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12 gennaio 2020 7 12 /01 /gennaio /2020 23:03

Brasile, e ora ci addentriamo nella foresta pluviale più grande del mondo: l’Amazzonia. Arriviamo in una zona dove la vegetazione si dirada abbastanza da permetterci di osservare attentamente i dintorni, e davanti a noi vedo un ramo che fa proprio al caso nostro. Mi sono assicurato di portare un bel pezzo di carne fresca e sanguinolenta, e ora, amici, vi chiedo di aiutarmi a legarlo a quel ramo. Non sono sicuro che funzionerà come esca, ma la protagonista di questa puntata è sicuramente abituata a consumare pasti del genere. Presto, nascondiamoci tra la vegetazione! C’è qualcosa nel cielo e si sta avvicinando a grande velocità: è un uccello. Un gigantesco uccello.

 

In quei pochi secondi che gli servono per coprire la distanza che lo separa dalla carne, ci rendiamo davvero conto delle dimensioni di questo animale: le sue ali sono enormi, e una grande testa ricoperta di piume grigie termina in un becco acuminato pronto a lacerare e dilaniare. È quasi arrivato, ecco che sfodera i suoi artigli impressionanti e li affonda nell’esca, mangiando avidamente dopo aver ripiegato le ali.  vi presento uno dei più grandi rapaci al mondo: l’aquila arpia.

arpia2
Già, questo impressionante uccello prende il nome dai mostri della mitologia greco-romana che avevano teste di donna su un corpo d’aquila. Tuttavia, l’arpia che abbiamo davanti (Harpia harpyja) è senza dubbio un uccello da preda al 100%. Ora che possiamo osservarla in tranquillità mentre è concentrata sul suo pasto, notiamo che la sua colorazione è tra il nero e il marrone sul dorso, mentre le zampe, il ventre e la superficie inferiore delle ali sono prevalentemente bianchi. La testa, invece, è di un grigio tendente al metallizzato. Come abbiamo già potuto notare, le dimensioni di questo rapace lasciano ammutoliti: le femmine di aquila arpia possono raggiungere un peso di circa dieci chili (i maschi, invece, sono molto più piccoli, solitamente la metà rispetto alle partner), imponendosi così come credibili aspiranti al trono di “più grande tra le aquile”, che si contendono con l’aquila di Papua (Harpyospis novaeguineae) e l’aquila di mare di Steller (Haliaeetus pelagicus). Per quanto riguarda l’apertura alare, invece, l’arpia è sicuramente inferiore alle due rivali, ma non per caso: questo uccello vive in un ambiente costituito da fitte foreste tropicali, dove ali troppo lunghe sarebbero esposte al rischio di urti e fratture. Ciononostante, l’arpia vanta comunque un’apertura alare di tutto rispetto, che può tranquillamente superare i due metri.

 

Il suo becco è piuttosto corto rispetto a quello di altri suoi cugini rapaci, ma comunque in grado di strappare brandelli di carne dalle prede. In ogni caso, la vera arma letale dell’arpia sono i suoi artigli. Sono tre per zampa, lunghi fino a 15 cm, e ricordano molto quelli dei dromeosauridi che abbiamo incontrato molto tempo fa in Jurassic Week. L’aquila li usa per afferrare saldamente le sue prede, solitamente scimmie di vario tipo e bradipi, e sollevarle in aria grazie alla straordinaria forza delle sue zampe: se volesse, questo uccello potrebbe tranquillamente alzarsi in volo stringendo nella sua morsa un bambino di cinque anni.
L’aquila arpia è, almeno teoricamente, diffusa dal Messico al nord dell’Argentina, e regna nei cieli delle foreste pluviali. Dico teoricamente perché questo uccello è sempre più raro allo stato brado, per via della sistematica distruzione del suo habitat che viene trasformato in terreni agricoli o di pascolo: questo processo, che ha portato alla sua quasi completa estinzione in America centrale, minaccia l’arpia anche in Brasile, dove la popolazione di aquile si è drasticamente ridotta anche a causa della caccia indiscriminata; è perciò fondamentale supportare attivamente i progetti di conservazione in atto per impedire che questo straordinario animale scompaia dai cieli dell’America Latina.

Le Arpie: la storia

È in effetti questo il compito affidato da Zeus alle due arpie, Aella e Ocipete, quale parte della punizione da lui inflitta al re della Tracia Fineo, reo di svelare troppo di ciò che scopriva grazie al suo dono della profezia. Dopo averlo accecato, il padre degli dei lo confinò su un'isola fornendogli un ricco banchetto al quale, tuttavia, non poteva accedere. Ogni volta che vi si avvicinava, infatti, le arpie giungevano dal cielo a portargli via il cibo dalle mani e defecare su quanto si lasciavano dietro.

Al tormento posero fine gli Argonauti guidati da Giasone, più precisamente Zete e Calaide, figli di Boreo, il vento del nord, e come tali in grado di volare. Essi inseguirono le arpie e le misero in fuga senza però far loro del male, nel rispetto di una richiesta di Iris.

Come la dea aveva promesso, le arpie non tornarono più a infastidire il re indovino, che per riconoscenza rivelò a Giasone il sistema per attraversare le terribili rocce semoventi del Bosforo.

Un avaso decorato e due illustrazioni di un'arpia
foto: alcune illustrazioni di una Arpia e un antico vaso decorato.


Fuggite nelle isole Strofadi, le arpie, a cui nel frattempo si era in qualche modo aggiunta una terza sorella, Celeno, ebbero poi modo di incontrare Enea, che aveva fatto tappa lì nel corso del suo viaggio verso l'Italia.

Privo di alleati volanti, l'eroe troiano non ebbe modo di difendersi dalle creature, che misero lui e i suoi in fuga, non prima di aver profetizzato che nel corso del loro viaggio avrebbero sofferto la fame al punto da dover mangiare le loro stesse mense (una minaccia non poi così terribile se si considera che le mense erano focacce di farro essiccate usate a mo' di piatto).

Delle arpie si trovano tracce anche in letteratura successiva.
Dante Alighieri le pone infatti all'Inferno, nel canto XIII, a infestare la foresta dei suicidi nel secondo girone, una situazione illustrata sia da Gustave Doré che da William Blake nel suo The Wood of the Self-Murderers: The Harpies and the Suicides.

Il bosco dei suicidi di William Blake con le Arpie
foto: il dipinto di William Blake sul bosco dei suicidi con le Arpie dell'Inferno di Dante Alighieri.
 

Le Arpie: aspetto e caratteristiche

Come già accennato, le arpie sono state spesso confuse con le sirene, le tre donne alate che attiravano i naviganti contro gli scogli grazie alla loro incantevole voce, ma che per una serie di equivoci e confusioni linguistiche hanno poi acquisito caratteristiche ittiche nell'immaginario collettivo.

Questa confusione si accentua anche in ambiti quali il gioco di ruolo Dungeons&Dragons, nel quale le arpie dispongono di una voce che incanta gli avventurieri.

Questo le ha portate a un progressivo imbruttimento, culminato proprio nelle vicende degli Argonauti, per quanto già in precedenza fossero state rappresentate come donne in apparenza seducenti ma terrificanti a distanza ravvicinata, talvolta perfino dotate di serpi al posto dei capelli come le gorgoni.

A prescindere dal loro aspetto, comunque, le arpie sono sempre state creature essenzialmente maligne, impegnate soprattutto a privare i mortali del cibo, ma non di rado anche a divorarli, un compito che, per quanto affidato loro dagli dèi, sembravano svolgere con estremo piacere.

Le Arpie all'Inferno di Gustave Doré
foto: l'incisione di Gustave Doré a illustrare l'Inferno dantesco con le Arpie.


Tra i loro doveri vi era quello di tormentare chiunque attraversasse le Strofadi diretto verso il Tartaro, tanto per rendergli più piacevole il viaggio come se la destinazione di per sé non fosse stata sufficiente.

L'aquila neotropicale chiamata ArpiaIn alcuni ambiti, tuttavia, le arpie vengono anche considerate psicopompi, guide per le anime destinate all'aldilà, cosa che viene evidenziata dalla loro raffigurazione su alcune tombe.

In almeno un caso le arpie vengono viste però anche come portatrici di vita. Una di esse infatti, si presume Celeno, fecondata dal vento dell'ovest Zefiro, è la madre dei cavalli dell'eroe Achille.

 

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L' arpia che non è una leggenda in Amazzonia
L' arpia che non è una leggenda in Amazzonia
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7 gennaio 2020 2 07 /01 /gennaio /2020 23:05

Diciamo la verità, non c’è niente di più rilassante di mettersi seduti sul divano ed ascoltare della buona musica in tutta tranquillità.
Ma cosa penseresti se ti dicessi che pomodori che ascoltano una particolare melodia possono crescere due volte e mezzo di più rispetto a quelli non trattati o che piante da frutto possono offrire frutti più grandi, dolci e saporiti, oltre che resistere meglio alla siccità?

Ebbene si, è proprio così, la musica fa bene alle piante e a testimoniarlo ci sono decenni di studi in tutto il mondo.
Inizialmente la scienza ufficiale ha guardato con scetticismo quest’ipotesi, ma col passare del tempo più studi hanno evidenziato che gli organismi vegetali rispondono agli stimoli musicali.

È stato addirittura osservato, che diversi tipi di suono influiscono in modo differente sulla loro salute agendo anche su aspetti emozionali.
La musica che noi gradiamo giova anche alle piante che entrano in risonanza con le emozioni provate.

