicabilità e se ci si riunisce è per celebrare i rituali del “caminetto” televisivo che mescola con la stessa indifferenza massacri etnici e telequiz, futilità e orrori.
(…)Il suo paese natale da oltre un trentennio è meta incessante di pellegrinaggi. Lo si era immaginato come un papa di transizione, che sarebbe passato in fretta, presto dimenticato, ma non è stato così. Per un disegno provvidenziale di Dio la giovinezza della Chiesa si è realizzata attraverso l’opera di un vecchio. Fu veramente un dono inatteso del Cielo.
Attento ai segni dei tempi, Papa Giovanni promosse l’ecumenismo e la pace. Uomo del dialogo e della viva carità, fece sentire a tutti gli uomini, anche ai non cattolici e ai lontani, l’amicizia di Dio. La sua spiritualità, delicata e robusta al tempo stesso, aveva, come abbiamo visto, le sue radici in Maria. A Lei sempre si rivolgeva, in Lei confidava. Non si staccava mai da Lei, né mai si macerava nel dubbio: la sua fede era limpida e sorgiva, riposava in Maria, attraverso il Rosario.
Anche il miracolo, la guarigione “clinicamente inspiegabile” di una suora malata di cancro, grazie a cui è ora elevato alla gloria degli altari, si è realizzato nel segno di Maria. Suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità, era affetta da un tumore allo stomaco che l’aveva ridotta in fin di vita. Papa Giovanni era morto da soli tre anni e la suorina con le consorelle l’aveva pregato a lungo, con grande insistenza e fiducia. Quel giorno, era il 25 maggio 1966, il “Papa buono” le apparve e le disse di non temere, perché sarebbe stata guarita, aggiungendo: “Me l’avete strappato dal cuore questo miracolo”.
Prima di scomparire però le fece una grande raccomandazione: di pregare sempre il rosario. Era il suo chiodo fisso durante la vita, era il segreto della sua santità nell’alba eterna che non conosce tramonto.
Il Martirologium Romanum pone la data di culto al 3 giugno, mentre le diocesi di Bergamo e Milano celebrano la memoria del Beato Giovanni XXIII per la Chiesa locale in data 11 ottobre, anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II avvenuta l'11 ottobre 1962.

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15 aprile 2013 1 15 /04 /aprile /2013 21:12

I PALAZZINARI CINESI SI STANNO DANDO DA FARE IN AFRICA

Nova Cidade de Kalimba è una moderna città africana costruita da investitori cinesi in Angola e composta da circa 750 edifici di otto piani.Nei progetti degli investitori, la città doveva raccogliere circa 500 mila abitanti, ma un inquietante filmato mostra come la selvaggia urbanizzazione cinese rischia di creare la prima “città fantasma” dell’Africa.Il costo dell’operazione si aggira sui 2,5 miliardi di euro, ma si tratta solo di una frazione del fiume di denaro che la Cina sta investendo in Africa. A questo punto, la domanda è semplice: perchè i cinesi sono così interessati al territorio africano?Costruita alla periferia di Luanda, la capitale angolana, Nova Cidade de Kalimba, oltre ai 750 blocchi di appartamenti, conta una dozzina di scuole e più di 100 locali commerciali, ma non ci sono abitanti! Come mai? Pare che il prezzo di un appartamento si aggiri sui 90 mila euro, una cifra esorbitante rispetto al magro reddito medio della popolazione locale che ancora vive nelle baraccopoli.Nonostante l’enorme quantità di appartamento invenduti, Nova Cidade de Kalimba è solo una delle tante città “fantasma” che la Cina sta costruendo in tutto l’Angola e in tutto il continente africano. Negli ultimi dieci anni, la Cina ha pompato miliardi di euro, e il trend non mostra il minimo segno di rallentamento.

 

COME RIPORTA IL DAILY MAIL NUMEROSE CHINATOWN STANNO NASCENDO IN TUTTA L’AFRICA

dalla Nigeria alla Guinea equatoriale, nel Ciad, nel Sudan, ma anche in Zambia, Zimbawe e Mozambico. Insomma, la Cina considera il continente nero un investimento cruciale per il futuro, stringendo una vera e propria morsa sul continente dal sapore “neocoloniale” che in futuro potrebbe fare dell’Africa un continente satellite. “I cinesi sono dappertutto”, dice Trevor Ncube, un importante uomo d’affari africano con interessi editoriali di tutto il continente. “Se in passato gli inglesi sono stati i nostri maestri, oggi i cinesi hanno preso il loro posto”.A questo punto, è lecito chiedersi se le misteriose città fantasma siano destinate realmente agli africani. Secondo gli analisti internazionali, ormai non è più mistero che i governanti cinesi considerino l’Africa come l’unica soluzione ai problemi di sovrappopolazione e alla imminente scarsità di risorse di risorse naturali.