 

Non è un caso che nei tempi passati e nelle tradizioni più antiche, i rituali agricoli erano quasi sempre caratterizzati da canti e musica, volti a propiziarsi le stagioni, far germogliare, crescere e raccogliere le piante.
L’uomo anche senza prove scientifiche ha sempre ipotizzato e inconsciamente sentito questo legame.

La musica può avere due tipologie di influenza sulle piante:

  • Meccanica
    Dovuta agli effetti meccanici del suono (risonanza, pressione, vibrazioni);
  • Elettrominietica
    Dovuta agli effetti elettromagnetici del suono, condotti da risonanze e vibrazioni energetiche.

Musica e piante, gli studi

Già ne 1973, Dorothy Retallack, medico di Denver con la passione per il canto, pubblicò un piccolo manuale dal titolo ‘‘The sound of Music and Plants” nel quale elencava gli esperimenti condotti fin dal 1968.
Il medico aveva disposto le piante in stanze diverse, sistemato in ciascuna altoparlanti per diffondere particolari tipi di musica.
Le piante avevano cominciato a compiere progressi quotidiani, ma la cosa più sorprendente era la diversa reazione ai diversi tipi di musica.

Le piante trattate con suono costante erano morte dopo 14 giorni, mentre le piante con suono a intermittenza erano cresciute meglio di quelle in cui non era stato impiegato alcun suono.
Con altri esperimenti riuscì anche a stilare una classifica;
Le piante gradivano in primo luogo la musica del Nord dell’India, seguita dalla musica classica e in fine dalla musica jazz.
Questo lo portò a pensare che le piante preferivano il suono degli strumenti a corda rispetto a quelli a percussione

Nel 1950, il dott Singh, direttore del Dipartimento di Botanica all’University di Madras studiò al microscopio se “lo scorrere del protoplasma” dell’ Hydrilla verticillata, una pianta acquatica di origine asiatica, fosse influenzato o meno dal suono.

Così, Singh posizionò un diapason elettrico a due metri dalla pianta, osservando che la vibrazione emessa prima dell’alba causava un notevole aumento del protoplasma nelle foglie, che in condizioni normali si sarebbe verificato molte ore più tardi, dopo il levare del sole.

Anche lui come Retallack Singh sperimentò la musica Raga su un vasto numero di specie, tra cui cipolle, sesamo, ravanelli e patate dolci, ottenendo un incremento nella crescita, della fioritura, della fruttificazione e della produzione dei semi.
Ebbe ottimi risultati anche con le piante di riso, sugli arachidi e sul tabacco, che diedero un incremento di produzione fino al 60%.
Addirittura il suo metodo di stimolazione aumentava il numero di cromosomi di alcune specie di piante acquatiche e il contenuto di nicotina delle foglie di tabacco.

Gli studi sulla correlazione fra musica e crescita delle piante sono tanti nel mondo e testimoniano sia correlazioni positive che negative.
Infatti, si è visto che eccessi di volume o musica troppo invasiva possono invece procurare seri danni alla crescita dei vegetali.
Le piante esposte a un certo tipo di musica crescevano più velocemente e più alte di quelle normali, quelle troppo vicine agli altoparlanti subivano qualche danno alle foglie, ma le rese potevano aumentare anche del 20%.

Buona musica e vino

Come reagisce la vite alla musica? Esperimenti sulla vite hanno dimostrato che le piante trattate con la musica evidenziavano una superficie fogliare maggiore rispetto a quelle non trattate, sia in vigna che nei vasi. Con riflessi sulla qualità del vino e la diminuzione degli attacchi degli insetti e dei parassiti alle piante d’uva di oltre il 50%.
Numeri che possono bastare da soli a considerare l’impiego della musica fra i vigneti come buona prassi.

 

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22 dicembre 2019 7 22 /12 /dicembre /2019 23:45
Nelle uggiose notti autunnali, quando a stento tra le nubi una pallida luna riesce a fare capolino, un uomo gigantesco e imponente vaga solitario, per gli antichi ed oscuri vicoli di Praga...
    

Una suggestiva panoramica del cielo PraghesePraga, durante il regno dell'imperatore Rodolfo di Asburgo, era una città dai mille volti, ammantata da un fascino misterioso e "magico", dimora eletta di personaggi dediti allo studio e alla conoscenza di tutto quanto poteva definirsi arcano, patria di coloro che dedicavano la propria vita a studiare i segreti del cielo e le potenze oscure della terra. Ma era anche città dalle fortissime tensioni sociali e razziali, dove soprattutto la comunità ebraica e l'opera del popolo di Israele, molto spesso associata al mondo dell'occulto e della cospirazione al potere costituito, erano costantemente messi all'indice e progressivamente relegati ai margini del vivere sociale, sia dal potere sovrano che dal semplice popolino. E' in questo ambiente così particolare che trova terreno fertile per crescere e prosperare una leggenda dai contorni oscuri, terribile e affascinante al tempo stesso, una "vecchia storia" la cui eco è ancora presente ai nostri giorni, un racconto magico e misterioso riassumibile in una sola, terrificante ed arcana parola... GOLEM. Secondo la leggenda, il rabbino Judah Low Bezaleel, capo spirituale della comunità ebraica di una Praga dove più potente che mai era l'autorità dell'imperatore Rodolfo, preoccupato dal vorticoso e irrefrenabile peggiorare degli eventi, nell'assoluto stato di ostilità e segregazione che stava incombendo sulla propria comunità, prese la drastica e ferma decisione di ricorrere al suo Dio e ai misteri della Cabala per salvare il popolo del ghetto ebraico.

 

Low si impegnò a lungo, anima e corpo, in una febbrile e angosciosa ricerca, terminata solo con il ritrovamento di un'antica e misteriosa formula cabalistica. Una sorta di rituale magico in grado di donare al vita alla materia inerte, capace di generare un essere mostruoso e terrificante da un semplice impasto di acqua e argilla e asservirlo in tutto e per tutto alla volontà del suo creatore. Così come Dio aveva plasmato con terra e fango il primo uomo, Low avrebbe potuto, grazie all'immenso potere dell'arcano e occulto rituale, donare la vita ad una creatura fatta solo di fango impastato, una sorta di nuovo Adamo creato da arti e mani umane. Una, però, era la condizione irrinunciabile che avrebbe donato la vita alla creatura: inserire nel suo petto o nella fronte una pergamena con la trascrizione di uno dei tanti misteriosi nomi di Dio che solo i maestri del nome, custodi gelosi dei segreti della Cabala, conoscevano.

Low, donata la vita alla terribile creatura, chiesta ed ottenuta udienza dall'imperatore, si recò alla corte imperiale, accompagnato dal suo imponente servitore, con un duplice scopo: chiedere e ottenere l'annullamento di un nuovo editto persecutorio mirante all'espulsione della comunità ebraica da Praga e "rimpossessarsi" della dignità sottratta alla sua gente. Per raggiungere questi obiettivi avrebbe potuto contare sulle sue innate capacità oratorie, ma, qualora queste non fossero state sufficienti, avrebbe potuto fare ricorso, come arma persuasiva, agli arcani poteri della Cabala e alla immensa forza della sua creatura. Rodolfo d'Asburgo, poco disposto a fare concessioni, informato delle conoscenze iniziatiche, cabalistiche e mitologico-teologiche del rabbino, chiese tuttavia a Low una dimostrazione del suo misterioso sapere, riservandosi in un secondo momento di prendere una decisione in merito alle richieste. Non appena le parole uscirono fluenti dalle labbra del rabbino un incredibile stupore e un timoroso silenzio si impossessarono subito degli animi e dei cuori dell'imperatore e dei suoi fedeli, al tempo stesso profondamente turbati dal susseguirsi delle terribili e meravigliose visioni legate alla storia di Israele che Low esponeva con ritmo sempre più incalzante. Improvvisamente, dal nulla, un riso sommesso iniziò a propagarsi per il castello, crescendo d'intensità e contagiando progressivamente tutta la corte, imperatore compreso.

Il riguardoso e timorato silenzio lasciò il posto ad una potente ed irrefrenabile eco di risa, accompagnate da un'insana e irrazionale serie di commenti, irriguardosi e sarcastici, ad indirizzo del rabbino e del suo popolo. Ma il furore cieco che si stava concretizzando, scatenato dal rancore covato nell'animo di Low ed esternato dall'immensa forza della creatura, tramutò in un attimo le divertite risate in isteriche urla di terrore, spalancanJudah Lowdo davanti agli occhi dei presenti la terrificante e misteriosa potenza di un essere soprannaturale... Ad un comando di Low il mostro d'argilla inziò a scatenarsi senza controllo, seminando panico e distruzione, rivelando al mondo gli oscuri poteri delle arti occulte della Cabala. Terrorizzato, Rodoflo supplicò a Low il perdono per l'ingiuriosa irriverenza e, in cambio della vita, promise la revoca dei più pesanti provvedimenti antiebraici, l'editto di espulsione in primis. La creatura obbedì ai comandi del suo creatore permettendo alla corte imperiale di salvarsi, ma qualcosa era profondamente mutato nel mostro. Presa coscienza di sè, di essere creatura vivente e non semplice robot alle volontà di un padrone, impedì al rabbino di estrarre dal suo petto la mistica pergamena con il nome di Dio impresso, consapevole che da quel pezzo di stoffa ormai sarebbe dipendeva tutta la sua vita. Quasi impazzito e senza più controllo, l'abominio, solo consapevole della sua esistenza, iniziò a vagare per i vicoli di Praga seminando il terrore ovunque e travolgendo ogni cosa a causa della sua mastodontica mole. Solo l'innocenza di un bambino, per nulla spaventato dalle fattezze dell'essere, riuscì dove le arti magiche e l'intelletto umano avevano fallito. Il mostro, imbattutosi in un fanciullo di pochi anni, lo prese in braccio, stupito e incuriosito per quella piccola creatura che non era fuggita terrorizzata al suo passaggio. Qualcosa successe nell'animo del Golem e, per un mistero ancora più nascosto e insondabile della sua stessa esistenza, lasciò che la piccola mano del bimbo sfilasse la pergamena dal suo petto.

 

Della mostruosa creatura che aveva terrorizzato Praga non restava ormai altro che un amorfo ammasso d'argilla. Questa è la più famosa versione della leggenda legata al Golem, per lo meno nelle sue linee generali. Il retroterra culturale sulla quale poggia è molto complesso e la vicenda di Low potrebbe, non a torto, essere considerata come la versione ultima di una lunga serie di mutazioni che i racconti legati alla pretesa degli uomini di sostituirsi a Dio, di dare la vita a qualcosa che ne sia originariamente privo. Lungo tutto il corso del Medioevo, con propaggini anche nell'Evo Moderno, alchimisti ed esperti delle oscure arti della Cabala studiarono approfonditamente la possibilità di creare/donare la vita con il ricorso ad una serie di magici rituali. Gran parte della letteratura europea di quei secoli, soprattutto quella maggiormente influenzata da tendenze alchemiche e occulte (si pensi ad esempio a Paracelso), abbondava di dettagliati resoconti su come fosse possibile creare una sorta di robot, infondendogli un "soffio vitale". Un vero e proprio corpus di leggende legate a creture alle quali è stata donata la vita inizia però a definirsi compiutamente con l'approssimarsi del XVI, soprattutto all'interno delle comunità ebraiche. Non è eresia credere che la leggenda del Golem tragga le sue origini dai testi biblici, strettamente connessa al mito della creazione di Adamo, ammasso di fango al quale Dio fa dono dell'anima (Golem significa letteralmente "materia informe").

Su questa base si sono poi depositate, nel corso dei secoli, convinzioni magiche legate all'oscura dimensione cabalistica, credenze e conoscenze di matrice religiosa e influenze filosofiche variegate e complesse, il tutto sullo sfondo della dura e spesso crudele quotidianità che dai tempi più remoti è stata sempre gravosa compagna del popolo ebraico. Probabilmente per questo il Golem assume nell'immaginario il ruolo di difensore degli ebrei, soprattutto in momenti di particolare pericolo e in quei luoghi, come la Praga di Low e Rodolfo d'Asburgo, dove più dure erano le persecuzioni.

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9 dicembre 2019 1 09 /12 /dicembre /2019 23:04

L’idea di quarta dimensione è spesso circondata da un alone di mistero e di sospetto. Come osiamo noi, creature di lunghezza, altezza e spessore, parlare dello spazio a quattro dimensioni? Usando tutta la nostra intelligenza tridimensionale è possibile immaginare un “superspazio” o meglio un iperspazio di quattro dimensioni? E come potrebbero essere un cubo o una sfera quadridimensionali? Quando diciamo di “immaginare” un drago gigante con una lunga coda squamata e con le fiamme che escono dalle narici, oppure un super aereo di linea con una piscina e un paio di campi da tennis sulle sue ali, in realtà stiamo delineando un’immagine mentale di come sarebbero queste cose se ci apparissero improvvisamente davanti agli occhi. E questa immagine la disegniamo nello sfondo del familiare spazio a tre dimensioni nel quale sono situati tutti i comuni oggetti, compresi noi stessi. Se è questo il significato della parole “immaginare”, allora è possibile immaginare una figura a quattro dimensioni nello sfondo del comune spazio tridimensionale, allo stesso modo in cui è possibile schiacciare un corpo tridimensionale su un piano.

fig24

La differenza tra i due modi di schiacciare un corpo su un piano (ad esempio un cavallo) può essere compresa immediatamente guardando la figura 24.

Per mezzo di un’analogia, ora possiamo affermare che pur non essendo possibile “schiacciare” un corpo quadridimensionale in uno spazio tridimensionale senza che alcune parti schizzino via, è invece possibile eseguire delle “proiezioni” di varie figure a quattro dimensioni nel nostro spazio a tre dimensioni. Dobbiamo ricordare però che allo stesso modo in cui la proiezione sul piano di un oggetto tridimensionale è una figura piana a due dimensioni, la proiezione di un “supercorpo” di quattro dimensioni nel nostro spazio ordinario sarà rappresentata da una figura a tre dimensioni.

fig25

Per chiarire meglio la questione, proviamo a pensare in che modo le creature-ombra bidimensionali che vivono su una superficie potrebbero concepire l’idea di un cubo tridimensionale. Possiamo facilmente immaginarlo, dato che rispetto a loro, noi siamo degli esseri superiori, a tre dimensioni, e possiamo guardare il mondo bidimensionale dall’alto, cioè da una terza direzione. L’unico modo per schiacciare un cubo su un piano è quello di proiettarlo con il metodo mostrato nella figura 25.

 

Osservando questa proiezione e varie altre proiezioni che si possono ottenere facendo ruotare il cubo originale, i nostri amici bidimensionali potrebbero farsi almeno un’idea su alcune proprietà della misteriosa figura chiamata “un cubo tridimensionale”. Non potranno mai “saltare fuori” dalla loro superficie e visualizzare il cubo nel modo in cui lo vediamo noi, ma osservando semplicemente la proiezione saranno in grado di dire, ad esempio, che il cubo possiede otto vertici e dodici spigoli.

fig26

Se ora osserviamo la figura 26 ci troveremo esattamente nella situazione della povera creatura-ombra bidimensionale che esamina la proiezione di un cubo sulla loro superficie. In realtà, la strana struttura complessa osservata con grande stupore dai membri della famiglia, è una proiezione di un “supercubo”, o meglio un “ipercubo” quadridimensionale nel nostro ordinario spazio tridimensionale. (1)

Se si esamina con attenzione questa figura si riconosceranno facilmente le stesse enigmatiche caratteristiche osservate dalle creature-ombra della figura 25: mentre la proiezione di un cubo ordinario sul piano è rappresentato da due quadrati, uno dentro l’altro e connessi per i vertici, la proiezione di un ipercubo nello spazio ordinario è formato da due cubi, uno dentro l’altro. Si possono facilmente contare 16 vertici, 32 spigoli e 24 facce. Proprio un bel cubo no?

fig27

Ora vediamo come potrebbe apparire una sfera a quattro dimensioni. Lo facciamo nel modo che ci è più familiare, quello della proiezione di una sfera ordinaria sulla superficie piana. Pensiamo ad esempio da un globo terrestre trasparente, con i continenti e gli oceani disegnati sulla sua superficie, proiettato su un muro (figura 27).

Sul muro i due emisferi si sovrappongono e, giudicando dalla proiezione, si potrebbe pensare che la distanza tra New York e Pechino sia molto piccola. Ma è solo una impressione. In realtà ogni punto della proiezione rappresenta due punti opposti sul globo e la proiezione di un aereo che vola da New York alla Cina si muoverà fino al bordo della proiezione piana e poi tornerà indietro. Nonostante le proiezioni delle traiettorie di due aerei diversi potrebbero intersecarsi sulla proiezione, non avverrebbe nessuna collisione sul globo dato che essi si troverebbero in due posizioni opposte.

Queste sono le proprietà di una sfera ordinaria. Spingendo un po’ oltre la nostra immaginazione non avremo difficoltà di vedere come potrebbe apparire la proiezione nello spazio ordinario di una “ipersfera”. Allo stesso modo in cui la proiezione piana di una sfera ordinaria è formata da due dischi piatti sovrapposti punto a punto e uniti lungo la circonferenza esterna, la proiezione nello spazio di una ipersfera deve essere immaginata come due corpi sferici sovrapposti e uniti lungo le loro superfici esterne.  Così, tutto quello che dobbiamo aggiungere qui è che la proiezione tridimensionale di una sfera a quattro dimensioni non è nient’altro che la coppia di mele gemelle siamesi già descritte, formate da due normali mele che sono cresciute assieme lungo la superficie della loro buccia.

Allo stesso modo, con il metodo dell’analogia, possiamo rispondere a molte altre domande concernenti le proprietà delle figure a quattro dimensioni sebbene, per quanto ci proviamo, non riusciamo mai ad immaginare nel nostro spazio fisico una quarta direzione indipendente.

Ma si ci pensiamo un po’ di più, scopriamo che per concepire la quarta dimensione non è per niente necessario diventare dei mistici. Esiste una parola che molti di noi usano ogni giorno per designare ciò che potrebbe, e in realtà dovrebbe, essere considerata una quarta direzione indipendente nel mondo fisico. Intendiamo il tempo che, assieme allo spazio, è usato comunemente per descrivere gli eventi che accadono attorno a noi. Quando parliamo di qualsiasi evento dell’universo, sia che si tratti di un incontro casuale con un amico per la strada o dell’esplosione di una lontana stella, noi non diciamo soltanto dove esso accade, ma anche quando. Così aggiungiamo un fatto ulteriore, una data, ai tre fatti direzionali tipici della localizzazione di un posto.

Se si analizza ulteriormente l’argomento, si realizzerà facilmente che ogni oggetto fisico possiede quattro dimensioni, tre nello spazio e una nel tempo. Così la casa nella quale viviamo si estende in larghezza, lunghezza, altezza e tempo e l’ultima estensione è misurata dal momento in cui la casa è stata costruita fino alla data in cui brucerà oppure sarà abbattuta da qualche ditta, o crollerà per età avanzata.