 

 

I CINESI RAPPRESENTANO UN QUINTO DELLA POPOLAZIONE TERRESTRE E HANNO FAME DI CIBO

terra e energia. Negli ultimi dieci anni, il consumo di petrolio è aumentato di 35 volte e le importazioni di acciaio, rame e alluminio divorano circa l’80% delle forniture mondiali.La popolazione cinese si è praticamente triplicata negli ultimi cinquant’anni, passando da 500 milioni di individui a 1,3 miliardi. E’ per questo motivo che il governo di Pechino ha lanciato il programma politico “Una sola Cina in Africa”, una sorta di lotteria nazionale per lasciare il paese e stabilirsi in un nuovo continente.Nella disattenzione totale di tutto il mondo, l’incredibile cifra di 750 mila cinesi si è già trasferita in Africa negli ultimi dieci anni. La strategia è stata accuratamente messa a punto dai funzionari cinesi, i quali hanno stimato che la Cina ha la necessità di inviare in Africa 300 milioni di persone per risolvere i problemi di sovrappopolazione e inquinamento.

 

 

 

china-africaLA BANDIERA ROSSA CINESE AVANZA

L’avanzata cinese sembra inarrestabile: ambasciate e nuove rotte commerciali si stanno aprendo tra i due paesi, mentre la nuova elìte cinese stanziatasi in Africa comincia a farsi notare in tutto il mondo, acquistando oggetti preziosi nelle boutique, guidando le loro esclusive BMW e Mercedes e mandando i loro figli in esclusive scuole private.Le pessime strade africane sono sempre più ingombre di automezzi cinesi che riempiono i mercati africani di prodotti a basso costo. Gli indumenti venduti nei mercati del continente ormai riportano quasi sempre la scritta “Made in China”.Migliaia di chilometri di ferrovie sono state costruite dai cinesi per il trasporto di miliardi di tonnellate di legname tagliato illegalmente: foreste incontaminate sono state distrutte per coprire il fabbisogno di legname della Cina che equivale al 70% di tutta la produzione Africana. Inoltre, il territori è stato sventrato per l’estrazione di diamanti e oro.Le gigantesche miniere cinesi sono piene di “schiavi” africani che estraggono i preziosi minerali a meno di 1 dollaro al giorno. In Angola, il governo ha deciso che il 70 per cento dei lavori pubblici deve andare alle imprese cinesi, la maggior parte delle quali non impiega personale angolano.Ma la colonizzazione non è solo economica, ma anche culturale: numerosi centri culturali finanziati dallo Stato Cinese, denominati “Istituto Confucio”, stanno sorgendo in tutta l’Africa, con lo scopo di insegnare alla popolazione locale come fare affari in lingua e stile mandarino e cantonese.Inoltre, esclusivi ristoranti che servono solo cibo cinese, e dove non sono ammessi i neri, stanno sorgendo in ogni angolo del continente.

 

UN PREZZO SALATISSIMO PER L’AFRICA

Vi è un aspetto sinistro di questa invasione cinese, un prezzo troppo alto da pagare per la popolazione africana. La Cina ha interesse, tra l’altro, a fomentare le guerre civili tra le popolazioni africane, vendendo così milioni di dollari di armi prodotte dalle aziende cinesi.Naturalmente, tutto questo avviene in collaborazione con i corrotti leader africani, i quali, dopo aver ottenuto l’indipendenza dalle potenze coloniali dei bianchi, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania, sono felici di fare affari con la Cina per un semplice scopo: i soldi!Se i governi democratici dell’occidente sembrano molto più insistenti nel chiedere all’Africa le riforme democratiche e la necessità di più “trasparenza” nell’uso del denaro (termini diplomatici per evitare che i dittatori intaschino i milioni destinati alla popolazione), i cinesi sono molto più rilassati rispetto alla questione, decidendo di chiedere un occhio, a volte anche tutti e due, rispetto al reale utilizzo dei soldi da parte dei governi africani.Il comportamento della Cina non fa altro che alimentare il cancro della corruzione.

 

 

PAZIENZA SE SI ALIMENTA LA POVERTA’

in un continente che conta ben 800 milioni di persone che vivono in condizioni estreme di miseria.Ma i cinesi sono sprezzanti di tali critiche. Per essi, secondo il loro spirito pragmatico da locuste, l’Africa è solo una risorsa da sfruttare finchè dura, e non un luogo dove garantire i diritti umani. Non a caso, questo atteggiamento è accolto con grande favore da parte dei dittatori africani.Ma quello di cui hanno bisogno gli abitanti di questo meraviglioso continente, dove emersero i primi ominidi dalla Great Rift Valley, è un disperato bisogno di progresso e i cinesi non sono qui per questo. Sono qui per rapinare un paese ricco di spazio e di risorse naturali.Quando finirà la predazione? Finchè Pechino ne troverà vantaggio: i cinesi non si fermeranno fino a quando in Africa non ci saranno più minerali o petrolio da estrarre. Dopo secoli di dolore, guerra e fame, l’Africa meriterebbe decisamente di meglio.

 

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