La direzione del tempo non è la stessa delle tre direzioni dello spazio. Gli intervalli di tempo sono misurati dall’orologio, il cui il tic-tac denota i secondi e il din-don indica le ore; gli intervalli di tempo invece sono misurati con il righello. Se per misurare la larghezza, la lunghezza e l’altezza si può usare un righello, non si può mettere lo stesso righello sull’orologio per misurare la durata del tempo. Inoltre, mentre con il righello si può misurare lo spazio spostandolo in avanti, a destra o verso l’alto, e poi tornare anche indietro, con il tempo non si può tornare indietro e siamo costretti ad andare forzatamente dal passato al futuro.

Una volta chiarite queste differenze tra la direzione del tempo e le tre direzioni nello spazio, possiamo ancora usare il tempo come quarta direzione nel mondo degli eventi fisici, senza però dimenticare che non è esattamente la stessa cosa.

Scegliendo il tempo come quarta dimensione sarà molto più facile visualizzare le immagini a quattro dimensioni discusse all’inizio di questo capitolo. Ad esempio, ricordate la strana figura della proiezione del cubo a quattro dimensioni? 16 vertici, 32 spigoli e 24 lati! Non c’è da stupirsi se i personaggi della figura 26 guardano sorpresi questo mostro geometrico.

fig28 Dal nostro nuovo punto di vista, comunque, un cubo a quattro dimensioni è un cubo ordinario che esiste per un certo periodo di tempo. Supponiamo di costruire un cubo usando 12 asticelle di ferro il primo di maggio, e di smontarlo un mese dopo. Ogni vertice di questo cubo deve essere immaginato come una linea che si estende nella direzione del tempo per una lunghezza pari a un mese. Si potrebbe attaccare un piccolo calendario a ciascun vertice e sfogliare le pagine ogni giorno per mostrare la progressione nel tempo (figura 28).

Ora è facile contare il numero di spigoli nella nostra figura a quattro dimensioni. Abbiamo, di fatto, 12 spigoli spaziali all’inizio della sua esistenza, 8 spigoli temporali che rappresentano la durata di ciascun vertice, e di nuovo 12 spigoli spaziali alla fine della sua esistenza (2). In tutto fanno 32 spigoli.

In modo simile, possiamo contare i 16 vertici: otto vertici spaziali il 7 maggio e di nuovo gli stessi 8 vertici spaziali il 7 giugno. Lasciamo contare in modo simile, come esercizio per il lettore, il numero di facce della nostra figura a quattro dimensioni. Facendolo, si ricordi che alcune di queste facce saranno le normali facce del cubo originario, mentre le altre saranno facce “metà spaziali e per metà temporali” formate dagli spigoli originali del nostro cubo esteso nel tempo dal 7 maggio al 7 giugno.

Ciò che abbiamo detto a proposito del cubo a quattro dimensioni, può essere applicato a qualsiasi figura geometrica o ad ogni altro oggetto materiale attuale o passato.

fig29

In particolare, proviamo a pensarci come una figura a quattro dimensioni, una specie di lunga barra di gomma che si estende nel tempo dal momento della nascita fino alla fine della nostra vita. Sfortunatamente non è possibile disegnare oggetti quadridimensionali sulla carta, perciò nella figura 29 abbiamo tentato di suggerire questa idea per mezzo dell’esempio di un uomo-ombra bidimensionale mettendo, al posto della direzione perpendicolare al piano dell’uomo-ombra, la direzione del tempo.

L’immagine rappresenta solo una piccola sezione della vita del nostro uomo-ombra. L’intera vita dovrebbe essere rappresentata da un barra molto più lunga, piuttosto sottile all’inizio, quando l’uomo è ancora un bambino, e che serpeggia per molti anni fino a raggiungere una forma costante al momento della morte (perché i morti non si muovono), e poi comincia a disintegrarsi.

Per essere più esatti, dobbiamo dire che questa barra quadridimensionale è formata da un gran numero di fasci separati di fibre, ciascuna composta da un singolo atomo. Nel coro della vita, molte di queste fibre stanno assieme in un fascio; solo alcuni di esse si separano, come ad esempio quando ci si taglia i capelli e le unghie. Dato che gli atomi sono indistruttibili, la disintegrazione del corpo umano dopo la morte dovrebbe essere in realtà considerata come la separazione dei filamenti in tutte le direzioni, ad eccezione forse di quelli che formano le ossa.

Nel linguaggio della geometria dello spazio-tempo a quattro dimensioni, la linea che rappresenta la storia di ogni particella materiale di ciascun individuo è chiamata “linea di mondo” [“Linea di universo” o “linea oraria”]. In modo simile, possiamo parlare di un gruppo di linee di mondo che formano un corpo composto.

La figura 30 è un esempio astronomico fig29 delle linee di mondo del Sole, della Terra e di una cometa (3).

Come nell’esempio dell’uomo che salta, qui prendiamo uno spazio bidimensionale, il piano dell’orbita terrestre, e disponiamo l’asse del tempo perpendicolarmente ad esso. La linea di mondo del Sole è rappresentata in questo grafico dalla linea parallela all’asse del tempo, dato che consideriamo il Sole come immobile (4).

La linea di mondo della Terra, che ruota in un’orbita quasi circolare, è una spirale che si avvolge attorno alla linea del Sole, mentre la linea di mondo di una cometa si avvicina al Sole e poi se ne allontana di nuovo.

Vediamo che dal punto di vista della geometria spazio temporale a quattro dimensioni la topografia e la storia dell’universo si fondono in una immagine armoniosa, e tutto ciò che dobbiamo considerare è un intricato fascio delle linee di mondo che rappresentano il moto di singoli atomi, di animali o di stelle.

 

Note

 (1) Per essere precisi, la figura 26 mostra la proiezione nel piano del foglio di una proiezione nello spazio ordinario di un ipercubo.

 (2) Se non lo si capisce, si pensi ad un quadrato con quattro vertici e quattro lati che viene spostato ad una certa distanza perpendicolarmente alla sua superficie (nella terza direzione) per una distanza uguale ai suoi lati.

 (3) A dire il vero in questo caso si dovrebbe parlare di “nastri di mondo”, ma dal punto di vista astronomico si possono considerare le stelle e i pianeti come dei punti.

 (4) In realtà il nostro Sole si muove rispetto alle stelle in modo che, in riferimento al sistema stellare la linea di mondo del Sole dovrebbe essere in qualche modo inclinata da un lato.

 

fonte

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30 novembre 2019 6 30 /11 /novembre /2019 23:59
Ecco cosa succede quando si fissa per 10 minuti una persona negli occhi
Naturalmente, non stiamo parlando di consumarli, ma piuttosto di fissare intensamente un paio di occhi per un periodo prolungato di tempo. Questa esperienza può far entrare in uno stato alterato di coscienza.
 
Questa scoperta è stata fatta da un intrigante visione del ricercatore Giovanni Caputo, presso l’Università di Urbino in Italia, ma non è il suo primo studio sugli sguardi. Alcuni anni fa, lo scienziato ha reclutato 50 volontari per contemplare il proprio riflesso in uno specchio per 10 minuti, in una stanza scarsamente illuminata.
Per molti dei volontari, ci è voluto meno di un minuto per iniziare a sperimentare qualcosa. I loro volti cominciarono a deformarsi, assumendo l’aspetto di animali, mostri o anche di membri della famiglia deceduti: un fenomeno fantasiosamente denominato illusione “strana faccia.” Ma sembra che gli effetti bizzarri siano ancora più drammatici quando ci si guardi con un’altra persona.
Come descritto nella ricerca psichiatrica, Caputo ha reclutato 40 giovani adulti, allineandoli poi in coppie. Ogni coppia si è seduta in una stanza scarsamente illuminata, dove i due soggetti erano posizionati a un metro di distanza l’uno dall’altro.
 
L’illuminazione è stata fissata a un livello che ancora permetteva ai partecipanti di raccogliere bene i tratti del viso, mentre la percezione del colore risultava diminuita. La metà delle coppie erano sedute una di fronte all’altro e si guardavano a vicenda con espressioni neutre, mentre le altre coppie erano sedute back-to-back, fissando il muro.
 
Per assicurarsi che gli effetti non fossero il risultato di aspettative, i partecipanti non vennero informati della natura dello studio, ma invece venne detto loro che sarebbero stati coinvolti in un’esperienza meditativa.
Dopo 10 minuti, i partecipanti hanno risposto a delle domande sulle loro esperienze, le quali hanno rivelato alcuni effetti piuttosto intriganti. Secondo laBritish Psychological Society, quelli del gruppo seduti uno di fronte all’altro, hanno descritto più elevati livelli di intensità del colore attenuato rispetto ai controlli, con i rumori che sembravano più forti. Il tempo sembrava loro rallentare e si sentivano distaccati dalla realtà.
 
 
Inoltre, quasi il 90% di loro ha detto che il viso del loro partner sembrava deformato, il 75% ha visto esseri mostruosi e il 15% ha anche visto i tratti del viso di un parente emergere dal loro partner.
 
Le sensazioni riferite, secondo Caputo indicano i sintomi di dissociazione, un termine usato per descrivere un distacco dal proprio rapporto con la realtà. È interessante notare che questi sintomi erano correlati con la deformità facciale, ma non con l’emergere di facce strane.
Egli ipotizza che queste allucinazioni, le cosiddette “apparizioni di strane facce,” potrebbero essere una conseguenza del ritornare di nuovo alla “realtà”, dopo aver inserito uno stato dissociativo, causato dalla mancanza di stimolazione sensoriale. Ma al momento, è tutto da verificare poiché questo sembra contrastare con un’altra possibile spiegazione avanzata da Caputo.
 
Quando fissiamo un punto centrale per un periodo prolungato, le caratteristiche della periferia iniziano a scomparire gradualmente, qualcosa conosciuto come Troxler dissolvenza. Ma se questo dovesse spiegare che cosa sembra accadere, allora ci aspetteremmo tratti del viso che svaniscono a poco a poco, piuttosto che vedere cose strane. E come sottolinea la Scientific American, se alcune informazioni visive non sono presenti, il cervello si occupa di queste lacune riempendole in base alle aspettative o esperienze.
 
Abbiamo chiaramente ancora molto da imparare su questi strani fenomeni, e Caputo è il primo ad ammettere che il suo lavoro è ancora ad uno stadio iniziale. Sarebbe interessante scoprire che cosa provoca queste strane allucinazioni, dal momento che anche se la scarsa illuminazione sembra essere necessaria al manifestarsi del fenomeno, non può certo essere questo l’unico fattore, visto che nel gruppo di controllo questo stesso fattore non era presente.
 

FONTE: http://ghiandolapineale.blogspot.it

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22 novembre 2019 5 22 /11 /novembre /2019 22:59

Sogni in cui compaiono UFO, alieni ed extraterrestri sono assai diffusi; sono infatti tra i più comuni 100 sogni al mondo. Per capire che significato può avere sognare alieni e UFO, possiamo vederli come simbolo del diverso, del nuovo: infatti spesso rappresentano qualcosa che fai fatica a comprendere, con cui hai difficoltà di connessione; il sogno può manifestare il tuo desiderio di stabilire un contatto con queste ‘nuove frontiere’, o la paura che ti coglie quando devi confrontarti con loro.

alieni verdi

Sono spesso sogni dal contenuto angoscioso, se non veri e propri incubi in cui si assiste ad invasioni e rapimenti alieni. Il quest’ultimo caso, spesso al risveglio può sorgere il dubbio che si sia trattato non di un sogno, ma di una vera e propria alien abuction (rapimento alieno), espressione divenuta popolare visto l’alto numero di persone che sostengono di essere stati ‘addotti‘ (=rapiti dagli alieni); questi rapimenti sarebbero avvenuti, guarda caso, per lo più di notte, mentre stavano dormendo.

L’UFO e l’alieno sono simboli contemporanei assai popolari; gli avvistamenti di dischi volanti sono cominciati negli anni ’40, più o meno con il coincidere della guerra fredda. Jung tenne d’occhio questo fenomeno fin dall’inizio, studiandolo attentamente per comprendere a cosa fosse dovuto. Secondo il suo punto di vista, l’UFO è un simbolo di transizione verso la nuova epoca che ci attende; come già si è verificato nel corso della storia dell’umanità, nei momenti di grandi trasformazioni epocali, quando cominciano nuove ‘ere’, anche la psiche collettiva dell’uomo si prepara al cambiamento: nei momenti di crisi si cercano nuovi simboli, nuovi archetipi, nuove divinità che ci proteggano nei momenti più critici. Così è avvenuto con l’avvicendarsi delle grandi ere zodiacali o astrologiche: era del Toro, era dell’Ariete, era dei Pesci; ora stiamo per entrare nell’era dell’Acquario, e sarebbero proprio gli UFO i ‘segni’ che l’uomo moderno cerca nel cielo. La classica forma tonda e piatta del disco volante non sarebbe un caso, perché il cerchio è un forte e antichissimo simbolo di protezione.

 

Avvistamenti di UFO e testimonianze di contatti con alieni sono diventati sempre più frequenti, dagli anni ’50 fino ai nostri giorni, ma ciò non toglie che forse anche in epoche passate ci siano stati episodi simili; Jung ipotizza che l’aumentare degli avvistamenti potrebbe essere spiegato come un caso di ‘sincronicità’. Fatto sta che gli UFO sono un mito moderno che popola l’immaginario collettivo e che ispira produzioni letterarie e cinematografiche di grande presa sul pubblico mondiale. E, naturalmente, alimenta anche l’eterno dibattito tra gli scettici e chi, invece, agli alieni ci crede con convinzione.

Studi recenti hanno messo in relazione la simbologia degli alieni con il senso di alienazione proprio dell’uomo moderno: la tecnologia lo vuole sempre connesso con il mondo, ma al contempo invisibile, alienato rispetto a ciò che lo circonda; dispone poi, altro paradosso, di un eccesso di informazioni, ma ha sempre più difficoltà a distinguere il vero dal falso.

Significato degli alieni nei sogni:

  • Parti di te ancora da scoprire, non completamente emerse alla coscienza; possono sembrarti difficili da capire, e anche spaventarti.
  • Difficoltà di adattamento all’ambiente circostante; ti senti alienato e disconnesso, fuori dal tuo contesto abituale, totalmente diverso dagli altri.
  • Difficoltà di relazione con determinate persone, che potresti percepire come strane o anche pericolose; non ti fidi di loro, non riesci ad inquadrarle.
  • Situazioni nuove, esperienze che fai per la prima volta, che ti possono sembrare strane, difficili da comprendere; hai bisogno di tempo per orientarti. Resistenza al cambiamento.
  • L’altro, il diverso, una figura che tu percepisci come ‘dell’altro mondo’; può essere una minaccia, un problema, oppure un aiuto, una soluzione.
  • L’ignoto: tutto ciò che non conosci e non puoi conoscere, qualsiasi cosa ciò possa significare per te in questo momento della tua vita; potrebbe essere, ad esempio, un dilemma di tipo filosofico, un sentimento, un pensiero su cui ti interroghi, una ricerca spirituale, ecc.
  • Immaginazione che si spalanca oltre ogni limite, idee molto originali. Sogni di incontri con alieni possono nascere dal desiderio di evadere dalla solita routine quotidiana e di aprirsi allo straordinario.

avvistamento ufoSOGNO RICORRENTE: Molte persone sognano spesso UFO e alieni, soprattutto i giovani ed adolescenti; non solo perché loro sono più esposti a queste ‘figure’ (grazie a film, videogames rivolti soprattutto al pubblico giovane), ma anche perché è un periodo della vita dominato dalla scoperta di sé e in cui si possono verificare problemi di adattamento nei confronti di tutte le novità che si avvicendano nella propria vita. Non poche sono poi le persone che credono veramente di essere in contatto con gli alieni tramite i sogni; anche se può sembrare alquanto fantasioso, è quasi sempre impossibile distoglierli dalla loro convinzione.
Se continui ad essere perseguitato da alieni nei tuoi sogni, tieni conto anche del fatto che potresti soffrire di paralisi nel sonno (più avanti ti spiego meglio).

Sognare UFO, dischi volanti, navicelle aliene

Come accennato prima, la classica forma rotonda e piatta del disco volante è un forte richiamo alla simbologia del cerchio, che rappresenta protezione, vita, divinità, completezza, unità ed eternità. Vedere un UFO di questo tipo può quindi esprimere significati positivi nel tuo sogno, connessi magari ad una tua ricerca spirituale. Astronavi extraterrestri che atterrano sul nostro pianeta può anche indicare che qualcosa di nuovo sta per capitare, magari sbloccando una situazione problematica. Ma se l’avvistamento della navicella spaziale aliena ti crea ansia e ti senti in pericolo, un po’ come nel film Independece Day, forse ciò traduce la tua paura nei confronti di situazioni nuove che stai affrontando (nuovi ambienti, nuove relazioni, ecc).

Sognare alieni grigi, verdi, mostri alieni

alieno-extraterrestreL’aspetto dell’alieno del tuo sogno è sicuramente la cosa che ricordi meglio, e che ti ha più colpito; è probabile che ti appaia simile alle rappresentazioni cinematografiche e ai racconti di chi sostiene di aver visto queste creature: il ‘classico’ alieno è un essere antropomorfo, con il corpo piccolo, la testa grande, braccia e gambe sottili, occhi molto grandi, naso, bocca e orecchie piccolissime. Di solito è di colore grigio o verde (spesso gli alieni sono chiamati semplicemente ‘i grigi‘). Ma nel tuo sogno l’alieno potrebbe avere tutt’altro aspetto e colori; benché magari brutto, può sembrarti innocuo e ispirarti fiducia, come ET l’extraterreste; o al contrario potrebbe essere un terribile mostro cattivo che ti vuole uccidere, come nel film Alien. Analizzando il tuo stato d’animo potrai cogliere meglio il significato del tuo sogno; tieni presente che spesso l’extraterrestre nei sogni rappresenta una parte di te, a volte un tuo ‘lato oscuro’ che fai fatica ad ammettere anche a te stesso; il suo aspetto può esserti utile a capire di cosa si tratta. Sognare alieni e UFO può farti provare un forte spavento, ma molte volte invece la paura è assente e si prova un sentimento quasi mistico e religioso nel contatto con queste creature provenienti da altri mondi, quasi come se fossero degli Angeli.

Sognare un attacco alieno, un’invasione aliena

Nel tuo sogno vedi tanti UFO che ci vogliono attaccare, che atterrano sul nostro pianeta; sai che è in atto un’invasione aliena, probabilmente ci sarà una guerra; cosa fare? Lottare o scappare? Sai che questi alieni sono cattivi, ti inseguono e ti danno la caccia, ti vogliono uccidere. Un sogno in cui gli alieni appaiono ostili invasori è molto probabilmente sintomo di un disagio a livello sociale, nelle tue relazioni; ci sono persone che percepisci come invadenti e minacciose, ma a cui probabilmente fai fatica ad opporti; cerca di essere più assertivo, non lasciarti manipolare. Se nel tuo sogno lotti con gli alieni e li sconfiggi o li uccidi, significa che stai preparando a reagire, quindi è un buon segno. Più in generale, il sogno può anche essere dovuto ad un periodo segnato da contrattempi, ansia e stress, un po’ come quando si sogna un’invasione zombie.

Sognare di essere rapiti dagli alieni

Sognare di essere rapito dagli alieni può dipendere da un forte stress dovuto a cambiamenti non ben metabolizzati, dalla paura di allontanarti dalla tua casa, dalla tua famiglia, dalla tua zona comfort. Un sogno di questo tipo può anche essere ispirato da un senso di impotenza, come se il controllo della tua vita l’avessero in mano gli altri e non tu, come se fossi in balìa di forze più grandi di te.

ALIENI E PARALISI NEL SONNO:

alien-abductionIl sogno del rapimento alieno è spesso un incubo terrificante: mentre dormi, vedi strane luci che penetrano in camera; vedi (o comunque intuisci) che l’UFO è atterrato a casa tua, e che gli alieni stanno entrando nella tua stanza da letto; vorresti scappare ma non puoi, percepisci le presenze aliene durante il sonno, mentre dormi; li vedi come ombre, o come figure dall’aspetto orribile; sei sveglio ma non riesci a muoverti, sei come paralizzato, e non puoi urlare. A volte senti le voci degli alieni che bisbigliano parole incomprensibili; ti senti come se ti stessero avviluppando o legando con strani fili o membrane appiccicose, impedendoti qualsiasi movimento. A volte hai l’impressione che ti soffochino. Può essere anche che ad un certo punto tu ti senta trasportato nella loro navicella, dove sei sottoposto a strani esami; sempre completamente immobilizzato, sdraiato su una brandina, gli alieni ti fanno iniezioni e visite endoscopiche con sottili tubicini. Sei terrorizzato, ma non puoi assolutamente muoverti. Poi ti ritrovi inspiegabilmente trasportato nella tua stanza da letto, dove ti svegli e ti puoi finalmente muovere.

 

Questi ‘sogni’ possono ripetersi più volte, sempre con molto realismo, tanto che li prova può convincersi di essere stato davvero rapito dagli alieni; in realtà si tratta di un disturbo chiamata ‘paralisi nel sonno’ (sleep paralysis), assai diffuso, ma di cui si parla ancora poco. Si manifesta al risveglio, oppure durante l’addormentamento, causando la spiacevole sensazione di essere paralizzati; a ciò si aggiungono allucinazioni di vario tipo, molto realistiche, spesso dal contenuto spaventoso (c’è chi vede demoni, chi alieni, chi altre inquietanti presenze intorno al proprio letto).

In effetti è oggi ormai chiaro che molte persone che sostengono di essere state rapite dagli alieni sono in realtà affette da sleep paralysis, e ciò che hanno visto (compresi gli esami, o gli impianti di microchip, ecc) è frutto delle allucinazioni avute durante lo stato di immobilità. A questo proposito, puoi leggere l’interessante testimonianza riportata sul blog di Massimo Polidoro su un presunto rapimento alieno, e la confortante conclusione che si trattava solo di paralisi notturna.

Altri sogni relativi agli alieni:

  • Sognare di essere un alieno: parti di te non ancora scoperte, o sensazione di disagio nei confronti di una situazione nuova a cui fai fatica ad abituarti.
  • Essere violentata da alieni: può essere un sogno (allucinazione) indotta dalla paralisi nel sonno, di cui ho parlato. Spesso compaiono allucinazioni anche di tipo tattile, con la sensazione di essere toccati. Il sogno può anche scaturire da attenzioni sessuali non desiderate.
  • Partorire un alieno: è un sogno frequente delle donne che aspettano un bambino; nasce dalla paura del parto e serve alla futura mamma per sfogare le ansie relative al nascituro.
  • Sognare una ragazza/un ragazzo alieno: può indicare che non sai bene come comportarti con lui/lei, è difficile per te instaurare una relazione.
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20 novembre 2019 3 20 /11 /novembre /2019 23:10

Siamo abituati a pensare che le bamboline di pezza trafitte da spilloni siano tipiche solamente del culto voodoo; in realtà questi affascinanti oggetti vengono chiamati “bambole voodoo” impropriamente perché, sebbene oggi facciano parte di questa tradizione magico-religiosa, in realtà hanno migliaia di anni e venivano usati sai dagli antichi greci che dagli egizi.
La funzione della bambola voodoo è quella di rappresentare la persona o la divinità su cui si concentra il rituale; a quel punto si usa il fantoccio come catalizzatore per le proprie preghiere o maledizioni lanciate per “attaccare” un nemico.
I greci chiamavano queste bambole rituali “kolossoi” e al tempo il loro utilizzo era molto popolare anche nell’impero romano e in Egitto. Per capirci da ora in poi le chiamerò impropriamente “bambole voodoo”, sebbene con il voodoo non abbiano nulla che fare.


Da alcuni ritrovamenti negli scavi dell’alto Egitto si è scoperto che i faraoni imponevano criteri specifici affinché una bambola potesse realmente fungere da catalizzatore per gli incantesimi. Una bambola voodoo doveva soddisfare almeno due dei seguenti criteri:

– le braccia o le gambe della bambola dovevano essere intrecciate dietro la schiena;
– la bambola doveva essere trafitta con chiodi o spilloni;
– la testa, i piedi o la parte superiore del tronco della bambola dovevano essere ritorti in avanti;
– la bambola doveva essere sigillata in un contenitore ;
– la bambola doveva portare inciso il nome di una vittima o della divinità di cui prendeva la forma;
– la bambola doveva essere sepolta in una tomba, un santuario o in canale.

Le bambole voodoo già al tempo dei faraoni erano usate prevalentemente come catalizzatori di maledizioni o incantesimi per assoggettare una donna; erano comunemente fatte di piombo, bronzo o argilla, ma a volte erano anche fatte di cera. Molto spesso erano completate da una tavoletta sulla quale veniva incisa la preghiera o la maledizione e infine venivano seppellite in luoghi che avevano a che fare con la morte (per questo le tombe) perché si credeva che affichè un rito di magia nera avesse effetto ci volesse un buon catalizzatore (il piombo) e un luogo di unione tra il mondo terreno e l’Aldilà.
L’immagine che vi riporto è un caso un po’ inquietante di bambole voodoo antica. Questo esemplare è di argilla e oggi è custodito al Museo del Louvre di Parigi e osservabile in una teca dedicata all’antico Egitto.
In realtà, sebbene sia stata rinvenuta in uno scavo nei pressi di Tebe, la bambola risulta di origine greca, o almeno così si deduce dalla tavoletta trovata assieme ad essa. È stata trovata in un vaso di terracotta con una tavoletta di piombo ripiegato sulla quale era inciso un incantesimo. Si stima che risalga al III o IV secolo prima di Cristo.
L’effigie è inginocchiata con i piedi legati insieme e le braccia legate dietro la schiena; come se ciò non bastasse è stata accuratamente trafitta con 13 perni: uno nella parte superiore della testa, uno in bocca, uno in ogni occhio e ogni orecchio, uno ciascuno nel petto, vagina e ano, uno nel palmo di ogni mano e uno nella pianta di ogni piede. C’è forse qualche dubbio che sia stata utilizzata per una maledizione?
Se ci fosse basta leggere l’iscrizione sulla tavoletta per renderci conto che l’autore voleva lanciare un incantesimo d’amore un po’ sadico ad una donna che probabilmente lo ha respinto. Ecco cosa riporta l’iscrizione greca:

«Grande Tolemaide, che Aias, la figlia di Horigenes, venga a me. Impediscile di mangiare e bere fino a quando lei non si presenterà a me e non permetterle di avere esperienza con un altro uomo tranne che me solo. Trascinala per i capelli, scuoti le sue viscere fino a quando lei non accetterà di concedersi a me. Fino a quando vivrò lei dovrà obbedirmi, amarmi, desiderarmi e dirmi cosa sta pensando.»

 

La traduzione che ho fatto io è già presa da una traduzione probabilmente errata o incompleta perché Tolemaide non è una divinità ma una città (quindi qualcosa non torna). In ogni caso il concetto pare chiaro: l’incantesimo sembra sia stato lanciato da un uomo bramoso di una ragazza che probabilmente lo ignorava; certo è che non ci andò sul leggero nel nelle parole ne nel trafiggere il fantoccio, perciò c’è da sperare che non abbia ottenuto ciò che voleva, altrimenti povera ragazza!
Questa è solo una delle molte bambole usate per lanciare maledizioni o incantesimi di costrizione su una persona e, come avete visto, la pratica risale a molto prima del culto voodoo.

CURIOSITÀ: le maledizioni potevano anche essere rese inoffensive o rotte. Sempre da un testo greco si può leggere un caso in cui l’incantesimo venne spezzato: Sophronious nel VI secolo dopo Cristo in uno dei suoi scritti racconta di come Teofilo di Alessandria fu reso addirittura tetraplegico da in incantesimo lanciato per volere dei suoi amici. Invidiosi di lui avevano invocato la dea Ecate per instillare il dolore in tutte le sue membra. Teofilo in sogno ebbe una visione e assumere un pescatore per uscire in mare e gettare le sue reti in prossimità delle coste di Corone: il pescatore catturò nelle sue reti una piccola scatola sigillata con il piombo, all’interno della quale c’era un’effigie in bronzo di Teofilo con un chiodo conficcato in ogni arto. La bambola venne liberata dai chiodi e depositata in un luogo sacro: Teofilo in quel modo venne liberato dal suo dolore e dalla paralisi che lo affliggeva.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere

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17 novembre 2019 7 17 /11 /novembre /2019 22:35

Il ningen, il leviatano, il kraken, Cthulhu … Sono tutti mostri che secondo le leggende infesterebbero in nostri oceani. Di mostri marini si parla da secoli e ogni anfratto di costa sembra nasconderne uno. La cosa che sembra accomunare la maggior parte degli avvistamenti di creature marine mostruose è che sembrano degli enormi serpenti; ciò ha fanno nascere il mito dei serpenti marini che attaccano le navi e mangiano gli esseri umani.

Nella contea di Monmouth, nel New Jersey, c’è una baia molto famosa chiamata Sandy Hook nella quale sin dal 1700 si riportano testimonianze di un enorme serpente marino di oltre 30 m di lunghezza che dimorerebbe da qualche parte nelle sue profondità. Negli ultimi decenni i casi sono notevolmente diminuiti, ma ancora oggi di tanto in tanto appaiono in rete enigmatiche fotografie che sembrano dimostrare la presenza di un’enorme creatura in agguato sia in mare che lungo l’estuario che vi sfocia.

Il fiume Navesink ha un estuario largo circa 8 km e la foce è circondata dalle comunità di Middletown, Red Bank, Fair Haven e Rumson. È conosciuto ufficialmente come North Shrewsbury River e a monte della Red Bank come Swimming River, ma si tratta dello stesso corso d’acqua dove nuoterebbe il fatidico mostro.

Se prima del 1850 le testimonianze venivano tramandate per lo più oralmente, alla fine del XIX secolo molti avvistamenti vennero documentati e riportati anche da persone di indubbia credibilità. Uno dei più importanti avvenne nel 1889 e a riportarlo furono diverse persone di spicco della società del tempo, di cui due membri nella marina statunitense.

Una domenica di maggio alcuni pescatori di Red Bank stavano tornando a casa dopo una giornata nei pressi di Highlands Beach dove avevano pescato e si erano goduti un piacevole pic-nic. Marcus P. Sherman, Lloyd Eglinton, Stephen Allen e William Tinton, descritti da tutti come persone sobrie e rispettabili, ebbero il loro incontro ravvicinato con la creatura verso le ore 22, quando a bordo della Tillie S., di proprietà di Sherman, tornavano a Red Bank. La luna brillava in cielo e permetteva un’ottima visibilità; da poco si era alzata una brezza che aveva portato quel poco di foschia che solitamente si alza alla foce del fiume e il mare era particolarmente calmo.

Al timone c’era Marcus Sherman, mentre a prua c’era Lloyd Eglinton, che teneva d’occhio i detriti nell’acqua pronto ad avvertirlo di eventuali ostacoli sulla loro rotta. All’improvviso Eglinton urlò che c’era qualcosa di grosso che affiorava dall’acqua davanti a loro e Sherman rallentò per evitare la collisione. Giunti in prossimità dell’ostacolo, i quattro amici rimasero allibiti: davanti a loro c’era il già famoso serpente di mare di Sandy Hook! In effetti erano oltre 10 anni che giungevano a riva testimonianze di questa enorme creatura, ma si sa: se certe cose non le si vede con i proprio occhi non ci si crede.

Nello stesso momento una scialuppa con due ufficiali della marina stava tornando alla nave a poche centinaia di metri a monte dell’insenatura dopo aver avuto la propria terribile esperienza da raccontare.

 

I due marinai affermarono di essere stati attaccati e quasi affondanti da un lungo tentacolo di un calamaro gigante: per loro si trattava di una creatura enorme, ma senza dubbio era un calamaro che aveva tentato di avvinghiarsi alla scialuppa per poi solamente cozzarla e lasciarla andare dopo essersi accorto che non era una preda appetibile. Per contro l’equipaggio della Tillie S. era sicuro che si trattava di un serpente marino lungo almeno 50 piedi (oltre 15 m): la luce era tale che tutti e quattro affermarono che non poteva assolutamente trattarsi di un calamaro, anche perché tutti lo descrissero nei minimi particolari.

La forma era chiaramente serpentina e a conferma anche i movimenti della creatura, molto lenti, erano ondulazioni a pelo d’acqua; era anche visibile la testa, descritta come somigliante a quella di un bulldog con due corni arrotondati sopra i suoi occhi. Gli occhi erano grandi come dei dollari d’argento e le narici erano piuttosto grandi e appiattite. Gli uomini, spaventati, rimasero a fissare increduli il mostro mentre lentamente si allontanò verso la costa di Hartshorne’s Cove.

Gli uomini della Tillie S. e la scialuppa di marinai non furono gli unici a vedere la creatura: almeno un’altra decina di testimoni quella notte affermarono di aver visto un enorme serpente di colore nero o grigiastro nuotare nelle acque della baia quella notte.

In quegli anni la creatura aveva già assunto la fama di “serpente marino di Shrewsbury” e gli avvistamenti negli ultimi anni erano state decine, tutti con testimonianze molto simili a quelle fornite quella notte.

Due anni prima, il 27 dicembre 1887, sul giornale Scientific American apparve un articolo che nuovamente avallava l’opinione secondo cui il mostro fosse in realtà calamaro gigante e la dimostrazione era il ritrovamento di un esemplare lungo oltre 10 m spiaggiato proprio nella baia.

Nel novembre del 1879 a dare forse inizio alla sequenza di avvistamenti del periodo furono i membri del Sandy Hook Life Saving Service: l’equipaggio vide un lungo mostro serpentino nelle acque fredde appena fuori di Sandy Hook. Le testimonianze erano così credibili che un gruppo di studiosi venne inviato ad indagare e a raccogliere informazioni, ma nonostante le ricerche non si arrivò a nessuna conclusione soddisfacente.

Agli inizi del 1900 alcuni avvistamenti furono riportati lungo tutta la costa atlantica orientale, ma per lo più i testimoni parlarono di grossi serpenti marini e non di tentacoli, il che farebbe cadere l’ipotesi di calamari giganti che attaccano le persone. Anche recentemente, negli ’90 e 2000 sono giunte alcune dichiarazioni su un presunto mostro nelle acque di Sandy Hook Bay, ma oggi si tende a far poco affidamento su di esse e a considerarle scherzi di cattivo gusto o allucinazioni.

FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere

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12 novembre 2019 2 12 /11 /novembre /2019 23:39

Il Gatto, da sempre ritenuto uno degli animali più misteriosi del pianeta. Molto probabilmente furono gli egiziani ad accorgersi per primi del comportamento a volte strano di questo simpatico felino. Essi infatti sembravano adorarlo quasi all’ ossessione, tant’è che hanno lasciato molte prove nei vari siti archeologici.

Pare che la vista straordinaria del gatto sia dovuta alla quantità di luce ultravioletta che i suoi occhi siano in grado di assorbire.

Sicuramente ci è capitato di notare come i gatti osservano in maniera curiosa l’ambiente e tutti i suoi abitanti. Chi possiede oppure ha avuto almeno un gatto, avrà sicuramente notato, come il loro comportamento a volte può risultare al quanto bizzarro: Può capitare di vederli mentre si lanciano contro pareti come se vedano una preda invisibile, fissare muri o corridoi per diversi minuti, soffiare e rizzare il pelo in maniera apparentemente immotivata.

 

Da un recente studio, durato diversi anni, pare che i gatti riescano a vedere qualcosa che non riusciamo minimamente a vedere, e non solo, pare che il gatto riesca anche a percepire persino il nostro stato d0animo e le sue alterazioni.

Negli studi su questo animale “sensitivo” gli sono giunti alla conclusione che il gatto riesca a vedere oltre il nostro corpo, addirittura localizzando fonti di dolore o di malattia. Oltre ad avere un campo visivo più complesso degli umani, i gatti sembrano avere alcuni sensi che a noi mancano, come la percezione dei campi magnetici e elettrici, un’innata premonizione su terremoti e disastri naturali, e una grande sensibilità per le piccole escursioni termiche, anche di pochi decimi di grado.

Tutto questo, giustificherebbe in parte alcuni comportamenti che a noi paiono anomali.

Non tutti i gatti però si comportano allo stesso modo e pare che la reazione agli stati alterati dell’ambiente attorno a loro dipende dalla razza, dal sesso e e dall’età. I gatti maschi, in generale, sembrano più menefreghisti e se vengono disturbati scelgono di cambiare luogo ed evitare reazioni ostili; le femmine, specialmente se hanno figli di cui occuparsi, sono molto più ricettive e nervose e non esitano a tirare fuori le unghie e graffiare persino il loro padrone, se qualcosa le disturba. In particolare tra le diverse razze di gatti sembra che la più ricettiva si la razza certosino, che dai risultati di alcuni test è risultata quella più dotata.

 

Ci sono altri comportamenti che nemmeno la scienza è riuscita a comprendere. Alcuni studiosi del paranormale che hanno effettuato degli studi su questi felini, sostengono che non solo percepiscono altre entità, a noi invisibili, ma la loro presenza le terrebbe lontane.

Anche il cane è un animale sensitivo, ma la differenza tra quest’ultimo ed il gatto sembra essere che il primo riesca a percepire “l’invisibile”, mentre il felino oltre a percepirle pare che riesca anche a vederle.

La scienza però non ammette teorie fantasiose e giustifica gli sguardi eprsie nel vuoto dei gatti come una sorta di “abbaglio” che subiscono in presenza di alcuni colori. Grazie a uno studio pubblicato dalla Proceedings of the Royal Society si scopre che gatti, renne, cani, roditori, ricci, pipistrelli, furetti e okapi (della famiglia delle giraffe) percepiscono livelli elevati di raggi ultravioletti (UV); “Siamo abituati a pensare ai raggi UV come nocivi, ma in realtà sono indispensabili per la sopravvivenza di alcune specie”, asserisce Ronald Douglas, uno dei biologi della ricerca. Questa particolarità consente l’ingresso di più luce nella retina, ed è proprio grazie a questo fattore che i gatti riescono a vedere meglio di notte. Alcuni colori e tessuti appaiono molto più luminosi per i gatti, quindi secondo la scienza certi animali si comportano in quel modo quando vedono determinati colori o tessuti.

Quindi è solo questo che influenza alcuni comportamenti dei gatti? O si tratta veramente di una animale “sensitivo”?

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11 novembre 2019 1 11 /11 /novembre /2019 23:32

Vi è mai successo di incontrare qualcuno e poi sentire un senso di spossatezza, un cambio repentino d’umore, pensieri negativi che assillano? Se vi è successo probabilmente vi siete imbattuti in un vampiro emozionale. Il “vampiro emotivo”si nutre e della vostra sensibilità o emotività.

I vampiri sono ovunque, in ufficio, nei centri commerciali, in palestra, in casa. Possono essere chiunque, si possono nascondere sotto molte vesti e possono assumere i connotati di amici e parenti…..può essere il collega di lavoro, il capo, un amico, la moglie, il marito, la fidanzata.

I vampiri emozionali non sono sempre consapevoli del loro ruolo e spesso non sono nemmeno persone cattive.
Siamo di fronte a persone che invadono la nostra libertà senza porsi alcun limite e che sono convinte che tutto il resto dell’umanità sia stata creata per soddisfare i loro bisogni. Sembra una persona normale ma, lentamente, dopo essersi conquistata la vostra simpatia, inizierà a succhiare tutte le vostre energie emozionali.

Alcuni hanno bisogno della nostra energia e della nostra luce per sopravvivere, incapaci di farlo contando solo sulla propria. Insufficiente o negativa che sia. Altri, i più pericolosi, quell’energia e quella luce che emaniamo, desiderano solo smorzarla, fino a spegnerla.

 

Il Vampiro energetico inconsapevole

 

Il Vampiro energetico non deve avere per forza intenzioni maligne. Anzi, molti si trovano nella cerchia degli amici o in famiglia. Di solito sono persone molto fragili, spaventate, prive di qualunque autonomia emotiva, bisognose di costante attenzione, che vedono negli altri solo la stampella necessaria per fare il prossimo passo.
Al contrario, alcune sono persone talmente esuberanti da travolgere con la loro vitalità tutto ciò che le circonda, incuranti dell’effetto ciclone che possono avere sul prossimo.

Ci sono poi le persone prive di qualunque senso pratico, che navigano a vista, sempre alle prese con problemi complessi, su cui chiedono continuamente consigli che non seguiranno mai. Che dopo aver ingarbugliato fino all’inverosimile le situazioni, pretendono il tuo aiuto per uscirne. Sono convinti che tu sia sempre lì, pronto a intervenire per togliere loro le castagne dal fuoco. Persone che, più che un amico o un parente, ti vedono come un Pronto Soccorso emotivo e pratico, sempre aperto.

In realtà, è difficile ammettere che in famiglia o tra gli amici più stretti, si celi un Vampiro energetico pronto a dissanguarci. Per affetto o consuetudine, tendiamo a minimizzare le avvisaglie e a giustificare in ogni modo comportamenti atti a spremere ogni goccia della nostra energia vitale.

Il Vampiro energetico consapevole

 

Il Vampiro energetico consapevole, colpisce sapendo di colpire. E’ abbastanza riconoscibile e di solito ce lo troviamo intorno senza aver fatto molto per attirare la sua attenzione. Forse perché siamo stati noi ad aver attirare la sua. Sono persone che fanno di tutto per entrare a forza nella nostra vita, usando diverse chiavi d’accesso e sono abbastanza riconoscibili.

Alcuni chiedono continuamente conferma alle loro parole, nel tentativo di deviare le tue idee e far sì che avvalori le loro. Il vittimista, che usa le sue sciagure e sofferenze, per entrare nelle tue grazie e nutrirsi della tua energia per superarle.

Quello che ti sta costantemente addosso, che ti travolge con i suoi discorsi incurante delle tue opinioni; che vive aggrappato agli altri, per riuscire a galleggiare nel suo piccolo mare di solitudine.
Altri si celano dietro un apparente distacco, parlano molto poco di se stessi e fanno sì che la loro vita rimanga un arcano. Attaccano per lo più persone influenti o in posizioni di comando, da poter manipolare per i loro scopi e per appagare la loro sete di potere frustrata.

 

In sintesi, come si riconoscono?
  • Amano nascondere le loro battute offensive in un atteggiamento di falsa cordialità e amicizia
  • Criticano il comportamento degli altri e sono pronti a sfruttare le ingenuità degli altri per poterne trarre un vantaggio personale
  • Non rispettano nessuna regola e vedono le relazioni interpersonali come qualcosa da poter sfruttare a proprio vantaggio
  • Di solito hanno un atteggiamento amichevole che nasconde il loro vero intento che è quello di servirsi degli altri per ottenere dei benefici senza dare nulla in cambio
  • La loro strategia è quella di dare alle loro vittime l’illusione della loro disponibilità che non si concretizzerà mai

Quali altre strategie adottano?

Una strategia che viene adottata frequentemente dal vampiro è quella del ricatto emotivo che sfrutta facendo sorgere in noi dei forti sensi di colpa che lo aiuteranno a manipolarci con maggior facilità.

Un altra tattica è quella del vittimismo emotivo che mettono in atto impersonando il ruolo della vittima.

Ecco 17 tipologie di vampiri energetici che distruggono la felicità

Ne esistono davvero tanti e ciascuno ha origini ben precise, ma anche se ogni tipologia di Vampiro energetico segue un diverso modus operandi, lo scopo è comune a tutti. La loro sopravvivenza a discapito del tuo benessere.

Il problema è che i vampiri emozionali non solo ci provocano un disagio momentaneo, ma, a forza di rapportarci con loro giorno dopo giorno, ci causano grande stress e angoscia, non solo a livello emotivo, ma anche fisicamente. In realtà, non possiamo dimenticare che le emozioni sono contagiose e che gli stati emotivi negativi mantenuti nel tempo possono dare origine a numerose malattie. Quindi il primo passo per affrontare i vampiri emozionali è imparare a distinguerli. Per approfondimento leggi “Vampiri emozionali, come riconoscerli”

1 Adulatore
E’ abituato a riempire gli altri di complimenti falsi e di lodi non sincere.

2 invidioso
Si sente inferiore ed è costantemente invidioso delle doti o dei successi ottenuti da amici e parenti.

3 pettegolo
Attacca sempre bottone ed ama parlare dei fatti degli altri. Non gli sfugge nessun dettaglio che poi prontamente riporta a chiunque gli capiti a tiro.

4 autoritario
Impone la sua presenza facendo leva sulla sua presunta superiorità; non ammette che venga offuscata la sua autorità e si sente soddisfatto quando riesce a controllare qualcuno.

5 appiccicoso
Stabilisce dei legami stretti ed indissolubili con le persone che sceglie. E’ il suo modo per approfittare della loro linfa ed energia vitale.

6 controllore
Con l’astuzia si intromettono nella vita altrui riuscendo a controllarla e ad imporre la loro volontà. Per mantenere il controllo fanno ricorso al senso di colpa.

7 pessimista
Ha una visione pessimistica e negativa della vita e non perde occasione per piangersi addosso.

8 approfittatore
E’astuto e particolarmente abile nell’ottenere dagli altri ciò che desidera.

9 chi rinfaccia
E’ una persona che ha il vizio di rinfacciare tutto, comprese le azioni mai compiute.

10 altruista
Sembra ben disposto verso gli altri invece si nutre della loro energia lasciandoli stanchi ed indeboliti.

11 ipocondriaco
Sempre malato, le patologie sono il suo unico argomento. Affossa chi lo ascolta con il racconto dettagliato dei sintomi che lo affliggono.

12 contestatore
E’ un vampiro energetico sempre pronto alla protesta e alla contestazione. Il suo atteggiamento è di prevaricazione e violenza.

13 irascibile
Perennemente corrucciato ed arrabbiato con il mondo intero si sfoga con gli altri, subissandoli con il suo cattivo umore.

14 negativo
Basa il suo potere su assurde profezie catastrofiche con le quali mira a terrorizzare le persone con le quali vive. Utilizza la paura ed il timore per indebolire e poter rovinare la felicità altrui.

15 derelitto
Per far presa mette in evidenza la terribile condizione nella quale vive. Cerca di mettersi al centro dell’attenzione puntando sui problemi che gli rendono la vita impossibile.

16 illuminato
E’ un vampiro energetico che si spaccia per una grande personalità mentre non riesce a far altro che assorbire la linfa vitale di chi gli sta accanto.

17 moralista
Si tratta di persone che si ergono a giudici degli altri e non esitano ad imporre schemi e regole.

Quali sono i sintomi?

Se siete caduti nelle mani di un vampiro energetico vi accorgerete immediatamente che la sua presenza vi metterà di cattivo umore, se il legame che si crea tra voi è di dipendenza, però, potrebbe avvenire l’esatto contrario (provocando in voi malumore, quasi un bisogno morboso e malsano)… vi toglierà comunque energia, lasciandovi stanchi e demotivati.

Malgrado il suo atteggiamento amichevole avrete la sensazione che questa persona non vi rispetti e la sua presenza vi darà fastidio e imbarazzo.

Il vampiro potrebbe anche provocarvi dei forti mal di testa, stanchezza eccessiva, sensi di colpa e insicurezza; proverà sicuramente a farvi isolare da amici e familiari così che avrete solo lui come unico referente ed allora sarà difficile sfuggirgli o separarsi da lui.

Ricordate

Con questa tipologia di persone non vale la pena perdere tempo, difficilmente cambieranno e non si meritano la vostra considerazione……

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